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101 modi per far soffrire gli uomini
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101 modi per far soffrire gli uomini
E-book266 pagine2 ore

101 modi per far soffrire gli uomini

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Info su questo ebook

Siate stronze. Siate cattive. Siate spietate.

Consigli pratici, trucchi e tecniche per riuscire a farlo soffrire

Prima regola del Fight Club: non dimenticare, mai!

Le donne troppo spesso dimenticano che il maschio è un animale imperfetto e che, anche quando è innamorato, tradisce, ferisce e ha sempre qualcosa da farsi perdonare. Qualsiasi donna ricorda, nel suo passato sentimentale, almeno una ferita da parte di un uomo e avrà desiderato, anche solo per pochi attimi, ricambiare il favore. Non basta essere stronze. Bisogna imparare a essere cattive. Questo manuale vuole dare una risposta alla sete di vendetta della femmina ferita, attraverso consigli pratici, tecniche utili e qualche trucco poco educato per riuscire a farlo soffrire, colpendolo là dove fa più male in 101 modi crudeli e spietati, ma meritati.


Daniela Farnese
è nata a Napoli e vive tra Milano e Padova. Lavora da anni come organizzatrice di eventi e collabora con agenzie di comunicazione, enti culturali, riviste, radio e TV. Dal 2003 cura il seguitissimo blog www.dottoressadania.it, in cui parla di satira, sesso, libertinaggio e amore. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 modi per far soffrire gli uomini e i bestseller Via Chanel N°5 e I love Chanel.
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788854162648
101 modi per far soffrire gli uomini

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    101 modi per far soffrire gli uomini - Daniela Farnese

    PARTE PRIMA

    Farli soffrire

    per conquistarli

    1. Prima regola del Fight Club: non dimenticare mai

    La più grande arma di difesa – oltre che il più basilare strumento di tortura – che la donna possiede è la memoria.

    A differenza degli uomini, che generalmente tendono con più facilità a dimenticare dettagli, date, episodi, sensazioni e che fanno di questa tendenza all’oblio un comodo – e paraculo – alibi per sottrarsi al confronto, noi femmine registriamo con dovizia di particolari ogni momento, soprattutto quelli passati con lui.

    Il maschio possiede una particolare memoria selettiva, che riesce a catalogare perfettamente gli ultimi rapporti sessuali (migliorando, stranamente, nel ricordo le sue prestazioni), ma che rimuove spesso le volte che ci ha maltrattato o ci ha fatto sentire rifiutate. A noi donne resta il compito di memorizzare tutto, comprese le sciocchezze.

    Questo hard disk tanto efficiente inserito nel nostro cervello, che archivia gli attimi felici e, soprattutto, quelli infelici, ci permette, fin dall’inizio di una relazione, di registrare le mosse dell’avversario, di conoscerlo e di controllarlo.

    Ogni volta che un uomo ci ferisce, che è disattento nei nostri riguardi, che ci tratta male o ci umilia, noi memorizziamo tutto e, con il classico masochismo che contraddistingue il genere femminile, riviviamo il momento nella nostra testa ripetutamente. Per quanto il maschio si sforzi di comportarsi bene, ogni volta che commetterà un nuovo sbaglio tutti i ricordi dei suoi errori precedenti torneranno a galla.

    Anche quando, nella nostra infinita bontà, decidiamo di passare sopra alle difficoltà, alle piccole cattiverie o alle involontarie angherie alle quali l’uomo ci sottopone, non significa che dimenticheremo quello che ci ha fatto (sebbene ci piaccia illuderlo con frasi a effetto come Tranquillo, caro, dimentichiamo tutto, alle quali chiunque frequenti le donne, bambini compresi, non riuscirebbe più a credere), ma semplicemente che inseriremo tutto nel fascicolo mentale che porta il suo nome, pronte a tirarlo fuori nel momento del giudizio, quando, raggiunto il limite di sopportazione, trascineremo l’uomo davanti alla severa corte che dovrà condannarlo, composta dal nostro cuore, dal nostro orgoglio, dal nostro cervello e dalle nostre più feroci migliori amiche.

