I_sole: Così ha inizio la vita. Da una mancanza.
()
Info su questo ebook
Gabriella Romano (Piano di Sorrento,1960) vive fino all’età di quattro anni in Africa. Annusa da subito il profumo stimolante della differenza. Raggiunta la maggiore età, l’obbligo familiare a spostarsi di continuo a causa del lavoro paterno, si trasforma in passione per il viaggio. é in cerca di un luogo cui appartenere per affinità. Nel 1981 scopre il fascino dell’Andalusia. A Siviglia comincia a scrivere, sollecitata dalla bellezza sensuale e inafferrabile di quella città. Torna nel 1987 a Roma. Conosce e abbraccia il Buddismo. Riaffiora l’amore per la scrittura, coltivato fin da bambina, quasi fosse la realizzazione del suo essere. Madre di due splendidi figli, vive e lavora attualmente a Roma guidata dal desiderio di produrre gioia per sé e per gli altri.
Correlato a I_sole
Ebook correlati
Le fermate dell'anima Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl miele dei giovani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAntilibbro: Amar(e)Cord(e) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNata nel cuore di una festa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Vita Comunque Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniKarma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCaccia all’uomo giusto: sempre che esista Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl romanzo della fanciulla: Racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI quindici d’età - Amore a marzo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEpilessia autobiografica: Poesie e racconti autobiografici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe mie vie senza tempo. Una voce libera per un'epoca che cambia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Sentimento Della Vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTu mi completi, Poeta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBattiti d'Aprile Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa grande avventura: Le rime di una vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCompagna luna Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Vandalica: Atti Poetici In Luoghi Pubblici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Tensione Di Eva Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa ragazza dal basco rosso Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa casa della domenica Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl sogno dell'isola Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome fiori sull'asfalto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl drago e la Sfinge Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa più bella realtà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuel meglio che uccide Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSono Sbagliata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCercando... Intimamente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMemorie di un' anima smarrita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCollezioni di cielo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMondi paralleli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Narrativa generale per voi
Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutto Sherlock Holmes Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Le affinità elettive Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Ulisse Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tutti i romanzi e i racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Faust Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAlla ricerca del tempo perduto Valutazione: 5 su 5 stelle5/5L'idiota Valutazione: 4 su 5 stelle4/5I promessi sposi Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La mia vendetta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI demoni Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La tomba e altri racconti dell'incubo Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Il ritorno di Sherlock Holmes Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFiabe della Sardegna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBiografia di Giuseppe Garibaldi Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Le undicimila verghe. Il manifesto dell'erotismo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa luna e i falò Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutte le fiabe Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Madame Bovary e Tre racconti Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Tradizioni di famiglia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLotta fra titani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa metamorfosi e tutti i racconti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Divina Commedia: edizione annotata Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Liberati della brava bambina: Otto storie per fiorire Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiallo siciliano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniConfessioni di un prof Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTutti i romanzi, le novelle e il teatro Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Il maestro e Margherita Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Racconti dell'età del jazz Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su I_sole
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
I_sole - Gabriella Romano
zen]
"La semplicità non è il risultato di una difficoltà evitata, ma il frutto di una difficoltà risolta"
[Italo Calvino]
La s-commessa
A Teresa non era mai importato di vivere in un luogo piuttosto che in un altro. A patto che fosse inondato di luce. Si vantava di essere libera da quel tipo di condizionamento. Che fosse centro o periferia, paesetto o metropoli, strada affollata o deserta, questo o quel paese del mondo. Si dichiarava priva di discernimento in materia topografica. Diceva che era per via del suo prolungato vagare, dei tanti traslochi, cambiamenti climatici, modi di vivere, vicini di casa, portieri, compagni di banco. Quanti primi giorni di scuola! Quante stanzette dai muri deserti da riempire con l’anima! Ogni volta si faceva coraggio pensando Questa sarà per sempre
. E puntualmente la vita la smentiva. Trascinandola altrove, in un’altra stanza-forse-per-sempre. A volte si ritrovava a fare sforzi inauditi per abbinare i volti delle persone ai luoghi ove le aveva conosciute. C’era una sorta di disconnessione nella capacità di associare tanta umanità ai molti posti in cui era vissuta. Non appartenere a nessun luogo era la sua esclusiva possibilità abitativa. Essere sola, l’unica condizione esistenziale che concepiva. Giacché la non appartenenza ai luoghi si era ovviamente estesa alle persone. Non sentirsi nessuno in nessun luogo era l’unica maniera di vivere prevista dalla sua volontà. Quella per cui era stata addestrata.
