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Racconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale
Racconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale
Racconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale
E-book89 pagine52 minuti

Racconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale

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Info su questo ebook

Un libro di racconti di vita e di ricette, da leggere in cucina o da gustare, seduti in poltrona.
LinguaItaliano
Data di uscita14 dic 2015
ISBN9788891120366
Racconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale

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    Anteprima del libro

    Racconti di Natale. Dieci storie di gusto da portare in tavola a Natale - Mariana Marenghi

    |

    Racconti di Natale

    Racconti di cucina

    Ci sono storie che iniziano con un brano musicale, altre con il passo di un buon libro.

    Altre, ancora, iniziano con il profumo ed il sapore di una ricetta. Profumi e sapori che hanno il gusto del ricordo e che hanno il potere di trasformarsi in qualcosa di più: in emozioni, volti, suoni, profumi.

    La mia storia ha inizio proprio con una di queste ricette, e con tutte le magie che si possono racchiudere nel gusto speziato di un dolce natalizio.

    Sarà retorico, ma da quando ne ho memoria, per me Natale è sempre stato sinonimo di famiglia.

    Quel momento unico in cui, noi bambini, ci ritrovavamo circondati da tutte le persone amate, tra zie, nonni, mamme e papà, cugini e nipoti: tutti insieme in una sola volta. Come se, all’improvviso, tutti avessero deciso di dare una tregua ai propri impegni di lavoro, al proprio girare per il mondo ed ai propri rancori, e ci si fosse fermati, per qualche giorno, insieme.

    E non era casuale se, da qualsiasi parte del mondo si giungesse, tutti finivamo in cucina: di nonna e nonno, di mamma e papà; per un caffè veloce, per piluccare la cena non ancora pronta o assaggiare due struffoli di nascosto.

    Così, quando dico che la mia storia ha inizio da una ricetta, lo dico perchè per me il profumo di miele è quello di mia nonna mentre caramella gli struffoli; quello di cannella ha il volto di mia madre che impasta il suo pan spezziato (non sempre riuscito bene!); mentre la cioccolata e le mandorle hanno il profumo di agrumi e tabacco di mio nonno e mio padre di ritorno dalla pasticceria, con il tradizionale vassoio ricolmo di mostaccioli e rafiuoli freschi.

    E da quel ricordo di bimba, il mio cuore ha preso questa brutta abitudine di ricordare i momenti più belli della mia vita, attraverso il loro gusto, ovvero il sapore dei piatti, delle bevande e dei dolci che li hanno accompagnati o dei quali ne sento la nostalgia.

    Ecco perché, andando incontro a questo nuovo Natale, questa volta con Micro Ninja al seguito, voglio narrare i miei Racconti di Natale, una raccolta di ricordi di cucina, pensata proprio per donare alla nostra cucciola, quella stessa nostalgia che la legheranno alla famiglia per tutta la vita.

    Racconti di Natale sono i luoghi del mio ricordo: momenti di vita vissuta, di emozioni forti e di amori a prima vista, ma anche, e soprattutto, di ricette dolci, più o meno tradizionali, da regalare e regalarsi nei momenti di festa.

    (I)

    Tornare a casa per Natale

    La mia famiglia è una famiglia meticcia: metà meridionale, di Napoli; l’altra metà, settentrionale, di Bergamo.

    In realtà le radici della famiglia di mia madre e di mio padre affondano in storie molto più lontane delle mie e dai destini così intrecciati, da perdersi nel si dice e nel sembra che.

    Qualcuno parla di discendenze ebraiche, da parte di mamma. Altre voci vantano lustri Ussari, da parte di papà e un certo scultore che, nel secondo dopo-guerra, mise mano al Duomo di Milano ed alle sue sculture durante la ricostruzione e il suo completamento.

    La verità è che entrambi i miei nonni, paterni e materni, sono sempre stati molto reticenti nel raccontarci la loro infanzia e i loro ricordi di bimbi. Forse perchè la nostra storia di famiglia non è mai stata particolarmente felice o perchè di mezzo ci sono state due guerre che hanno diviso, infranto, interrotto, corrotto per sempre.

    Nel dubbio, che mai nessuno più potrà sciogliere, la mia famiglia ha sempre coltivato una certa affezione per le tradizioni. A dettare legge, nonna Marisa, e poi nonno Tony, ovvero i miei nonni materni. Gli unici di cui abbia veramente memoria.

    Vigeva una legge non scritta per la quale, in determinati momenti dell’anno, la famiglia si dovesse tutta riunire. Nessuno escluso. Avevamo la possibilità di scegliere le modalità, dividere i giorni tra le altre famiglie, che ogni discendenza si era creata nel tempo, ma alla fine ci saremmo dovuti tutti ritrovare uniti sotto un tetto.

    Fuori dalla porta di casa gli odi e i rancori (che pure c’erano!).

    Fuori dalla porta i problemi della vita quotidiana. Sotto quel tetto, solo la pace di una famiglia.

    Così, la

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