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L'uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce
L'uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce
L'uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce
E-book144 pagine3 ore

L'uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce

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Info su questo ebook

La grande novità di san Giovanni della Croce è l’elevazione dell’esperienza personale come base di partenza per il fine esistenziale di ogni creatura: l’unione con Dio. Nulla di più concreto e universalmente possibile nonostante sia stato definito soltanto un mistico! Lo studio si offre come strumento e provocazione per chi desidera affrontare la dottrina del Santo partendo dalla sua concreta ed attenta definizione di uomo, continuamente combattuto tra la ricerca e il desiderio di Dio ed il suo rifiuto.
LinguaItaliano
Data di uscita17 giu 2010
ISBN9788889840986
L'uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce

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    L'uomo immagine di Dio in Salita e Notte di san Giovanni della Croce - Saverio Finotti

    Pneuma • 11

    Collana PNEUMA

    «Tutte le parole non sono che briciole cadute dal banchetto dello spirito» recita un passo di Kahlil Gibran. Per dare voce a quanto non possiamo tacere e, spesso, non sappiamo dire, la collana Pneuma (Spirito) propone, e ri-propone, alle donne e agli uomini dei nostri tempi, l’invito a guardarsi nella propria totalità.

    1.   SANTA MARIA MADDALENA DE’ PAZZI, … come un agnello condotto al macello(Is 53,7). La passione di Gesù in santa Maria Maddalena de’ Pazzi, a cura delle MONACHE DI VITA CONTEMPLATIVA di Carpineto Romano (Rm), 2006, pp 150.

    2.   BRUNO SECONDIN, Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Una mistica che sa ascoltare e annunziare, 2007, pp 24.

    3.   CHARLÒ CAMILLERI, Desiderio e passione. L’amore di Dio nell’esperienza mistica di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, prefazione di DONNA ORSUTO, 2007, pp 80.

    4.   ROBERTO RUSSO, Elia profeta della passione, compassione e amicizia, prefazione di BRUNO SECONDIN, postfazione di ERIC NOFFKE, 2007, pp 118.

    5.   BRUNO SECONDIN, Comunità orante e profetica in un mondo che cambia. Rileggere la Regola del Carmelo oggi, 2007, pp 92.

    6.   CHARLÒ CAMILLERI, Imparare a conoscere il cuore di Dio. Schemi per la lettura orante della Parola, introduzione di ALEXANDER VELLA, nota finale di ANTHONY CILIA, 2008, pp 64.

    7.   PAOLO VI (1963-1978), Voi siete «figli dei santi». Paolo VI ai carmelitani, prefazione del CARD. AGOSTINO CACCIAVILLAN, introduzione di LUIGI BORRIELLO, appendice di FALCO J. THUIS, 2008, pp 80.

    8.   sr MARIA GRAZIA ISRAELE, Testimoni di speranza nel Carmelo, prefazione di LUIGI BORRIELLO, postfazione di ADOLFO LIPPI, 2008, pp 64.

    9.   CHARLÒ CAMILLERI, Con la passione incisa nel cuore. Riflessioni e pensieri sulla «Passione incisa» di Albrecht Dürer (1471-1528), prefazione di PETER SERRACINO INGLOTT, saggio finale di GIUSEPPE SCHEMBRI BONACI, 2009, pp 120.

    10. ANASTASIA DI GERUSALEMME – CHARLÒ CAMILLERI – NATALE FIORETTO - ERIC NOFFKE, Che fai qui, Elia? Lettura interconfessionale di 1Re 19, 11-13, prefazione di MARIA BONAFEDE, postfazione di MARIO GNOCCHI, 2009, pp 80.

    SAVERIO FINOTTI

    L’uomo immagine di Dio

    in Salita e Notte

    di san Giovanni della Croce

    prefazione di LUIGI BORRIELLO, OCD

    I edizione, marzo 2010

    I edizione ebook, maggio 2010

    ©   Graphe.it Edizioni di Roberto Russo, 2010

    tel +39.075.50.92.315 – fax +39.075.58.37.286

    www.graphe.it • graphe@graphe.it

    ISBN:            978-88-89840-98-6

    PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

    In copertina: Statua di San Giovanni della Croce ad Avila – Spagna

                         (foto: Roberto Russo – elaborazione al computer: Roberto Di Iulio)

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,

    di riproduzione e di adattamento totale o parziale,

    con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e copie fotostatiche),

    sono riservati per tutti i paesi.