Era vissuta ovunque, in ben tre continenti: Europa, Africa, America. Il lavoro di suo padre l’aveva resa nomade. Lui era così appassionato al suo mestiere e così convincente che per lei era sempre una festa quando lo vedeva tornare annunciando a tutti la sua nuova destinazione. La scena si ripeteva sempre uguale: lui entusiasta e pieno di sé per il nuovo, lusinghiero incarico di responsabilità, pioniere in ogni luogo. Mentre parlava, era già lì con la mente. Lei si arrendeva senza remore al suo fascino e lo guardava come si guarda un eroe in procinto di affrontare il prossimo drago. Sua madre alzava gli occhi al cielo e assumeva l’aria della martire perché mancava del coraggio per riconoscere che quei continui cambiamenti di programma facevano bene anche a lei. Troppo impegnata a fare finta di essere quella che non era. I fratelli erano sempre un po’ spaventati, ma col passare del tempo impararono a reagire con una punta di salvifica indifferenza. Modi in apparenza diversi di sopportare uno stesso dolore. Non essere visti e riconosciuti.
Adattarsi alle circostanze di vita è risorsa preziosa della specie umana e animale. A volte però, negli umani, si trasforma in rinuncia e dimenticanza dei propri desideri. Si perde la voglia di cambiare nel tanto cambiare. E’ come un’anestesia perenne. Una condizione mai mortale del tutto, mai vitale fino in fondo.
Così i suoi fratelli si lasciavano portare, sua madre giocava a fare l’infelice moglie del giovane uomo pieno di speranze. Teresa lo seguiva indomita nella sua inarrestabile marcia verso la successiva meta.
Lui procedeva a tre passi da tutti urlando: «Chi mi ama mi segua!».
E lo amavano sempre.
Tanto sarebbe andato comunque. Anche senza di loro.
Così lei apprese l’arte del conformarsi, nella sua forma più subdola e seduttiva. Ma apprese anche l’arte del gioire dell’altrui gioia, che molte volte le risultò utile e fu utile agli altri. E poi faceva bene alla sua vita cogliere sempre l’aspetto positivo delle cose. In alcune occasioni rese la sua esistenza sopportabile in circostanze del tutto avverse.
Ma la luce! Guai se il qualunque posto dove si ritrovava a trascorrere i suoi giorni mancava di quell’elemento. Su questo non aveva dubbi. Sul resto poteva anche chiudere un occhio. L’importante era che, nel riaprirlo, ci fosse l’onda di luce.
Lavorava in un grande magazzino. Abbigliamento Donna. Reparto Accessori
.
Vivere (perché praticamente ci viveva) in un negozio era come abitare in un acquario. Lei, pesciolino, tra l’altro fuor d’acqua, dentro quel gran contenitore cui tutti avevano libero accesso per guardare, girare, portarsi via cose, nascondere carte di caramelle o bicchieri usati e ancora pieni di liquidi sugli espositori, appiccicare irremovibili gomme da masticare sotto le mensole, mettere fuori posto ciò che lei ogni giorno e più volte al giorno riordinava diligentemente seguendo categorie di colore, stile, dimensioni, forme, funzioni d’uso e stagionalità.
«Posso aiutarla?»
«No, sto solo dando un’occhiata».
Questo era per lei il dialogo più frequente e più odioso tra i vari, demenziali approcci con quegli umani in cerca di non so che. Seguivano nell’ordine:
«Dove sono questo e quello?»
«Il bagno per favore?»
«Potrebbe fare un annuncio? Ho perso il mio bambino».
Ogni volta rispondeva prima con uno sguardo incredulo. Mai nessuno che si degnasse di introdurre la domanda con un gentile, niente affatto banale: «Buon giorno, mi scusi».
L’educazione! Altro bene prezioso e mal distribuito per il genere umano.
Successivamente, vinto lo sgomento per la rinnovata costatazione dell’altrui ignoranza, schiudeva le labbra in un sorriso disarmante ma anche fuorviante nel caso in cui l’avventore del momento avesse provato un improvviso, insperato rimorso per la propria malcreanza. Rispondeva con perizia e cortesia e accompagnava con lo sguardo il cliente che le si era affidato come unico vate in grado di rivelargli l’ubicazione di calze, calzini, mutande e magliette, toilette, bambini smarriti. Lei ottemperava al suo dovere di oracolo dei grandi magazzini, superando nello spazio di un sospiro l’imbarazzo provocato dall’arroganza dell’invasore in cerca di non so che.
