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Al Dio misterioso!
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E-book204 pagine2 ore

Al Dio misterioso!

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Info su questo ebook

L'Autore è nato nel centro della Sicilia, ha compiuto 76 anni, ha pubblicato, oltre al presente, un volumetto di poesie intitolato SICILIA AMARA e AMATA, ora, come primizia letteraria, pubblica una trilogia di Drammi religiosi. Sta per pubblicare un volume su Gesù di Nazaret e una raccolta di racconti di vario contenuto, in parte in lingua Siciliana, con questo stesso Editore.
LinguaItaliano
Data di uscita5 ago 2013
ISBN9788891117892
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    Anteprima del libro

    Al Dio misterioso! - Giuseppe Collerone

    Giuseppe Collerone

    AL DIO MISTERIOSO!

    TRILOGIA DI DRAMMI

    RELIGIOSI

    DOV’È IL TUO DIO?

    LE MANI SU DIO

    DALL’ATEISMO ALLA FEDE

    Youcanprint Self – Publishing

    Copyright © 2012

    Youcanprint Self-Publishing

    Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    Tel. 0832.1836509

    Fax. 0832.1836533

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Titolo | Al Dio Misterioso!

    Autore | Giuseppe Collerone

    Immagine di copertina a cura dell’Autore

    ISBN | 9788891117892

    Prima edizione digitale: 2013

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio,

    commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun

    modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce

    violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata

    civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge

    633/1941.

    Con braccio forte e ali di aquila … vi solleverò!"

    A Marianna,

    mia moglie, che sposai cinquant’anni fa

    con i sentimenti che Tobia espresse a Sara

    PRIMO DRAMMA

    DOV’È IL TUO DIO?

    BREVI CENNI DI

    AMBIENTAZIONE DEL DRAMMA

    Il Dramma che segue trae lo spunto del libro di Tobia. E’ un lungo racconto biblico di una vicenda familiare svoltasi, oltre 2730 anni fa, a Ninive in Assiria, dove Tobi e la moglie Anna insieme al loro bambino Tobia, della Tribù israelitica di Neftali, vennero deportati. Tobi divenne amico di Salmanàssar, che lo impiegò a curare i suoi affari. Da tali servigi derivarono tanti guadagni, tanto da poterne depositare dieci talenti di argento presso un suo parente, Gabael, una specie di banchiere dell’epoca, che abitava a Rage di Media. A Salmanàssar succedette il figlio Sennàcherib. Tobi si distingueva tra i deportati per magnanimità e per amicizia, che dimostrava, in particolare verso i più derelitti del suo popolo. In un momento di morìa della gente, provocata probabilmente da un’epidemia e dalle persecuzioni politiche, raccolse e seppellì i cadaveri dei suoi connazionali, anche quelli fatti uccidere da Sennàcherib. Tobi venne denunziato da un abitante di Ninive. Il Re, al quale la cosa dispiacque assai, condannò anche lui a morte per le opere di misericordia fatte per il suo popolo. Egli fuggi sui monti di Ararat e, a seguito dell’uccisione di Sennàcherib da parte di due suoi figli, tornò a Ninive e qui, aiutato dal cugino Achikar, saggio Cancelliere sia del Re Sennàcherib che del suo successore Assaraddon e, grazie alla sua amicizia, potè riunirsi ad Anna e a Tobia. Questo è l’antefatto del dramma, che mi ha ispirato e che ho fatto patrimonio della mia cultura ed interpretato liberamente. Da questo punto parte la storia narrata nel dramma. Storicamente questo racconto biblico è annoverato tra i libri sapienziali della Bibbia, citato da molti Padri della Chiesa Cattolica. Non è mai stato considerato dagli ebrei ortodossi parte della bibbia ebraica, essendo redatto in greco, fino alla scoperta di frammenti del libro di Tobia in lingua originale nella caverna IV a Qumran, nel 1955. Questi frammenti sono letteralmente combacianti con il testo greco, che ci è giunto. La data di stesura del libro è incerta; il testo, comunque, pare risalire all’incirca al 200 a.C.( il tempo dei Maccabei). Probabilmente il testo si ritiene originariamente scritto in aramaico.