    Non dimenticare mai un torto subito da un maschio è la prima regola per sopravvivere alle future sofferenze che ci procurerà ed è il modo più semplice per riuscire a complicare la sua vita. Dobbiamo imparare a memorizzare tutto, da subito, ad accantonare le cose brutte per andare avanti e a tirarle fuori per colpire, quando diventerà necessario.

    La tecnologia ci è di grande aiuto nel difficile lavoro di archiviazione e futuro rimprovero delle colpe di lui. Conservare email, SMS e chat potrebbe rivelarsi utile quando lui, nel suo tentativo di difesa, negherà anche l’evidenza e proverà a convincerci che abbiamo frainteso o che ricordiamo male.

    Rinfacciare il passato con precisione e dovizia di particolari renderà superflua qualsiasi pretesa o giustificazione di lui e lo costringerà a patetici arrampicamenti sugli specchi, dai quali non uscirà indenne, salvo che non vi siate accoppiate con l’Uomo Ragno.

    2. Regina senza bisogno di re

    La priorità di ogni donna dovrebbe essere diventare il centro del proprio mondo.

    Ogni volta che iniziamo una nuova relazione o quando decidiamo che è ora di cambiare una storia che dura da tempo e che comincia a sgretolarsi, dovremmo riflettere su cosa desideriamo dalla nostra vita e dal nostro compagno, e su come cambiare le cose per soddisfare i nostri bisogni ed esaudire i nostri desideri.

    Eppure, nonostante i buoni propositi, finiamo molto spesso per assegnare agli uomini il ruolo dei re della nostra esistenza, rinunciando alla centralità e attribuendo loro un potere che non meritano, oltre alla convinzione di essere la parte forte della coppia.

    Una volta concesso il trono al maschio, sarà molto difficile spodestarlo. Per riuscire a fare schiodare le sue natiche, sode o flaccide, dallo scranno saranno necessarie rivoluzioni e lunghe battaglie. È quindi preferibile, all’inizio di una storia, chiarire subito che nel nostro regno comanda una donna e che lui potrà ambire, al massimo, al ruolo di principe consorte.

    Una buona tecnica per conquistare un maschio e per evitare che inizi troppo presto ad assecondare la sua natura imperfetta e a sbagliare nei nostri confronti è riuscire a dimostrargli di essere indipendenti e di ritenerci le sovrane assolute della nostra esistenza.

    Nulla tende a ingrossarsi enormemente e a sproposito in un uomo quanto il suo ego (ed è inutile dilungarci sull’amara e ironica sofferenza che procura a ognuna di noi una verità del genere) e bisogna fin da subito ridurre le occasioni per fargli credere di essere indispensabile.

    Gli uomini, anche i più duri, crollano di fronte alla consapevolezza che possiamo vivere benissimo senza di loro e tendono a inseguire le donne che non li vogliono, cosa che, del resto, facciamo anche noi con gli uomini che ci rifiutano, e questo dovrebbe far riflettere sui limiti dell’evoluzione della nostra specie e sul nostro cammino ineluttabile verso l’estinzione.

    Che il nostro obiettivo sia conquistare un maschio o punirlo, dobbiamo sempre rapportarci a lui come se la nostra vita fosse già perfetta stando da sole, e fargli capire che lo spazio che gli concediamo nelle nostre giornate è un’elargizione generosa che forse nemmeno merita. Come le migliori sovrane, però, dobbiamo ogni tanto lusingare il nostro cavaliere con qualche moina, dobbiamo alternare l’indipendenza all’attrazione, per non rischiare che vada a fare la posta al castello di un’altra (a meno che il nostro obiettivo non sia togliercelo dalle scatole per sempre).

    Dimostrarci libere e autonome è uno dei modi più classici per ferire un uomo, soprattutto nel suo orgoglio, ed è un ottimo allenamento per riuscire ad affrontare le difficoltà della vita, anche quelle rare non causate da esseri di sesso maschile.

    Come negli scacchi, nei quali la regina è il pezzo più potente perché gode della mobilità maggiore, dobbiamo imparare a giocare bene le nostre mosse, dominare la scacchiera, fare strage di pedine, alfieri e cavalli e, con abilità regale, terminare con uno scacco matto al nostro re.

