Gli occhi neri di Aisha
Di Titti Preta
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Anteprima del libro
Gli occhi neri di Aisha - Titti Preta
Preta
1.
Aisha ha solo dieci anni e non conosce la parola libertà. Ne aveva cinque nel 2011, quando nella sua terra, la Libia (1), scoppiò la "Primavera araba" (2) e la vita cambiò d’un colpo sotto i suoi occhi, neri e profondi.
Aisha ora sa che non può più giocare con la sua bambola di pezza per strada e deve crescere in fretta. Da questo capisce che la realtà attorno a sé è cambiata, che l’infanzia è finita e non tornerà più.
Gli occhi di Aisha sono avvezzi a guardare un cielo di piombo, in cui è stato cancellato il volo degli uccelli e le nuvole rosse grondano sangue e lacrime.
A scuola, quando frequentava il primo anno, la maestra Amina le parlava del Colonnello Gheddafi (3) e delle sue prodezze e le faceva vedere la sua icona su un quadro: raffigurava un uomo dall’aspetto truce, coi baffi, gli occhiali scuri che coprivano il suo sguardo e un turbante in testa.
Un giorno, inspiegabilmente, il suo nome non fu più pronunciato, e guai a chi lo avesse fatto.
Dalle strade di Tripoli sparirono di colpo le gigantografie del rais (4) e gli occhi neri di Aisha si abituarono ai volti effigiati degli eroi, i miliziani di una nuova guerra.
Sono i combattenti martiri, per i quali si riversano gli infiniti pianti delle madri, delle mogli e dei figlioletti. I padri, pur volendo piangere, non lo fanno perché un vero arabo non deve mai mostrarsi fragile e commuoversi.
Aisha ha capito che nella sua città, situata in una conca di amena bellezza, la pace e la gioia non torneranno più.
Nei primi tempi aveva paura dei razzi sparati a velocità supersonica in prossimità del mare, verso il grande Golfo. Si terrorizzava se sentiva le urla della gente che si gettava all’improvviso nelle strade, pure in mutande per salvarsi la pelle.
In seguito si abituò alla vista delle case smantellate e dei palazzi scoperchiati, come al suono perforante degli arbatash (5).
Ora è diventata una piccola donna e ha capito perché non ha potuto più giocare libera e gaia per le vie della sua città, sradicata (6) dal mondo in cui viveva felice e spensierata.
Gli occhi neri di Aisha sono due olive secche (6) che trattengono il dolore.
La sua amata bambola di pezza, realizzata a mano da nonna Khalida, si è sporcata di polvere e non le sorride come un tempo, però lei se la stringe forte quando riposa.
Una volta, se di notte aveva paura, accendeva la lucina nella cameretta che divide col fratello Youssef.
Ora non più, perché la corrente elettrica di sera viene staccata e solo la bambolina può consolarla o, a volte, la luce fievole di una candela.
La piccola vita di Aisha è divisa tra un prima
e un dopo
, tra la felicità e il dolore, tra il bene e il male.
E il futuro è una nuvola nera che si addensa sul cielo puro della sua infanzia (6).
NOTE DIDATTICHE DEL CAP. 1.
1. La Libia
E’ uno stato del Nord-Africa, ne occupa la parte centrale, si affaccia sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, è il quarto paese dell’Africa per superficie. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est col Sudan, a est con l'Egitto. La capitale è Tripoli, la confessione è quella musulmana, proclamata religione di stato nel 1970, seguita dal 97% della popolazione, per lo più di fede sunnita.
Ricordiamo le principali fasi storiche della Libia: quella del dominio greco, fenicio, romano quindi vandalo, bizantino e infine arabo. L’Italia, sotto Giolitti prima e Mussolini poi, sin dal 1911 avviò un processo di colonizzazione in Libia. Il Paese partecipò dunque alla Seconda Guerra mondiale (1940-1945) e ottenne l’indipendenza solo nel 1951, quando nacque il Regno di Libia, durato fino al 1969. In questa data, poi, prese il potere il colonnello Gheddafi, ininterrottamente fino al 2011, anno di svolta per i paesi arabi, con la rivoluzione che va sotto il nome di Primavera araba
. Nel 1956 la Libia fece il suo ingresso nell’O.N.U. (Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite).
La Libia, durante la sua storia, ha visto l'esistenza di due territori importanti: la Tripolitania e la Cirenaica con culture ed ideologie completamente differenti, diversamente da quanto descritto dalla storia ufficiale, che ha sempre considerato la Libia come una nazione unita. Il conflitto tra la popolazione della regione di Tripoli nei confronti di quella di Bengasi e delle regioni limitrofe, e viceversa, è sempre stata accentuato. I tripolitani sono considerati attaccati culturalmente al potere centrale politico della capitale, legame reso ancor più evidente durante la dittatura di Gheddafi, mentre i Cirenaici sono molto legati alla loro tradizione locale, non si vedono rappresentati da Tripoli, e si sentono soffocati dagli ideali centralistici della Tripolitania, sempre al centro della politica libica. L'ultimo avvenimento che ha visto gli abitanti della Cirenaica scontrarsi con quelli della capitale, si è verificato nel luglio 2012, quando il governo di transizione ha indetto le elezioni del Parlamento. Tali elezioni non furono, secondo i Cirenaici, organizzate correttamente, e vennero contestate le suddivisioni dei seggi parlamentari. Questo evidenzia la difficile condizione di conflitto e di sfiducia tra popoli diversi pur nella stessa nazione.
Approfondimenti: Svolgi una ricerca sui paesi dell’Alta Africa, detta pure Africa bianca
, e di ognuno di essi compila una scheda con le indicazioni che l’insegnante ti indicherà.