Parole Plastiche
Di Ana T
()
Info su questo ebook
Correlato a Parole Plastiche
Ebook correlati
Non ho mai smesso di farlo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBrandelli di cartaigienica: ...Racconti e stralci di sentimenti irrisolti... Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSalvami dal vuoto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLiberami Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Cammino dell'Universo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBinari D'Autunno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUomini su carta Vol.3 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFera - Il ritorno della Bestia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIo e Francesco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDanza alla luna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Ricordi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRipugnanze e ribellioni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGocce di malinconia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPolvere e peccati Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSolo le parole migliori del silenzio Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Ho scelto te Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl disastro-di-una-persona Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTi guardo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniJohnny (Cruel Summer) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mia vita da libellula: Distrazioni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuest'alba radioattiva Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVenti di parole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSporchi delitti: La nuova indagine del commissario Cataldo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMomenti: Un viaggio tra pensieri ed emozioni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrima dell'alba Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa percezione equivoca Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRiguarda noi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMentre dentro è autunno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTrovami Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe notti di Londra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Arti dello spettacolo per voi
Il Medioevo (secoli XIII-XIV) - Letteratura e teatro (35): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 35 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniManuale Di Dizione Italiana: Regole Ed Esercizi Pratici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDavid Copperfield Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Delos Science Fiction 215 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRomeo e Giulietta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPaesi tuoi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Maestro tra danza e musica. L’accompagnamento musicale nella lezione di danza classica dell’Ottocento, dal violino al pianoforte Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Quattrocento - Letteratura e teatro (41): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 41 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVisto in sala. Storytelling attraverso il cinema.: Lezioni di Storytelling attraverso il cinema Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniKeep calm e guarda un film Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniScenografia Scenotecnica e Architettura teatrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGestire la cadenza dialettale - Per colloqui di lavoro e il personal branding: Acquisire un italiano neutro per colloqui di lavoro e il personal branding Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniArlecchino servitore di due padroni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome si scrive una sceneggiatura Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAmphitruo - Asinaria - Aulularia - Bacchides Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniShakespeare è Italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl diritto di contare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Giocatore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDanza e Spazio: La metamorfosi dell'esperienza artistica contemporanea Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGirotondo Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Guerra e pace: Ediz. integrale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSEGRETI E BUGIE DI FEDERICO FELLINI. Il racconto dal vivo del più grande artista del ‘900 misteri, illusioni e verità inconfessabili Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMilano. Tutto il teatro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI misteri dell'antico Egitto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa storia del cinema per chi ha fretta Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Giorgio Gaber. Frammenti di un discorso... Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSei personaggi in cerca d’autore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI capolavori Valutazione: 4 su 5 stelle4/5500 Film da vedere prima di morire: Quarta Edizione 2019 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTra donne sole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Recensioni su Parole Plastiche
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Parole Plastiche - Ana T
racconto
In amore vince chi fugge (a volte)
racconto
Si puo' sentire la mancanza di qualcuno che non si conosce veramente?
E se ti dicessi che mi manchi nelle piccole cose? La sera prima di addormentarmi, la mattina al risveglio, mentre prendo un caffé o mentre leggo un po'. Non ti parlo di tramonti, di passeggiate in luoghi lontani,né di stelle, né di lune, né di spiagge o di cime nevose. Ti parlo di oggi. Ti parlo di ieri. Ti parlo di questo momento preciso.
Cosa mi risponderesti? Che probabilmente si puo'.
Oggi sono uscita a fare una passeggiata, a respirare un po' l'aria di queste strade cariche di un sentimento bohemiene, strade che parlano degli inizi di un secolo che a tutti sembra cosi' lontano, ma che é il nostro. La cosa strana é che la gente mi sorride, mi parla. E' come se sentisse il senso di precarietà che porto con me, come se indovinasse nella mia camminata, nel modo perso in cui poso lo sguardo sui palazzi, le strade, le vetrine dei negozi, che qualcosa sta per finire.
Che io sto per finire. Che non saro' qui per sempre.
A volte mi chiedo se non sentiamo l'odore della morte in qualcuno che amiamo prima che questa arrivi. Mi ricordo l'ultima volta che ho visto mio nonno vivo. O forse non era proprio l'ultima, ma la mia mente ha fotografato quell'istante preciso. Ero nella piazza orgoglio di tutti i miei paesani acquisiti, era sera, aveva piovuto, eppure era già inizio estate. Lui era seduto su una panchina:solo. Vestito col suo completo grigio, il suo gilet, le bretelle sopra la camicia bianca, la giacca perfettamente stirata, la cravatta dal nodo preciso. A quel tempo avevo preso l'abitudine di andarlo a baciare quando lo vedevo. E cosi feci, dissi arrivo subito all'amica che era con me, ed andai a baciarlo. Lui sorrise e fece il gesto solito di portarsi la mano al portafogli, un'abitudine rassicurante, ricordare ai propri nipoti che con cinquemilalire sono sempre in grado di ringraziarci del nostro affetto. O forse é solo una voglia di sentirsi utili. Di determinare una gratitudine in noi. Per anni non ho piu' speso quelle cinquemilalire. Era tutto quello che mi restava di lui.
