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La Strega, il Bambino e il Coniglio
La Strega, il Bambino e il Coniglio
La Strega, il Bambino e il Coniglio
E-book59 pagine45 minuti

La Strega, il Bambino e il Coniglio

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Info su questo ebook

Accade a volte che in una fiaba si incontrino tra loro una Strega, solitaria e cupa, un Coniglio, soddisfatto del proprio vivere e un Bambino, alla ricerca di un posto dove stare. Ed è proprio quest'ultimo che darà una svolta inaspettata negli altrui destini.
LinguaItaliano
Data di uscita16 lug 2015
ISBN9786050388497
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    Anteprima del libro

    La Strega, il Bambino e il Coniglio - Samuele Secchiero

    Samuele Secchiero

    La Strega, il bambino ed il coniglio

    UUID: 10340b7e-2d23-11e5-8979-119a1b5d0361

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    1. Ogni cosa ha un principio: La Strega, il bambino e il coniglio

    2. Il bambino senza nome

    3. La Tana e la Strega

    4. Andata Coniglio e Contorno

    5. Tana per la Volpe

    6. Una carota tira l'altra

    7. Piove sempre sul coniglio bagnato

    8. Quando vedi una città assediata l'importante non è entrare: è uscirne.

    9. Saggezza da tartarughe

    10. Ogni avventura alla fine ha un prezzo

    Ringraziamenti

    1. Ogni cosa ha un principio: La Strega, il bambino e il coniglio

    Come ogni storia che si rispetti anche questa ha inizio da un coniglio.

    Se ne stava al limitare di un declivio erboso, con alla sommità una strana casa, a metà tra il diroccato ed il maltenuto. Il tetto formava una sorta di piccola veranda sotto la quale qualcuno aveva progettato una bella e comoda panchina, ma tutto il legno usato per una simile costruzione era annerito e coperto di muffe e strani funghi. Come se i buoni propositi del suo costruttore fossero stati lasciati all'incuria del tempo. Eppure era abitata: i vetri erano lucidi e il coniglio queste cose non poteva notarle da laggiù dove stava, ma osservandolo un po' si sarebbe potuto quasi dire che stesse come saltellando da una zampa all'altra, come irrequieto. La sua attenzione era sicuramente attirata da qualcosa che aveva notato al di là del vetro, all'interno di quella casa. Ed in effetti ogni tanto raccoglieva le forze in un salto appena più alto di quanto gli permettessero le proprie zampe, come a voler osservare senza però doversi avvicinare troppo.

    Alla fine, vedendo che in questo modo gli era impossibile combinare alcunché, il piccolo animale si decise ed a piccoli saltelli si avvicinò alla costruzione in legno, arrampicandosi sul declivio erboso.

    Là giunto saltò sulla panchina, dalla quale poteva osservare meglio all'interno. E fu appunto così che intravide qualcosa: ad un occhio inesperto avrebbe potuto sembrare un nanetto che correva all'interno. Ma lui non era un coniglio inesperto.

    A dire tutta la verità non era nemmeno un coniglio come i tanti che avreste potuto vedere nelle vostre case tranquille. Lui era un coniglio con un nome e quel nome era la sua maledizione.

    In realtà all'interno della casa c'era un bambino. Poteva vederlo chiaramente ora, aggirarsi di stanza in stanza toccando tutto quello che gli capitava a tiro, aprendo cassetti e rovesciandone in alcuni casi il contenuto. Continuava a muoversi dentro le stanze, cercando di aprire le porte e le finestre per uscire, ma per fortuna ogni via di accesso era bloccata, un po' perché era troppo piccolo per arrivarci ed un po' perché qualora fosse riuscito ad uscirne sarebbe stato in pericolo.

    In effetti era già in pericolo dentro quella casa, ma magari non lo sapeva. Il coniglio si grattò un orecchio con una zampa malcelando un certo disappunto. Chissà cosa avrebbe detto la Strega quando fosse tornata a casa, scoprendo che un moccioso aveva messo il naso tra le sue cose e nelle sue stanze.

    Anzi a dire la verità era piuttosto strano anche il fatto che la Strega non si trovasse in casa.

    Il coniglio passò a grattarsi l'altro orecchio mentre il bambino completava indispettito la sua opera di distruzione, arrampicandosi qua e là come un disperato.

    Non doveva avere più di cinque o sei anni ed indossava un buffo pigiamino azzurro con gli orsetti disegnati sopra. In effetti pensandoci bene non era tanto strana la casa in quel momento o il coniglio che stava sbirciando dalla finestra, quanto quel piccolo bambino così disperato ed irrequieto.

    Un turbine di vento fece muovere l'aria tutt'attorno all'altura ed in uno svolazzo di ampie vesti nere

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