Le biblioteche di ente locale oltre la crisi: Atti del convegno, Genova, 9 marzo 2012
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Info su questo ebook
Durante l'incontro è stata delineata la situazione normativa e organizzativa attuale, analizzato lo stato di applicazione delle Linee di politica bibliotecaria delle autonomie (redatte nel 2003 e sostanzialmente rimaste lettera morta), tratteggiate le conseguenze per le biblioteche della abolizione delle province e analizzato lo stato della cooperazione bibliotecaria in Italia. Ma soprattutto sono state descritte alcune esperienze di riposizionamento delle funzioni del servizio bibliotecario pubblico e discusse in una tavola rotonda a cui ha partecipato, fra gli altri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio le modalità per rilanciare le biblioteche di ente locale, attualmente escluse – come tutte le attività culturali – dalle funzioni fondamentali previste dalla normativa sul federalismo municipale.
La giornata di studi è stata organizzata da Anci e AIB in collaborazione con il Comune di Genova, la Conferenza delle Regioni e province autonome, Upi e Centro per il Libro e la Lettura.
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Anteprima del libro
Le biblioteche di ente locale oltre la crisi - Emanuele Canepa
Le biblioteche di ente locale oltre la crisi
Atti del convegno
Genova, 9 marzo 2012
a cura di
Alberta Dellepiane ed Emanuele Canepa
Roma
Associazione italiana biblioteche
2013
Per la valutazione ex ante delle pubblicazioni monografiche l’Associazione italiana biblioteche ricorre a due esperti del settore, di cui almeno uno individuato all'esterno del Comitato scientifico.
Il testo viene riesaminato da almeno uno dei due esperti dopo la revisione richiesta agli autori.
Il Comitato scientifico è composto da: Giovanni Di Domenico, Anna Galluzzi, Alberto Petrucciani.
Si ringrazia Maura Cassinasco per l’organizzazione del convegno.
Editing: Palmira M. Barbini
© per l’immagine in copertina tutti i diritti sono riservati
a Genova città digitale
© 2013 Associazione italiana biblioteche
Produzione e diffusione: Associazione italiana biblioteche
Viale Castro Pretorio 105 - 00185 Roma
Tel. 064463532, fax 064441139
e-mail aib@aib.it, http://www.aib.it
ISBN 978-88-7812-226-0
Indice
Copertina
Premessa
SALUTI DELLE AUTORITÀ
Marta Vincenzi - Sindaco di Genova
Andrea Ranieri - Assessore alla Cultura del Comune di Genova, Delegato Politiche Culturali ANCI
Anna Maria Dagnino - Assessore alla Promozione culturale della Provincia di Genova
PRIMA SESSIONE: La situazione attuale
(moderatore: Gian Arturo Ferrari - Presidente Centro per il libro e la lettura)
I numeri della crisi, la situazione normativa e organizzativa attuale, Stefano Parise
A dieci anni dalle linee di politica bibliotecaria per le autonomie: il sistema che non c’è, Giovanni Galli
La trasformazione del ruolo delle Province e l’impatto sui servizi bibliotecari locali, Claudio Leombroni
Gestioni associate e servizi bibliotecari: luci e ombre della cooperazione in Italia, Gianni Stefanini
SECONDA SESSIONE: ripensare la biblioteca pubblica
(moderatore: Vincenzo Santoro - Ufficio Cultura ANCI)
La biblioteca come welfare: socialità, integrazione, Antonella Agnoli
L’utente protagonista: cittadini e volontari nei servizi bibliotecari locali, Cecilia Cognigni
TAVOLA ROTONDA - Rilanciare le biblioteche di ente locale
Partecipano: Andrea Ranieri, Mario Caligiuri, Paolo Valenti, Stefano Parise, Gian Arturo Ferrari
Conclusioni
Andrea Ranieri - Assessore alla cultura del Comune di Genova, Delegato politiche culturali ANCI
Premessa
Una giornata di studi per guardare oltre l’orizzonte della crisi e individuare linee di sviluppo per i servizi bibliotecari degli enti locali. Un momento di confronto fra bibliotecari, dirigenti e amministratori per fare il punto sulla situazione attuale e sulla sua auspicabile evoluzione. Ecco in sintesi le ragioni che hanno spinto l’ANCI e l’AIB a promuovere il convegno nazionale che si è tenuto il 9 marzo 2012 a Genova.
