L'ultima primavera senza te

Di Marco Mastrilli

Una silloge potente, intensa che canta un amore vissuto ogni minuto, ogni secondo come se fosse l’ultimo. Un amore che palpita di passione, dolore e ricongiungimenti. In un misterico dualismo che alterna il sarà per sempre al perdersi per sempre: melanconica consapevolezza che la forza dell’amore sta (forse?) nella sua inevitabile finitudine. L’amore fagocita tutte le nostre energie, le scartavetra e le ricompone nella tempesta perfetta dei sensi, in uno stato euforico del vivere.
L’innamoramento è una delle circostanze della vita in cui perdiamo stabilità, smarriamo anche un po’ noi stessi per interessarci follemente a un altro. Che alla fine ci possiede, prende residenza nella nostra testa, nella nostra vita e non riusciamo più a sfrattare. Innamorati diventiamo un po’ fissati, ossessionati, euforici, incantati, ansiosi. In questo sentimento mettiamo tanto di noi, le parti più intime, le nostre fragilità, fratture, esigenze. Senza rendercene conto, attraverso questo sentimento, evochiamo le prime relazioni affettive. E il terreno dell’attaccamento è sempre scivoloso, denso di imprevisti e complicazioni.
L’amore è una meravigliosa dipendenza quando è ricambiato, un tormento se non lo è. Si dice che l’amore confini con la follia. Ma la follia positiva, quella che stimola le parti creative di noi, lontano dalla piattezza delle solite abitudini mentali nel modo di pensare se stessi. È un sentimento che ci fa perdere la testa, il controllo, le inibizioni. E meno male. Per farci trovare un po’ di libertà, sciogliere parti di noi altrimenti inaccessibili.
L’amore è una delle più potenti sensazioni della vita che ci fa sentire intensamente vivi.

• Lingua: Italiano
• Editore: Giovane Holden Edizioni
• Data di uscita: 1 lug 2017
• ISBN: 9788832920161

Anteprima del libro

Majakovskij

Introduzione

Cos’è un libro di poesie? Forse una delle infinite possibili combinazioni tra parole e riflessioni. O magari la pretenziosa idea di un autore di dare visibilità a pensieri, emozioni e sensazioni. Potrebbe anche essere l’estremo atto egoico di chi ritiene di avere conquistato un giusto equilibrio tra la propria capacità di esprimersi e quella di sentire e si propone allora di affermare al mondo che ce l’ha fatta.

Un libro di poesie, però, potrebbe anche essere la raccolta del vissuto di un essere umano. L’estremo tentativo di ricomporre alcuni passaggi cruciali della propria esistenza, dentro una copertina che racchiude inchiostro e vita impressi sulla carta. E ancora, un libro di poesie potrebbe essere la risposta che un lettore trova alla sua solitudine. Alla sua voglia di dare risalto a un mondo interiore che sembra ormai essere sempre più disarticolato da una realtà di interconnesse solitudini.

Questo libro non è nulla di tutto ciò. Andrebbe visto come se fossero appunti di cammino o il diario di bordo di una nave mercantile dei primi dell’Ottocento, scritto dal suo comandante: un avventuriero.

Nulla si spiega, quindi, ma si vuole solo annotare e condividere le esperienze di questo mio recente periodo di vita del tutto particolare perché segnato da una esperienza tra le più consistenti nella vita di un uomo: l’amore.

Un atto estremo, eroico. Un punto di non ritorno che spacca gli ormeggi e dirige la nave in mezzo ai marosi, alle tempeste, alle bonacce. L’amore: un’esperienza in grado di rivoluzionare il nostro rapporto col mondo e soprattutto con noi stessi. Ci spinge a calci fuori dallo steccato delle ovvietà per riposizionarci dentro un contesto del tutto nuovo, dove ogni cosa parla di te e della persona che ami.

La poesia in questo diventa un’alleata potentissima perché permette di attingere a un immenso album di metafore che concedono di sganciare il pensiero razionale da quello solo emozionale e di narrare il tormento e la gioia come fossero pezzi di sogni rubati alla notte.

Passare dalla effimera teoria capace di modellizzare l’esperienza amorosa, all’esperirla realmente, è un salto importante dalla rilevanza esistenziale assoluta. Non credo avvenga più volte nella vita e immagino che solo pochissimi fortunati possano realmente affermare di aver conosciuto il senso autentico dell’amore.

A me è successo, credo.

È stato un evento inatteso, non ricercato. Non lo chiamerei caso fortuito, perché andrei a confliggere con la mia convinzione che vede gli accadimenti sempre come conseguenze di cause ben precise. Di certo posso però affermare con