    PRIMO TEMPO

    SCENOGRAFIA E PERSONAGGI

    Un cortile – sulla parete di fondo una porta, sui lati destro e sinistro due finestre, un'arcata sul lato destro della scena dalla quale si intravede una strada - in un angolo un’antica cucina a legna e un forno con sovrastante una copertura con cannucce – tronchetti di legno a forma di sedie – davanti la porta un tavolo con sopra qualche ciotola contenente della frutta, pane ed altra roba da mangiare, pentole e vasellame - accanto alla porta sul fondo della scena una panchina di pietre.

    PERSONAGGI: Tobi, Anna, Tobia, la sagoma di una persona morta avvolta in un lenzuolo, due donne, Astra e Abia.

    La scena è illuminata fiocamente. Ora del vespro.

    Un faro non molto forte è puntato sulla porta di fondo, da cui escono Tobi ed Anna. Tobi si siede al tavolo e Anna armeggia accanto alla cucina.

    TOBI (entra in scena): Tobia è cresciuto bene, si è fatto un bel giovane … È lui la nostra discendenza benedetta,… che mi infonde coraggio, mi dà sicurezza. È come un virgulto vigoroso di ulivo.

    ANNA (assentendo con il capo): È vero …. Si è fatto bello e robusto il nostro Tobia. (Anna si china a raccogliere della legna per ravvivare il fuoco della cucina e dice): Che dono meraviglioso ci ha fatto l’Altissimo!

    TOBI (con tono dolce): sono passati tanti anni da quando ti sposai …. Ti ricordi? … Ti ho sempre voluto bene ed avrei voluto che ci nascessero molti figli, ma Jhvh ce ne ha regalato solo uno.

    ANNA (sospirando compiaciuta): Sì.. sì … Sono passati tanti anni e stiamo invecchiando. (Soffia sulla legna e mette sul fuoco una pentola):….. Perché tarda a rincasare Tobia …. luce dei miei occhi?

    TOBI: Non ti turbare. Nonostante la sua giovane età, ha tanto senno! …. (riprende il discorso) la nostra vita, tutto sommato, è trascorsa serena, nonostante sia stata molto movimentata: la deportazione, l’esilio a Ninive, le persecuzioni avute qui, la nostra fuga in Media, la lontananza dalla nostra patria, dal tempio santo di Gerusalemme ….. Il nostro Dio non si è dimenticato di noi ed è stato buono.

    ANNA: Come era bello quando ci recavamo a Gerusalemme ad offrire le primizie e gli olocausti al Santo!

    TOBI: Offrivamo olocausti di agnelli, primizie di frutti e di animali e la prima lana tosata delle nostre pecore, per i sacerdoti, per gli orfani e per le vedove!… Sostentavamo i poveri, vestivamo gli ignudi, onoravamo i nostri vecchi!

    ANNA: Per questo Dio ci ha benedetti e ricolmati di ogni bene.

    TOBI: …. E’ vero! …. (con il volto pensieroso, ma contento, come se gli passasse per la mente un bel ricordo)…. Gli affari sono andati bene … mai abbiamo sofferto fame e nudità … Siamo rimasti sempre fedeli all’Altissimo ed attaccati alle nostre tradizioni,….. Non abbiamo mai trasgredito la legge data a Mosè. Ricordo i favori di Salmanassar, che mi diede il potere di amministrare i suoi affari in Media … Ne guadagnai molto argento!

    ANNA: (entra ed esce dalla porta di casa, sfaccendando) …. Quante peripezie e quante amarezze!….. Ma su tutte è stato vincitore il nostro Dio.

    TOBI: Sì,…. è vero.

    ANNA: Fu allora, al tempo di Salmanassar, che guadagnasti tanto da depositare presso Gabael, tuo amico, la somma di dieci talenti di argento in sacchetti sigillati. .. Chissà se Gabael se ne ricorda ancora e se ce li restituirà? (perplessa) … Chissà?

    TOBI: (in tono di rimprovero verso Anna) … Ma Anna … .chi e che cosa ti fa pensare queste cose? … Perché dubiti di Gabael? … Egli è figlio del mio parente Gabri … e … Gabri è stato sempre un uomo giusto e timorato di Dio, non ha mai fatto male a nessuno …. Gabael è come lui!

