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Altri cieli, altre terre
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E-book169 pagine2 ore

Altri cieli, altre terre

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Altri Cieli, altre Terre e' un romanzo di fantascienza, di avventura, sentimento e una fedele interpretazione del pensiero di Giordano Bruno. Un libro piacevole, per tutti.
LinguaItaliano
Data di uscita17 lug 2015
ISBN9788891194442
Altri cieli, altre terre

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    Anteprima del libro

    Altri cieli, altre terre - Michele Amabilino

    Bruno

    Anno 2346 la Terra conosce il declino,sovrappopolazione,inquinamento,predazione di tutte le riserve,fame,desertificazione,deforestazione selvaggia,guerre.

    Nonostante questo degrado e questa follia collettiva,là nello spazio i paesi ricchi finanziano la costruzione di gigantesche astronavi,si lavora nelle fabbriche robotizzate,sulla Luna e su Marte,si costruiscono piattaforme spaziali di difesa contro ipotetici pericoli provenienti dallo spazio esterno.

    Il desiderio di conoscere,capire i misteri dell'Universo non si e' assopito ancora negli umani. Essi sognano ancora incontri stellari e nuovi mondi. Nel 2355 una sonda automatica diretta al centro della Via Lattea ha scoperto un mondo con indizi favorevoli alla vita, ha trasmesso i dati sulla Terra. Si tratta di un pianeta che ruota all'interno di un sistema solare,nella fascia abitabile,i dati che la sonda trasmette sono incoraggianti perché' e' stata rilevata presenza di acqua,di un'atmosfera respirabile e di molecole organiche. Laggiù' di certo c'è' vita e allora e' tutto una frenetica corsa verso un ambizioso progetto. I governi finanziano una missione sul pianeta X con un equipaggio umano,con rappresentanti delle varie nazioni e con i cervelli più' brillanti. Lo scopo; esplorare il pianeta e – se promettente – stabilire un esodo.

    La nave spaziale che e' stata costruita e' dotata di motori potentissimi ad energia nucleare,di mezzi di sostentamento per lunghi viaggi e di un computer di bordo di ultima generazione il quale controlla,elabora dati e può' guidare l'astronave in modo automatico interagendo con il Comandante.

    Questo super cervello elettronico interagisce anche con gli elementi robotizzati di cui e' dotata l'astronave. Lo scopo: Esplorazione e difesa.

    Questa e' la storia dell'astronave NEWTON,del suo equipaggio,diretta verso il centro della Galassia,verso un pianeta tutto da scoprire ma e' anche la storia di un uomo che vuole cancellare il proprio passato.

    Sentiva il bisogno pressante di parlare con qualcuno,smorzare la propria tensione che si era ingigantita e che a volte condizionava i suoi rapporti sociali e lo faceva apparire scontroso. Anche quì,nello spazio profondo,una ridda di pensieri lo tormentavano. Si era illuso – e adesso lo riconosceva – che con la missione verso un nuovo mondo avrebbe lasciato il suo passato sulla Terra. Ma cosi non era. I ricordi fanno parte della persona e niente può' cancellarli,inoltre,ad aggravare il peso della situazione,del suo equilibrio interiore,c'era quel rapporto segreto,quell'accordo con le maggiori potenze mondiali che avevano deciso sulla vera natura di quella missione. Essa doveva rimanere segreta,nessuno dell'equipaggio doveva scoprirla. C'era la possibilità' che la verità' innescasse un ammutinamento.

    L'ammiraglio Leo Vian si liscio' ripetutamente la barba incolta,si riordinò con gesti misurati la tuta argentata che indossava,si alzo' lentamente dal seggiolino della sala comandi,guardandosi intorno. Si mosse verso un pannello e schiacciò un tasto. Da uno schermo apparve una sigla e un curioso disegnino animato: Un omino buffo con le ali piumate e con una scritta: computer di bordo Icaro della Newton. L'immagine andò' via e al suo posto apparve una faccia animata; un primo piano del disegno. Una voce maschile si udì:

    − Computer Icaro al personale della Newton...identificazione prego...

    − Sono il Comandante Leo...

    Il computer Icaro

    − Riconoscimento vocale affermativo,sono lieto di sentirla,Comandante L'uomo:

    − Comunicami tutti i dati in tuo possesso sulla navigazione.

    Il computer Icaro:

    − E' tutto ok, ho controllato tutte le apparecchiature di bordo,i propulsori,i circuiti elettrici e visionato le registrazioni delle attività' umane,le scorte dei viveri,dell'acqua,le apparecchiature dell'aria e della pressione interna,il ciclo delle piante dell'orto botanico. Siamo al novecentonovantanovesimo giorno della missione.

    L'uomo,alto di statura,con i capelli arruffati e un viso scolpito delle rughe,esito' poi disse deciso:

    − Icaro...dimmi...troveremo sul pianeta X una razza tecnologica? - chiese con una nota di apprensione nella voce.

