Il nostro due agosto (nero): 44 racconti sulla strage di Bologna raccolti e curati da Luca Martini
Di Luca Martini
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Info su questo ebook
Il progetto per questo libro è nato nel ricordo, la mattina del 2 agosto 2014, quando il suo curatore, Luca Martini, ha realizzato che stava scrivendo, quasi senza accorgersene, il proprio racconto su quel terribile 2 agosto del 1980.
In quel momento ha pensato: ecco cosa manca, un libro in cui si raccontano le sensazioni, le paure, gli odori, le speranze di quei drammatici momenti. Un libro a più voci.
Il nostro due agosto (nero) raccoglie 44 fotogrammi, 44 racconti, di quel terribile giorno: tra gli autori ci sono scrittori famosi (Barbara Garlaschelli, Alessandra Sarchi, Gianluca Morozzi, MariaGiovanna Luini, solo per citarne qualcuno) e persone comuni, che magari prima di questa occasione non avevano mai pensato di scrivere. Tutti alla pari, ognuno con la propria voce, per non dimenticare.
Il libro è realizzato grazie al contributo completamente gratuito di tutti gli autori ed è disponibile, gratuitamente, sia in formato elettronico, nella collana Officina Marziani di Antonio Tombolini Editore, sia con una piccola tiratura a stampa sostenuta dal Comune di Ozzano dell'Emilia.
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Anteprima del libro
Il nostro due agosto (nero) - Luca Martini
Luca Martini
Il nostro due agosto (nero)
IL NOSTRO DUE AGOSTO (nero)
44 racconti sulla strage di Bologna raccolti e curati da Luca Martini
Luca Martini
Collana Officina Marziani
a cura di
Michele Marziani
ISBN 9788898924363
image 1copyright © 2014 Antonio Tombolini Editore
digital rights reserved
Via Villa Costantina, 61,
60025 Loreto Ancona
Italy
email: email: officina@simplicissimus.it
www.officinamarziani.it
Immagine di copertina realizzata da Otto Gabos
edizione digitale realizzata con BackTypo.com by Simplicissimus Book Farm
UUID: 9788898924363
This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)
by Simplicissimus Book Farm
Indice
Introduzione
I fatti in breve, senza commenti
I 44 ricordi di quel maledetto sabato 2 agosto 1980
1. Paolo Amici, 44 anni, Roma
Era il lontano 1 agosto del 1980 ed erano le 7
2. Giulia Antonelli, 64 anni, Trebbo di Reno (Bologna)
Il mio ricordo del due agosto 1980
3. Paolo Bassi, 58 anni, Castel San Pietro Terme (Bologna)
2 Agosto 1980 ore 10,25
4. Alessandro Berselli, 49 anni, Bologna
2 agosto 1980
5. Sandra Biondo, 51 anni, Bologna
Non può capirlo, chi non c’era e chi non c’è stato
6. Cinzia Burzi, 40 anni, Ozzano dell’Emilia (Bologna)
Il ricordo di una bambina
7. Rita Cappelletti, Ozzano dell’Emilia (Bologna)
Due agosto 1980: le nostre storie
8. Claudio Capponi, 48 anni, Osteria Grande (Bologna)
La stazione di Bologna
9. Bianca Maria Carchidio, 60 anni, Milano
2 agosto 1980
10. Marta Casarini, 30 anni, Monte San Pietro (Bologna)
Lo spazio sufficiente
11. Milvia Comastri, 68 anni, Bologna
Angela Fresu: tre anni per sempre
12. Consuelo Corsini, 40 anni, Casalecchio di Reno (Bologna)
Finalmente le ferie
13. Cinzia Deviaggi, 48 anni, Tromello (Pavia)
Quel giorno di follia a Bologna: mi sono seduta su un gradino, sporca di sangue che non era il mio
14. Francesca Diano, 65 anni, Padova
Due agosto
15. Daniela Di Martino, 57 anni, Castel San Pietro (Bologna)
Un giorno qualunque
16. Tiziana Frosali, 43 anni, Montecatini Terme (Pistoia)
