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Occhi nel deserto: Gandhi nel deserto del Sinai
Occhi nel deserto: Gandhi nel deserto del Sinai
Occhi nel deserto: Gandhi nel deserto del Sinai
E-book81 pagine17 minuti

Occhi nel deserto: Gandhi nel deserto del Sinai

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Un dramma che si consuma nel quadro di una più vasta e diffusa vittimizzazione dei migranti, facili prede di rapine, sfruttamento e violenza nel corso di viaggi difficili e pericolosi, ma con un aggravio di ferocia e di avidità che lo rende, secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, uno dei peggiori traffici di esseri umani di questo secolo.
LinguaItaliano
Data di uscita1 ott 2014
ISBN9788899055011
Occhi nel deserto: Gandhi nel deserto del Sinai

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    Anteprima del libro

    Occhi nel deserto - Alganesh Fessaha

    Introduzione

    Trentamila persone, la maggior parte giovani, sequestrate in cinque anni e ridotte in schiavitù. Un numero imprecisato ha subito indicibili torture e abusi sessuali, mentre diecimila sono stati uccisi. Nell’oscurità delle caverne, nelle cantine di ville trasformate in prigioni l’uomo ha dato sfoggio di una crudeltà atavica causata da avidità, odio razziale e religioso. Di fatto, nel Sinai, lungo le antiche rotte che lo collegano al Sudan e al Sahel, una nuova mafia ha ripristinato l’antica tratta degli schiavi; ma la mercificazione delle persone è più efficiente, un sofisticato meccanismo criminale che si avvale di pagamenti via money transfer e dei cellulari per chiedere i riscatti ai parenti delle vittime. La filiera criminale non è del tutto chiara. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, nel deserto della Bibbia si è consumato il peggiore traffico di esseri umani a partire dal 2008, dopo i primi respingimenti nel Mediterraneo verso la Libia effettuati da navi militari italiane. Il flusso di profughi, costituito in larga parte da cittadini eritrei e in misura minore da etiopi, sudanesi, maliani e chadiani, si è sentito da allora proporre dai trafficanti una rotta alternativa verso Israele per raggiungere l’Occidente.

    Il traffico fino al Sinai è sempre stato curato dal clan Rashaida, nomadi del deserto che vivono tra Sudan ed Eritrea poi dai beduini. Nel deserto i profughi vengono passati ai beduini egiziani per il trasporto fino al confine settentrionale con Israele.

    Ma nel 2008 alcuni clan delle due etnie si accordarono per dar vita a una catena di sequestri ben più lucrosa. I profughi, dopo aver pagato ai Rashaida la tratta dai campi profughi di May Ayni, in Etiopia, di Shegarab in Sudan o da Khartoum, vengono lasciati ai banditi beduini, appartenenti a una vera e propria organizzazione mafiosa. Il Sinai, a

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