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Caccia all’uomo giusto: sempre che esista
Caccia all’uomo giusto: sempre che esista
Caccia all’uomo giusto: sempre che esista
E-book163 pagine1 ora

Caccia all’uomo giusto: sempre che esista

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Info su questo ebook

Caccia all’uomo giusto, un' analisi in chiave ironica, uno sguardo attento in chiave femminile sulle diverse tipologie di uomo. Tutte le caratteristiche dei personaggi maschili sono volutamente accentuate e colorate per farci ridere di gusto e permetterci di rivivere esperienze e situazioni in cui riconoscerci, qui amplificate fino al limite del grottesco. Un libro fresco, divertente, sintetico, ironico, intrigante, profondo. Maledettamente vero!
LinguaItaliano
EditorePINK
Data di uscita23 set 2016
ISBN9788899503086
Caccia all’uomo giusto: sempre che esista

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    Anteprima del libro

    Caccia all’uomo giusto - Alessandra Tonelli

    Questo libro è dedicato

    a tutte le persone che conosco.

    Sono grata agli amici

    che mi hanno aiutata,

    leggendo le varie fasi

    di stesura del libro e che,

    come Isabella,

    mi hanno dato preziosi consigli.

    In particolare ringrazio

    Maurizio Noto,

    amico generoso,

    sempre disposto a condividere

    la sua grande esperienza,

    che, con la sua spiccata sensibilità,

    mi ha assistita negli aspetti

    più strettamente legati allo sviluppo

    delle varie tipologie/personalità uomo.

    Caccia all’uomo giusto

    (ammesso che esista)

    vuole essere un manuale rapido,

    scritto con il giusto senso dell’umorismo.

    Grazie a tutti coloro

    che hanno creduto

    in quest’impresa e,

    soprattutto,

    a tutti gli uomini

    che ho avuto

    la fortuna di conoscere.

    A Filippo Gabriele

    mio socio e compagno sul lavoro

    e amico paziente

    Barbara Fabbroni

    Introduzione

    Ci sono incontri nella vita che si perdono nella notte dei tempi senza lasciare un’emozione, un ricordo, un segno significativo.

    A volte, accade che conosci casualmente una persona. Ti lasci avvolgere dal suo sguardo. Assapori la sua modalità di porsi in relazione con l’altro. Ascolti con partecipazione le sue parole. Osservi l’insieme del suo esserci sentendoti a casa. Entri nel suo spazio relazionale accorgendoti che in lei c’è un mondo tutto da scoprire.

    Così è stato per me l’incontro con Alessandra.

    Un incontro casuale. Denso di mondo, di spazio. Racchiuso in una declinazione emozionale tutta da scoprire.

    Le parole in musica di Biagio Antonacci sembrano scritte per lei:

    Vai Alessandra che sei grande che sei libera

    (…) sicura di te stessa...

    Un amore ogni giorno più importante

    inaspettato ma voluto

    fa dimenticare le solite paure e la tua vita,

    sì, per te resta l’esame più grande

    la tua vita lo sai, lo sai, lo sai...

    e gli esami lo sai, lo sai,

    non finiscono mai

    (Biagio Antonacci, Alessandra)

    Alessandra è una donna libera. Sicura di sé. Fiera del suo essere donna.

    Ricca in esperienze. Densa di creatività. Accogliente. Simpatica. Appassionante. Interessante.

    La sua vita è un manuale di conoscenza ed esperienza. È un libro dell’esistenza, dove attingere spunti significativi di riflessione.

    Tutto questo e molto altro ancora si ritrova nel suo lavoro.

    Un lavoro, il suo, che mi ha fatto divertire e al tempo stesso pensare. Ha stimolato in me ricordi, pensieri, emozioni, vissuti persi nel cassetto della memoria. Mi ha fatto rivivere il senso del naufragio che ho provato quando persa nell’ebrezza dell’amore m’illudevo di aver incontrato la persona giusta. Quando mi raccontavo che quello era davvero l’amore. Invece, poi scoprivo che non poteva esserci che il nulla.

    Il suo lavoro è fresco. Divertente. Sintetico. Ironico. Profondo. Maledettamente vero!

    Narra la declinazione maschile in tutte le sue sfaccettature offrendo un palcoscenico di meravigliose scoperte e intense consapevolezze. È un dipinto della natura umana maschile senza censure. È la tela dove molte volte le donne sono intrappolate o decidono per un loro tornaconto consapevole d’intrappolarsi.

    All’epilogo di tutto si trova solo una moltitudine di solitudini che si scontrano tra di loro nell’incessante ricerca di un porto dove attraccare la propria zattera di rottami legati insieme da funi stremate dalle dolorose esperienze della vita.

    Non voglio dilungarmi ancora. Sono sicura che leggere l’opera di Alessandra potrà aprire una finestra sul mondo maschile interessante e perché no protettiva.

    Grazie Alessandra per questo tuo lavoro. Sono onorata di aver fatto l’introduzione e di aver avuto la possibilità di incontrarti.

    Così per iniziare

    Gli unici modi per fuggire dalla vita sono la pazzia e l’ironia

    (L. Pirandello)

    Giudicare, anche se con ironia, non è lo scopo della mia vita.

