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Falsi storici - Chi ha scatenato la Seconda guerra mondiale?
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E-book336 pagine3 ore

Falsi storici - Chi ha scatenato la Seconda guerra mondiale?

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Info su questo ebook

Nel 75° della vittoria sul nazismo, gli ex "alleati" cercano di far proprio un trionfo costato all'Unione Sovietica 27 milioni di morti; è così che stravolgono figure, eventi, date.

Una nuova traduzione di "Falsificatori della storia", pubblicato nel 1948 dal Informbjuro dell'URSS e una rassegna della recente pubblicista russa sugli stessi temi offrono gli strumenti per contrastare le falsità occidentali sulla Seconda Guerra mondiale.
LinguaItaliano
Data di uscita2 dic 2020
ISBN9788894552638
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    Anteprima del libro

    Falsi storici - Chi ha scatenato la Seconda guerra mondiale? - Fabrizio Poggi

    Falsi storici

    Chi ha scatenato la Seconda guerra mondiale?

    a cura di Fabrizio Poggi

      Prefazione di Andre Vltchek
    In memoria di Andre Vltchek

    (29 Dicembre 1963 - 22 Settembre 2020)

    Scheda

    Nel 2020 il mondo celebra il 75° anniversario della vittoria sul nazismo, costata al mondo cinquanta milioni di morti, di cui oltre la metà alla popolazione civile dell'Unione Sovietica e ai soldati dell'Esercito Rosso, che sostennero il peso di gran lunga maggiore del conflitto.

    Oggi, gli ex alleati cercano di appropriarsi di una vittoria cui avevano contribuito, peraltro in misura non eccessiva: capovolgono figure, avvenimenti, date; accentuano le accuse all'URSS di essere stata corresponsabile, insieme alla Germania nazista, dello scoppio della guerra. L'obiettivo, lo ha chiarito il Parlamento europeo nel 2019, con la risoluzione sulla cosiddetta Importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa, con cui si decreta che la legge vieta le ideologie comuniste e naziste.

    Si tratta di rispondere a questo attacco, che è essenzialmente di classe, ma in cui si usano anche armi storiche. Per questo, il presente lavoro ha solo in parte carattere storico.

    Viene presentata una nuova traduzione dell'opuscolo Fal'sifikatory istorii. Istoričeskaja spravka (Falsificatori della storia. Informazione storica), pubblicato nel 1948 dal Governo sovietico, per smentire le asserzioni anglo-americane circa un presunto patto segreto Berlino-Mosca per spartirsi tutta l’Europa orientale, contro le democrazie occidentali; asserti di moda oggi non solo in ambienti liberali.

    Precede la traduzione dell'opuscolo sovietico, un'introduzione, in cui si accenna alle principali questioni del periodo anteguerra e ai rapporti tra le diverse potenze europee. Segue poi una succinta rassegna della più recente, copiosa, pubblicistica russa sugli stessi temi, fino alle ultime pubblicazioni del gennaio 2020.

    Prefazione

    Alcuni in Italia resistono alle menzogne sull'Unione Sovietica/Russia

    Mentire sulla storia mondiale è una delle armi principali degli imperialisti occidentali, con cui riescono a mantenere il controllo sul mondo.

    I paesi europei e nordamericani inventano e diffondono una narrazione contorta sulla maggior parte dei principali eventi storici: colonialismo, crociate, genocidi commessi dall'espansionismo occidentale in ogni angolo del globo.

    Una delle invenzioni più ignobili era stata quella scatenata contro la giovane Unione Sovietica, emersa dalle rovine di una guerra civile alimentata dagli interessi imperialistici europei, nordamericani e giapponesi. Eserciti stranieri e violente bande locali avevano distrutto innumerevoli città e villaggi, derubando, violentando e uccidendo la popolazione civile. E invece, tutte le misure volte a ripristinare l'ordine e rimettere in piedi l'Unione Sovietica, migliorare risolutamente la vita di decine di milioni di persone, vennero definite in senso dispregiativo stalinismo. Ad esso fu ben presto abilmente appioppata l'etichetta della brutalità.