    ANNA: (con voce sarcastica) … Sì … sì, fidati dei.. giusti… tu!

    TOBI: (un po’ seccato, ma con tono pacato) … La fiducia è un dono di Dio, beato chi la possiede, Anna mia! … Chi ha fiducia nel prossimo, ha fiducia in Dio….nel Dio fedele.

    ANNA: (seccata per la predica del marito)… Fiducia …. fiducia!…. Questa tua teoria ti ha procurato sempre guai …. Tu non prendi mai lezione dai fatti che ti sono accaduti .. Maledetto l’uomo che confida nell’uomo!…. Facevi bene ai tuoi fratelli in patria e nel luogo del tuo esilio:…. li sfamavi, … .li vestivi,… seppellivi i cadaveri degli uccisi dalla mano vendicativa di Sennacherib al tempo della nostra deportazione dalla Galilea… eppure dovemmo fuggire (con voce acida e marca le parole che pronunzia) proprio a causa delle tue o..p..e..r. e b..u..o..n..e … Fosti accusato davanti a Sennacherib …. che (ricordi?) … ti condannò a morte!

    TOBI: (con voce suadente, tentando di convincere Anna)… Sì … è vero … Ma il nostro Dio è stato fedele sempre. … Ricordati che Sennacherib morì per mano dei suoi figli! L’uomo … per quanto potente egli possa sembrare ….. è come l’erba, oggi cresce, fiorisce e domani dissecca e viene bruciata …. Dio premia la fedeltà dei suoi amici e li aiuta.

    ANNA: (con tono stizzito) .. Tu hai sempre pronto un salmo per zittirmi, ma io resto del mio parere .. Gli uomini sono come cani che ringhiano, pronti ad azzannarti …. come rapaci, che sorvolano la vittima, pronti a divorarla!… Prepotenti!…. Sono pronti a calunniarti … ad invidiarti … a maledirti e, se si presenta il caso, anche ad ucciderti per i loro interessi!…. Essi tramano sempre insidie e trappole per trarti in inganno.

    TOBI: (accorato e con tono di rimprovero)… Oh, Anna mia, tu giudichi gli uomini con rigore e pessimismo …. non hai un cuore semplice … vedi tutto nero … eppure l’uomo è stato creato fondamentalmente buono …. Egli è come il figlio di un re decaduto.

    (Cala la notte, si attenuano le luci e Tobi accende le torce davanti la casa e accanto alla cucina).

    ANNA: (con voce sarcastica) … se lo dici tu!? …. Io resto della mia opinione.

    FUORI CAMPO (voce concitata)….. Padre … .padre … dove sei?

    TOBI: (si avvicina alla porta della casa e rivolto ad Anna) …. È la voce di Tobia!

    ANNA: (con voce concitata) Oh Dio … che cosa succede? Perché questo richiamo insistente al calare della notte?

    TOBI: (anche lui concitatamente) Tobia, Figlio mio, so-no qui ,… che cosa vuoi? (prende una torcia e si avvia verso la porta)… Tobia, …. dove sei? (scompare).

    TOBIA: (con voce più forte e chiara) Padre, sono qui, vieni …. vieni, padre … .vieni ad aiutarmi.

    TOBI: (fuori campo)…. Ebbene, figlio mio?

    ANNA: (si affaccia alla porta) … Dove sei,Tobia?… che accade?

    TOBIA e TOBI (entrano nel cortile)

    TOBIA: (trafelato, tutto d’un fiato e ansimante) Padre mio … hanno strangolato un uomo della nostra stirpe ….. e lo hanno lasciato come un cane morto ….. lungo la strada …. a suo ludibrio ed a monito per gli israeliti …. Ero nascosto dietro l’angolo ed ho visto tutto … Non appena gli assassini sono scappati via …. guardingo ed impaurito, mi sono avvicinato al luogo dell’accaduto … Era il giovane Uzzi figlio di Buzzi.

    Di nascosto ho trascinato il suo corpo fin dietro le mura della nostra casa. Ma per paura di essere scoperto l’ho abbandonato lì.

