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Orastellata. Dieci anni di cultura a Olgiate Molgora
Orastellata. Dieci anni di cultura a Olgiate Molgora
Orastellata. Dieci anni di cultura a Olgiate Molgora
E-book109 pagine53 minuti

Orastellata. Dieci anni di cultura a Olgiate Molgora

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Info su questo ebook

Orastellata è il nome di un progetto, di una storia, di dieci anni di cultura a Olgiate Molgora, piccolo Comune della Brianza lecchese. In questo libro vi racconto una storia al plurale e al femminile e un'impresa un po' pazza, certe volte azzardata ma sicuramente appassionante.

Non si tratta di una carrellata di iniziative ma cercherò di mettere in luce gli elementi della politica culturale che ho attuato nei dieci anni in cui ho avuto il privilegio di lavorare come Assessore comunale alla cultura.

Il ciclo virtuoso che la cultura può innescare nel sistema economico, il Metodo Emme per la promozione della lettura, il ruolo della politica culturale promossa dall'Ente locale nella scuola sono solo alcuni dei temi che troverete in questo avvincente diario di viaggio.
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2016
ISBN9788822841971
Orastellata. Dieci anni di cultura a Olgiate Molgora

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    Anteprima del libro

    Orastellata. Dieci anni di cultura a Olgiate Molgora - Isabella Lavelli

    Grazie

    Introduzione

    La motivazione che mi ha spinto a scrivere questo diario di dieci anni da Assessore alla cultura del Comune di Olgiate Molgora è molto semplice: questa è stata una delle esperienze più belle, gratificanti ed eccitanti della mia vita. Penso anche che abbiamo fatto qualcosa di importante ed è giusto condividerla con tutti coloro che avranno la pazienza di avventurarsi in queste pagine.

    Orastellata racconta una storia tutta al plurale e al femminile. Moltissime sono le persone che abbiamo incontrato in questo tempo, ci hanno ispirate, ci hanno sostenute, ci hanno fatte arrabbiare e non finiremo mai di ringraziare anche coloro che, magari solo per una serata, hanno fatto parte di questo progetto.

    Ma su tutti abbiamo regnato in tre. Ci siamo assunte la responsabilità di prendere delle decisioni. C’è stato un momento alla fine del primo mandato in cui ho capito chiaramente che quello che stavamo facendo andava oltre le singole iniziative da mettere in cantiere ogni mese, era un vero e proprio piano culturale, avevamo una visione (come si usa dire ultimamente) ed eravamo determinate a realizzarla: noi tre. In tutte le peripezie, in tutte le iniziative più assurde, in tutti i momenti più entusiasmanti con me c’erano loro: Paola e Gabriella, le bibliotecarie.

    Al giovedì pomeriggio l’appuntamento era fisso con Gabri, almeno due ore di full immersion dalla quale io personalmente uscivo stanchissima (lei non so perché non glielo ho mai chiesto, non c’era tempo). Manifesti da correggere, siti da aggiornare, newsletter da mandare: ogni singola iniziativa era fatta di un intenso lavoro di preparazione in cui cercavamo di pensarle veramente tutte. In molti casi ci anticipavamo a vicenda, conoscendo ormai benissimo il modo di ragionare dell’altra. La riunione iniziava sempre con il famigerato Punto della situazione di Gabriella: apriva il suo quadernetto con la copertina di carta riciclata e saltavano fuori nomi, numeri, appunti, schemini. Precisione svizzera, humor inglese e piglio teutonico. Poi dopo le iniziative si parlava sempre dei commenti degli utenti in biblioteca, che ascoltavo con interesse, delle cose che erano andate bene e di quelle da correggere. A parte sulla serata con Antonio Scurati, su tutte le altre abbiamo avuto un giudizio abbastanza unanime. Simbiosi.

    E poi Paola. Il volto poetico della biblioteca. Colei che si perse alla ricerca di gnomi nella sua cantina in occasione di un’importante iniziativa. Paola ha avuto un ruolo fondamentale in questi anni perché il suo approccio era opposto al nostro. E ho capito fin da subito che le strade che lei ci indicava, spesso diverse da quelle che avremmo intrapreso con la nostra razionalità schematica, erano importanti. Da Paola ho capito che la creatività è un elemento indispensabile della progettazione, la razionalità di Gabriella diventava centrale invece nella realizzazione. Anche se, a onor del vero, a quest’ultima dobbiamo un esperimento di finanza creativa che ci tirò fuori dalle peste nel 2012.

    Quando c’erano i progetti più significativi capivamo sempre che era necessario sederci tutte e tre attorno a un tavolo e ragionare. Di solito il mercoledì mattina.

    Tutto questo doveva essere raccontato. E cercherò di fare in modo che la mia voce sia anche la loro.

    Così come devono essere ricordati l’agendina scritta fitta di Michele Losi, le telefonate di Luca Radaelli, lo sguardo ammaliatore di Aldo Fresia, la dolcezza di Simona Bartolena, gli occhiali di Marina Teli, l’impianto audio del Maestro Mazza, la temibile sig.ra Bergamin e tantissime altre cose che troverete in queste pagine.

    Ora Stellata, titolo di questo libro, è stato un progetto culturale, caratterizzato da una grande libertà espressiva, dalla voglia di spaziare in campi diversi e dalla volontà di portare proposte di qualità fuori dai consolidati contesti urbani. Il nome parafrasa il titolo della poesia di Garcia Lorca L’ora di stelle. Infatti, abbiamo pensato l’iniziativa culturale come una serata serena in cui alzando gli occhi possiamo vedere le stelle: vivendo un’esperienza totalizzante in cui lo stupore si coniuga con la conoscenza, la curiosità con l’emozione.

    Inizia questo diario una riflessione, che ho maturato negli anni, sulla consapevolezza che la cultura sia un diritto fondamentale e in quanto tale sia dovere delle istituzioni garantirlo a tutti i livelli e per tutte le persone, alimentando il "Ciclo virtuoso della cultura", uno schema che ho elaborato nel 2010 per mettere in luce i meccanismi economici del settore.

    Passerò poi a un’analisi delle attività promosse in dieci anni dall’Assessorato prendendo in considerazione alcuni fattori numerici e analizzando la natura degli investimenti effettuati.

    Arriveremo così al punto centrale del libro e alla tesi di chi lo ha scritto: l’importanza della progettazione. Si tratta di un elemento indispensabile nelle policy della cultura: alla concezione di evento culturale si sostituisce un programma finalizzato alla creazione di un ecosistema culturale di qualità, con obiettivi fissati e risultati misurabili.

    Altro tema importante al quale è

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