Secondo il Ministero per i beni e le attività culturali le biblioteche degli enti locali in Italia sono circa 5.000, con un rilevante squilibrio nella distribuzione: 49,6% nelle Regioni settentrionali; 21,3% nell’area centrale mentre solo il 29,1% si trova nel meridione (fonte: Dati Istat, indagine multiscopo I cittadini e il tempo libero, 2006).
Le difficoltà economiche, la crisi del finanziamento pubblico alla cultura e l’impossibilità di rinnovare e riqualificare gli organici delle biblioteche sono soltanto gli aspetti più visibili della crisi in atto, le cui origini affondano nell’incapacità di reinterpretare e rinnovare in profondità il modello tradizionale della biblioteca pubblica (intesa come servizio culturale per lo studio e il tempo libero) a favore di dimensioni differenti, più legate alle emergenze sociali e orientate a fare dei servizi bibliotecari uno snodo irrinunciabile per le molteplici esigenze in-formative della vita quotidiana.
Una incapacità che si accompagna alla difficoltà di individuare linee di condotta comune e una distribuzione funzionale delle competenze fra i diversi livelli istituzionali in gioco (regioni, province, comuni) che sia realmente sostenibile e in grado di superare l’autoreferenzialità e di produrre senso e risultati.
Nonostante il clima di incertezza politica ed economica, comincia a farsi strada da più parti la volontà di rilanciare le biblioteche pubbliche come beni che appartengono di diritto al sistema del welfare, anzi ne sono un’articolazione fondamentale in quanto contribuiscono a migliorare la qualità della vita e il livello di coesione della comunità.
Durante l’incontro è stata delineata la situazione normativa e organizzativa attuale, analizzato lo stato di applicazione delle Linee di politica bibliotecaria delle autonomie (redatte nel 2003 e sostanzialmente rimaste lettera morta), tratteggiate le conseguenze per le biblioteche dell’abolizione delle Province e analizzato lo stato della cooperazione bibliotecaria in Italia. Ma soprattutto sono state descritte alcune esperienze di riposizionamento delle funzioni del servizio bibliotecario pubblico e discusse in una tavola rotonda a cui ha partecipato, fra gli altri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio le modalità per rilanciare le biblioteche di ente locale, attualmente escluse – come tutte le attività culturali – dalle funzioni fondamentali previste dalla normativa sul federalismo municipale.
La giornata di studi è stata organizzata da ANCI e AIB in collaborazione con il Comune di Genova, la Conferenza delle Regioni e Province autonome, Upi e Centro per il libro e la lettura.
Saluti delle autorità
Marta Vincenzi - Sindaco di Genova
Il mio è solo un saluto per dire con quanto piacere ospitiamo questo importante momento di riflessione e quanto siamo contenti che sia stata scelta la nostra città. Spero non riguardi solo gli addetti ai lavori negli esiti conclusivi, che dovranno esser fatti vivere in una dimensione di assunzione politica da parte di ANCI e UPI e rappresentati nel quadro politico nazionale.
Il tema si inserisce nel difficile momento che gli enti locali stanno dedicando alla definizione di un bilancio impossibile, quello del 2012. Mi preme quindi sottolineare, come questione politica, il fatto che le biblioteche degli enti locali sono attualmente escluse, come tutte le attività culturali, dalle funzioni fondamentali previste dalla normativa sul federalismo municipale. Vengono considerate servizi non essenziali. Questo è un tema drammaticamente attuale e, io credo, da far conoscere meglio, perché i Comuni chiedono: ma quali sono i servizi e le funzioni essenziali intorno alle quali noi dobbiamo costruire i nostri bilanci? Se da questi servizi e funzioni sono escluse tutte quelle attività che non solo sono in gran parte attività storiche di eccellenza delle nostre città, ma sono anche lo strumento intorno al quale si costruisce la democrazia vera, quello che sta accadendo è che noi pian piano svuotiamo il ruolo che i Comuni hanno in un Paese che invece ha bisogno urgente di avere strumenti per ricostruire la democrazia su base locale. Le lotte alle disuguaglianze e la democrazia sono temi dai quali non si può prescindere. Si considerano essenziali o no rispetto alla costruzione di una civitas? E, se sono essenziali, perché devo togliere dal bilancio gli strumenti che la favoriscono in quanto burocraticamente considerati servizi non essenziali? Naturalmente nessuno di noi vuole o intende prescindere dalla necessità di ripensare, riorganizzare, aggiornare, trovare modalità con cui i servizi si rendano, si restituiscano anche tenendo conto fondamentalmente della questione dei costi. Nessuno di noi si sottrae a queste esigenze. Ma qui stiamo intaccando il cuore stesso della mission degli enti locali e la sostanza della democrazia dei territori.