    3. La parsimonia del perdono

    L’elargizione del perdono, attività nobilissima e caritatevole, richiede grossa bontà d’animo, grande controllo della propria rabbia, la fede in una futura giustizia divina e, soprattutto, che colui da perdonare meriti tale generosità.

    La frequentazione con un uomo ci metterà di frequente di fronte al bivio morale di scegliere tra risentimento e indulgenza.

    Sebbene spesso inclini a passare sopra i torti subiti, concedendo una seconda (e poi terza e quarta e quinta…) possibilità all’uomo che ci ha ferite, quasi sempre per pigrizia, indolenza o perché convinte che si penta da solo del suo errore e torni sulla retta via, dovremmo riuscire a centellinare il perdono, valutando sempre accuratamente quando è il caso di concedere la grazia o quando, invece, l’indulto peggiorerebbe la nostra situazione e permetterebbe al reo di ripetere ancora e ancora i suoi errori.

    Essere troppo tolleranti e permissive, soprattutto all’inizio di una relazione, creerà degli sgradevoli precedenti e darà il pretesto a lui per esigere che continuiamo a chiudere un occhio anche per i suoi sbagli successivi.

    Dobbiamo considerare la nostra severità nell’infliggere condanne come una punizione correttiva. Se perdonassimo troppo e spesso, non riusciremmo a educare il nostro maschio a essere una persona migliore e procureremmo un danno a tutta la società.

    Infatti, quando arriverà il momento di sbarazzarci di lui, ormai stanche dei suoi difetti e delle sue colpe, rimetteremo in circolazione un maschio sbagliato, che ferirà le donne che entreranno in contatto con lui, le quali dovranno decidere a loro volta se punire o meno i suoi abusi, entrando in un circolo vizioso senza fine.

    Usare con estrema parsimonia il perdono aiuta a migliorare la specie.

    Quando il maschio sarà diventato migliore potrà ambire, ogni tanto, a un condono.

    Il perdono è un regalo che l’uomo deve meritare e, se a volte è comodo lasciare che la vita scorra tranquilla ignorando quello che ci è stato fatto, è consigliabile, di tanto in tanto, condannare anche le sciocchezze, per tenere sempre ritte le sue antenne e disincentivarne la recidiva.

    Riuscire a dosare il perdono alla legge del taglione (principio di diritto che, sappiamo, prevede di infliggere all’offensore una pena uguale all’offesa ricevuta e che, quindi, si adatta perfettamente allo spirito della relazione sentimentale uomo-donna), oltre ad avvicinarci alla divinità e a titillare i nostri deliri megalomani, ci conferirà un estremo potere e ci aiuterà a controllare il nostro partner e a prenderlo sempre alla sprovvista.

    Dimentichiamo lo sciocco proverbio che recitava che la miglior vendetta è il perdono.

    Le nostre nonne lo ripetevano sconsolate e un po’ disilluse solo perché rassegnate all’idea di non poter ferire i loro uomini come avrebbero voluto.

    Il perdono non è una vendetta o, per lo meno, non è una vendetta divertente né appagante.

    Se proprio dobbiamo ferire un uomo, facciamo almeno in modo che la sua sofferenza ci procuri un po’ di soddisfazione!

    4. Lupo travestito da agnellino

    Gli uomini si innamorano delle stronze. È una verità che, nonostante le dovute eccezioni di uomini che si innamorano delle belle, uomini che si innamorano delle ricche e uomini che si innamorano delle libertine, resta tuttora inconfutata.

    È altrettanto vero, però, che gli uomini sono terrorizzati dalle streghe e mostrarci troppo cattive farà scappare qualsiasi potenziale amante a gambe levate.

    Tutte le piccole torture e sevizie inflitte a un maschio per farlo cadere nella nostra trappola seduttiva e farlo diventare il nostro partner devono sempre essere mimetizzate e mascherate da lusinghe e da moine.

