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Breve Storia Della Rhodesia (1965-1980)
Breve Storia Della Rhodesia (1965-1980)
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E-book137 pagine2 ore

Breve Storia Della Rhodesia (1965-1980)

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Info su questo ebook

L’11 novembre 1965 il governo di minoranza bianco della colonia britannica (quasi – dominion status) della Rhodesia del Sud (Africa australe, attuale Zimbabwe), con premier Ian Smith, dichiarava unilateralmente l’indipendenza con l’UDI – Unilateral Declaration of Indipendence -. La Rhodesia della white supremacy era la seconda economia dell’Africa nera dopo il Sudafrica, e il più importante mercato dei capitali d’Africa dopo la Johannesburg Stock Exchange. Nel 1980, 15 anni dopo l’UDI e in seguito ad una sanguinosa guerra (razziale, civile?) il cui esito fu deciso dalla diplomazia internazionale, la Rhodesia nemmeno nominalmente esisteva più: si costituiva al suo posto lo zimbabwe africano di Robert Mugabe, e successivamente avvenne il collasso del Paese.
LinguaItaliano
Data di uscita18 lug 2012
ISBN9788862595933
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    Breve Storia Della Rhodesia (1965-1980) - Stefano Andreani

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    1. CAPITOLO PRELIMINARE

    L'11 novembre 1965 il governo di minoranza bianco della colonia britannica (quasi-dominion status) della Rhodesia del Sud (Africa australe, attuale Zimbabwe) dichiarava unilateralmente l'indipendenza con l'UDI -Unilateral Declaration of Indipendence-.

    Il premier rhodesiano Ian Smith era determinato nella convizione che il Rhodesian Front Party, il suo partito politico, potesse mantenere a lungo il potere della minoranza bianca che rappresentava in una logica di resistenza al caos: il passaggio di poteri alla maggioranza africana senza polverizzare lo standard occidentale raggiunto dal Paese fu ipotizzato prima in mille anni, poi in 60/70 anni, nel 2033. Era anche la massima ottocentesca di Cecil Rhodes (1853-1902), il fondatore della Rhodesia: equal rights for civilized men.

    La Rhodesia dell'UDI era una piccola isola bianca nell'Africa nera: al 1965 la composizione etnica registrava 220.000 bianchi e circa 4 milioni di neri.

    L'ONU condannò l'indipendenza della Rhodesia del Sud, che non fu riconosciuta causa l'apartheid. Il premier laburista inglese Harold Wilson enunciò con leggerezza che il regime illegale di Salisbury sarebbe capitolato in qualche mese o in qualche settimana. Vennero applicate sanzioni economiche, mentre l'opzione militare fu lasciata ai nazionalisti africani.

    Tuttavia non stiamo certo parlando della Germania nazista: al contrario, la Rhodesia -con in testa Ian Smith- aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale contro il nazifascismo al fianco degli inglesi. (Ian Smith per alcuni mesi fu anche al fianco dei partigiani italiani).

    Nella decade seguente l'UDI (1965-74) il sistema della white supremacy dimostrò alta resistenza ed efficacia a livello sociale, economico, diplomatico e militare (la controffensiva del piccolo esercito rhodesiano stava dominando gli insorti africani). Pur tuttavia una falla era stata aperta dalla Commissione Pearce (1972) che non aveva approvato l'Home-Smith Agreement per il riconoscimento del Paese.

    La vera svolta avvenne nel 1974-75: il colpo di stato portoghese del '74 che aveva fatto cadere l'amico governo coloniale di Caetano e l'accentuata prudenza dell'alleato Sudafrica, portarono al totale isolamento il governo di Salisbury e ampliarono drammaticamente il fronte della guerriglia al confine con il Mozambico, indipendente dal Portogallo nel 1975. Nello scenario dello storico Brian Crozier(1) riguardo una terza guerra mondiale mai verificata eppure combattuta sotto il nostro naso (nella periferie del mondo), dal 1978 consiglieri militari della Germania Orientale addestravano in Mozambico guerriglieri per infiltrazioni in Rhodesia.

    La Rhodesia era la seconda economia dell'Africa nera dopo il Sudafrica, e il più importante mercato dei capitali d'Africa dopo la sudafricana Johannesburg Stock Exchange.