    TOBI: (con voce accorata) … Bravo Tobia …. bravo! Andiamo … recuperiamolo .. Lo nasconderemo a casa fino a notte fonda,.. non lasciamolo sulla strada… Anna, prendimi un lenzuolo. (entra in casa e ne esce, porgendo un lenzuolo a Tobi)

    TOBI e TOBIA escono di scena.

    ANNA: (con voce lamentevole) Oh Dio,….. oh Dio mio! (si affaccia alla porta)… oh Dio!.. Tobi ….. di nuovo … porta i cadaveri a casa!

    ASTRA: (si affaccia alla finestra di destra della scena)…. Cos’è questo trambusto …. Che cosa succede, Anna?

    ABIA: (si affaccia sulla finestra di sinistra)…. Anch’io, Astra, ho sentito la voce del ragazzo di Anna. Che cosa è accaduto?

    ANNA: (con voce sconvolta) Oh Dio …. hanno strangolato un uomo e Tobi e Tobia ne nascondono il cadavere. (Si affaccia al portone sulla strada).

    TOBI: (entra in scena curvo seguito da Tobia e con voce di sforzo) … Su, Tobia, ce l’abbiamo fatta … ancora pochi passi e siamo a casa.

    TOBIA: (seguendo Tobi) Eccoci arrivati, mettiamolo in quell’angolo e quando sarà notte lo seppelliremo (poggiano l’involucro sulla destra della scena).

    ABIA: (sussurrando) Che spettacolo!… Come glielo permetti, Anna?

    ASTRA: (stizzita) Togliete questa …. questa roba da sotto i miei occhi!… Siete ben matti ad andare in giro a raccogliere cadaveri …. e a portameli sotto casa!

    ANNA: (umiliata) Lasciatelo in pace per amor di Dio! Tobi è fatto così!

    ABIA: (con voce forte) Non hai più paura, o Tobi, che il re di nuovo ti condanni a morte? Ti sei dimenticato di quanto ti è già accaduto al tempo di Sennacherib?

    ASTRA: (a voce alta) Sei dovuto fuggire da Ninive per non essere giustiziato … Ma eccoti di nuovo a seppellire i morti!.. Sei un uomo senza paura!… Non temi neanche per la vita di Tobia!… Sei un impunito!

    ABIA: …. È vero e lo confermo che sei un buon uomo …. ma sei assai strano, Tobi, …. fai pazzie … pazzie!

    TOBIA: (intervenendo con forza) …Lasciateci in pace, donne … lasciateci in pace!… Non parlate stoltamente …. Non abbiamo fatto nulla di male, lasciateci in pace!….. Il povero uomo strangolato da ignobili sicari è un nostro fratello israelita ….. e gli daremo degna sepoltura. È forse un male questo? ….. Non fate voi lo stesso con i vostri morti?… O li lasciate al pasto degli animali?… È forse una pazzia la vostra?

    TOBI: (come se parlasse con se stesso, al centro della scena ed elevando il volto verso il cielo e rivolto alle due donne): …. Parlate come due insipienti, prive di senno … È duro, o mio Signore …. è duro tutto questo! (si avvicina ad un catino e prende la brocca versandovi un po’ di acqua e mentre lava le mani, come se profetizzasse)… Guai a te, Ninive, sanguinaria, madre di menzogne, di inganni, di stragi e di rapina .. Giorno verrà che tutto questo si rivolgerà contro di te!

    ASTRA: (adirata) … È vero che sei un folle, Tobi! ….. Quel che dici è insensato … Nulla accadrà alla grande Ninive nulla!…nulla!

    TOBI: (ancora con voce ispirata)… Sono stato un fanciullo, sono stato giovane ed ora sono avanti con l’età ….. ma mai ho visto il giusto abbandonato! (rivolto ad Astra)…. Donna, tu non parli bene e quel che dici è stolto … Opera grande è agli occhi di Dio seppellire i morti.. e questo è per me un comando. Andate a dormire buone donne .. e non contristate il mio cuore già umiliato … È già notte … l’ombra della morte copre la terra e nasconde i malvagi .. Noi abbiamo una luce inestinguibile, la Legge di Mosè, che ci guida anche nel paese del nostro esilio.

    ASTRA e ABIA (si ritirano borbottando) Possano cadere nel vuoto le tue parole!… Che male ti abbiamo

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