    Non dobbiamo mai dimostrarci troppo aggressive nei confronti di un uomo, salvo che l’aggressività non faccia parte del nostro carattere o sia una prerogativa del nostro rituale di adescamento (se vi ritrovate vestite di latex e con una frusta in mano in un club BDSM, siete certamente autorizzate a comportarvi in maniera prepotente e violenta).

    L’uomo è come una tigre rinchiusa nella gabbia di uno zoo: ruggisce non per spaventare, ma perché è spaventato. Per riuscire a portare a casa questo grosso micione e educarlo a non fare troppi danni nel nostro salotto e nella nostra vita, dobbiamo mascherare la nostra irruenza e fingerci più amorevoli e buone di quello che in realtà siamo.

    Tutti i nostri intenti punitivi, siano essi preventivi o correttivi, devono essere celati il più possibile dietro una parvenza di gentilezza e dolcezza. Il maschio, anche se consapevole di avere di fronte un osso duro, deve credere di essere una parte attiva e forte della coppia, di poter ottenere il comando della situazione, una volta domato – oh, povero illuso! – il nostro spirito da guerriere.

    Mostrarci stronze è una cosa che ci farà guadagnare il suo interesse, perché si sentirà sfidato a conquistarci e, anche se soffrirà per il nostro iniziale disinteresse, non si sentirà inadeguato e continuerà a provarci, anche dopo qualche due di picche.

    Il nostro lato cattivo, invece, è qualcosa che dobbiamo nascondere, come una seconda identità da supereroine. Ogni volta che sarà necessario usare polso e cattiveria per ferire il nostro uomo, dovremo trasformarci in Superwoman, rintanandoci in una cabina telefonica per indossare tutina e mantello.

    Fingendoci più fragili di quello che siamo in realtà, riusciremo non solo a controllare meglio le sue mosse, ma anche a farlo sentire spiazzato quando attaccheremo.

    Senza contare che mostrare il nostro lato più debole e docile in pubblico, a tutti gli amici e conoscenti, tenderà a far cadere le colpe di ogni futuro dissapore su di lui e ci aiuterà a trovare facili alleati quando verrà il momento di farlo soffrire. Nessuno riuscirebbe a dare ragione a un maschio che fa patire una donna carina e gentile.

    All’inizio di ogni relazione, dunque, le donne graziose e mansuete dovranno allenare il loro lupo interiore, mentre quelle più impetuose dovranno coltivare la facciata da agnellino.

    La cosa importante è riuscire a far avvicinare la nostra preda-uomo il più possibile e a fare in modo che non abbia paura di noi.

    Solo a distanze molto ravvicinate sarà più facile azzannarlo al collo.

    5. L’esercito e gli alleati

    Prima di iniziare la nostra battaglia per la conquista e il predominio dell’uomo dei sogni, dobbiamo organizzare ed equipaggiare il nostro esercito e scegliere i migliori alleati che possano aiutarci nell’ardua impresa.

    Far soffrire un uomo per farlo cadere ai nostri piedi è un’attività che può essere svolta in solitaria o che può coinvolgere altri attori e comparse che fanno parte della nostra vita. Far partecipare altre persone alla guerra contro il maschio darà risultati più soddisfacenti e ci divertirà molto di più.

    Per essere sicure di trionfare, però, bisognerà valutare sempre attentamente a chi affidare alcune missioni e a chi confidare le nostre intenzioni, per non rischiare di rovinare l’effetto sorpresa e perdere come in una brutta partita di RisiKo.

    Le migliori sostenitrici nei combattimenti per la conquista di un ragazzo, nonché le migliori sparring partner durante l’allenamento per diventare stronze, sono le amiche.

    Le amiche più fidate sono di sicuro le alleate più preziose che possiamo avere: ci reggono il gioco, ci fanno da spalla, ci danno coraggio e riescono con più lucidità di noi ad analizzare e a capire l’uomo che abbiamo di fronte, perché meno coinvolte (fatta eccezione per quelle che, invece, si lasciano coinvolgere troppo, entrano in competizione con noi e riescono anche a fregarci l’uomo, per le quali varrebbe forse la pena di scrivere un manuale ad hoc su come far patire loro le pene dell’inferno).

