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Scorci di vite precedenti
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Scorci di vite precedenti
E-book204 pagine1 ora

Scorci di vite precedenti

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Attraverso Scorci di vite precedenti, di Manuela Valsania, si apprendono in modo sfrontato le esperienze della vita e la personalità da esse scaturita. Una prosa poetica, Confessional, che cita la classicità dei miti greci, fino a giungere ai letterati contemporanei, in un sottofondo musicale che dà luce alle sue ispirazioni e alle sue intuizioni. Vite che vorrebbero portare alla fioritura dell’Io.

Manuela Valsania è nata a fine novembre del 1977, in un paesino della provincia di Cuneo. Ama la sua regione in modo viscerale, tanto quanto il cibo e il vino. Grazie al lavoro svolto per trent’anni nel mondo della ristorazione, ha compreso il valore del nutrimento, anche quello dell’anima. Ha imparato la cura dell’altro, nell’incanalare i Registri Akashici dal 2017; è ThetaHealer certificata dal 2020. Quello che ha provato è stata una sollecitazione elettrica interiore, tradotta in parole.
LinguaItaliano
Data di uscita8 gen 2024
ISBN9788830694514
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    Anteprima del libro

    Scorci di vite precedenti - Manuela Valsania

    Introduzione di Barbara Alberti

    Il professore Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto, molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London, Canino e le vite dei santi.

    Una Vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i quattro volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prefazione

    "Torn by hours

    All that I say to you

    Is like fuel to fire

    Into the town we go

    Into your hideaway

    Where the towers grow"

    Agnes Obel, Fuel to fire

    Nella raccolta di confessioni, Scorci di vite precedenti, si incontra l’autrice Manuela Valsania, in un percorso interiore e musicale. In particolare la canzone Fuel to fire, dell’artista danese compositrice e pianista, Agnes Obel, sembra pennellare alcuni aspetti dell’animo della scrittrice. L’affinità elettiva, nella scelta di questo talento del panorama musicale, ha reso più facile raggiungere la sua anima ed i suoi pensieri. Parafrasando la traccia del testo della canzone, sopra citata, della Obel, ed applicandola in questa sede, si può evincere che la Valsania sia stata punta da ore sporche di violenze e abusi, quello che l’autrice dice, usando spesso, proprio questa espressione, è scritto su un altare di fuoco posto, in una città fortificata, quella che unifica il frazionamento di due personalità (le due torri) che convivono in un solo corpo. Come può accadere questo, si chiederebbe Mael o Manu? Le due creature dialogiche della raccolta. E proprio in questo colloquio interiore che si sviluppa tutto il testo. Si potrebbe ipotizzare che Mael sia la personalità ferita e lacerata, mentre, Manu risponderebbe alla razionalità, alla lucidità della sua mente. Le violenze determinano una inconscia scissione tra corpo e anima, mente ed emozioni. Gli elementi percettivi, nello shock, si separano, si dissociano, per allontanarsi dal trauma profondo, a contatto del quale, l’oblio sembrerebbe un regno più auspicabile.

    Ed ecco, che, un velo dark, un vestito di gelo e nel contempo di fuoco avvolgono tutta la composizione. Una tempesta di ricongiunzione sensoriale e di rielaborazione psicologica. Note tinte di sangue e macchie hanno lacerato la sua identità dimenticata in un bosco pieno di spettri, che, tenta di scacciare nell’alluvione del pianto in parole.

    La prosa poetica è l’attenta ricerca meditativa. Inoltre, i suoi studi la portano ad una sorta di purificazione interiore, e, ad una magica ascesi esoterica che la libera da atteggiamenti di dipendenza della sua personalità. Una dipendenza probabilmente scaturita dalla separazione, da un senso di abbandono emotivo, da una vacuità affettiva, iper-compensata da un eros latente, e, al contempo, esuberante, che la espone, in un uruboro. Così, la sua opera è la gestazione di se stessa, conducendola alla rinascita tra le braccia delle sue stanze poetiche, cullandola, nutrendola, verso uno nuovo svezzamento emotivo. La cura della poesia è un percorso terapeutico ancora aperto, ma, che, le ha permesso di dichiarare, anche se ancora in modo contratto, il suo dramma.