    Venne poi la Grande Guerra Patriottica (per i sovietici), anche conosciuta come Seconda Guerra Mondiale. L'Occidente fece male i propri calcoli, sperando che la Germania nazista avrebbe facilmente distrutto l'Unione Sovietica e, con essa, la più determinata rivoluzione comunista sulla terra. Ma la Germania aveva, ovviamente, obiettivi molto più estesi. Mentre brutalizzava le terre sovietiche, iniziò anche a commettere crimini contro l'umanità in tutta Europa, facendo esattamente ciò che era stata solita fare per decenni nelle proprie colonie africane, in cui, di fatto, aveva sterminato intere nazioni e razze.

    Gli Stati Uniti, dapprima esitarono a intervenire (alcuni dei suoi uomini più potenti, come Henry Ford, collaboravano apertamente con i nazisti tedeschi); le nazioni europee, sostanzialmente, crollarono come edifici di carte.

    Poi, avvenne l'impensabile: indignata, ferita, ma potente, l'immensa Unione Sovietica si alzò in piedi, risollevata, letteralmente, dalle ceneri. Stalingrado e Kursk combatterono come nessuna città aveva mai combattuto prima, nemmeno Leningrado, che pure resistette a 900 giorni di assedio. Là, la resa non era tra le opzioni previste: il popolo preferiva mangiare colla e compensato, combattere affamato, purché lo stivale fascista non calpestasse il suolo della propria città, straordinariamente bella.

    A Leningrado, quasi tutti gli uomini erano morti, prima che si riuscisse a rompere l'assedio. Erano le donne ad andare al fronte, anche mia nonna, e loro, quasi a mani nude, respinsero l'esercito più potente della terra. Lo fecero per la loro città. E per il mondo intero. Combatterono per l'umanità, come aveva fatto la Russia tante volte in passato; e vinsero, a un costo tremendo, di oltre 25 milioni di soldati, civili, uomini, donne e bambini. Poi, le divisioni sovietiche dilagarono verso ovest, liberando Auschwitz, Praga, innalzando la bandiera rossa sovietica sopra il Reichstag, a Berlino. Il mondo era stato salvato, liberato. Dal popolo sovietico e dall'acciaio sovietico.

    Era la fine di una guerra mostruosa! Intere città sovietiche in rovina. Villaggi bruciati e ridotti in cenere. Ma una nuova guerra, una Guerra Fredda, una vera guerra contro il colonialismo, per la liberazione di Africa e Asia, stava già iniziando! E anche una guerra internazionalista contro razzismo e schiavitù. No, a una tale narrazione non sarebbe mai stato permesso di circolare in Occidente, nelle sue colonie e nei suoi stati clienti! Stalin, Unione Sovietica, lotta anticoloniale: tutti dovevano essere insozzati, trascinati nel fango!

    Quella campagna per insozzare prima l'Unione Sovietica, e poi la Russia, venne condotta in tutta Europa e assunse proporzioni enormi.

    I media presero a diffondere menzogne; e così fecero scuole e università. Le manipolazioni più vergognose furono quelle volte a sminuire il ruolo decisivo dell'URSS nella vittoria contro la Germania nazista. Ma le fonti della propaganda occidentale presero anche a riscrivere abilmente e malignamente l'intera storia dell'Unione Sovietica, descrivendola nei modi più nichilisti e deprimenti, omettendo totalmente gli enormi successi del primo Paese comunista, e il suo eroico ruolo nella lotta contro colonialismo e imperialismo occidentali globali.

    Dalla fine della Seconda guerra mondiale, l'Italia è stata al centro della battaglia ideologica, almeno per quanto riguarda l'Europa.

    Con il suo potente Partito Comunista, quasi tutti i grandi pensatori e artisti italiani erano o membri, o, perlomeno, strettamente legati alla Sinistra. I partigiani, che avevano combattuto il fascismo, facevano chiaramente parte della sinistra.