    Avere almeno un’amica a conoscenza delle nostre intenzioni e delle nostre attività ci aiuterà a pianificare, a confrontarci, a tirarci su il morale dopo le piccole sconfitte e a festeggiare le vittorie.

    Una mossa da grande stratega sarebbe riuscire ad allearsi anche con qualche amica o amico di lui, riuscendo a mettere in piedi una rete di controspionaggio che possa farci anticipare le sue mosse e fregarlo, prima che riesca a farlo lui.

    Entrare nelle simpatie delle persone a lui care sarà il nostro cavallo di Troia: ci darà una maggiore capacità di penetrare nella sua vita e nelle sue abitudini, ci concederà grosso controllo sulle sue attività, ci svelerà più facilmente le sue debolezze.

    Altri preziosi alleati che potrebbero essere utili in battaglia sono i fratelli, le sorelle, i colleghi, i cognati, i genitori, i figli, i baristi, l’avvocato e le amanti.

    Bisogna iniziare subdolamente a circuire tutte le persone che entrano in contatto con il nostro compagno fin dall’inizio della relazione, perché non possiamo sapere quando e come tali persone ci torneranno utili per dargli una bella raddrizzata.

    E bisognerebbe imparare ad andare d’accordo, il più possibile, anche con i suoceri, per evitare di ritrovarci, nel momento più caldo del conflitto, ad avere troppi nemici da gestire.

    Allearci con le persone giuste, oltre a farci vincere i combattimenti più duri, ci aiuterà a superare più in fretta gli inevitabili momenti di crisi e a delegare, quando necessario, alcuni lavoretti sporchi, costruendo così uno degli alibi più machiavellici delle guerre sentimentali, il Non sono stata io!.

    6. «Come hai detto che ti chiami?»

    Dopo aver preparato lo spirito, l’armatura, il terreno e l’esercito alla lotta, possiamo addentrarci nel vivo delle tecniche per procurare sofferenza immediata all’uomo e riuscire a conquistarlo.

    A differenza dell’altro sesso che, una volta adocchiata la ragazza oggetto del desiderio, viene spinto dagli ormoni e dall’istinto nel suo pavoneggiante balletto di seduzione, in cui sfodererà le sue tecniche migliori, che possono ridursi a:

    • vantarsi del suo aspetto fisico e delle sue prestazioni;

    • vantarsi della sua cultura e intelligenza;

    • vantarsi dei suoi soldi e della sua posizione professionale.

    Noi donne tendiamo a immaginare, con una velocità cerebrale spaventosa, l’uomo oggetto del desiderio già all’interno di alcune scene della nostra vita.

    Nell’esatto momento in cui posiamo gli occhi su un bel ragazzo o su un affascinante signore che desideriamo circuire, grazie alla particolare conformazione del cervello femminile che non riesce a produrre un solo pensiero alla volta, saremo già perfettamente in grado di immaginarlo contemporaneamente durante il primo bacio, a letto coinvolto nel più focoso degli amplessi, a cena il giorno dell’anniversario, al cinema mentre ci abbraccia ecc.

    Ogni primo contatto con un maschio appetibile, a prescindere dal ruolo che avrà nella nostra vita, sia esso un animale da letto, il nostro migliore amico o l’idraulico, produce una serie di pensieri inconsci che si riassumono nel concetto di come sarebbe se.

    Pur essendo qualcosa che a noi femmine viene istintivo fare, a prescindere dalle qualità del maschio oggetto del pensiero (stesso istinto che ci spinge a lamentarci dei chili di troppo, anche quando non ci sono), se gli uomini intuissero l’esistenza di questo meccanismo mentale l’aumento già smisurato e fuori luogo del loro ego renderebbe difficile la vita al resto degli esseri viventi.

    Per questo motivo, ogni volta che incontriamo un uomo che potrebbe essere il partner giusto, per fare in modo che continui a rincorrerci per conquistarci, dopo aver valutato che nella nostra pellicola mentale viene bene e che sia effettivamente interessato a noi, è sempre importante dimostrargli di non avergli

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