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Confessioni dannate
Confessioni dannate
Confessioni dannate
E-book82 pagine27 minuti

Confessioni dannate

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Info su questo ebook

Io non so comporre

ma sono maledettamente

bravo a scomporre
LinguaItaliano
Data di uscita4 gen 2016
ISBN9788892536661
Confessioni dannate

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    Confessioni dannate - Antonio Lentini

    scomporre

    La tempesta

    Fermati, fermati, fermati!

    Ho fermato il tempo.

    Ho raccolto un fulmine.

    La tempesta ritornerà ancora più forte,

    ma io ho tutto ciò che mi porterà da te.

    E saremo salvi

    Terrore in cielo come in terra

    Testa vibrante,

    colma di stringhe cosmiche.

    Barcolli come un ubriaco e

    i tuoi pensieri sono trasparenti.

    Ogni giorno in questa santa terra

    ci sono più vivi che morti e

    tutto procede secondo il volere divino.

    Qual è il tuo soffocante dubbio?

    Di cosa sospetti?

    Gli uomini perseguono la pace

    dichiarandosi la guerra.

    E il tuo cuore si spalanca a questo mondo

    come le gambe di una puttana.

    Solo oggi sono stati uccisi migliaia di innocenti,

    straziati dalla fame e dalle malattie.

    Dannata indifferenza!

    E’ così tutti i giorni:

    i miserabili pagano con la vita

    gli scellerati che godono

    della porca ricchezza.

    Sono stati santificati perfino i diavoli

    su questa terra di terrore.

    In cielo continua a regnare il silenzio.

    Insensibile

    Del mio e del vostro essere me ne infischio.

    Ho seppellito l’esistenza

    sotto uno strato impenetrabile di macerie,

    dopo aver lottato a fatica

    contro la mia e l’altrui volontà.

    Solo un violento terremoto

    che si origina in profondità

    può distruggere ciò che vi è in superficie e

    creare voragini in cui

    fare precipitare l’infame apparenza.

    Quello che resta è il mio unico scopo:

    capire l’universo.

    Sarò egoista?

    Sarò cattivo?

    Sarò il nemico di tutti i nemici?

    Alla fine si dovrà pur ridere di qualcuno.

    Dio che non esisti

    Dio che non esisti,

    mi hai dato la vita e

    con essa la rabbia e

    la deformante angoscia

    che divora l’esistenza.

    Questa allegria che mi impongo

    tende le mie vene

    come le corde di un violino e

    con le mie dolenti mani

    suono dolenti note.

    Imito pietosamente i tuoi adorati angeli e,

    come loro, mi levo in cielo

    privo di ogni volontà.

    Cado nella fossa profonda,

    fino al centro della terra,

    tra i dannati ma

    nessuno verrà con la luce santa

    promessa ad Abramo e alla sua stirpe.

    Nelle chiese sparse in tutto il mondo

    c’è un inutile e incomprensibile sfarzo:

    marmo, ori, lapislazzuli e opere di pregio.

    Provo imbarazzo ad entrarvi e

    assistere al Te Deum

    tra penitenti fedeli che pregano

    per strappare un giorno

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