    Prometeo e Lilith abitano i luoghi della sua ribellione e della sua rabbia. Proprio nei classici trova la forza evocativa della sua divinità che la affranca dalla fragilità informe delle proprie angosce e dei propri vuoti esistenziali. I miti e le leggende classiche diventano, così, uno strumento conoscitivo e una fonte ispirativa della prosa. Dea e Gorgone si contendono la rivalità nelle pagine della sua mente, su righe scritte in triangoli perversi tra: vittima, carnefice, salvatrice, costruendo un manto narcisistico che depaupera la paura dalle violenze e dalla solitudine.

    L’intelligenza della scrittrice le dà la possibilità di ricucire le parti frammentate del sé, cercando la sua natura, in tutte le strategie illuminanti fornendole gli strumenti per la sua metamorfosi.

    Lo stile Confessional ha un tono sbarazzino, a volte ironico, e, a tratti sensuale. Nell’uso del verso libero, non esiste la metrica e le strutture rigorose smarriscono. In un flusso senza filtri, la coprolalia, ormai tanto in voga nell’ultima generazione, qui, acquisisce un valore catartico, anche perché distante dal normale vocabolario quotidiano di Manuela Valsania, come ella stessa dichiara.

    La sua raccolta è il tentativo di passare dall’Ego all’Io, partendo da una previa consapevolezza, per giungere, lentamente, ad una integrità psichica.

    A cura di Rossana Marcuccilli

    "La mia storia non è amena, non è dolce e armoniosa come le storie inventate, sa di stoltezza e confusione, di follia e sogno, come la vita di tutti gli uomini che non intendono più mentire a

    se stessi".

    Hermann Hesse

    Quando un fatto interiore non viene reso cosciente, si produce fuori, come destino. Ossia, quando il singolo rimane indiviso e non diventa cosciente del suo antagonismo interiore, il mondo deve per forza rappresentare quel conflitto e dividersi in due.

    Carl Gustav Jung

    Scala

    Tu sali le scale

    le salirai perché devi

    le salirai perché può essere che alla cima,

    accanto alla struttura, starai meglio.

    Ma secondo te, questo salire ad un livello superiore

    è dato solo dall’obiettivo, oppure, dal salire stesso?

    Insomma, è dato quindi dal viaggio o

    da ciò che il viaggio ti porta?

    Questa risposta sta a te, noi semplicemente

    ti mostriamo le due facce della stessa medaglia.

    Perché se ti focalizzi solo sull’obiettivo

    non hai occasione di vedere il tragitto,

    in caso contrario sarai un po’ sfocato

    se non hai un obiettivo.

    Si è vero, ci vuole equilibrio

    se il tuo traguardo è il successo,

    bene è giusto così

    ma se mentre lo raggiungi

    non sei consapevole delle azioni che compi.

    Beh converrai con noi

    che è un po’ inutile tutto ciò che stai facendo!

    Da ciò si deduce che?

    Scegli il traguardo e osserva:

    la strada che compi per raggiungerlo.

    Questo farà una grande differenza

    ti darà anche la possibilità di vedere

    ove sono i tuoi limiti o parti di essi.

    Davide

    Ho chiuso gli occhi¹

    mi sono addormentata subito

    ho sognato di te

    che mi raccontavi

    mi comunicavi pensieri e parole.

    Poi mi hai abbracciato

    mi hai baciato

    ho corrisposto in quel attimo eterno.

    Le lingue si cercavano in un moto ondoso

    i corpi erano fusi

    non nella carnalità

    erano fusi insieme

    mi facevi ballare nel lungo e profondo bacio.

    Al distacco delle nostre labbra

    si sono rotti i vetri della stanza.

    Mille immagini:

    mi spostavi i capelli dal viso

    mi facevi ritratti

    usavi il latte: il nutrimento

    il nero delle mie ombre oscure

    usavi quella parte che tengo nascosta

    ma la mettevi su carta.

    Ero felice

    l’ego sessuale era integro ed integrato

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