Io quella sera ho sentito l'odore, ma non l'ho riconosciuto. Non sapevo ancora granché della morte. Della perdita. Cosi andai via, ma non potei evitarmi di voltarmi, qualcosa mi straziava il cuore, forse era vederlo seduto li, stranamente solo, con quegli occhi acquosi persi nel vuoto; ricordo che avrei voluto tornare indietro, sedermi con lui su quella panchina, fargli un po' di compagnia come lui aveva fatto con me bambina; ma non lo feci, continuai la passeggiata. Quando penso a lui me lo rivedo tornare a casa da mia nonna col suo cappello di peltro ancora sulla testa, il cappotto lungo, con il cartoccio di mostacciuli che aveva vinto al circolo durante la partita di biliardo. O mentre la mattina mi tagliava il pane in cubetti precisissimi per accompagnare la mia zuppa di latte: quella che mi faceva lui era dolce e buonissima.Ho smesso di bere il latte da piu' di vent'anni, i mostacciuli non li mangio piu' perché in realtà non mi sono mai veramente piaciuti, ma era solo per farlo contento; niente di questo mi manca, solo il tempo. Solo il ricordo fumoso. Lo rivorrei su quella panchina per stargli accanto nel suo momento di malinconia. Nel suo addio. Per dirgli che mi sarebbe mancato, e non solo in quel momento, ma anche vent'anni dopo. Chiudo gli occhi e rivedo la nebbia di quella serata. Una strana foschia. La memoria deve aver gravato di simboli questa ultima immagine, ma é poco probabile fosse vera, perché mio nonno é morto qualche giorno dopo, ed era il 27 giugno. Eppure nei miei ricordi é cosi.
Resta solo il rimpianto di parole mancate, adesso come allora , non gli ho mai detto che gli volevo bene. Non sono stata capace di capire che era arrivato il momento, che un bacio e un abbraccio non bastavano. Che a volte le parole sono importanti, e che non bisogna vergognarsi del loro suono. Eppure lo amavo enormemente mio nonno; é stato il primo uomo che abbia amato in qualche modo. A volte mi chiedo se in realtà non sia stato l'ultimo, se la mia capacità di amare non sia stata chiusa con lui in una tomba fredda.
Loro , la gente che incontro, questi sconosciuti, sono più bravi. Mi cercano, mi parlano. Approfittano del fatto che non c'é più tempo; chissà quale odore sentono quando mi incontrano.
Chissà se a loro manchero'. Chissà se a queste strade manchero'. La vita é una lunga ossessione di eternità. Si vive cercando di fare qualcosa che resti, e quando ci si accorge che il nostro destino é un umile passaggio su terra, cerchiamo di restare impressi, gravati nella memoria di qualcuno. Gioiamo con sadismo del vuoto che lasceremo, che sarà l'unica traccia del fatto che ci siamo stati.
E tu? Sentirai la mia mancanza? O saro' un ricordo lontano, che ti affiorerà per caso, in un gesto, magari chiudendo la macchinetta del caffé la sera, o affacciandoti al balcone e vedendo il sole con una luce giovane.
Mancare vuol dire essere stati amati. Ma é anche il piu' grande paradosso, perché non lo sapremo mai, che una mancanza presuppone una scomparsa. Un addio. Un arrivederci mai mantenuto. Un silenzio.
Sono tornata a casa da poche ore, sento l'odore delle sigarette fumate, del traffico nelle strade, della gente incontrata. Ma non mi ricordo già più il tuo. Ed allora penso solo che non me lo ricordo perché non lo conosco veramente. E' stato troppo corto il respiro, troppo distratta la memoria. Guardo fuori la finestra. In strada c'é un mare giallo. Le foglie d'autunno galleggiano sull'asfalto della mia strada. Dei bambini giocano a rincorrersi, hanno già i piumini e i guanti. A uno di loro cade il cappello. Lo raccoglie, ma una foglia gli é rimasta attaccata, lui non se ne accorge. Gli altri ragazzini ridono, ma non gli dicono niente. Chissà se resterà il ricordo di questa foglia, di questo giorno, in qualcuno di loro.
Vorrei chiamarti, ma é troppo presto. Starai ancora lavorando. Allora continuo a guardare fuori. I ragazzini sono ancora là, glissano sulle foglie, cadono, si rialzano. Ridono, ed io con loro. Vorrei uscire e giocare con loro. Dimenticare il peso dei miei anni, le rughe delle mie mani, le amarezze, i tempi sbagliati, e questo sentimento di precarietà. Vorrei correre con loro senza pensare a domani, nell'ilarità del momento presente. Il telefono squilla.Sei tu, continuo a guardare la tua fotografia che si affaccia sullo schermo. Il telefono continua a vibrare. E' solo un oggetto, non puo' sapere che tu non lo fai più da tempo. Tu hai smesso di cercarmi. Il telefono segna una chiamata senza risposta. E' tutto quello che resta della mia mancanza. Ti richiamero' tra poco.
Perché infondo mi manchi già, eppure sei ancora là.
Strano, non riesco a ricordarmi del tuo odore. Se mi ricordassi saprei. Prendo il