Guido Gonella: La passione per la libertà
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Anteprima del libro
Guido Gonella - Giorgio Campanini
GIORGIO CAMPANINI
GUIDO GONELLA
La passione per la libertà
Tutti i volumi pubblicati nelle collane dell’editrice Studium Cultura
ed Universale
sono sottoposti a doppio referaggio cieco. La documentazione resta agli atti. Per consulenze specifiche, ci si avvale anche di professori esterni al Comitato scientifico, consultabile all’indirizzo web http://www.edizionistudium.it/content/comitato-scientifico-0.
Copyright © 2021 by Edizioni Studium - Roma
ISSN della collana Universale 2612-2812
ISBN 978-88-382-5103-0
www.edizionistudium.it
ISBN: 9788838251030
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
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Indice dei contenuti
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA: PROFILO D’INSIEME
I. LE FONTI DEL PENSIERO POLITICO DI GONELLA
II. ALLE RADICI DELL’ANTIFASCISMO
III. MOMENTI E LUOGHI DELLA FORMAZIONE INTERNAZIONALISTICA
IV. PER IL CATTOLICESIMO LIBERALE
CONCLUSIONE
PARTE SECONDA: TRE BIOGRAFIE
NOTA INTRODUTTIVA
I. PROFILO
II. PROFILO
III. PROFILO
ANNESSO
LA CHIESA DELL’ORDINE[1]
INDICE DEI NOMI
UNIVERSALE STUDIUM
INTRODUZIONE
Nella storia delle idee del Novecento Guido Gonella (1905-1982) occupa un posto del tutto particolare per il ruolo svolto come traghettatore
dell’opera e della visione politica di De Gasperi dal particolare clima degli anni del ventennio fascista alla nuova realtà dell’Italia del secondo dopoguerra. Dal punto di vista anagrafico non era molto lontano dal gruppo che fu poi detto dei professorini
: La Pira era addirittura nato prima di lui (1904), Fanfani nel 1908, Lazzati nel 1909, Dossetti nel 1913. Eppure – come l’ormai sovrabbondante bibliografia sulla Democrazia Cristiana ha posto in evidenza – alla affinità anagrafica
non corrisponde in alcun modo una parallela scelta di campo né ideologica né culturale. Gonella è l’uomo di De Gasperi e guarda a lui – come a Luigi Sturzo, quest’ultimo per altro da lui raramente citato – come un modello cui fare riferimento; gli altri leader democratici cristiani prima citati non guardano né a Sturzo né a De Gasperi ma alle sollecitazioni che provenivano dalla cultura francese e in particolare da Jacques Maritain, che già nel 1936 aveva dato alle stampe un libro, Humanisme intégral , che rappresentò per quelli che furono successivamente definiti i professorini
un fondamentale punto di riferimento e fu invece per Gonella soltanto una importante lettura: eppure proprio Gonella si incontrò con il pensiero di Maritain assai prima dei futuri esponenti della sinistra democratico-cristiana, data la sua familiarità con quel G.B. Montini, poi Paolo VI, che aveva diffuso le opere del filosofo francese tra i fucini
già negli anni ’20 e aveva assunto Maritain come essenziale punto di riferimento in vista del difficile incontro fra Cristianesimo e modernità. Come noto, le opere del pensatore francese – non ammesse in Italia durante il ventennio fascista – circolavano negli ambienti del Vaticano, ove non poteva penetrare l’occhiuta censura del regime.
Lettore di Maritain – ma non propriamente appassionato del suo pensiero – Gonella assunse, nella sua riflessione politica, altri punti di riferimento, e cioè Tommaso d’Aquino ed Antonio Rosmini, oggetto dei suoi primi studi giovanili e poi ripresi nella stagione della maturità. Parallelamente, il dominante gruppo di sinistra della Democrazia Cristiana degli anni del secondo dopoguerra assunse Maritain (e specificamente Umanesimo integrale, tradotto nel 1946 dalla Studium, l’editrice dei professori e degli universitari cattolici), come fondamentale punto di riferimento. Comune tanto al gruppo degasperiano e a Gonella, quanto ai professorini
era l’amore per la democrazia e l’impegno ad una radicale riforma della società dopo la drammatica vicenda del fascismo, ma diverse le vie per realizzarla; e con la morte di De Gasperi – che rappresentò per Gonella un punto di svolta – le differenze tra l’una e l’altra corrente
della Democrazia Cristiana si accentuarono e il ruolo di Gonella, di primo piano negli anni degasperiani grazie alla carica di Segretario nazionale di partito e all’assunzione di importanti incarichi ministeriali alla Pubblica Istruzione e alla Giustizia, divenne progressivamente sempre meno rilevante, sino agli ultimi anni di quasi completo isolamento.
Nonostante il mutamento di prospettiva intervenuto nel secondo dopoguerra all’interno del Movimento cattolico, Gonella, padre nobile
della Democrazia Cristiana, continuò a lungo a svolgere ruoli di grande rilevanza, ma non recuperò mai la centralità che aveva rivestito negli anni del suo servizio alla S. Sede e poi, dopo la caduta del fascismo, nella Democrazia Cristiana di De Gasperi. Conferma questa notazione l’evidente contrasto tra l’abbondante produzione storiografica (anche dello scrivente) che fa riferimento ai gruppi di sinistra e quella invece dedicata al centro
degasperiano e in particolare a Gonella.