    Ma nel 1980, dopo la sanguinosa Guerra (civile, razziale?) il cui esito fu deciso dalla diplomazia internazionale a favore degli insorti neri, la Rhodesia nemmeno nominalmente esisteva più: si costituiva al suo posto lo Zimbabwe di Robert Mugabe.

    Il successivo regime trentennale di Mugabe, -brogli elettorali, repressione dell'opposizione nera ed esproprio delle terre dei bianchi rimasti-, ha portato al crollo socio-sanitario ed economico e all'isolamento dello Zimbabwe; l'instabilità politica continua a minacciare la ripresa.

    La demografia in politica non è un opinione, ma pur non assolvendo l'apartheid rhodesiano, coloro -bianchi e neri- che nel transitorio Zimbabwe-Rhodesia del 1979 operavano per una soluzione evolutiva e non rivoluzionaria, avrebbero forse dovuto ricevere la comprensione occidentale e non essere trattati come paria internazionali. Gli equilibri del potere nel sub-continente dell'Africa australe e nel mondo vennero permanentemente modificati.

    *

    La Guerriglia Rhodesiana (1966-79, con preludio nel 1964) che era stata combattuta così tenacemente dai bianchi, era finita, -finita come la Rhodesia-, con le loro peggiori paure in corso di realizzazione. Nel 1980, appena 15 anni dopo l'UDI, nasceva lo Zimbabwe africano di Robert Gabriel Mugabe, un estremista, diventato indiscutibilmente il Primo Ministro.

    Il Rhodesian Front, il partito di Ian Smith che aveva portato nel 1965 alla Dichiarazione Unilaterale d'Indipendenza dalla Gran Bretagna, era stato ridotto da una posizione di forza ad una d'impoverimento e d'impotenza. Smith e i suoi inflessibili colleghi erano stati completamente aggirati da una lotta rivoluzionaria di proporzioni classiche combattuta sul fronte totale del sub-continente dell'Africa australe.

    Quindici anni non erano i pochi mesi previsti superficialmente dall'inglese Wilson nel gennaio 1966 alla Conferenza dei Premier del Commonwealth a Lagos, ma la Rhodesia per i rhodesiani doveva continuare ad esistere per 60/70 anni…!

    Si potrebbe affermare che la Rhodesia non aveva mai perso militarmente una battaglia, ma alla fine aveva perso infamantemente la guerra al tavolo della diplomazia di Lancaster House per responsabilità massima della politica irremovibile di Smith nel quindicennio.

    Oppure si potrebbe sostenere il contrario, come disse lo stesso Ian Smith nel 1983, ovvero che l'UDI aveva concesso alla Rhodesia quindici prodighi anni di vita in più, altrimenti l'uscita di scena sarebbe avvenuta prima.

    L'ex premier bianco giustificò l'apartheid al modo di supremazia o morte, come resistenza al caos delle nuove nazioni nere oltre il fiume Zambesi e all'espansionismo marxista.

    Ian Smith imputò anche di tradimento la Gran Bretagna definendola nelle sue memorie (Bitter Harvest) come Perfidius Albion.

    Questo libro è una breve storia della Rhodesia dal 1965 (UDI), al 1980 (istituzione dello Zimbabwe).

    Quattro gli argomenti principali: a) UDI (con il testo integrale in italiano della Dichiarazione Unilaterale d'Indipendenza); b) Divisione razziale della terra ed economia; c) Guerriglia Rhodesiana; d) Lancaster House.

    Sono stati altresì inseriti due capitoli su vicende precedenti l'UDI (Capricorn Africa Society e La fine della Federazione) come panoramiche iniziali. In appendice il prontuario Abbreviazioni e Repertorio.

    2. CAPRICORN AFRICA SOCIETY

    La Capricorn Africa Society, fondata nel 1949 dal colonnello britannico David Stirling, era un progetto elitario ed utopistico aperto agli individui più responsabili delle due razze nella colonia della Rhodesia del Sud e nell'intera Africa Centrale Inglese: ai coloni bianchi ultra liberali, i quali detestavano l'apartheid ma si rendevano conto che l'apertura alla maggioranza nera doveva essere graduale; ai neri urbani in via di emancipazione e che aspiravano a diventare classe media (dirigente) insieme ai bianchi e rigettavano l'estremismo del nazionalismo africano ma che erano ancora soffocati dalla white attitude(2).