    Sono romantica. Piango guardando i vecchi film. Amo gli animali. Sono facile preda di ogni mendicante che incontro per strada. Mi commuovo difronte a un tramonto. Osservo la vita innamorandomi di ogni esperienza che attraverso. Ci sono stati e ci sono momenti difficili … poi guardo il mondo. Penso alla mia vita. Sorrido. Mi sento fortunata.

    Se mi avessero detto, anni fa, che sarei stata capace di osservare un altro essere umano, catturandone sia le caratteristiche sia le manie, gli avrei dato del visionario. Ho scoperto, con sorpresa, di saper cogliere i particolari che fanno la differenza e rendono unica ogni persona.

    La vita riserva molte sorprese.

    Tra le tante, una ha promosso in me la consapevolezza e la graduale scoperta della mia indole, delle mie risorse, delle mie qualità e capacità.

    Permettetemi di fare un tuffo nel passato, in una sera dove la mia innocenza ha vissuto i suoi ultimi, intensi, tumultuosi attimi di esistenza.

    In una tipica sera d’estate, mi sono accorta dell’innata curiosità che mi porta a ironizzare sugli aspetti caratteriali dei miei amici, che, con simpatia amicale, ho, poi, diviso in tipologie.

    Le tante persone che conosco sono rappresentate nel mio immaginario da alcune significative caratteristiche fisiche e caratteriali. La tipologia che sboccia nella mia mente ne rappresenta la caricatura umoristica. Ciascun individuo diviene un personaggio, unico e al tempo stesso ironico, che narrerò in questo lavoro, esagerandone l’immagine in modo surreale, giocoso e comico.

    Appartengo a quella che viene definita alta società.

    Gli amici mi ritengono una persona di mondo. Etichetta che detesto perché propone di me un’immagine vuota. Un’esistenza di privilegiate frivolezze. Di sfarzosi ricevimenti. Di abiti griffati. Di costosi quanto vuoti sorrisi.

    Amerei essere definita un pilastro della società.

    Penserete: presuntuosa.

    Vi rispondo: anche no! So chi sono e quanto ho lavorato per giungere dove sono adesso.

    Ho sempre creato eventi. Ricevimenti. Relazioni. Atmosfere.

    Sono capace di distinguere gli amici veri e autentici da quelli che mi usano solo per crearsi un’immagine. Mi sono sempre tenuta alla larga dalle persone che come vampiri succhiano ogni più piccola goccia di sangue solo per la sete del loro successo.

    Agli eventi più glamour le frasi sono sempre le stesse. Scontate, prive di emozione, cementate in un cliché ormai incarcerato dal tempo.

    Felice di vedervi

    Grazie per essere venuti

    Che meraviglia! Ti trovo fantastica

    Ma che stupenda che sei!

    Sei unicamente unica

    Nessuno si sofferma a parlare seriamente.

    Ognuno arroccato nella propria immagine da mostrare.

    Fasciato nell’ultimo abito alla moda. Con l’ultima scarpa glamour, rigorosamente Filippo Gabriele da mostrare come se fosse un cimelio di battaglia. Sfoggiano un’aria da siamo i Re del mondo. Poi, scavando, troviamo un mare in tempesta.

    Come scrive L. Pirandello questa sera si recita a soggetto qui in questo mondo ogni volta si recita a soggetto.

    C’è da chiedersi: qual è il vero soggetto?

    Oppure sono tutti naufragati in un’oggettività nullificante imbevuta di possibilità?

    Uno, nessuno e centomila (L. Pirandello) dove sta la persona?

    Chi incontra chi?

    Si intravedono tanti soggetti sparsi che creano un mondo surrogato e finto. Un’atmosfera sfuggente. Un ambiente inafferrabile.

    Non ho figli.

    Li avrei voluti? Non lo so. Non li ho avuti. Per scelta. Per destino. Perché la vita ha scelto. Si! Perché la vita a volte sceglie per te!

    I miei cari amici sono la mia famiglia, non li ho mai abbandonati nel momento del bisogno così come loro sono presenti nei miei momenti faticosi.

    Sin da bambina ho imparato che, l’unione fa la forza, così mi ha insegnato mio padre.

    Solo Dio sa se siamo leali, mi ricordava ogni volta che accadeva qualcosa.

    Ben sappiamo che il padre, nell’immaginario collettivo femminile rappresenta un punto essenziale di riflessione e introiezione. Per noi donne, la figura del padre, è elemento essenziale per la nostra vita.

    Ringrazio mio padre per il suo impegno di genitore attento e partecipe alla mia vita.

    Non ricordo rimproveri.

    Rafforzava con affetto e attenzione i pregi del mio carattere, stimolando le mie decisioni di bambina.

    Mi faceva sentire importante e orgogliosa.

    Mio padre era un uomo buono. Disponibile verso i miei bisogni. Paziente e al tempo stesso allegro.

    Nella sua particolare modalità di esserci comprendevo quanto mi adorava. Per lui sono stata e sono qualcosa di importante. Di unico. Di essenziale.

    Per una bambina è gratificante ricevere la conferma di essere amati sopra ogni cosa. Mio padre mi amava e mi ha insegnato ad amare la vita in tutte le sue declinazioni.

    Ci sono momenti, lungo tutto il sentiero della vita, che restano impressi nella memoria. Non perché siano particolarmente memorabili. Semplicemente perché c’è inciso il proprio destino.

    Voglio raccontarvi un aneddoto conducendovi

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