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Touch me. Il guerriero in una mano
Touch me. Il guerriero in una mano
Touch me. Il guerriero in una mano
E-book159 pagine1 ora

Touch me. Il guerriero in una mano

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Info su questo ebook

Touch me è il superamento della barriera, del passaggio che porta a ristabilire il contatto fisico.
Ogni momento è un’ evoluzione nella lotta quotidiana e nella consapevolezza di essere fragile e forte al contempo come un guerriero che sta in una mano.
LinguaItaliano
Data di uscita12 gen 2016
ISBN9788868223649
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    Anteprima del libro

    Touch me. Il guerriero in una mano - Maria Raffaella Ramundo

    Maria Raffaella Ramundo

    Touch me

    Il guerriero in una mano

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy

    Edizione eBook 2016

    Isbn: 978-88-6822-364-9

    Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza - Tel. 0984 795065 - Fax 0984 792672

    Siti internet:www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinilibri.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    PREFAZIONE

    Sono tante le definizioni e le catalogazioni che vengono utilizzate per definire un Bimbo Prematuro.

    Ma cosa rappresenta veramente un Bimbo Prematuro per dei Genitori è difficile spiegarlo ed ancora più difficile da capire per chi non ha vissuto un’esperienza di questo tipo.

    La maggior parte delle persone ignora i problemi connessi alla Prematurità, le sue cause e le possibili conseguenze e talvolta anche la loro stessa esistenza.

    Spesso e volentieri i Genitori si trovano impreparati davanti a questa nascita improvvisa che neppure lontanamente avrebbero immaginato e con estrema facilità vengono stravolti da sentimenti come la paura, l’angoscia, la tristezza.

    D’altra parte l’unica cosa che si può fare è stare vicino e far sentire la propria presenza, la propria voce a questo bimbo che è ben diverso da quello che si aspettava.

    Il Bimbo Prematuro è un Bimbo che ha una voglia di vivere e forza di volontà non comune e che verifichiamo quotidianamente nella nostra esperienza assistenziale.

    Nonostante le gravi difficoltà e la complessità clinica il legame che si crea tra i Genitori ed il Bimbo Prematuro è particolare e molto forte e anche dopo, negli anni futuri, tutte le sue conquiste, magari normali per gli altri, saranno eccezionali per i Genitori, con il vantaggio di farli sentire Genitori Speciali.

    La nascita Prematura rappresenta per il Neonato un evento che causa un consistente stress da un punto di vista fisiologico ed emotivo e determina l’alterazione di alcuni ritmi biologici, ma anche degli scambi interattivi con la Madre.

    Le Madri altresì sperimentano una transizione alla genitorialità caratterizzata da un elevato stress emotivo che spesso si manifesta con una sintomatologia di natura psicoemotiva.

    Con questa iniziativa lodevole della Dr.ssa Maria Raffaella Ramundo si è voluto offrire a chi è dovuto passare attraverso il cammino tortuoso della sofferenza, una nuova visione che apra le porte alla speranza e alla fiducia nel cambiamento, prima di tutto interiore e poi anche esteriore, del mondo che sta al di fuori della nostra porta, ma che ognuno di noi può contribuire a trasformare.

    AUGURI AI NOSTRI PICCOLI GRANDI GUERRIERI

    Gianfranco Scarpelli

    Direttore Unità Operativa di Neonatologia e

    Terapia Intensiva Neonatale di cosenza

    INTRODUZIONE

    Definire il titolo di un libro non è affatto semplice, eppure è stato pensato prima della stesura dello stesso, come dire È stato partorito anzitempo.

    Questo libro nasce dalla consapevolezza di far conoscere la quotidianità della Terapia Intensiva Neonatale, invitando i genitori a descrivere le emozioni durante la degenza dei propri figli nel reparto.

    Sì, era ciò che desideravo fare: raccogliere ed assemblare in un testo le testimonianze dei genitori: quanta emozione, quanta gioia in questo progetto e tutte le volte che rileggo i contributi letterari, avverto un sussulto al cuore, quasi un battito di ali, una sorte di extrasistole emozionale ingravescente…

    È vero, i sentimenti e le sensazioni che accompagnano i genitori della TIN sono assolutamente diversi tra loro, quasi in contrasto, perché ai patimenti, alle paure, agli sconforti, ai dolori, alle delusioni spesso si associano, quasi sovrapponendosi: le gioie, i progressi, le novità, i sorrisi e le speranze e tutto questo, a volte, in un lasso di tempo brevissimo.

    La permanenza di un prematuro nel nostro reparto è costellata da tanti momenti, una sorta di piccoli punti che si susseguono e si avvicendano, tali da realizzare e completare la linea della vita del giovane ed immaturo guerriero.

    Personalmente trovo che la forza di ciascun neonato sia ancora oggi, inspiegabilmente difficile da definire, perché pur rispettando le diverse epoche gestazionali ed attuando gli stessi protocolli, le stesse procedure, gli stessi trattamenti terapeutici, con i medesimi Operatori Sanitari, la reazione dei neonati alla loro sopravvivenza non è la stessa.

    Ecco perché ad oggi alcune domande restano insolute ed inspiegabili. Infatti:

    * Perché mai, alcuni neonati non ce la fanno?