Il relativo silenzio su Gonella registratosi negli ultimi vent’anni – come dimostrato anche dalla limitata risonanza che ha avuto la celebrazione del suo centenario (2005) – non appare per altro giustificato. Il politico veronese rappresenta infatti una figura di primo piano nell’opposizione al fascismo (fu fra i non molti cattolici finiti in carcere, come del resto lo fu de Gasperi), soprattutto per la risonanza che ebbero, anche all’estero, i suoi Acta diurna (1913-1940), una delle poche voci libere nell’Italia di allora. Si tratta dunque di una figura di grande rilievo nella storia del Movimento cattolico e della Democrazia Cristiana, come del resto pone in evidenza la storiografia che a lui fa riferimento.
Del Gonella rigoroso antifascista e fine politico, nonché lucido ed efficace uomo di governo la storiografia si è a più riprese occupata, con particolare riferimento al ruolo svolto nel partito della Democrazia Cristiana e poi in vari governi: con la messa in evidenza del suo apporto al rinnovamento della scuola e alla riorganizzazione della giustizia dopo i guasti del fascismo. È rimasto tuttavia un poco in ombra il suo apporto al pensiero politico cattolico. Queste pagine – pur tracciate a volo d’uccello e miranti soprattutto a favorire una ripresa di attenzione al pensiero di Gonella – intendono offrire un contributo alla riscoperta di una figura rimasta sino ad ora alquanto in ombra, e cioè quella di un pensatore politico attento al confronto con la modernità e nello stesso tempo impegnato nel mantenimento in vita di una tradizione di pensiero rimasta a lungo in ombra: la lezione di Tommaso d’Aquino e quella di Antonio Rosmini, a partire dalla monumentale Filosofia del Diritto di cui, già nel lontano 1934, il filosofo veronese è stato fine studioso, con una vasta e lucida ricostruzione di un pensiero che, nella sua scìa, è stato poi riscoperto nella sua complessità, nell’ambito di una sorta di Rosmini-Renaissance di cui Gonella è stato un fine, anche se non sempre riconosciuto, antesignano.
Riproporre la figura e il pensiero di Guido Gonella a quaranta anni dalla morte – sia pure nel breve spazio di una ricerca che deve misurarsi con le caratteristiche della collana in cui si inserisce – è stato un compito al quale l’autore di queste pagine si è volentieri, e non senza intensa partecipazione, accinto, completando e concludendo così un trittico
di profili [1] dedicati ad altrettanti pensatori del ricco e tormentato Novecento italiano.
Giorgio Campanini
L’autore ringrazia vivamente l’Istituto Luigi Sturzo
di Roma ed il suo Presidente, Nicola Antonetti, per avergli gentilmente consentito l'accesso al Fondo Gonella
, non ancora del tutto ordinato, depositato presso il citato Istituto.
[1] Cfr. G. Capograssi, Nuove prospettive del personalismo, Studium, Roma 2015; A. Olivetti, Il sogno di un capitalismo dal volto umano, Studium, Roma 2020, entrambe a cura dello scrivente.
PARTE PRIMA: PROFILO D’INSIEME
I. LE FONTI DEL PENSIERO POLITICO DI GONELLA
Alla base del pensiero politico di Gonella sta un insieme di sollecitazioni che da più parti gli pervennero dall’insieme del pensiero politico cattolico del Novecento [1] . Fra esse ebbe per lui particolare rilevanza – nell’ambito della tradizione di pensiero cattolica – la lezione di Alcide De Gasperi, di cui fu per molti anni stretto collaboratore e, per certi aspetti, ideale continuatore, rivestendo incarichi di particolare rilievo dagli anni della guida, come segretario politico, del partito della Democrazia Cristiana agli importanti incarichi di governo come ministro della Pubblica Istruzione prima e della Giustizia poi.
La riflessione politica di Gonella inizia con la giovanile tesi su Charles Mauras (1928), continua con l’attenzione accordata al pensiero politico di Rosmini e con gli studi dedicati a Tommaso d’Aquino, si conclude con una serie di scritti di filosofia politica e del diritto. Si delineano, di conseguenza, tre specifiche influenze su di lui esercitate: in negativo quella di Maurras, di cui nella giovanile tesi di laurea denunzia l’uso strumentale della religione; in positivo il riferimento alle tradizioni rosminiana e tomistica. Sullo sfondo rimane il suo rapporto con Jacques Maritain, essenziale punto di riferimento, nel secondo dopoguerra, del pensiero politico dei cattolici.
La pur vasta letteratura su Gonella – prevalentemente riferita, per altro, alla sua attività di partito e alla sua opera di governo – non ha sino ad ora consentito di gettare piena luce su questo insieme di influenze, circa le quali si offriranno di seguito alcune essenziali notazioni, a partire dalla individuazione di due fonti
ben esplicite e documentate – e cioè la lezione di Tommaso d’Aquino e l’eredità di Rosmini – e di una terza fonte più problematica e meno agevolmente documentabile, quella che fa riferimento al progetto di umanesimo integrale
di Jacques Maritain. Su queste tre aree di influenza
si svilupperanno alcune essenziali riflessioni, come tentativo di avvio ad una ricerca (quella, appunto, delle fonti
del pensiero di Gonella) in gran parte ancora da compiere.
1. La lezione dell’Aquinate
La frequenza dei corsi filosofici all’università cattolica del S. Cuore, nella quale si laureò nel 1928, rappresentò per Gonella un primo e fondamentale luogo di formazione. Il neotomismo di Francesco Olgiati e della sua scuola incise in profondità sul giovane studente e pose le basi di una ricerca che sfociò, come si vedrà più oltre, in una serie