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E-book114 pagine23 minuti

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Una silloge che appare come una sorta di autoanalisi, una terapia, che passa attraverso la conoscenza profonda della lingua plasmata a tradurre una difficile esperienza di vita, un viaggio dell’io che, frantumato dal dolore, tenta di riemergere, di sperare in una possibile felicità. Una terapia fatta di parole. Parole piegate, cesellate, affilate come un bisturi, usate come strumenti di filologica precisione nell’esame, impietoso e pietoso al tempo stesso, della conoscenza di sé.

La rosa, metafora vissuta e simbolo concreto dell’impulso inarrestabile a risorgere, offre le coordinate con cui la prosa poetica, che si alterna ai versi, può riuscire a raccontare, decodificare, interpretare, dare un senso al percorso tormentato di un in che anela all’oltre. Un percorso così importante da risultare affiancato, nei passaggi emblematicamente più tormentati, dalle immagini di notevole profondità e raffinatezza grafica realizzate da Giovanni Balderi.

Una poesia al tempo stesso ricerca e percorso catartico attuato attraverso una scrittura tanto ricca di immagini quanto raffinata nelle sonorità, nelle scelte lessicali, negli inconsueti accostamenti sensoriali, nelle antitesi così abilmente cercate da sembrare assolutamente spontanee.

Ilaria Cipriani è nata a Pietrasanta e vive a Valdicastello Carducci. Laureata in Lettere Moderne, è giornalista freelance e insegna presso la Scuola Media P. E. Barsanti di Pietrasanta. Ha collaborato col maestro Novello Finotti alla stesura dei testi critici di Soffio d’anime (2004) e Radiografia per un eccidio (2007). Altri suoi testi critici sono stati presentati in occasione delle personali dello scultore Armen Agop (2005) e della pittrice Federica Finotti (2009), e per la mostra “L’arte del cavallo” (2007) alla Versiliana di Pietrasanta. Nel 2011 pubblica il suo primo romanzo, Con la testa sotto il cuscino (L’Autore Libri Firenze), e vince il Premio Letterario Nazionale S. Anna - Gennj Marsili. Nel 2012 vince il Premio Letterario Versilia chiama Versilia e pubblica la silloge In fine (Giovane Holden Edizioni). Dal 2014 collabora con la compagnia, diretta da Beatrice Paoleschi, Emox Balletto e ha scritto gli inserti poetici dell’ultima produzione Achille e Pentesilea, vincitrice del premio speciale MAB.
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2014
ISBN9788863965940
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    Anteprima del libro

    In oltre - Ilaria Cipriani

    respiri.

    Prefazione

    Ho ricevuto le poesie di Ilaria una mattina di fine agosto, per posta elettronica.

    Le ho scaricate e le ho lette, scorrendole come fossero scritte in un moderno volumen, una pergamena virtuale…

    Un verso dopo l’altro, una strofa dopo l’altra, sgranate come un rosario, senza avere, in questa prima lettura, una visione d’insieme. Mi sono lasciata volutamente trascinare dalla corrente delle parole, dal fiorire delle associazioni e, leggendo, dentro di me, è risuonata, in contemporanea, l’eco della potenza mediterranea della lirica classica e la voce raffinatamente sensoriale della poesia simbolista, metabolizzate e distillate dall’uso assolutamente moderno che Ilaria fa del ritmo, delle sonorità, della sintassi, delle valenze semantiche delle parole.

    Parole. Parole piegate, cesellate, affilate come un bisturi, usate come strumenti di filologica precisione nell’esame, impietoso e pietoso al tempo stesso, della conoscenza di sé (l’in) e dell’altro da sé e che proiettano Ilaria nell’oltre.

    Un’autoanalisi, quasi una terapia, che passa attraverso la conoscenza profonda della lingua plasmata a tradurre una difficile esperienza di vita, un viaggio dell’io che, frantumato dal dolore, tenta di riemergere, di sperare in una possibile felicità.

    Parole. Parole distillate con attenzione da cui escono, come dal cappello di un abile prestigiatore, altre parole, spremute, concentrate in un succo così denso di significati da risultare diluibile in associazioni tanto improbabili quanto intriganti e suggestive.

    Così anche la metafora, se vogliamo, scontata della rosa, trova qui una sua dimensione assolutamente originale, offrendo le coordinate con cui la prosa poetica, che si alterna ai versi, può riuscire a raccontare, decodificare, interpretare, dare un senso al percorso tormentato di un in che anela all’oltre.

    Un percorso maieutico così necessario da costringere Ilaria a usare la prosa per ragionare poeticamente con se stessa, non sottraendosi mai all’esame per così dire chirurgico dei suoi stati d’animo. Un percorso così importante da risultare affiancato, nei passaggi emblematicamente più tormentati, da immagini di notevole profondità e raffinatezza grafica.

    La rosa diventa quindi metafora vissuta, simbolo

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