    Prefazione

    L’uomo immagine di Dio in Salita e Notte di Giovanni della Croce è un estratto della tesi dottorale di don Saverio Finotti, condotta sotto la mia direzione nel 2008 presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna.

    L’oggetto dello studio di don Saverio è chiaramente l’antropologia mistica sanjuanista che parte da un interrogativo: Chi è l’uomo? Chi è questo essere che soffre l’inquietudine agostiniana, che è al tempo stesso signore e schiavo, dominatore del cosmo e vittima delle sue stesse vittorie? Qual è il tragitto che egli deve percorrere per recuperare l’immagine di Dio che porta impressa dentro di sé?

    Giovanni della Croce, maestro di vita mistica, risponde a queste domande perché egli stesso, nelle vicende gioiose e tristi della sua vita, sperimentò che la vocazione dell’uomo è conoscere Dio.La fatica che l’uomo deve sostenere lungo la ripida Salita del Monte Carmelo, attraverso la Notte oscura delle difficoltà spirituali, Giovanni la conosceva, dunque, per esperienza personale. Ora, da essa arricchito e maturato, don Finotti la ripropone a tutti noi.

    Per il Dottore mistico, l’uomo è essenzialmente un essere in perenne ricerca del Dio di Gesù Cristo. Essendo stato creato a sua immagine e somiglianza, a Dio ritorna, concludendo nella comunione d’amore con lui il suo cammino spirituale. Il mistico spagnolo immagina questo ritorno dell’uomo a Dio come la salita di una montagna, il Monte Carmelo, che rappresenta simbolicamente la vetta mistica, cioè Dio stesso nel suo amore e nella sua gloria. Per arrivare alla meta, che è l’unione d’amore trasformante con Dio, l’uomo deve affrontare con coraggio e solerzia due fasi o tappe della vita spirituale: la notte dei sensi, più esterna, e la notte dello spirito, più profonda.

    Queste due notti misteriose e dolorose conducono l’uomo allo spogliamento interiore. Attraverso un duro ed esigente impegno ascetico, ossia la notte dei sensi, l’uomo viene liberato dall’attaccamento disordinato alle cose sensibili, mentre nella notte dello spirito vengono purificate le facoltà o potenze dell’anima (intelletto, memoria e volontà), attraverso l’esercizio delle virtù teologali, quali la fede e la speranza in Cristo, e la carità verso Dio e il prossimo. Si tratta del passaggio, doloroso e lungo, dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, da quello terreno a quello spirituale, da quello mosso dall’egoismo a quello agito dallo Spirito.

    Giovanni della Croce, certo, parla di rinunce, di lasciare tutto, di nulla, di salita, di notte oscura. È tutta una terminologia che caratterizza un’ascesi costosa, graduale e continua, perché se l’uomo vuole possedere il Tutto, deve impegnarsi a lasciare tutto: «Per giungere dove sei, devi passare per dove non sei. Per giungere a possedere tutto, non volere possedere niente. Per giungere ad essere tutto, non volere che essere niente».

    La parola più importante in questo itinerario spirituale non è, però, rinuncia ma amore. Il Dottore mistico non insiste tanto sulla rinuncia quanto sull’amore verso Dio, distaccandosi da amori piccoli per l’Amore, fino a essere trasformato in Dio Trinità d’amore (unione sponsale o mistica), che è la sorgività fontale dell’intero creato.

    «Nel grembo della Trinità beata, l’uomo, si realizza pienamente come uomo, divenendo Dio per partecipazione. Questo è il destino di ogni essere umano chiamato per nome a convivere con Dio nella patria dei Tre. Ma questa è altresì la consegna affidata a ogni uomo di buona volontà, perché s’affretti a compierla nel tempo e nella storia di ogni giorno con tutta la forza del suo essere»*.

