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Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico
Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico
Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico
E-book52 pagine29 minuti

Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico

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Info su questo ebook

Il lavoro presentato riguarda la problematica del diritto penale nella Chiesa Cattolica Romana, ovvero le ragioni della sua esistenza, il motivo per cui una organizzazione che si dice sicuramente spirituale, ha nella sua vita un diritto penale.
LinguaItaliano
Data di uscita7 mar 2017
ISBN9788892651012
Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico

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    Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico - Fabio Bellia

    Indice

    Copertina

    Elementi filosofici e teologici del diritto penale canonico

    Pontificia Universitas Lateranensis

    Corso di Licenza in Diritto Canonico

    ELEMENTI FILOSOFICI E TEOLOGICI

    DEL DIRITTO PENALE CANONICO

    A cura del Dottor
    BELLIA FABIO
    Relatore: Prof. SUCHECKI ZBIGNIEW

    Anno 1998

    Introduzione

    L'esistenza di un diritto penale canonico, pone il giurista della Chiesa e il teologo cattolico di fronte ad una serie di problematiche che toccano l'essenza stessa del diritto della Chiesa e della natura della stessa.

    La perenne vitalità del pensiero cattolico, nella plurisecolare storia della Chiesa, intrisa dall'idea del reale come dono di Dio, ruota, in modo rilevante intorno alla contrapposizione relazionale del proprio fenomeno religioso al fenomeno giuridico inteso quale espressione estremamente significativa del vivere sociale.

    Nell'ambito di una tale contrapposizione, non è mancato chi, sia arrivato perfino ad escludere la possibilità di rapporti fra la religione e le scienze sociali in genere, in primis il diritto, in quanto sul piano ontologico si è inteso identificare le credenze religiose con le esigenze dello spirito e non della ragione, con ciò ponendo Religione e Diritto benché originate entrambe nell'uomo, alla stregua di due sfere distinte e inconciliabili dell'attività umana¹ .

    Ma "da quando il mondo esiste l'uomo ha creduto contemporaneamente in una divinità ed in una legge giuridica umana che praticamente limitava la sua libertà,... nell'ambito dell'attività umana spirituale bisogna trovare un «quid» che ne metta in rilievo le intime relazioni"² .

    Non può certo negarsi che il diritto sia ragione, ma la legge, secondo la corretta visione di S. Tommaso, non può essere altro che una «ordinatio rationis»³ , ossia una volontà razionale, che supporta la ragione della sua stessa esistenza. È in questa prospettiva che occorre ricercare quel «quid» capace di giustificare il precetto positivo in relazione con il dogma che ne costituisce fondamento e ragione.

    Ebbene, sul piano ontologico, il diritto non può che costruirsi ed ispirarsi sulla base di concezioni etiche e principi ideali («ius quia iussum» sul presupposto che il «iussum» sia «iustum»), ma nel diritto della Chiesa tali elementi condizionano in maniera ancor più pregnante la "validità di ogni sua norma per i motivi più alti e religiosi della sua ispirazione".

    Ci si pone il problema, allora, se sia conciliabile con l'essenza della Chiesa "un sistema di pene afflittive (diverse dalla semplice privazione di beni

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