La fine del viaggio
17. Barbara Garlaschelli, 48 anni, Piacenza
La veglia della follia
18. Maria Genovese, 49 anni, Minerbio (Bologna)
Napoli-Bologna A/R
19. Ivo Tiberio Ginevra, 53 anni, Palermo
2, 28 e 12
20. Mirella Giordani, 80 anni, Bologna
Ti dico che la stazione non c’è più
21. Marinella Lombardi, 45 anni, Bologna
Anche il tuo nome comincia per emme
22. Maria Giovanna Luini, 44 anni, Milano
Per riparare un’assenza
23. Lorena Lusetti, 50 anni, Bologna
Bologna, 2 agosto 1980
24. Massimiliano Maestrello, 33 anni, Palù (Verona)
Parlarne davvero
25. Davide Marchi, 41 anni, Bologna
Per non dimenticare
26. Luca Martini, Bologna, 42 anni
Il nostro undici settembre (nero)
27. Laura Mastrangelo, 41 anni, Bologna
Ricordo di un giorno di ordinaria follia
28. Gianluca Morozzi, 43 anni, Bologna
Se fossi stato a casa, lo avrei sentito
29. Antonella Nardi, 53 anni, Bologna
Area vintage – Montagnola
30. Maria Grazia Negrini, 64 anni, Bologna
Ricordi
31. Marzia Pasquariello, 50 anni, Modena
Che fu di sabato non me lo ricordo
32. Maurizio Paterlin, 58 anni, Castelnuovo di Sotto (Reggio Emilia)
Ti regalo una storia
33. Giorgia Pavani, 39 anni, Bologna
Il biglietto smarrito
34. Annarita Piazza, 38 anni, Bologna
Bastava chiederlo
35. Giuseppina Randi, 68 anni, Ozzano dell’Emilia (Bologna)
In memoria del 2 agosto 1980
36. Stefano Samorì, 49 anni, Castel San Pietro (Bologna)
Il 2 agosto 1980 ero un ragazzino quindicenne.
37. Alessandra Sarchi, 43 anni, Bologna
Prove di trasmissione della memoria
38. Angelo Sarti
2 Agosto 1980 – 2 Agosto 2014
39. Carla Sermasi Calvi, 50 anni, Castel San Pietro Terme (Bologna)
Drin
40. Valerio Valentini, 32 anni, Ladispoli (Roma)
La valigia
41. Riccardo Venturi, 50 anni, San Giovanni in Persiceto (Bologna)
La strage della storia
42. Vilma Veronesi, 63 anni, Bologna
2 – 3 agosto 1980
43. Rita Zaghi, 62 anni, Bologna
2 agosto 1980- ore 10.40 Via Massarenti
Senza numero. Persona senza nome, anni imprecisati, luogo ignoto
Io volevo solo andare in vacanza
E il nome di Maria Fresu*
continua a scoppiare
all’ora dei pranzi
in ogni casseruola
in ogni pentola
in ogni boccone
in ogni
rutto - scoppiato e disseminato -
in milioni di
dimenticanze, di comi, bburp.
Andrea Zanzotto, Il nome di
Maria Fresu, da Idioma,
Milano, Mondadori, 1986
* Maria Fresu aveva 24 anni ed era di Montespertoli, nel Chianti fiorentino. Assieme alla figlia Angela, di 3 anni, la mattina del 2 agosto 1980, alle ore 10,25, si trovava alla stazione di Bologna. Maria Fresu fu l’unica vittima della strage il cui corpo non fu mai ritrovato; inizialmente si dubitò addirittura che non fosse tra le vittime. Invece si trovava, assieme alla figlia, talmente vicino al punto dello scoppio della bomba, che il suo corpo fu totalmente disintegrato. Non ne rimase niente; soltanto il nome. Nomina nuda tenemus. Solo il 29 dicembre 1980 fu accertato che alcuni resti ritrovati sotto il treno diretto a Basilea appartenevano a lei e alla sua bimba. Andrea Zanzotto scrisse, anni dopo, questa poesia sul nome di Maria Fresu che volle rovesciare ogni cosa.
Introduzione
di Luca Martini*
Due.
Due soltanto sono le cose, quelle che mi hanno spinto a portare avanti questo progetto senza nome, senza gloria, senza clamori, senza profitto.
Due cose mi sono venute in mente quando ci ho pensato: gli occhi felici di mio figlio e le parole centrale termica
.
