Tornerò da te.
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Anteprima del libro
Tornerò da te. - Francesco Nespola
Ringraziamenti
Appunti
23 Febbraio 2016 ore 18:42
Assenza.
Totale assenza.
Francamente non pensavo di aprire il mio diario, cominciando dall’aspetto che più intimorisce l’uomo e la sua esistenza: la morte.
Nello stesso giorno è scomparso anche un grande filosofo: Umberto Eco. Anche se non ti conosco di persona, so che parlavi di me, bene, perché anche io ho provato a parlare di te. Posso solo lontanamente comprendere il dolore immenso che hai gettato nel cuore dei tuoi cari e soprattutto nel cuore del mio amico. Camminando per viale Romagna, mi ha pervaso un senso infinito di tristezza, accompagnato da un’emozione ancora più disarmante: il senso di impotenza. E quando hai diciannove anni, questo senso e il dolore sono ancora più atroci.
Solo una volta ho assistito alla visione del corpo di un signore deceduto che conoscevo e il mio senso di impotenza mi ha messo con le spalle al muro. Ma questa volta è diverso, è come se dietro alle spalle non avessi neanche il muro su cui appoggiarmi, solo io e nient’altro,il nulla.
Mi sono chiesto se il mondo è giusto o sbagliato, se in qualche modo tu possa esistere ancora, se la tua anima, come diceva Platone,è distinta dal tuo corpo. Io sono fermamente convinto che tu sia ancora qui con noi e ci osservi, si,tu esisti e ti sento mentre scrivo con questa mano, ti sento nella maglia madida di sudore e ti sento nel ricordo della tua assenza.
24 Febbraio 2016 ore 21:02
Esattamente quarantuno.
Quarantuno sono i giorni che mi separano dalla partenza per Windhoek.
25 Febbraio 2016 ore 18:41
Questa notte, guardando e mirando la bellezza della luna ho avuto l’ennesima conferma: io esisto. Che sia il mondo che vedo, quello che i miei sensi percepiscono o un mondo trascendentale,immaginario, un sogno, so certamente che i miei pensieri, le mie idee sono le uniche cose certe su cui faccio affidamento. Cogitoergosum
.
Questa sera solo con un paio di cuffie e il mio Mp3 mi sento esistente
. Proprio oggi alla Feltrinelli ho acquistato il cd di un mio vecchio amico e se stasera mi sento così,devo ringraziare anche lui. Le sue canzoni sono un genere di rap più dolce,malinconico e sentire il disco inedito di un tuo compaesano, forse ti fa apprezzare ancora di più la sua musica. Nel mio viaggio africano sono convinto che ti porterò con me Irama, o forse dovrei chiamarti Filippo.
3 Marzo 2016 ore 23:12
Le nuvole in cielo sembrano fatte di panna montata,così morbide e soffici come il guanciale che ho dietro la schiena. Tra pochi giorni, volerò e attraverserò quelle forme buffe ed innocue, un po’ cicciottelle, a volte l’una sopra l’altra e a volte solitarie, ma tutte sembrano aver trovato il loro spazio: l’azzurro infinito del cielo. Mi piace pensare che si sono spostate da ogni parte del mondo, magari chissà dalla Namibia, per poi arrivare fino sopra alla mia finestra. Il pomeriggio, durante il tramonto, in riva al mare, il ruggito struggente del sole riflette la luce tra le onde calme del mare. Aprendo la finestra, vedo quelle nuvole e sento l’odore di quel vento, della salsedine e del riverbero della mia San Benedetto. Adesso sono coi piedi sulla sabbia calda e ballo col vento una danza che la melodia delle onde sembra cantare.
7 Marzo 2016 ore 12:47
Quando decisi di partire per la Namibia avevo già messo da conto quello che avrebbero potuto pensare le persone che mi stavano a fianco. Appunto per questo, ho ascoltato solo me stesso e ho deciso che avrei fatto questa esperienza. L’università non sembrava più il mio spazio e così ho riflettuto per un po’ di tempo, arrivando alla conclusione di abbandonare momentaneamente gli studi. Sapevo che sarebbero arrivate da li a poco tempo solo disapprovazioni: vuoi per l’abbandono della carriera universitaria, vuoi per le situazioni politiche odierne nel mondo,vuoi per le malattie e il modo di vivere dei paesi del Terzo Mondo.
Ricordo ancora il giorno che comunicai a mio padre l’intenzione di partire. Era mezzogiorno inoltrato, poco prima di pranzo e dopo i soliti sermoni e qualche arrabbiatura di troppo, la sua ira si placò. Il suo sfogo l’avevo già messo da conto, me l’ero immaginato alcuni giorni prima e sapevo anche in parte che aveva ragione ad essere come padre, preoccupato per suo figlio. Così sentii per i restanti giorni i soliti luoghi comuni da parte di parenti e amici. Una sera, quando pensavo che ormai la notizia fosse ormai accettata, in Tv, mandarono un servizio dalla Libia sui quattro tecnici tenuti in ostaggio. La goccia che fece traboccare il vaso arrivò quando due giorni dopo fu trasmesso al telegiornale il servizio sul misterioso rapimento e poi morte di uno studente italiano in Egitto.
Queste furono le frasi più ricorrenti: E se succede anche a te?
, Se ti rapisce qualche milizia dell’Isis, oppure hai bisogno di aiuto e non puoi contare su di noi?
,Non sai muoverti a Milano e vai in Africa?
.
Ovviamente le parole furono quelle di un padre preoccupato e sapevo che dovevo discernere le raccomandazioni utili da quelle deliranti.
La situazione politica in Namibia è totalmente differente da quella del Nord Africa(Libia, Egitto in primis) e centro Africa( Nigeria, Congo ,Kenya). La Namibia si staccò dal Sudafrica nel 1990, con la lotta di indipendenza guidata dalla SWAPO, fondando Windhoek come capitale e mantenendo fino ad oggi, un reddito procapite cinque volte superiore rispetto a quelli dei paesi più poveri. A parte