    * Perché pur essendo nati alla stessa settimana di gestazione e con lo stesso peso alcuni di loro cessano di vivere?

    * Perché mai alcuni neonati anche se gemelli, presentano un percorso di vita diverso?

    No, non è semplice dare una spiegazione a tutto ciò.

    Ritengo che, la forza di ogni singolo guerriero sia diversa e mai comparabile ad un altro, come dire che: «Ogni bambino ha una sua precisa: identità genetica, fisica, immunitaria, metabolica e cardiorespiratoria, che lo contraddistingue inevitabilmente dagli altri guerrieri».

    Solo così possiamo pensare che, nonostante tutti i nostri immancabili e doverosi sforzi professionali e personali, per la sopravvivenza di tutti i nostri neonati, alcuni proseguono sino a delineare con forza e vigore la linea della loro vita, mentre altri si fermano stanchi, provati, stremati, tali da non tracciare più alcun punto del loro percorso vitale, come se decidessero di arrestare il proprio cammino.

    Ciò nonostante abbiamo l’obbligo morale di perseguire i nostri obiettivi, migliorare le nostre aspettative, aggiornare le nostre competenze, tali da raggiungere finalità sempre più eccellenti e competitive, salvaguardando e migliorando la qualità della vita dei nostri prematuri; solo così potremo pensare di aver operato esclusivamente e nell’interesse dei bambini.

    Sono felice ed orgogliosa di questo lavoro, perché non ambisco ad alcuna forma di vanità personale, non è un’autocelebrazione, tutto ciò non solletica la mia curiosità intellettuale ed il mio ego: a me basta il sorriso di una mamma, la gioia di un papà, la carezza di un bimbo per dar corpo e senso a tutte le straordinarie gratificazioni del lavoro di medico.

    I veri protagonisti di questo libro sono tutti i miei guerrieri, insieme ai loro genitori. Non ho mai pensato di realizzare un’opera letteraria, colma di ricerche storiche, di avvenimenti straordinari, di gesta impressionabili, di finali eclatanti, di analisi del testo; ho solo avuto la presunzione di far conoscere ai più, le diverse emozioni che imperversano incessantemente la vita dei nostri autori.

    Ringrazio tutti coloro che con doveroso e personale impegno si sono adoperati a scrivere e a donare con assoluta generosità.

    Questo è quello che desideravo ottenere: una sorta di piattaforma suggestiva di emozioni diverse, conforme ai racconti delle mie mamme, dei miei papà e di quanti hanno voluto e desiderato lasciare un segno su questo libro di straordinarie avventure nella Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale di Cosenza.

    Permettetemi di dedicare questo libro ai miei genitori, che tanto hanno fatto per rendermi così prodiga agli altrui bisogni, in particolare:

    A mio padre Giovambattista, attento, generoso e scrupoloso medico, che ha saputo umanizzare la sua professione, privilegiando il malato al centro del proprio lavoro, curando tutti con diligenza e coscienza, senza mai pretendere alcunché.

    A mia madre Teresa de Giacomo, che ha dedicato con gioia ed altruismo tutta la sua straordinaria vita di madre prima e di insegnante poi alla formazione etica, culturale e sociale dei suoi cinque figli, dei suoi alunni e di quanti hanno avuto la fortuna di incontrarla nella sua seppur breve vita terrena.

    Con disincanto ed amore.

    Maria Raffaella Ramundo

    Il Ruolo dell’Infermiere in un Reparto di Terapia Intensiva Neonatale

    L’attività professionale dell’infermiere in una TIN è caratterizzato dalla costante e quotidiana cura dei prematuri, dal rapporto con i medici e non ultimo dal rapporto con i genitori: primi fruitori della organizzazione di un reparto così complesso, come la Terapia Intensiva Neonatale.

    Tutti i neonati rappresentano il futuro dei genitori, della famiglia e di un’intera comunità, quindi il nostro futuro; ciò impone un rigore nella logistica delle attività infermieristiche neonatali.

    La TIN non permette il classico rapporto paziente-famiglia e ciò per ovvie ragioni socio-sanitarie; dunque tutti gli infermieri che si relazionano con i genitori del piccolo dovranno:

    – Accertarsi che sia presente tutto il materiale necessario alla preparazione dei genitori per poter entrare in reparto: cuffie-mascherine-calzari e camici, insegnare loro la detersione accurata delle mani, dopo aver levato eventuali monili.

    – Assicurarsi che i genitori entrino con un abbigliamento consone alla delicatezza del reparto e con un aspetto fisico non trasandato, ma adeguato al luogo.

    – Informare i genitori sul comportamento da mantenere all’interno del reparto, ogni genitore deve restare accanto alla termoculla del proprio figlio, non utilizzare telefonini e/o macchine fotografiche ed aspettare che sia il medico di guardia ad avvicinarsi, per dare informazioni chiare e dettagliate sulle condizioni cliniche generali del neonato.

    – Presentarsi: «sono Mario Mangone, infermiere pediatrico, mi prendo cura del suo bambino Giuseppe» ed accertrsi dell’autenticità genitoriale.

    – Conoscere gli aspetti basilari del bambino (peso-alimentazione: se latte materno e/o donato e/o artificiale, se parenterale totale o parziale, la modalità di

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