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I sei volti del Natale
I sei volti del Natale
I sei volti del Natale
E-book95 pagine1 ora

I sei volti del Natale

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Info su questo ebook

Sei storie diverse. Sei modi di vivere il Natale. Sei volti di donne e uomini che affrontano, ognuno con i propri pensieri o con le proprie convinzioni religiose, quel periodo dell'anno in cui tutti diventano più buoni, o almeno questo è quello che ostinatamente cercano di farci credere. Sei racconti in cui lo spirito natalizio sarà il catalizzatore che favorirà la mutazione di eventi e comportamenti o, in alternativa, sarà solo il contorno a storie in cui il lieto fine non sempre riuscirà a trovare il suo posto.
Una raccolta da leggere per scoprire e capire che l'importanza del Natale non è l'evento in se, ma piuttosto quello che la magia del suo spirito lascia nei cuori delle persone spingendole a commettere azioni positive o, in alcuni casi, drammatiche.
LinguaItaliano
Data di uscita1 giu 2018
ISBN9788828328445
I sei volti del Natale

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    I sei volti del Natale - Claudio Apicella

    Note

    UNA VIGILIA DI SPERANZA

    Le note volavano gioiose lungo le tre navate della cattedrale di San Giuseppe mentre un silenzioso pubblico ascoltava penitente e rispettoso la melodia nascere dagli strumenti degli artisti. Di lì a poco una voce cominciò ad accompagnare quelle note, e con esse iniziò a ballare un lento e sinuoso valzer tra colonne ed archi fino a raggiungere la luminosa cupola della chiesa. In quel punto, quei pochi argentei raggi lunari che riuscivano a farsi strada tra i vari mosaici colorati dei vetri creavano uno spettacolo celestiale.

    Il tenore continuava a cantare, e con lui la dolce melodia dell’Ave Maria di Schubert penetrava a fondo nei cuori delle persone presenti, ed allo stesso tempo benediceva le mani del sacerdote, che in quel momento alzava al cielo il calice del sangue di Cristo.

    In fondo alla navata destra della chiesa, seduta su una piccola ed ormai vecchia sedia c’era Manuela. Zitta, piegata in avanti e con le mani incrociate seguiva anche lei quella solenne messa. Ascoltava e pregava. Ma forse quella sera il suo cuore era l’unico meritevole d'ascolto. Ormai stanco ed afflitto. Sconsolato e triste. Non credeva quasi più in niente. Una volta era stata molto più convinta nella sua fede, forse anche perché durante la giovinezza non aveva mai conosciuto dolori. Mai nessun dispiacere, mai alcuna difficoltà che non fosse superabile. Ma ora a trentadue anni, alla fine, era riuscita a scoprire quali e quante cose dolorose potevano offrire il mondo e l’umanità.

    Il Signore toglie ed il Signore dà. Questo si ricordava degli insegnamenti che aveva ricevuto nell’infanzia, però a lei il Signore aveva tolto tanto e stava forse per togliere ancora. La seconda parte di quella frase … il Signore dà però era quella che le interessava. Era l’unica speranza a cui aggrapparsi.

    Un sospiro uscì dalla sua bocca, mentre dopo con una smorfia riuscì a nascondere una piccola lacrima che le era sgorgata dall’occhio sinistro. Una persona che le stava accanto la degnò del suo sguardo per qualche secondo e poi ritornò subito ai suoi pensieri. Tornò a pensare a cosa avrebbe mangiato a cena quel giorno benedetto da Dio e dagli uomini. Pensava ai regali ed a molte altre cose frivole, mentre per la testa di Manuela i pensieri che sgorgavano dai recessi della sua mente erano ben più gravi e seri. Quei pensieri erano la causa della sua afflizione.

    La ragione principale per cui l’aveva sposato era perché l’amava. L’amava alla pazzia, ma quella di lei non era solo una cotta. Per lei era qualcosa di molto diverso. In lui aveva trovato la bontà, la dolcezza che non aveva mai visto in nessuna persona tranne che nei suoi genitori, che non smisero un istante di piangere di gioia il giorno del matrimonio. In lui vedeva il mare, l’orizzonte, un qualcosa in cui abbandonarsi senza temere nulla poiché era convinta che l’avrebbe sempre protetta da ogni cosa. Ed è sempre stato così fino alla fine.

