Progetto Luoghi della memoria a Milano. Bookcity Scuole 2015
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Progetto Luoghi della memoria a Milano. Bookcity Scuole 2015 - AA.VV.
educativo.
SCUOLA PROFESSIONALE GALDUS
SVELATA LA STORIA DELL’IGNOTO TARANTINO DI POMPEO LEONI 2
Giulia Carena, Chiara Caputo, Chiara Sbarbati e Alessia Zerega Classe III, corso d’oreficeria
Da una targa con il nome di Tarantino all’ingresso della scuola professionale Galdus, una ricerca sul campo svolta dagli studenti. Padre di famiglia, immigrato a Milano e dipendente ATM, scompare tra le vittime di Mauthausen nel 1945 per aver inseguito i suoi ideali antifascisti.
A Milano da oggi c’è un altro luogo della memoria, via Pompeo Leoni 2, dove si trova la scuola professionale Galdus e dove precedentemente si trovava un deposito ATM, azienda presso cui Michele Tarantino lavorava come conducente di tram prima di essere deportato e scomparire nel campo di concentramento di Mauthausen. A ricostruire la storia del sig. Tarantino, in collaborazione con Fondazione Memoria della Deportazione, è stata la classe terza del corso d’oreficeria della scuola professionale Galdus con la docente Francesca Coti grazie ai documenti rinvenuti in collaborazione con Fondazione Memoria della Deportazione.
È il documento di richiesta d’indennità di Michele allo stato tedesco da parte della moglie ad aprire il filone delle indagini, Giuseppina Giardina, da cui ebbe tre figli, Maria, Maria Luisa e Renato. Michele Tarantino nacque a Caltanissetta il 12 maggio del 1896 e successivamente si trasferì a Milano in cerca di lavoro. Viveva in via degli Etruschi 2, dove oggi non rimane alcuna traccia della sua presenza.
Come testimonia la tessera del Partito Comunista Italiano, il sig. Michele era uomo con una dichiarata appartenenza politica e probabilmente con un’altrettanto dichiarata passione per il destino del suo Paese in un momento così critico quale fu il fascismo e il nazismo.
Sono state infatti le sue intense attività di resistenza passiva agli occupanti in fabbrica, di alfabetizzazione dei colleghi operai e di propaganda sappista la causa della sua deportazione.
Il 26 ottobre del 1944, venne arrestato e condotto nel carcere di San Vittore (cella 97, 5° raggio) nel cuore della città, come detenuto politico, dove fu trattenuto, per sei giorni, prima della deportazione nel campo di