IL MIO CAPO È UN BAMBINO? L’analisi transazionale come strumento di studio e soluzione dei conflitti lavorativi.
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Anteprima del libro
IL MIO CAPO È UN BAMBINO? L’analisi transazionale come strumento di studio e soluzione dei conflitti lavorativi. - Stefano Calicchio
Note
Premessa
Quante volte vi siete trovati a scontrarvi contro l’irrazionale infantilità di un collega, l’eccessiva severità di un capo o la mancanza di lungimiranza di un responsabile? Vi è mai capitato di pensare: il mio capo è come un bambino
? Si tratta di veri e propri luoghi comuni, che certamente non avreste difficoltà ad arricchire con il vostro repertorio personale; ma ciò che più conta in questa sede è che la realtà potrebbe non essere così distante da quanto appena riportato. Vi è infatti una corrente della psicologia che ha deciso di studiare la personalità degli individui e il modo in cui questi si relazionano con gli altri, postulando l’esistenza di un genitore, un adulto e un bambino dentro ognuno di noi. Questa materia prende il nome di analisi transazionale e rappresenterà il fulcro di questo libro.
In un periodo come quello attuale, caratterizzato dagli strascichi di una crisi finanziaria di vastissima portata e da un’economia che a partire dal 2008 ha subito sette anni di recessione o di crescita stagnante, il contesto che ha contraddistinto il nostro Paese non ha potuto che impattare in modo regressivo su molte organizzazioni aziendali, creando i presupposti per l’accentuazione di disturbi organizzativi e di altri fenomeni disfunzionali: stress, burn out, mobbing, demotivazione, conflitti sindacali, difficoltà di collaborazione e incomprensioni si sono moltiplicate a causa del clima di generale sfiducia verso il futuro e della mancanza di un progetto sociale condiviso per il ritorno alla crescita.
In questo quadro preoccupante, un importante antidoto alla dissoluzione del tessuto produttivo e sociale può essere ritrovato in una nuova attenzione per il capitale umano e per lo sviluppo di competenze e abilità relazionali legate al mondo del lavoro, al campo della gestione delle relazioni e della comunicazione interna ed esterna che caratterizzano qualsiasi entità economica, dalla partita iva individuale, alle PMI, fino alle grandi organizzazioni.
Durante un periodo della nostra storia economica come quello appena descritto, urge la necessità di riscoprire e valorizzare quelle nozioni e prassi appartenenti al campo della psicologia scientifica che possono aiutare a gestire la situazione di grande cambiamento che abbiamo di fronte. L’analisi transazionale ha tutte le caratteristiche necessarie per supportare le persone a gestire gli effetti regressivi fin qui citati all’interno del mondo del lavoro, attraverso una presa di consapevolezza dei propri meccanismi di decision making, degli stati dell’IO che caratterizzano i diversi atteggiamenti individuali e dei giochi psicologici che inconsciamente vengono portati avanti nelle situazioni di stress.
Studiare l’analisi transazionale permette alle persone di comprendere meglio quali sono le motivazioni che le spingono a prendere certe decisioni sul lavoro, quali sono le relative posizioni esistenziali e quali sono i giochi costruttivi o distruttivi che inevitabilmente vengono messi in atto all’interno delle aziende. La vita delle organizzazioni dipende fortemente dalle scelte lavorative e personali degli individui che le compongono; la teoria ideata ormai molti anni fa da Eric Berne può aiutare i singoli lavoratori a capire gli altri e a prendere scelte migliori, riconducendo l’esperienza lavorativa ad una dimensione soggettiva e personale più autentica, nonché sollevando le persone dalla logica dell’ineluttabilità che può caratterizzare ogni periodo di crisi e cambiamento.
1 - Introduzione
Per quale motivo le persone assumono sul lavoro un certo comportamento? Quali sono le motivazioni che le muovono? Esiste un approccio metodologico utile a inquadrare i diversi atteggiamenti e le azioni compiute dagli individui all’interno delle organizzazioni aziendali, per gestirle in modo tale da alimentare situazioni di reciproco vantaggio e sinergia? Il modello teorico dell’analisi transazionale nasce per rispondere a domande come queste, ovvero per offrire applicazione operativa ad alcune delle principali scoperte appartenenti alla psicologia dinamica e ai relativi meccanismi di funzionamento della nostra psiche.
Per riuscire in tale intento, questo affascinante campo di sudi parte dal presupposto che sia possibile modificare le nostre possibilità di comprendere e interagire con gli altri attraverso il riconoscimento della propria posizione esistenziale, oltre che per mezzo delle relazioni tra le diverse dinamiche interne alla personalità: genitore, adulto e bambino. I tre stadi dell’IO si alternano nell’assumere il controllo degli stati cognitivi di un individuo durante il corso della giornata, dando vita alla fenomenologia transazionale.
Presa consapevolezza di tale assunto, diventa evidente che le possibilità di gestire le tante situazioni di complessità che caratterizzano i rapporti umani nelle moderne organizzazioni non dipendono (solo o necessariamente) dalle capacità autoritarie di dominare gli altri, bensì dall’autorevolezza che deriva dal comprendere se stessi e dalla capacità di leggere correttamente le situazioni nelle quali ci si trova a operare. È seguendo questo principio che l’analisi transazionale guida le persone verso la gestione di situazioni lavorative di disagio, l’accettazione dei limiti personali e interpersonali, il riconoscimento delle potenzialità del capitale umano e la concretizzazione di relazioni positive in grado di auto-alimentarsi nel tempo.
In conformità a questa premessa (la rinuncia al dominio dell’interlocutore e alla ricerca del potere, in favore dello sviluppo dell’intelligenza emotiva e dell’assertività), può trovare concretizzazione lo scopo per cui Eric Berne ha deciso di dare vita alla materia: far evolvere le persone e le organizzazioni a cui partecipano, sulla base di uno scambio e di una valorizzazione reciproca.
Facendo propri i presupposti appena esposti, l’analisi transazionale ha già dimostrato nel corso del tempo la sua capacità di saper divenire uno strumento pragmatico di gestione e risoluzione dei confitti, utilizzabile da parte di qualsiasi membro di un’organizzazione aziendale, indipendentemente dal suo ruolo o dalla posizione che occupa. Come sarà possibile osservare nelle case history e negli esempi presentati all’interno del presente lavoro di ricerca, i risultati migliori nell’applicazione di questa metodologia sono sempre stati ottenuti a livello di gruppo, sia in ambito aziendale, sia in campo terapeutico (dove effettivamente la materia ha vissuto i propri esordi).
Al fine di porre le basi per proseguire il nostro approfondimento, di seguito vengono elencati alcuni punti chiave che saranno esplorati durante lo svolgimento della presente trattazione. Ci occuperemo di chiarire:
qual è la struttura psicologica che muove e motiva le persone all’azione, all’interno dei contesti lavorativi;
perché le persone adottano determinati atteggiamenti e comportamenti nei propri luoghi di lavoro e come mai alcuni