Le avventure di Maria e Milo
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Recensioni su Le avventure di Maria e Milo
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Anteprima del libro
Le avventure di Maria e Milo - Sergio Casoni
Casoni
INDICE
La città dai tetti blu pagina 5
Milo arriva in città pagina 9
Milo lascia il vecchio mulino pagina 19
Milo trova una nuova casa pagina 27
I primi poteri di Milo pagina 37
Preparativi per la partenza pagina 45
L’avventura ha inizio pagina 53
Una strana presenza pagina 65
La valle deserta e la grande montagna pagina 73
I nuovi poteri di Milo pagina 79
Una gradita sorpresa pagina 87
Il ritorno a casa pagina 95
La città dai tetti blu
Milo era un simpatico gattino dal pelo lungo e dai colori che andavano dal nero al grigio, con delle sfumature rosse che partivano dalla testa e scendevano lungo la schiena fino alla lunga coda. Era il più piccolo di cinque fratelli e insieme alla sua famiglia viveva nel vecchio mulino della città dai tetti blu, vicino alle sponde del fiume azzurro.
Molti anni prima, quando fu costruita la prima casa del villaggio, il proprietario, un anziano signore dalla barba lunga i capelli bianchi e perennemente arruffati, decise di dipingere il tetto della sua casa di un blu intenso.
Quel simpatico vecchietto, che poi divenne il primo sindaco del villaggio, costruì la casa in cima alla collina, vicino alla grande quercia. Da quel punto si poteva ammirare tutta la vallata, un quadro dipinto dalla natura, perfetto in ogni suo particolare.
La scelta del posto non fu casuale. Dalla collina si poteva ammirare il cielo incontaminato che sovrastava la vallata e l'azzurro profondo dell'oceano che s’intravedeva oltre la montagna. S’innamorò talmente di quel colore che decise di dipingere il tetto della sua casa di blu.
Il risultato che ottenne fu sorprendente e molto gradito dagli abitanti del villaggio tanto che decisero di imitarlo dipingendo anch'essi di blu i tetti delle loro case. Pochi anni più tardi, quel villaggio, venne chiamato la citta dai tetti blu .
Per molti anni, il vecchio mulino, fu il fiore all'occhiello della città. Aveva grandi pale di legno che la corrente del fiume azzurro faceva girare continuamente. Grazie a degli enormi ingranaggi veniva messa in movimento l'imponente macina di pietra che schiacciava il grano fino a ridurlo in polvere, creando la migliore farina di tutta la contea.
La farina prodotta nel mulino era fine e bianca come il latte appena munto. Ottima per fare il pane e i dolci che i bambini adoravano mangiare a colazione. Un giorno, però, accadde qualcosa d'inaspettato.
Era un lunedì mattina e le donne del villaggio si erano radunate davanti al mulino per fare scorta di farina. Il sole splendeva alto nel cielo e l'orologio nella piazza del paese indicava che erano passate da poco le otto del mattino. Di solito, il mulino, apriva tutti i giorni alle otto in punto, ma non quella mattina. Qualcuno, inizialmente, pensò che al vecchio mugnaio non fosse suonata la sveglia ma con il passare del tempo l’idea che gli fosse accaduto qualcosa di serio si fece sempre più concreta.
Alcune donne corsero in paese per avvisare il capo della polizia. Luigi e il suo vice si precipitarono al mulino, preoccupati per le sorti dell’anziano mugnaio.
Antonio, siete in casa? Vi sentite bene?
Non ci furono risposte alle domande del capo della polizia e la cosa preoccupò ancora di più tutti i presenti. Senza indugiare oltre Luigi ordinò al suo vice di: forzare la porta del mulino, entrare e vedere cosa fosse accaduto all’anziano uomo. Mentre il capo della polizia e il suo vice ispezionavano il mulino, nel cortile adiacente alla costruzione, si erano radunati quasi tutti gli abitanti del villaggio. Alcuni minuti più tardi Luigi e il suo vice terminarono l’ispezione. Il mulino era vuoto e il mugnaio sembrava sparito nel nulla. Ci furono delle ricerche che durarono alcune settimane, ma del mugnaio non fu trovata nessuna traccia.
Le grandi pale del mulino smisero di girare, la ruota di pietra arrestò il suo lento movimento, il vecchio mulino fu chiuso e nessuno nel villaggio produsse più farina. Le scorte di farina, stipate nel magazzino del mulino, terminarono in fretta. Le massaie furono costrette a utilizzare la farina della città dai tetti a punta che si trovava oltre la grande montagna.
Erano trascorsi quasi cinque anni dalla scomparsa del vecchio mugnaio. Il mulino era rimasto chiuso per tutto il tempo senza nessuno che si prendesse cura di quel luogo, il degrado aveva preso il sopravvento oscurando la bellezza di un lontano passato.
Milo arriva in città
Era una calda giornata di fine ottobre quando Milo e la sua famiglia arrivarono nella città dai tetti blu e si stabilirono nel vecchio mulino.
Milo era diverso dai suoi fratelli; più curioso, un po' sfrontato, non aveva paura del buio e adorava i luoghi tetri e polverosi di quelle vecchie stanze. Quando mamma gatta decise di fermarsi in quel posto Milo fu l'unico a gioire, mentre i suoi fratelli si opposero fortemente a quella decisione. Si lamentarono subito dell’erba troppo alta e del fatto che le stanze fossero sporche e piene di polvere. Erano solo dei gatti troppo viziati.
Ogni notte, mentre tutti dormivano, Milo se ne andava in giro ad esplorare le stanze del vecchio mulino.
Una delle sere in cui Milo si divertì di più, fu quando andò ad esplorare il