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Il Profeta (Traduzione: David De Angelis)
Il Profeta (Traduzione: David De Angelis)
Il Profeta (Traduzione: David De Angelis)
E-book58 pagine37 minuti

Il Profeta (Traduzione: David De Angelis)

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Info su questo ebook

Il profeta (The Prophet) è una raccolta di poesie di Khalil Gibran pubblicata nel 1923 a New York dall'editore Knopf. Si tratta di una raccolta di poesie in prosa legate da un filo comune narrativo, nel quale si inseriscono tematiche differenti. È strutturata a domande e risposte: per ogni argomento, un personaggio fa una domanda al Profeta, il quale risponde per metafore e analogie con un testo di tipo poetico.

È un testo che ha molto di religioso, pur non inserendosi esattamente in nessuna religione, dato che parla di temi quali lo spirito, la mente, la natura.
LinguaItaliano
Data di uscita12 feb 2019
ISBN9788832515251
Il Profeta (Traduzione: David De Angelis)
Autore

Kahlil Gibran

Kahlil Gibran was a Lebanese-American writer, poet, and a philosopher best known for his, The Prophet. Born to a Maronite-Christian family in a village occupied by Ottoman rule, Gibran and his family immigrated to the United States in 1895 in search of a better life. Studying art and literature, and inevitably ensconced in the world of political activism as a young man dealing with the ramifications of having to leave his home-land, Gibran hoped to make his living as an artist. With the weight of political and religious upheaval on his shoulders, Gibran's work aimed to inspire a revolution of free though and artistic expression. Gibran's, The Prophet has become one of the best-selling books of all time, leaving behind a legacy of accolades and establishing him as both a literary rebel and hero in his country of Lebanon. Gibran is considered to be the third best-selling poet of all time, behind Shakespeare and Lao Tzu.

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    Il Profeta (Traduzione - Kahlil Gibran

    IL PROFETA

    di

    Kahlil Gibran

    Traduzione a cura di David De Angelis

    © 2019 - Tutti i diritti di traduzione sono riservati

    INDICE

    L’ARRIVO DELLA NAVE

    AMORE

    MATRIMONIO

    FIGLI

    DONARE

    MANGIARE E BERE

    LAVORO

    GIOIA E DOLORE

    CASE

    VESTITI

    COMPRAVENDITA

    DELITTO E CASTIGO

    LEGGI

    LIBERTÀ

    RAGIONE E PASSIONE

    SOFFERENZA

    CONOSCENZA DI SÉ

    INSEGNAMENTO

    AMICIZIA

    PARLARE

    TEMPO

    BENE E MALE

    PREGHIERA

    PIACERE

    BELLEZZA

    RELIGIONE

    MORTE

    L’ADDIO

    L’ARRIVO DELLA NAVE

    ALMUSTAFA, l’eletto e l’amato, che come un’alba rischiarava il proprio tempo, per dodici anni aveva atteso nella città di Orfalese il ritorno della nave che lo avrebbe riportato alla sua isola natale. E nel dodicesimo anno, il settimo giorno di Ielool, il mese delle messi, egli salì sulla collina fuori lemura della città e guardò verso il mare; e vide la sua nave giungere insieme alla nebbia. Allora le porte del suo cuore si spalancarono, e la sua gioia volò lontano, sul mare. Ed egli chiuse i suoi occhi e pregò nei silenzi della propria anima.

    Ma mentre scendeva dalla collina, una tristezza lo sopraggiunse, ed egli pensò in cuor suo: Come potrò partire in pace e senza tormento? No, non senza una ferita nello spirito potrò lasciare questa città. Lunghi sono stati i giorni di dolore che ho trascorso tra le sue mura, e lunghe sono state le notti di solitudine; e chi può lasciare il proprio dolore e la propria solitudine senza rammarico? Troppi frammenti dello spirito ho sparso in questo strade, e troppi sono i figli del mio anelito che camminano nudi tra queste colline, ed io non posso allontanarmi da essi senza sopportare un peso e una pena. Non è un vestito ciò di cui oggi mi libero, bensì una pelle che io strappo con le mie stesse mani. E non è un pensiero ciò che mi lascio alle spalle, ma un cuore reso dolce dalla fame e dalla sete.

    Eppur non posso trattenermi più a lungo. Il mare che chiama a sé ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi. Poiché restare, benché nella notte ardano le ore, vuol dire congelare e cristallizzare e rimanere confinato in uno stampo. Di buon grado porterei con me tutto quello che è qui. Ma come posso farlo? Una voce non può portare con sé la lingua e le labbra che le hanno dato le ali. Sola dovrà cercare l’etere. E sola e senzail suo nido l’aquila volerà davanti al sole.

    Quando egli giunse ai piedi della collina, si voltò di nuovo verso il mare, e vide la sua nave avvicinarsi al porto, e sulla prua della nave vide i marinai, gli uomini della sua terra.

    E la sua anima emise un grido verso di loro, ed egli disse: Figli della mia antica madre, voi che cavalcate le maree, Quante volte avete navigato nei miei sogni. E ora giungete al mio risveglio, che è il mio sogno più profondo. Pronto sono io a partire, e il mio vivo desiderio attende il vento a vele spiegate. Solo un altro respiro emetterò in quest’aria calma, solo un altro tenero sguardo getterò alle mie spalle, E poi io sarò tra voi, un navigante tra i naviganti. E tu, vasto mare, madre dormiente, Che sei la pace e la libertà peril fiume e per il ruscello, Solo un’altra piega tortuosa farà questo torrente, solo un altro mormorìo in questa radura, E poi io verrò a te, una goccia sconfinata in un oceano sconfinato.

    E mentre camminava egli vide da lontano uomini e donne lasciare i propri campi e le proprie vigne e affrettarsi verso le porte della città. Ed egli udiva le loro voci che chiamavano il suo nome, e gridavano

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