    Non fosse stato per la brutale interferenza di Stati Uniti e Regno Unito nella politica interna italiana, nel dopoguerra il Partito comunista italiano avrebbe facilmente vinto le elezioni, democraticamente.

    I rapporti tra i popoli italiano e sovietico/russo sono sempre stati eccellenti: entrambe le nazioni si sono ispirate e influenzate a vicenda, generosamente, in particolare per quanto riguarda arte e ideologia.

    Tuttavia, come nel resto d'Europa, i media mainstream, la propaganda iniettata dai polemisti anglosassoni e dai loro alter ego locali, hanno avuto un impatto enorme e alla fine hanno fortemente guastato i legami e la comprensione tra le due nazioni. Soprattutto dopo la distruzione dell'Unione Sovietica, la sinistra italiana è entrata in un lungo periodo di crisi profonda e di confusione. La propaganda anti-sovietica e anti-russa ha iniziato a trovare terreno fertile anche in tali bastioni storici della sinistra italiana, come Bologna.

    Con l'arrivo del Movimento 5 stelle e le frazioni di sinistra e radicali al suo interno, milioni di cittadini italiani hanno iniziato a svegliarsi dal letargo ideologico. Ne sono stato testimone, quando sono intervenuto alla leggendaria Università La Sapienza di Roma, spalla a spalla con il professor Luciano Vasapollo, grande pensatore ed ex prigioniero politico.  Sono rimasto impressionato dai giovani cineasti italiani che, di ritorno a Roma dal Donbass, hanno organizzato innumerevoli iniziative politiche a sostegno della Russia. Roma era in ebollizione. Le persone dimenticate dalla storia stavano riemergendo, mentre le giovani generazioni si univano a loro. Il mio amico Alessandro Bianchi e la sua rivista sempre più potente, L'Antidiplomatico, sostenevano coraggiosamente Venezuela e Cuba, ma anche Russia e Cina.

    Tuttavia, Bianchi continuava a ripetere:

    Ai giorni nostri, pochissimi italiani comprendono cosa sia accaduto durante la Seconda guerra mondiale. È una tragedia, una vera tragedia ... . Poi, di recente, L'Antidiplomatico mi ha informato che, per celebrare gli anniversari del 25 Aprile e del 9 Maggio, avrebbe pubblicato un libro fondamentale, messo a punto dall'Ufficio Informazioni Sovietico, dagli accademici, con appunti e informazioni di prima mano di Iosif Stalin. Il libro era stato pubblicato subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, col titolo Falsificatori della storia. Informazione storica (In russo: Fal’sifikatory istorii. Istoričeskaja spravka.).

    Ora, in italiano, il libro, curato da Fabrizio Poggi, si chiamerà Falsi storici - Chi ha scatenato la Seconda guerra mondiale?

    Il prezioso lavoro editoriale di Poggi intende ristabilire la verità, contrattaccando la propaganda antisovietica occidentale.

    In questo lavoro, vengono totalmente smantellate le asserzioni anglo-americane su una presunta unione Berlino-Mosca contro le democrazie occidentali e un patto segreto tra URSS e Hitler per spartirsi tutta l'Europa orientale". La falsità della retorica, oggi ripetutamente usata praticamente in tutti i paesi occidentali, è qui messa a nudo, passo dopo passo.

    L'editore, Alessandro Bianchi, chiarisce:

    La traduzione qui presentata è preceduta da un'introduzione, curata dallo stesso Poggi, che menziona le principali questioni del periodo precedente la seconda guerra mondiale: le relazioni polacco-tedesche, il ruolo di Francia e Gran Bretagna e le loro relazioni con l'URSS, la Conferenza di Monaco, ecc., tutti temi usati dai propagandisti occidentali per portare avanti la teoria della pari responsabilità di Germania nazista e URSS per lo scoppio della Seconda guerra mondiale.

