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Il tormento del lupo
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Il tormento del lupo
E-book48 pagine37 minuti

Il tormento del lupo

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Info su questo ebook

La storia di un'amicizia magica tra un bimbo ed un cane, interrotta da una serie di eventi tragici che porteranno il bimbo ad una battaglia finale. Una storia di coraggio, amore e dolore ambientata ai tempi in cui la tecnologia non riempiva totalmente le nostre vite. In pratica, una storia d'altri tempi.
LinguaItaliano
Data di uscita2 mar 2016
ISBN9788892561090
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    Il tormento del lupo - Alfredo Sebastiani

    Sezione 1

    Prologo

    Questa storia mi è stata raccontata da mio padre.

    Sembra sia capitata veramente a suo padre, vale a dire mio nonno.

    Non so se è vera, ma lo è per me.

    Infatti la racconto tutta al presente, come se l’avessi vissuta sulla mia pelle.

    Mi piace pensare di avere avuto un nonno capace di una tale avventura.

    Spero che la viviate nello stesso modo.

    Perché le persone hanno bisogno di storie.

    Oggi più che mai.

    Alfredo Sebastiani

    Capitolo 1

    IO

    Provate ad immaginare di vivere in una casa isolata, con vostra madre e vostra sorella, perché il vostro papà non c’è.

    È emigrato in un Paese lontano per lavoro.

    Immaginate tutto questo in un tempo in cui esistono a malapena i telefoni pubblici e non in tutti i paesi.

    Devi recarti al negozio di generi alimentari per chiamare e prendere appuntamento per essere richiamato.

    Se state immaginando bene, potete rendervi conto del grado di solitudine che provo quotidianamente.

    Le mie giornate sono dure.

    Scuola al mattino e lavoro in fattoria al pomeriggio.

    Quando ho del tempo libero, lo passo da solo.

    Aspetto la lettera mensile di mio padre, come un evento straordinario.

    Quando so che sta per arrivare, guardo continuamente in fondo al viale per scorgere il postino e la mia ansia cresce.

    Ho un buon rapporto con mio padre, facevamo tante cose insieme e vicino a lui mi sentivo bene.

    Siamo amici.

    Eravamo amici, adesso non lo so se lo siamo ancora.

    Un amico non ti abbandona così.

    Deve lavorare per mandare avanti la famiglia - mi ripetono, ma senza di lui non c’è più una famiglia.

    Ci fa arrivare i soldi con un meccanismo complicato che conosce solo lo zio Pietro, il fratello della mamma.

    Lo zio è uno dei pochi uomini giovani rimasti in paese, perché ha un difetto ad una gamba e si muove lentamente.

    Non è reputato adatto ai lavori pesanti.

    Ormai non riesco più, per quanto mi sforzi, a ricordare bene il volto di mio padre e la fotografia che abbiamo all’ingresso della nostra casa, mi fa paura.

    Non ha tempo per scrivermi, è molto impegnato con il lavoro, ma io leggo la sua lettera tre, cinque, dieci volte e quando mi rendo conto che è solo un pezzo di carta, scoppio in lacrime.

    Lo so papà che non dovrei piangere, ma se un giorno avrò un figlio non lo lascerò certo da solo... come hai fatto tu.

    A Natale dici che tornerai, ma quella data è molto lontana, siamo alla fine di agosto e tra poco ricomincerò ad andare a scuola.

    Per fortuna ogni tanto lo zio Pietro viene a prendermi, con la sua Topolino bianca bellissima, e mi porta con lui da qualche parte.

    Quella macchina mi manda fuori di testa, l’ho scritto anche a papà.

    Lui mi scrive che dove si trova le automobili sono grandi il doppio e lunghe lunghe.

    Appena salgo a bordo, non riesco a stare fermo, devo toccare tutto.

    Apro la bocchetta di aerazione della mia parte, faccio scattare la levetta

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