Sonetti

Di Folgore da San Gimignano e Cenne de la Chitarra

Binomio celebre della poesia italiana delle origini, Folgore da San Gimignano e Cenne de la Chitarra vengono da sempre accostati per la tenzone poetica attorno alla corona dei mesi. Cantore della raffinatezza e degli svaghi gaudenti della dorata gioventù senese nell'età dei comuni il primo, il secondo gli fa giullarescamente eco con le noie e le miserie di straccioni da taverna. Un binomio di stile e di costume attuale ancora oggi; al contempo, la sonorità di una lingua ancora in grado di incantare l'orecchio. Finalmente riunita in un solo volume tutta l'opera superstite di Folgore da San Gimignano (le corone per l'armamento di un cavaliere, della settimana e dei mesi, i sonetti politici e moraleggianti, nonché quelli dubbiamente attribuitigli) e di Cenne de la Chitarra (la corona dei mesi), corredate da un prezioso apparato critico e storico.
A cura di Daniele Lucchini.

• Lingua: Italiano
• Editore: Finisterrae
• Data di uscita: 28 apr 2016
• ISBN: 9781326639341

Anteprima del libro

Colophon

Finisterrae 16

Prima volta in Finisterrae: 2008

A cura di Daniele Lucchini

In copertina: Pisanello

La visione di Sant'Eustacchio, 1436-1438 (particolare)

© 2008 Daniele Lucchini, Mantova

www.librifinisterrae.com

Tutti i diritti riservati

ISBN: 9781326639341

Epigrafe

Ben venga maggio, ben venga la rosa

che è dei poeti il fiore,

mentre la canto con la mia chitarra

brindo a Cenne e a Folgore

Francesco Guccini, Canzone dei dodici mesi

Prefazione

Generalmente, e questo volume non fa eccezione, Folgore da San Gimignano e Cenne de la Chitarra sono presentati assieme, quasi si trattasse di poeti appartenenti alla stessa scuola, se non addirittura di collaboratori. Sono in realtà autori assai diversi per stile e statura; inoltre, mentre il primo si muove in originale autonomia, l'apporto del secondo si riduce alla ripresa farsesca della celebre corona dei mesi di quello.

Non sia dunque motivo di sorpresa che, pur in un libro che porta il nome di entrambi, i versi di Cenne in realtà rivestano quasi il ruolo di appendice ai sonetti di Folgore.

Folgore da San Gimignano

Di Folgore da San Gimignano si conosce poco. Se da un lato è comunemente accettata la sua identificazione con tale Giacomo di Michele da San Gimignano, dall'altro non c'è accordo sull'origine del soprannome, nel quale un tempo si voleva leggere una sorta di riconoscimento dei contemporanei al fulgore, folgóre appunto, dei suoi versi.

Viene citato in alcuni documenti comunali tra il 1305 e il 1317; in particolare si sa che prese parte ad una battaglia contro Pistoia nel 1305 e che nel 1306 svolse servizio come vigilante presso il palazzo del comune, durante l'elezione del consiglio dei nove. Se ne può porre la data di morte tra il 1325, anno della battaglia di Altopascio, esplicitamente citata in un suo sonetto, e il 1332, anno in cui si fa già riferimento ad un suo erede.

In un altro documento è menzionato come dominus, cavaliere. Non è chiaro se lo fosse di nascita o se ne abbia ricevuto la nomina nel corso della vita; tuttavia tale condizione trova coerente riscontro nel carattere dei suoi componimenti.

La critica solitamente associa Folgore alla cosiddetta poesia comico-realista toscana, vale a dire principalmente a Cecco Angiolieri e a Rustico di Filippo. Esistono certo punti di contatto, ma non sembra corretto considerarli tutti espressione di una medesima corrente letteraria. Anche perché neppure Angiolieri e di Filippo sono necessariamente