Gli Occhi del Re
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Anteprima del libro
Gli Occhi del Re - Fausto Gazzetto
www.storiediverse.net
Prima del buio
(La vita non è come si vede, perché prima di riuscire a comprenderla, si dovrebbe imparare a guardarla.)
Molto tempo fa, quando voi non esistevate, quando al posto di Castel Aida c’era un giardino tanto vasto che pareva privo di confini, nel castello sulla cima della collina più alta viveva una Regina che governava su quelle terre.
Lei non aveva né figli né marito per non perdere il suo potere. Con lei Regina, tutti avevano diritto a una casa, a un pezzo di terra da coltivare, a un giardino, a una stalla dove tenere il bestiame. Con lei Regina, tutti venivano considerati alla sua pari, finché non arrivò la minaccia di un Re.
La Regina amava il suo popolo e lui lo avrebbe visto come una delle tasse da riscuotere. La Regina si accontentava di poco e lui avrebbe voluto avere tutto. La Regina voleva vivere in pace e lui fece breccia nel suo regno con l’inganno.
Il Re pretese che si inginocchiasse ai suoi piedi e lei si rifiutò. Il Re la fece frustare cento volte e lei sorrise fra il dolore. Il Re la condannò a morte e lei gli disse: «Mio povero uomo, quanto siete cieco. Non avrete mai questo regno».
Quell’affronto fu l’inizio di un racconto che a Castel Aida, la città di adesso, quella moderna, con case di cemento, palazzi, negozi e vetrine, venne tramandata da padre in figlio. Gli occhi del Re è una leggenda molto nota da quelli del posto e io ve la sto per narrare, perché in ogni storia c’è sempre della verità.
…
«Mio povero uomo» disse la Regina «quanto siete cieco. Non avrete mai questo regno».
Il Re si tirò su dal trono e urlò: «Portatela nella piazza che ora è la mia piazza e che venga ammirata dal suo popolo che ora è il mio popolo mentre il boia le taglierà la testa».
La Regina era svestita con la schiena sanguinante per le cento frustate. Il Re l’aveva amata, posseduta, tradita, svergognata e torturata. Due uomini armati di spada, punzecchiandola sulle spalle nude, la spinsero fuori dalla sala del trono, fino a condurla dove lui gli aveva ordinato di portarla.
Lei sorrise durante la marcia verso la sua fine e il Re credeva che una donna coraggiosa sarebbe stata più pericolosa del più temibile dei suoi avversari.
La Regina era amata dalla sua gente e chi la vide entrare nella piazza nuda, sporca del suo sangue, sudicia di disonore, ferita all’animo, morta a breve,