    Ho chiesto a Bianchi lo scopo principale del lancio del libro in Italia ed egli ha risposto senza esitazione:

    Per sconfiggere la propaganda antisovietica e anche la propaganda sulla Seconda guerra mondiale.

    Per molti versi, Falsi storici - Chi ha scatenato la Seconda guerra mondiale? non è solo un libro. È un movimento, che porterà a discussioni, letture, interviste. Senza dubbio, vi prenderanno parte i migliori intellettuali italiani. Molte questioni cruciali verranno rivisitate. Si tornerà a dire la verità.

    Questo potrebbe essere un nuovo capitolo nella collaborazione tra pensatori e leader progressisti italiani e russi, nella loro lotta comune per un mondo migliore!

    Andre Vltchek

    Premessa

    Il 9 maggio 2020 si è celebrato il 75° anniversario della vittoria sul nazismo e della fine della Seconda guerra mondiale, costati ai popoli del mondo cinquanta milioni di morti, di cui oltre la metà alla popolazione civile dell'Unione Sovietica e ai soldati dell'Esercito Rosso Operaio-Contadino.

    Prima dello scoppio della guerra, le democrazie liberali avevano cercato in ogni modo di utilizzare il nazismo tedesco per l'obiettivo cui non avevano mai rinunciato sin dal 1917: quello di soffocare il primo Stato socialista al mondo. Scoppiato il conflitto, si erano unite - loro malgrado e non subito - all'URSS nella lotta contro il nazifascismo. Oggi, cercano di appropriarsi di una vittoria cui avevano dovuto contribuire; peraltro, in misura non eccessiva. Così, capovolgono e stravolgono figure, avvenimenti, date, protagonisti. Ne hanno offerto un'anticipazione il 27 gennaio 2020, con le celebrazioni per il 75° anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa, allorché tra sviste, refusi e aperti travisamenti, si è fatto di tutto per tacere nome e ruolo dei veri protagonisti di quella liberazione.

    Il tema, naturalmente, non è nuovo; ma, man mano che ci si avvicinava al 9 maggio 2020, la campagna alleata aveva assunto aspetti sempre più grotteschi. Medaglie commemorative delle tre potenze vincitrici sul nazismo: USA, Gran Bretagna, Francia; apoteosi di sbarchi a Occidente che, in realtà, in assenza di adeguate controffensive sul fronte orientale, avrebbero rischiato di trasformarsi in disfatte costiere; carri Sherman che, per quanto si ammetta la loro inferiorità rispetto ai tank nazisti, aiutarono comunque l'esercito degli Stati Uniti a vincere la guerra. Infine, ma non ultime, manovre militari NATO della durata di mesi, il cui fulcro centrale avrebbe dovuto cadere proprio tra l'aprile e il maggio 2020, poi rimodellate, ma non annullate, a causa della pandemia. E via di questo passo.

    Ma, il vero obiettivo della campagna alleata era già stato messo in chiaro dal Parlamento europeo il 19 settembre 2019. L'obiettivo non è affatto, o non solamente, storico. Non per nulla, a fare da apripista a tale campagna e farsi promotori del documento di Strasburgo, erano stati designati quei paesi d'Europa orientale che, più di tutti, videro masse intere di Komplizen e Hilfswilligen delle SS e che oggi, tra parate in uniformi naziste e celebrazioni di quegli eroi autori di massacri contro civili, soldati sovietici, comunisti, ebrei, tsigani, intendono dar lezioni al mondo su come la legge vieta le ideologie comuniste e naziste.

    Si è insomma in presenza di una tempesta mediatica su tutte le questioni riguardanti la storia del movimento comunista, in generale, e dell'Unione Sovietica degli anni '30 e '40, in particolare. Sotto l'insegna della informazione e della Storia servite al più vasto pubblico, si propagandano miti che, ripetuti migliaia di volte, secondo un metodo ben sperimentato nella Germania degli anni '30, penetrano e rimangono infissi nelle menti senza che i ricettori se ne rendano conto.