    Icaro :

    − Questa e' una domanda a cui non posso rispondere perché' non ho dati sufficienti. Sono stato programmato per elaborare dati reali,non per fare ipotesi,queste ultime,sono una prerogativa umana.

    − Inoltre mi permetto di ricordarle che lei mi ha posto la medesima domanda all'inizio di questo viaggio. Se ne ricorda?

    − Si – rispose l'uomo un po' a disagio – non mi ripeterò più'.

    Il computer con voce gentile:

    − Posso fare ancora qualcosa per lei?

    − Per il momento niente di particolare,comunque se c'è' qualcosa di nuovo,avvertimi tramite i monitor dell'astronave...

    Come in un dialogo reale,fisico,il computer capi' che quella conversazione era finita cosi si spense,Leo così uscì dall'abitacolo percorrendo un lungo corridoio.

    Leo Vian era un uomo eccezionale,Comandante della Newton,biologo ed esperto in robotica. Suoi i robot esploratori Magellano e Cortez e il guerriero Flagello,sua la volontà' di dotare l'astronave di droni senza piloti con armi laser e di una piccola flotta di navette esplorative annesse all'astronave madre,lì negli immensi Hangar della nave spaziale. Inoltre aveva imposto alle autorità mondiali terrestri l'equipaggio,uomini e donne selezionati per le loro specialità' tecniche. Eppure quest'uomo apparentemente freddo,calcolatore,nascondeva un terribile segreto. Quale? Nessuno dell'equipaggio conosceva il suo passato?.

    Leo apri una porta a scomparsa ed entro' in un vano molto ampio provvisto di scalette. Salì qualche gradino e sbirciò sopra come se cercasse qualcosa. Si trovo' così in un locale superiore con oblo'. Si fermo' ad osservare da uno di essi,vide il vuoto,lo spazio siderale e una parte della fusoliera dell'astronave. Ne ammiro' la forma,cilindrica,composta da elementi appaiati e provvisti di alettoni che in pratica risultavano essere due unita' perfettamente efficienti e in grado di operare singolarmente.

    La seconda unita' era di lunghezza inferiore e provvista al centro di un grosso bulbo panoramico e procedeva trainata. Entrambe le astronavi presentavano l'insolito bulbo centrale,provviste di alettoni e di motori indipendenti.

    Erano unite da un apposito passaggio interno pressurizzato e di un equipaggio autonomo. Lui si trovava nell'unita' N1. La forma,nell'insieme,appariva come un unico cilindro provvisto di 4 alettoni,due superiori e due inferiori. Per le sue dimensioni,era chiaro non fossero indicate per l'atterraggio e il decollo ma per sostare nello spazio esterno ad un pianeta.

    Leo ridiscese le scale e si ritrovo' nel modulo inferiore e li incontro' un ometto buffo dall'andatura dondolante. Il curioso personaggio appena lo vide lo saluto' con rispetto.

    Il fatto insolito; teneva una siamese appollaiata su di una spalla. Il curioso personaggio:

    − Ma che bella sorpresa incontrarla... immagino che,di persona,voglia verificare l'efficienza dell'astronave e lo zelo lavorativo del suo equipaggio.

    − Certo,il compito di un buon Comandante consiste...nel non rimanere chiuso nel suo guscio – ribatte' con ironia Leo.

    L'ometto:

    − La trovo molto bene,in forma e disponibile,diversamente non posso dire di altri.

    − A chi si riferisce? - aggiunse il Comandante Leo.

    − Ma! c'è' qualche malumore qua' e la',qualche atteggiamento insofferente,qualcun altro invece... - e tronco' la frase titubante.

    Il Comandante incuriosito,lo invito' ad essere più' chiaro e Placido – questo il nome dell'ometto – incoraggiato e con tono confidenziale, aggiunse: Ci sono degli energumeni volgari e ubriaconi che non rispettano le persone.

    Il Comandante con sorriso appena abbozzato,tra la folta barba:

    − Mi dica Placido,qualcuno le ha mancato di rispetto?

    L'ometto con sdegno.

    − Io non mi curo molto delle volgarità' e degli scherzi da caserma. I cavettoni e gli stivali farciti di dentifricio denotano personalità' ai limiti dell'infantilismo.

    Il Comandante Leo Vian soffoco' appena una risata divertita,aveva capito di quale clima cameratesco alludesse Placido.

    Disse con garbo.

    − Si occupi delle sue mansioni e adoperi la massima del Placido Santo,se la ricorda vero!.

    − Certo certo,e quella di sorvolare,sorvolare e ancora sorvolare sulle stupidita' goliardiche. Ma a proposito...questo Santo Placido e' un personaggio realmente esistito?.

    Il Comandante,sforzandosi di contenere una ilarità' prorompente.

    − Parola mia,e tutto vero!.

    − Comandante – aggiunse ancora l'ometto – le volevo dire qualcosa a proposito delle cambuse. La carne congelata scarseggia e così anche la birra.

    − Abbiamo riserve alimentari in scatola – aggiunse il Comandante – cerchi comunque di razionare i viveri e le bevande alcoliche. Quì serve efficienza e mente sveglia...mi raccomando.