    Don Finotti in questo libro dimostra che Giovanni della Croce è un autore attuale e autorevole. Attraverso queste pagine avvincenti, scritte con i tratti della perizia e del rigore scientifico, egli ha saputo accompagnare gli eventuali lettori nella comprensione dell’antropologia mistica in due opere del mistico spagnolo, facendo pregustare la meravigliosa avventura cui è chiamato l’uomo di tutte le stagioni.

    Luigi Borriello, ocd

    NOTE


    *    BORRIELLO, LUIGI – GIOVANNA DELLA CROCE, Conoscere Dio è la vocazione dell’uomo. Linee di antropologia mistica in san Giovanni della Croce, Cinisello Balsamo (Mi) 1991, 181.

    Presentazione

    CHI DOVESSE LEGGERE LE OPERE DI SAN GIOVANNI DELLA CROCE, SI ACCORGErebbe immediatamente che l’uomo è una delle realtà più ampiamente e a fondo trattate dal dottore mistico; esso viene considerato in tutte le sue strutture: psicologiche, potenze, abitudini, operazioni particolari e, soprattutto, nei suoi condizionamenti esistenziali, come l’essere aperto alle relazioni con Dio, con gli uomini e con la natura. San Giovanni cerca, dell’uomo, sempre il suo senso ultimo e globale che, attraverso le vicissitudini della vita, risulta essere nell’incontro con Dio. È questo l’uomo concreto ed in forte tensione antropologica che fu lo stesso fra’ Giovanni il quale, per mezzo dei suoi scritti, altro non fa che descrivere se stesso nel suo itinerario spirituale, dove si scopre creato ad immagine di Dio e, proprio in forza di questo, chiamato alla comunione con Lui.

    L’uomo immagine di Dio non è però un luogo attuale su cui costruire la sicurezza del presente né la certezza in atto di alcun valido pensiero antropologico e teologico, bensì il fine sommo della realizzazione della persona stessa con Dio, raggiungibile attraverso un sapiente cammino virtuoso di annientamento; la somiglianza al divino giustifica il cammino, ma non è un dato rivelativo acquisito staticamente sufficiente al fine della propria realizzazione. La vita della persona è una continua tensione verso un qualcosa o qualcuno che in fondo non conosciamo e pertanto il nostro impegno deve concentrarsi sul cammino, sulla relazione con Dio a cui siamo chiamati già dal presente.

    «[...] Il centro dell’anima è Dio. Quando [l’uomo] lo avrà raggiunto secondo tutta la capacità del suo essere e secondo la forza della propria operazione e inclinazione, avrà raggiunto l’ultimo e più profondo centro suo in Dio, il che accadrà quando con tutte le sue forze conoscerà e amerà e godrà Dio» (Fiamma d’amor viva 1, 12).

    Dai suoi scritti appare evidente l’idea che alla radice dell’essere umano ci sta la realtà di una relazione che fonda la possibilità e segna la traiettoria dello sviluppo della persona; l’uomo è un essere incomprensibile senza il suo riferimento ontologico ed esistenziale a Dio. Il mezzo naturale per eccellenza che l’uomo possiede per conoscere e farsi conoscere è la ragione la quale però, secondo il Santo, non ha autonoma facoltà di esprimersi efficacemente nel discorso intorno alla persona, poiché, in quanto immagine di Dio, è una realtà estremamente complessa. Per dare ragione di se stessa, la razionalità dell’uomo coinvolge necessariamente la fede, che pur integrandosi con la ragione, con essa non può confondersi.

    È solo a livello di fede e specificatamente dalla Rivelazione che scopriamo essere sempre Dio a fare il primo passo e a metterci alla ricerca dell’uomo lungo la sua storia; scrive san Giovanni:

    «[...] occorre sapere che se l’anima cerca Dio, molto più la cerca il suo amato» (Fiamma d’amor viva 3, 28).

    La realizzazione dell’io sta, o cade, nel convergere o meno di queste due ricerche.

    A partire da qui, il Santo fornisce la sua spiegazione

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