Si era fatta spostare nel reparto Accessori proprio perché si trovava all’ingresso dei grandi magazzini. Vicino all’uscita, vicino alla strada, dove la luce naturale, visibile da quel punto, le risolveva il disagio di essere in un luogo senza tempo e senza cielo. Con luce finta, musica finta, annunci ammalianti. Finta cortesia, finta bellezza, armonia fittizia e costruita per convincerti a comprare. Sempre uguale e sempre perfetto. L’acquario: prevedibile e visibile a tutti.
La sua casa, situata in un quartiere popolare, all’ultimo piano di una palazzina color rosso terra, era per lei il rifugio dall’acquario. Ci tornava a sera, avendo lasciato la sua residenza acquatica. Nel gesto di aprire la porta sentiva ogni volta rinnovarsi la volontà di riappropriarsi di sé. Il suo spazio, il pavimento a quadri bianchi e neri ove poggiare i piedi nudi, stanchi di scarpe. I suoi libri, che accarezzava con lo sguardo. La sua musica, che la faceva volare. Il suo letto, semplice e comodo, i colori di tende e cuscini. L’odore che da lei emanava, trasferendosi all’ambiente. Le due finestre da cui finalmente guardare tutto il cielo. Il suo cane: un non meglio definibile meticcio recuperato all’angolo di una strada i cui occhi raccontavano la triste storia dell’abbandono. Nel suo librarsi nell’aria, a ogni rientro dell’affidabile nuova padrona, ripeteva ogni sera un necessario rito di gratitudine che nel contempo serviva a esorcizzare l’ossessivo quesito: tornerà?!?
Il divano giallo oro, che si stagliava al centro di un grande salone quasi vuoto di mobili, imponendo la sua presenza, sembrava affermare ogni volta: «sdraiati, riposa questo corpo sempre in piedi, sempre teso, lascia che io accolga la tua anima sempre attenta, sempre in cerca». Lei lo guardava ogni sera e cercava di resistere a quell’attrazione fatale. Sapeva che era l’ottimo rimedio per tanta stanchezza ma ci metteva sempre un po’ prima di ammetterlo. Quasi a volersi scusare, quasi a volersi negare il giusto conforto dalla fatica di vivere una vita non sua. Dopo tanti inutili, effimeri accessori (quelli venduti al negozio) sorgeva in lei l’urgenza dell’essenziale.
Buffa la vita no? Ci sfida in modo talmente inequivocabile che a un certo punto non possiamo sfuggire all’inevitabile domanda: Che ci sto a fare qui?
In quell’acquario, su questo divano, in questa stanza, in questa casa, in questo quartiere, in questa città, in questo paese del mondo, su questo pianeta, in questo cosmo. In questa Vita. La ricerca gradualmente si estende, commisurata all’espandersi dell’anima e alle sue necessità.
"La mia vita dentro la Vita.
La mia isola in questo mare.
Cosi un giorno partiamo
per quel viaggio senza ritorno
che ci riporta a noi e ci allontana
dalla vita che abbiamo inventato
per sopportare la vita stessa".
ACCESSORIO: Oggetto che serve a completare, abbellire, rendere più funzionale o confortevole l’elemento essenziale cui si accompagna.
Insieme di singolari concetti: l’accesso, l’eccesso, il cessare, l’aggiunta, la modifica, l’evidenziare, il particolare sul generico. Superfluo ma necessario. Importante ma non indispensabile. Il complemento del resto. Finale sottolineatura del quadro generale. Inutile ma determinante. Quello che fa la differenza e distingue. L’aggiunta che dà un senso e completa, definisce, abbellisce, nell’ossessivo timore di non essere abbastanza. Abbastanza bello, abbastanza elegante, abbastanza evidente, abbastanza originale, a svantaggio dell’idea di base. Segno distintivo che ci illude di essere riconosciuti e visti per mezzo di dettagli e non per sostanza.
Era così che si sentiva la maggior parte del tempo. Qualcosa di prezioso aggregato ad altro. Mai sostanziale, mai