    In questa situazione, difficile stabilire cosa significhi oggi essere obiettivi e cosa si debba intendere per obiettività. Ci troviamo da una parte del fronte, sottoposti al martellamento dell'avversario, il quale non ha mai smesso di far fuoco con le armi leggere e negli ultimi anni ha messo in azione anche i grossi calibri. Siamo di fronte a quella che in Russia viene definita una "artpodgotovka" (artillerijskaja podgotovka: preparazione d'artiglieria. Ricorse a questa espressione anche Boris Eltsin, nell'agosto del 1993, mentre approntava il golpe dell'ottobre e si preparava a bombardare per davvero il Parlamento) in vista di un obiettivo molto concreto: con un massiccio martellamento d'artiglieria pesante, si apre il terreno all'avanzata dei reparti corazzati e della fanteria. L'artiglieria martella le menti e le coscienze, cominciando col riscrivere la storia dei comunisti, in tutte le sue pagine, non solo in Unione Sovietica, e spiana così la strada ai colpi delle divisioni corazzate contro i comunisti di oggi: l'obiettivo è quello di decretare per legge il bando del comunismo e dei comunisti, e fare in modo che la coscienza di massa lo accolga come un atto necessario.

    Un po' come avvenuto con la campagna avviata tramite Covid-19, con cui si è imposta una delazione poliziesca di massa, facendola accettare alle persone come necessaria e naturale, doverosa per il bene di tutti, appellandosi alla unità della nazione attorno al tricolore, nel perenne abbraccio patriottico teso a pacificare lo scontro tra le classi e a mettere sullo stesso piano partigiani e ragazzi di Salò, all'insegna di cittadini, consumatori, famiglie, in cui scompare ogni differenza di classe.

    Cosa significa dunque, in queste condizioni, essere obiettivi? Significa opporre ai colpi del nemico un martellamento uguale e contrario delle nostre artiglierie storiche, sapendo che, parando i suoi colpi, possiamo mantenere intatte le nostre forze, per non essere impreparati all'attacco politico contro il comunismo e i comunisti di oggi.

    Si deve esser consapevoli dell'urgenza di rispondere a ogni colpo dell'avversario, sapendo che i dettagli storici da contrapporgli servono solo per mantenere quanto più possibile intatte le nostre forze politiche.

    Quello del nemico di classe non è un attacco storico; il martellamento delle artiglierie storiche del nemico di classe non è che un aspetto dell'attacco di classe cui i comunisti sono da sempre sottoposti.

    Dunque, il materiale che viene qui presentato ha solo in parte carattere storico. Non si tratta nemmeno di un lavoro imparziale, nel senso in cui tale termine è inteso dalla pubblicistica e dalla cosiddetta storiografia liberali. Di fronte all'attacco nient'affatto storico e tantomeno imparziale, da parte di coloro il cui unico obiettivo dichiarato è quello di tentare di diffamare il comunismo e i comunisti, per arrivare a mettere l'uno e gli altri fuori della legge borghese, restare imparziali significa stare dalla parte di un anticomunismo che, ormai da trent'anni, cerca di riprendere il lavoro solo parzialmente interrotto nel periodo a cavallo tra gli anni '40 e '50 del XX secolo.