È molto importante, quindi, la riflessione che si deve svolgere intorno al Sistema Bibliotecario, più in generale alla cultura e al ruolo fra enti locali e cultura. Fanno parte o no del sistema fondamentale del welfare e della tenuta democratica? Questa è la grande questione.
Oggi, per come stanno andando le cose nei rapporti fra noi e le scelte che vengono fatte al centro, sembrerebbe di no. E questo è drammatico.
Per il resto, come penso dirà l’Assessore Ranieri, noi, nonostante i tagli e le tante difficoltà, in questi anni abbiamo provato a resistere. Abbiamo un Sistema bibliotecario urbano glorioso e che bisognerebbe non sprecare. In questa città ci sono almeno due punti di eccellenza, uno è la Biblioteca Berio dentro la quale si sono inserite via via iniziative e presenze anche molto diversificate e innovative. L’altra è la Biblioteca internazionale per ragazzi De Amicis
. Inoltre esiste una rete di 14 sedi municipali: perché questa è una città di città, quindi ogni Municipio ha la sua sede di biblioteca e una dimensione, credo, non inferiore ai 900.000 volumi. Questo è un patrimonio straordinario che l’Assessore Ranieri ha provato in questi anni a collegare anche a un Sistema di rete metropolitano con Comuni della Provincia, perché cominci a vivere la Città Metropolitana. Abbiamo individuato la cultura e smart city come i due aspetti intorno ai quali cominciare a costruire la dimensione metropolitana e attraverso questa dare vita a un portale che è anche un elemento di integrazione importante perché agibile anche da non vedenti e non udenti.
Sarebbe un peccato che tutto questo venisse interrotto. Ben venga quindi la vostra riflessione. Spero che possano anche arrivare elementi di concretezza, ma soprattutto un impegno perché a livello di Associazione nazionale dei Comuni riparta forte e chiara la volontà di investire sul Sistema bibliotecario e, in generale, sulla cultura delle città. Buon lavoro.
Andrea Ranieri - Assessore alla Cultura del Comune di Genova, Delegato Politiche Culturali ANCI
Ora intendo darvi il benvenuto perché le cose che ho da dire nel merito le esporrò più tardi nella sezione pomeridiana, in cui ci confronteremo – anche in maniera più specifica – sul ruolo istituzionale e sulle proposte concrete. Per iniziare la mattinata voglio dirvi che sono molto contento che questa iniziativa si svolga a Genova: è una cosa importante per questa città.
Vi ringrazio tutti di essere venuti. Spero che la città vi piaccia. È una città che ha investito molto sulla cultura, anzi per cui la cultura è stata una leva decisiva per recuperare la propria identità, il proprio ruolo nel mondo, dopo le grandi crisi di ristrutturazione industriale negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. La cultura ha ridefinito la città sia da un punto di vista di coesione sociale sia da quello dello sviluppo e della ripresa dell’iniziativa. In questa città, in questa idea di cultura le biblioteche hanno avuto, e hanno, a Genova un ruolo centrale, di cui siamo orgogliosi. In tempi difficili stiamo riuscendo con qualche fatica a mantenere comunque la struttura della biblioteca viva e operante, ad ampliare i suoi compiti e la sua capacità di intervento.