    Placido annui e saluto' il Comandante con un buffo saluto stile militare e un sorriso madreperlaceo e finto. Rimarcò il saluto dell'ometto,il miagolio della sua gatta Iside che sembrava incollata sulla spalla del suo padrone.

    Il Comandante si allontanò pensoso.

    Si disse tra se':

    − La vita e' bella perché' varia,quando vivi a contatto con personaggi coloriti bene,questo per un po' ti fa dimenticare i guai della vita,senza deridere nessuno apprezzi da ogni singolo,le migliori qualità', Placido con la sua gatta Iside,qualche genio pazzerellone,una bisbetica con talenti,una virtuosa violinista ombrosa ma valida,qualche ubriacone,i tossici,e ancora tanti e tanti altri tutti qua' in questa astronave perduta tra le stelle. C'è' da chiedersi se il tutto e' un calderone di matti o un piccolo esercito di individui eccezionali ?.

    Mentre se ne stava rapito da questa riflessione, andò' a sbattere...sul de colte' di una formosa e stagionata signora. Se ne accorse sul momento,quando si trovo' ad alitargli sul collo, e istintivamente a cingerle con le braccia,le spalle tornite.

    Il Comandante:

    − Mi scusi,non volevo finirle addosso così di peso...

    la donna con sospetto:

    − Comandante...devo credere ad un incidente?

    Leo risentito.

    − Certo,non sono un mandrillo. Mi dispiace,non sono il tipo da attaccare bottone con questo stile...

    La donna, che vestiva anch'essa di una tuta spaziale argentata,si accarezzò la chioma color platino, veramente di pregio e che rivalutava i lineamenti un po' appesantiti e scialbi.

    Sembro' rilassarsi.

    − Ma sì che le credo, lei e' un gentiluomo – e lo guardo' diritto negli occhi come per cercarvi una scintilla da love story, perché' Leo Vian anche se maturo, era certo ancora appetibile e poteva contare su una carriera brillante e di un ingente situazione economica.

    Ma c'era ancora dell'altro da tenere in seria considerazione, l'aureola del bel tenebroso. Leo era dunque un tipo che intrigava parecchio.

    Fecero insieme lo stesso percorso, diretti verso la cabina di pilotaggio,lì incontrarono altri membri dell'equipaggio intenti a studiare mappe stellari,e fare calcoli. Di lì a qualche ora, si sarebbero rivisti nella sala mensa per la cena .

    E il viaggio?, procedeva senza problemi a parte qualche danno alla struttura dello scafo dovuto ai micro meteoriti, riparabili dall'esterno dai robot saldatori,qualche litigio tra personale, zuffe per ubriachezza,isterismi isolati,traffici di varia natura, sentimentalismi effimeri tra il personale e altre disavventure di poca importanza.

    Un elemento a cui tenevano tutti moltissimo era il diario di bordo, letto dal computer Icaro alle riceventi stazioni terrestri e ( solamente in poche occasioni ), letto dal Comandante Leo perché' rappresentava un cordone ombelicale con la Terra.

    Poiché' la navigazione e l'isolamento nello spazio pesavano moltissimo, oltre ai lavoratori, per ogni membro dell'equipaggio c'era il tempo libero. Cosi fiorivano le iniziative private di ognuno, c'era chi suonava il violino con talento opere di Beethoven o Chopin intrattenendo il pubblico di intenditori, chi giocava a carte, a dama o a scacchi, altri invece praticavano culturismo,qualcuno scorrazzava per l'astronave con i pattini a rotelle, qualcun'altra improvvisava sale da ballo liscio ecc. ecc.

    Un oggetto ambito da tanti, gentilmente trafficato dietro compenso da Placido, era una ricetrasmittente olo-grafica ( un ibrido tra un cellulare e una televisore portatile ).

    Lo si notava spesso nelle mani dell'equipaggio ed esso materializzava figure umane in miniatura e con dialogo. Si ci poteva sintonizzare su certe radiofrequenze e ricevere alla velocità' della luce notizie dei propri cari sulla Terra.

    Placido per esempio, era uno specialista e non c'era apparentemente nulla che non riuscisse a fare per procurarsi crediti da scaricare sul suo conto sulla Terra.

    Tra i suoi lavori extra aveva deciso di vendere al Comandante l'ibrido olo-grafico, senza successo. Placido conosceva molto bene il Comandante Leo,insieme avevano lavorato in diverse missioni sulla Luna e su Marte dove l'ammiraglio Leo si era occupato di testare una serie di macchine robotizzate, e Placido come elemento umano di supporto a diverso titolo; faccendiere, cambusiere, elettricista ed esperto in micro elettronica ecc.

    Qualche membro dell'equipaggio non andava sul sottile nel definirlo,arrivando anche ad insulti più' o meno velati. Per tutti pero' era Palla di Lardo, detto con un po' di ironia per il suo aspetto, per il suo modo di comunicare con gli altri, per quella sua neutralità nei

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