    Lo scontro non è storico o intellettuale: è uno scontro di classe, in cui si usano anche armi storiche e intellettuali. Non si tratta di una disputa accademico-storica. Si tratta di un attacco di classe, che passa per la falsificazione della storia: si vuol incuneare nelle coscienze, e fare in modo che ci rimanga ben piantato, l'assioma che i comunisti nella storia si sono macchiati di tali e talaltri crimini. Ne deve conseguire che i comunisti oggi non possono esser diversi da quelli di ieri e sono quindi pronti a macchiarsi di crimini allo stesso modo dei loro predecessori. Se ieri i comunisti si erano macchiati dell'olocausto – perché ormai si arriva a dire questo: se Stalin si è alleato con Hitler, significa che è parimenti responsabile non solo della invasione della Polonia, non solo della spartizione dell'Europa, ma anche degli stessi crimini del nazismo: anzi, se non fosse stato per Stalin, Hitler non avrebbe né cominciato la guerra, né avrebbe commesso tutti i crimini di cui si macchiarono i nazisti; dunque, non c'è da aspettarsi nulla di diverso dai comunisti di oggi. Questo vien fatto diventare un assioma. Si insinua nelle menti, nelle coscienze, e queste accettano come un atto dovuto che i comunisti vadano messi fuori legge in quanto criminali come i loro predecessori. È necessario mettere fuori legge i comunisti, perché ciò risponde al bene comune: per la salute pubblica il comunismo deve essere abolito per legge e la coscienza di massa arriva a richiederlo, per la propria sicurezza.

    Così, proprio in corrispondenza con il 75° anniversario della fine della guerra, si sono accentuate le accuse all'Unione Sovietica di essere stata corresponsabile del suo scoppio, unite alle falsità sui reali artefici della disfatta del nazismo. Accuse e falsità che nascondono – peraltro, molto male – almeno due obiettivi, che, a nostro parere, è necessario tenere ben distinti. Uno, riguarda la disputa geopolitica sul ruolo della Russia moderna: su questo versante, non crediamo che Mosca abbia necessità di esser difesa dall'esterno e ci sembra anzi quantomeno zoppicante l'intreccio, da alcuni teorizzato, secondo cui chiunque pratichi l'antisovietismo, giunge inevitabilmente alla russofobia. L'altro versante, quello del più becero antisovietismo, riguarda invece molto direttamente i comunisti in ogni parte del mondo, dal momento che l'attacco alla bandiera con falce e martello issata sulle rovine del Reichstag il primo maggio 1945, non rappresenta che il viatico per dare forma legale alla moderna crociata contro il comunismo e i comunisti.

    In questo senso, la risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019, è stata solo una tappa nella istituzionalizzazione della tesi sulla pari responsabilità di Germania nazista e URSS nello scatenamento della guerra e su un fantomatico retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, dato che, già da anni, si sta percorrendo quella strada.

    Quello che viene presentato non è dunque un lavoro storico, perché non è storico l'obiettivo di chi oggi vorrebbe spacciare gli avvenimenti di settanta e ottanta anni fa, in una maniera tale da parificare per legge nazismo e comunismo, dando naturalmente la priorità, alla maniera dei gentiluomini di Strasburgo, ai crimini dei regimi totalitari comunisti.

    Si tratta, molto più semplicemente, della traduzione e riproposizione di un lavoro svolto nel 1948 dal Informbjuro del Governo sovietico: l'opuscolo "Fal'sifikatory istorii. Istoričeskaja spravka (Falsificatori della storia. Informazione storica) [1], redatto per controbattere a Nazi-Soviet Relations. 1939-1941 [2], divulgato nel gennaio dello stesso anno dal Dipartimento di Stato USA e contenente rapporti e appunti estrapolati da verbali" di funzionari della diplomazia nazista.

    Nell'opuscolo sovietico, di cui si ripropone la traduzione dall'originale in lingua russa del 1948, vengono smontate le asserzioni anglo-americane dell'epoca, circa il presunto connubio Berlino-Mosca ai danni delle democrazie occidentali, di un patto segreto tra URSS e Germania nazista per spartirsi tutta l’Europa orientale; asserti che vanno oggi per la maggiore, purtroppo non solo negli ambienti liberali.

    Nello stesso 1948, le edizioni in Lingue estere di Mosca avevano pubblicato anche la versione in lingua italiana della brochure del Informbjuro, oggi di difficile reperimento. Oltre a cenni e singoli paragrafi riportati in articoli di varia natura, è probabile che esista oggi un'unica recente pubblicazione integrale in lingua italiana dell'opuscolo, tradotta però dalla versione francese e non perfettamente aderente all'originale russo.