    L'attività visionaria della CAS in Africa sarebbe durata un decennio.

    La decolonizzazione dell'Africa Centrale Inglese rischiava di evolversi in un vasto conflitto razziale, e gli atteggiamenti della minoranza bianca e della maggioranza africana cominciavano a radicalizzarsi rispettivamente verso l'apartheid e verso il nazionalismo africano estremo. Le posizioni sembravano (erano) inconciliabili, e solo l'autorevolezza e l'abilità diplomatica di Londra controllava ancora gli opposti estremismi (vedi nel prossimo capitolo le vicissitudini della Federazione di Rhodesia e Nyasaland, 1953-63).

    La Capricorn Africa Society (1949-59|60) fu ideata e fondata dal colonnello scozzese David Stirling con la speranza e l'obiettivo di alleggerire le crescenti tensioni razziali. Ebbe un decennio di vita. La società venne descritta come un piccolo gruppo di idealisti che credeva in un futuro democratico senza discriminazioni razziali fra bianchi e neri, -uguale trattamento basato sui meriti individuali e non sull'appartenenza razziale-, che avrebbe permesso ai Paesi dell'East e Central Africa di svilupparsi civilmente ed economicamente nell'ambito di valori occidentali.

    Stirling rifiutava nettamente l'apartheid, ma la tempo stesso non credeva nel dogma un uomo, un voto (caldeggiato invece dai nazionalisti africani e dai bempensanti europei) in quanto non poteva esservi affrancamento di una popolo (nero) se questi non aveva nessuna comprensione della realtà (e della civiltà). David Stirling credeva nella massima ottocentesca di Cecil Rhodes, equal rights for civilized men (uguali diritti per ogni uomo civilizzato) un mondo in cui le persone nere istruite dell'Africa avrebbero avuto gli stessi diritti e doveri nel proprio Paese come il loro equivalente cittadino bianco, ma gli elettori (africani neri e africani bianchi) dovevano guadagnarsi meritoriamente questo passaggio attraverso i loro successi (titolo di studio, censo, precedenti militari) e la loro partecipazione nella società.

    L'utopistico progetto multirazziale e meritocratico della Capricorn Africa Society (CAS) avrebbe dovuto comprendere geograficamente i sei territori inglesi -a sud dell'Etiopia e a nord del Sudafrica-, situati fra l'Equatore e il Tropico del Capricorno: Kenya, Uganda, Tanganika, Nysaland, Rhodesia del Nord, e Rhodesia del Sud. Questa l'origine del nome. Qui sarà esplicitato con maggior riferimento alla Rhodesia del Sud, il bastione bianco della surriferite colonie inglesi, piattaforma scelta per l'evoluzione multirazziale e occidentale di Capricornia.

    Virtù militare e fantapolitica.

    Il colonnello David Stirling (1915-1990) era stato un veterano della guerra in Nord Africa contro i tedeschi di Rommel e gli italiani nella Seconda Guerra Mondiale, e fu anche l'inspiratore-fondatore del famoso commando militare britannico SAS, (Special Air Service), un reparto speciale che venne preso successivamente a modello anche dalle forze armate di vari paesi del mondo, come Australia, Nuova Zelanda e la stessa Rhodesia del Sud. Anche Stati Uniti (es. Delta Force) e Francia costituirono poi unità militari basati sulla tipologia SAS che fu di David Stirling.

    Me se il sogno militare SAS (Special Air Service) di Stirling divenne realtà, il sogno fantapolitico CAS (Capricorn Africa Society) di Stirling costituì solo una momentanea realtà artificiale che si dissolse in una decina d'anni (1949-1959/60).

    L'ideazione di Stirling consisteva nell'edificare un'Africa (l'Africa Centrale inglese) di individui liberi ed eguali, di africani bianchi e neri, senza distinzioni razziali, ma organizzati dinamicamente secondo criteri meritocratici. A guidare questo modello di Africa birazziale e di cultura occidentale sarebbero stati gli uomini migliori delle due etnie, identificati secondo alcuni parametri sociali, economici, militari: insomma una partnership elitaria (come elitario erano il commando SAS, nella vita parallela di Stirlng).

    Il cammino era decisamente arduo, la meta temeraria, ma la credibilità del colonnello Stirling e la rotta saldamente mantenuta verso il

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