I Racconti belli dell'estate
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Questa raccolta vuole in qualche modo fotografare, attraverso le parole, i disegni e le foto, l'estate per Cosebelle magazine. Questa estate. E come tutte le estati, si porta con sé il ricordo, anche piccolissimo, di tutti i bagni che abbiamo fatto negli anni precedenti. È come un costume un po' vecchio che nella trama nasconde infiniti granelli di sabbia e non c'è modo per toglierli.
Questa è la prima raccolta di racconti curata da Cosebelle magazine. Le autrici hanno scelto di raccontare l'estate, il tema unificante, a loro modo. È una specie di dono per l'estate che vogliamo fare a tutti, ma è anche una specie di promessa che speriamo di mantenere, una specie di buon proposito settembrino: che questa raccolta sia soltanto la prima.
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Anteprima del libro
I Racconti belli dell'estate - Cosebelle Magazine
Racconti belli dell’estate
Sommario
Prefazione
L’altro mare
Nella bassa Padana, nelle balere estive
Il mio non amore estivo
I pomeriggi
14 luglio 1975
Umarells
Posa
Solo un mese – Agosto
La controra
Biografie
Cosebelle Magazine
Prefazione
È vero, l'estate è sempre più bella nei ricordi rispetto a quando la si vive davvero. Quando la si attende, durante tutti gli altri mesi dell'anno, non ci si ricorda della sensazione di appiccicaticcio che si deve sopportare in certe giornate, dei capelli che stanno uno schifo, delle notti insonni per colpa del ronzio di una zanzara. Ci si ricorda della sua luce, delle giornate infinite, degli amici, del mare, delle vacanze. Dopotutto ci si lamenta quasi sempre del presente, quasi mai del passato.
Questa raccolta di racconti esce d'estate e parla d'estate. L'idea era quella di avere qualcosa da leggere sotto l'ombrellone, sul prato in montagna o seduti in metro. Qualcosa di rapido, da spiluccare come si fa con la frutta fresca o con le patatine durante un aperitivo un po' pigro. Perché l'estate è soprattutto pigra. È una sensazione di vita rallentata a cadenzata da rituali che nessuno ha codificato ma che tutti inconsapevolmente ripetono. E questa cosa sembra uscire anche da questi dieci racconti e dalle immagini che abbiamo scelto per renderli visivi. Perché l'estate è ipersensoriale, quasi lisergica. Abbiamo delle fotografie delle nostre estati, delle cartoline di certi momenti che poi diventano la parte per il tutto che ci ricordano esattamente dove eravamo. Questa raccolta vuole in qualche modo fotografare, attraverso le parole, i disegni e le foto, l'estate per Cosebelle magazine. Questa estate. E come tutte le estati, si porta con sé il ricordo, anche piccolissimo, di tutti i bagni che abbiamo fatto negli anni precedenti. È come un costume un po' vecchio che nella trama nasconde infiniti granelli di sabbia e non c'è modo per toglierli.
Questa è la prima raccolta di racconti curata da Cosebelle magazine. Le autrici hanno scelto di raccontare l'estate, il tema unificante, a loro modo. È una specie di dono per l'estate che vogliamo fare a tutti, ma è anche una specie di promessa che speriamo di mantenere, una specie di buon proposito settembrino: che questa raccolta sia soltanto la prima.
Buona lettura. Buona estate.
L’altro mare
di Teresa Bellemo
Aveva un rapporto strano con la velocità, discontinuo. In auto spesso capitava che chiedesse di rallentare, se guidava lei certi sorpassi li faceva con il cuore in gola, metteva in quinta poco prima di rientrare nella sua corsia, spingendo sul cambio più del dovuto a causa della scarica di adrenalina. È che in fondo le piaceva. Le piaceva potersi fidare di chi guidava, poter guardare dal finestrino mentre le cose fuori scorrevano rapide, pensare ad altro senza curarsi dei chilometri orari che segnava il tachimetro. Senza ripetere le indicazioni del navigatore a voce più alta. Mettere la mano fuori e opporre resistenza all’aria, domandarsi se questo facesse consumare più benzina o se invece in fin dei conti la sua mano in quel momento non contava nulla. Non capitava spesso che non sbirciasse il lunotto. Non riusciva ad essere mai serena fino in fondo.
Quel pomeriggio la temperatura era insopportabile. Doveva piovere da giorni, invece una cappa di umidità rendeva tutto gelatinoso. Carlo e Lara tenevano le tapparelle abbassate da una settimana, era il modo più semplice per impedire all’afa di irrompere in casa. Non faceva entrare la sfacciata luce di luglio, eccezion fatta per le fessure. In realtà lo stratagemma poco poteva contro il caldo, l’aria rimaneva immobile. L’effetto era una penombra irreale e costante che non permetteva di scandire le ore.
«C’è una festa stasera, in marina»
«È vero, ne parlava anche Francesca al bar la scorsa domenica. Dev’essere in onore di qualcosa»
«Il figlio dei Lamberti parte per la Nuova Zelanda. Il pretesto è la classica festa che quelli della marina organizzano ogni anno il 20 luglio, una specie di saluto ai turisti. Una roba noiosa e piena di vecchi vestiti in stile Love Boat che odorano di colonia agrumata e patchouli». Carlo si alzò per prendere un bicchiere di tè freddo, lo facevano loro con le bustine e lo tenevano in una brocca di ceramica presa durante un viaggio in Sicilia. Era molto bella, pesante, ma si era scheggiata subito, durante il ritorno in aereo.
«Non ho mai sentito parlare di questo saluto
. Ma