Più in generale, sono molto contento che si tenga questo convegno perché oggi pare che ci si renda conto di quanto la cultura è importante per l’Italia. È partito l’appello del Sole 24 Ore, c’è una mobilitazione estesa. In questa mobilitazione però le biblioteche rischiano di restare in un cono d’ombra. Quando i media parlano di cultura le cose prevalenti sono lo spettacolo dal vivo, i siti archeologici ecc.: il ruolo delle biblioteche rischia di essere considerato in qualche modo un po’ marginale all’interno del dibattito pubblico.
Perciò, come ANCI, abbiamo deciso insieme all’AIB di prendere questa iniziativa. Come delegato nazionale ANCI, ho aderito con molto entusiasmo all’invito di Stefano Parise e siamo qui per elaborare idee, proposte, contenuti in vista di un confronto che deve andare avanti. Abbiamo finalmente ottenuto, come enti locali, l’apertura di un tavolo di confronto permanente con il Governo, un po’ pomposamente chiamato cabina di regia
, che è gestito per il Governo dal sottosegretario Cecchi. È per noi interesse primario che la questione delle biblioteche pubbliche degli enti locali (ma non solo) acquisti una rilevanza importante nel confronto con il Governo. Le idee che usciranno dalla Giornata di oggi saranno idee e proposte che possono anche trovare un canale immediato di verifica nel confronto con questo.
Vi ringrazio tutti per essere qui.
Anna Maria Dagnino - Assessore alla Promozione culturale della Provincia di Genova
Con grande piacere voglio portare il saluto della Giunta provinciale e mi voglio complimentare con il Comune di Genova, con l’Associazione nazionale Comuni d’Italia, con l’Associazione italiana biblioteche per la tempestività dimostrata nell’aver voluto organizzare questo convegno sul destino delle biblioteche pubbliche nel nostro paese.
La mia presenza oggi vuole sottolineare, in primo luogo, la grande sintonia e il fattivo coordinamento con i quali le diverse istituzioni della nostra città stanno affrontando questo momento di vera emergenza, che tutto il settore sta attraversando. Trovo anche molto importante che uno dei temi di questo convegno sia il ruolo delle Province, perché il momento di trasformazione che l’Ente vive in questi mesi avrà certo conseguenze sul settore cultura.
Alla carenza di risorse, alla definizione nuova delle competenze fondamentali degli enti si aggiunge infatti, per quanto riguarda l’Ente Provincia, un’epocale trasformazione istituzionale non ancora del tutto definita, ma per Genova molto urgente, perché la nostra è tra le prime otto Province che affronta questo passaggio.
Il vostro convegno, dicevo, è quanto mai tempestivo e tocca un problema tra i più trascurati anche nel più vasto quadro delle politiche culturali. La grave crisi economica che stiamo vivendo pone infatti in grande affanno tutto il sistema cultura, ma all’interno dello stesso le biblioteche sono l’anello più debole, poiché non hanno l’appeal mediatico di un evento, di un festival, di una grande mostra.
Al contrario invece, lo sappiamo bene, esse rappresentano, così come nel momento della loro nascita sull’onda degli ideali della Rivoluzione francese, uno dei fondamentali diritti di cittadinanza, quel livello di accesso minimo a un percorso di crescita culturale, quella carta che ogni giovane, ogni cittadino, deve aver la possibilità di potersi giocare nella vita. Nei piccoli Comuni, poi, le biblioteche sono state per tanto tempo e sono ancora oggi il solo baluardo culturale e un importante luogo di socializzazione.
Oggi, al tema della tenuta economica dell’esistente, si intreccia la grande trasformazione istituzionale avviata e il riordino delle competenze dei diversi livelli istituzionali (la legge n. 42 del 2009 non prevede la cultura tra le funzioni fondamentali di Province e Comuni).
Molta incertezza esiste dunque oggi sul destino del Sistema bibliotecario della Provincia di Genova. Il Sistema è operante dal 1985 e coordina 33 piccole biblioteche e cinque punti prestito (tra le biblioteche, quella del carcere di Chiavari). La Provincia di Genova ha un ruolo fondamentale nell’aggiornamento del personale e nel sostegno a diverse attività culturali, soprattutto indirizzate ai bambini; organizza infine un efficace circuito di prestito bibliotecario, utile soprattutto nelle zone del nostro entroterra più disagiate nell’accesso ai servizi pubblici. Si tratta di