    I primi due anni con lui furono meravigliosi. Ogni problema veniva risolto e superato con il loro amore e la loro unione. Nessuno avrebbe potuto scalfirli. Nessuno sarebbe riuscito a batterli poiché il loro amore era vero e sincero. Talmente sincero che furono ricompensati dall’arrivo di Marco. Tre chili e mezzo alla nascita. Un amore di bambino. Due bellissimi occhietti azzurri contornati da pochissimi ciuffi color oro. Tutti volevano tenerlo in braccio e giocarci assieme, e lui sopportava tutto. Era calmo rispetto agli altri bambini, ed inoltre era anche diventato la mascotte del reparto di ginecologia dell’ospedale. Manuela, era felice. Quella vita, quella piccola ed innocente vita che stringeva al suo petto, la faceva sentire felice, ma forse questa non era proprio la parola giusta. Lei provava un senso di pace e di dolcezza che la avvolgeva mentre guardava quel piccolo viso mentre lui dormiva. A lei sembrava un angelo sceso in terra per starle accanto, ricevere le sue cure e darle tanto amore. Era un bellissimo bambino.

    .. il bambino, riscaldato solo da quel poco di fieno che c’era, da un panno vecchio e dal fiato degli animali che gli si strinsero attorno assieme ai genitori ..., il sacerdote parlava cercando di infondere il vero significato della fede nei cuori e nelle anime dei presenti. La sua voce era calma e decisa, ma allo stesso tempo riusciva a farsi ascoltare da tutti. Anche i più insensibili in quel momento si sentivano toccati da quelle parole e non riuscivano a rendersene conto.

    Manuela chiuse gli occhi. La sua mente ed il suo cuore non ascoltavano quelle parole, ma cercavano invece di spingersi oltre. Cercavano di raggiungere il cielo. Volevano riuscire a parlare con la Vergine, confidando che questa sentisse quell’umile e disperata invocazione d’aiuto che non pretendeva nulla, ma che con quell’ultimo filo di speranza ancora intatto, chiedeva di ascoltare il cuore dal quale sgorgavano quelle poche e deboli parole.

    No. Non riusciva ancora a pronunciare le parole, ma faceva molti buffi e divertenti versi che la maggior parte delle volte si concludevano con una risata argentina che suscitava un dolce sorriso in ogni persona. Era stupendo. Un bambino incredibilmente bello, amato da tutte le persone che lo conoscevano, il quale però doveva già lottare con un grave problema. Il dottore che lo seguiva si accorse di tutto quando lui aveva poco più di un anno e mezzo. Leucemia. Questo era il nome della battaglia. Una lotta grave ed impegnativa per un bambino molto piccolo e debole. Un problema anche per suo padre, il quale non riuscendo a convincersi del fatto che rischiava di perdere suo figlio, senza cercare soluzioni ne trovò una sola che gli potesse togliere quel peso dalla mente e dal cuore. A dire il vero non la trovò proprio lui, però quello che accadde gli evitò di soffrire per molto e molto tempo nell’attesa e nella speranza di curare quella malattia.

    Un salto. Un salto verso la morte e verso la pace dei sensi. Non fu lui a farlo. Questo fu dato per certo poiché si scoprì che la causa di quel balzo mortale fu una semplice ed inavvertita spinta. Si! Una spinta non voluta da parte di un gruppetto di giovani militari che stavano litigando tra loro per chissà quale motivo. Una spinta che lo fece cadere sulle rotaie proprio nel momento in cui stava sopraggiungendo la metropolitana. Stava andando al lavoro ed invece partì per un viaggio ben più lungo.

    La folla di quella mattina era molto più numerosa del solito gruppo di pendolari che ogni giorno si ritrovano sui mezzi pubblici per raggiungere le rispettive sedi di lavoro. Numerosa ed insolita, ma di certo nessuno avrebbe intenzionalmente spinto un uomo verso la morte. Fu una disgrazia. E da quel momento un piccolo pezzo di mondo ricadde su Manuela proprio durante il periodo peggiore della sua vita.

    I giorni che seguirono quella disgrazia furono tra i più difficili per lei. Ormai tutte le responsabilità le erano ricadute sulle spalle, e Manuela non si sentiva né pronta e né capace di reggerle tutte. Ne era convinta. Anzi certa, però, per fortuna i suoi genitori la aiutarono. La vita ricominciò

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