    La traduzione qui presentata, è preceduta da un'introduzione, in cui si accenna alle principali questioni del periodo precedente la Seconda guerra mondiale: rapporti polacco-tedeschi, sovietico-tedesco-polacchi, ruolo di Francia e Gran Bretagna e loro rapporti con l'URSS, conferenza di Monaco, spartizione della Cecoslovacchia [3], ecc., il tutto riconducibile al tema di una presunta pari responsabilità di Germania nazista e URSS per lo scatenamento della Seconda guerra mondiale.

    L'opuscolo sovietico è poi seguito da una succinta rassegna della più recente, copiosa, pubblicistica russa sugli stessi temi, fino alle ultime pubblicazioni del gennaio 2020.

    F.P.

    Note

    [1] OGIZ – Gosudarstvennoe Izdatel'stvo Političeskoj Literartury; Moskva, 1948

    [2] Documents from the Archives of The German Foreign Office; R.J.Sontag and J.S.Beddie; Department of State, 1948

    [3] Succintamente, la cronologia degli avvenimenti relativi alla Cecoslovacchia può essere così riassunta: di fronte alle sempre più aperte pretese di Hitler di annettere alla Germania la regione cecoslovacca dei Sudeti, il 15 settembre 1938 il premier britannico Neville Chamberlain si reca dal Führer a Berchtesgaden e si dichiara personalmente d'accordo con Hitler sulla questione. Il 18 settembre, il primo ministro francese Édouard Daladier vola in Inghilterra; Parigi e Londra impongono, di fatto, alla Cecoslovacchia il loro piano per conservare la pace in Europa: tutte le regioni in cui vivesse almeno il 50% di popolazione di lingua tedesca, avrebbero dovuto essere unite alla Germania. Di fronte alle resistenze cecoslovacche, il 21 settembre, Francia e Inghilterra inviano a Praga un ultimatum: non l'avrebbero sostenuta se avesse tentato di resistere ai tedeschi. Tra il 22 e il 29 settembre, data del complotto di Monaco, anche la Polonia (per la Slesia di Těšín: Těšínské Slezsko) e l'Ungheria (per la Slovacchia meridionale) avanzano pretese nei confronti della Cecoslovacchia. All'una del mattino del 30 settembre, a Monaco, Hitler, Mussolini, Chamberlain e Daladier firmano l'intesa che, in nome della politica di appeasement, sanciva la scomparsa della Cecoslovacchia dalla carta del mondo. Il 21 settembre, lo stesso Winston Churchill aveva dichiarato: Lo smembramento della Cecoslovacchia, sotto le pressioni di Inghilterra e Francia, equivale alla completa capitolazione delle democrazie occidentali di fronte alla minaccia nazista dell'uso della forza. Questo, non porterà pace o sicurezza né all'Inghilterra né alla Francia. Churchill si dichiarava sorpreso che fosse stata ignorata la dichiarazione del Commissario del popolo agli affari esteri sovietico, Maksim Litvinov, secondo cui l'URSS era pronta a venire militarmente in aiuto alla Cecoslovacchia. Le proposte sovietiche, disse Churchill, non sono state utilizzate per far pressione su Hitler, sono state trattate con un'indifferenza, per non dire con un disprezzo, di cui Stalin si sarebbe ricordato. Gli eventi seguirono il loro corso come se la Russia sovietica non esistesse. Dopo, abbiamo pagato caro per questo.

    Introduzione

    Nel giugno 2019, in occasione del 75° anniversario dello sbarco in Normandia, per la prima volta in quindici anni il presidente russo Vladimir Putin non era stato invitato a prender parte alle celebrazioni in ricordo dell’operazione Overlord, da sempre presentata quale evento determinante della Seconda guerra mondiale che, da sola, avrebbe deciso le sorti di tutto il conflitto. È forse sin dal giorno dello sbarco, nel giugno del '44, che un'operazione effettivamente rilevante (ma,

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