Ai primi ho pensato quando ho immaginato di dover spiegare chi, cosa, come e, soprattutto, il perché di un atto assurdo e insensato come quello. Come far capire a un bambino innocente di pochi anni i motivi di un gesto scellerato, crudele, devastante come una bomba piazzata nella sala d’aspetto della stazione ferroviaria più trafficata d’Italia?
Alla centrale termica, invece, ho pensato quando ho ricordato l’edizione straordinaria de Il Resto del Carlino
che uscì poco dopo l’attentato, che riportava l’ipotesi della bomba come poco probabile. Più plausibile, invece, era data l’esplosione della centrale termica.
Dopo 34 anni ancora non sappiamo niente.
Abbiamo alcuni dati certi, però, su quelli non c’è discussione: i morti, ottantacinque, i feriti, oltre duecento, la bomba, la paura, il senso di amputazione, le lacrime, l’orgoglio ferito, la rivalsa.
A dire il vero su uno di quei morti, Maria Fresu, si è discusso per giorni: c’era quella donna? E perché non si sono trovati i suoi resti? C’era, purtroppo, c’era, insieme alla sua bimba di tre anni, ma era talmente vicina al punto in cui è esplosa la bomba che non è rimasto nulla di lei, se non un piccolo resto trovato mesi dopo sotto il treno che sostava sul primo binario, anch’esso distrutto dalla bomba.
Di lei, nient’altro.
Svanita.
Allora, esclusa la centrale termica, restano gli occhi di Giacomo, gli occhi puliti di un bambino di due anni che ancora non sa e difficilmente potrà comprendere da solo.
Non ero in grado di farcela, di spiegargli tutte queste cose, avevo bisogno dell’aiuto di tutti, di chi ancora ricorda, di chi solo immagina, di chi sa far vedere.
Allora l’ho chiesto a voi, a chi mi legge su Facebook, a chi ha sfogliato qualche mio libro, a chi conosce il mio essere schivo nella vita di tutti i giorni.
Non questa volta, però.
Stavolta ho creduto fosse giusto andare fino in fondo.
E raccogliere i pensieri di tutti, le memorie di bolognesi e non, di scrittori e non, di gente che allora aveva 2 anni come 50, di persone che ancora non erano nate quel due di agosto del 1980, ma che attraverso gli occhi dei genitori, la loro commozione, i loro silenzi possono ricordare e farci vedere come se ci fossero state davvero.
Di chiunque avesse voglia di raccontare qualcosa di quel giorno.
Di quel maledetto due agosto che sarebbe per sempre rimasto nei nostri pori, sulla nostra pelle, come un tatuaggio profondo e indelebile, il cui dolore non passerà mai.
E per farlo avevo bisogno di un editore.
Antonio Tombolini si è offerto di farlo, da persona perbene e onesta qual’è, incapace di tirarsi indietro di fronte a un impegno che, non lo dimentico, mi ha detto testualmente essere un dovere
. E allora ecco questo e-book, libero, a futura memoria, gratuito per sempre, scaricabile da tutti, con i ricordi di tutti, famosi, non famosi, gente comune, scrittori o semplici spettatori, tutti uguali, indicati solo con il nome, il cognome, il luogo di residenza e l’età al momento della scrittura.
Per una volta tutti uguali.
Ho volutamente raccolto questi testi senza modificare nulla: non c’è editing, non c’è correzione di forma, di sostanza, di contenuto.
Quello che leggete, al netto dei refusi, è quello che mi è arrivato.
Stili diversi, emozioni diverse, dolori identici.
Perché questa non è né una gara né un concorso letterario.
È un’operazione doverosa di memoria collettiva, la nostra memoria, la vostra, quella che apparterrà per sempre a tutti.
Per poter spiegarlo a mio figlio e far sì che nessuno dimentichi il giorno in cui l’incredibile è divenuto realtà. E fare in modo che di Maria Fresu resti qualcosa oltre a quel brandello appiccicato sotto il treno per Basilea.
Perché, con le nostre fotografie, come ci ricorda Zanzotto, tappezzeremo il mondo del volto di Maria Fresu.
*Luca Martini, bolognese, classe 1971, è autore di numerosi racconti, libri, poesie. Il suo ultimo romanzo è Il tuo cuore è una scopa uscito nel 2014 per Antonio Tombolini Editore http://www.ultimabooks.it/il-tuo-cuore-e-una-scopa