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Il mondo in gioco: Giochi di strada per l’educazione all’altro
Il mondo in gioco: Giochi di strada per l’educazione all’altro
Il mondo in gioco: Giochi di strada per l’educazione all’altro
E-book145 pagine1 ora

Il mondo in gioco: Giochi di strada per l’educazione all’altro

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Info su questo ebook

In un contesto in cui la diversità genera diffidenza e spaventa, la necessità di formare nei bambini un atteggiamento di apertura verso l’altro da sé costituisce una priorità e forse anche un’emergenza educativa: è possibile farlo anche attraverso il gioco. 
I giochi di strada, in particolare, sono utili per sperimentare ruoli, regole, azioni e comportamenti della vita insieme. 
Una raccolta di giochi dal mondo, in una nuova e arricchita edizione, dedicata a operatori, educatori, insegnanti e a quanti lavorano nel campo dell’animazione con bambini e ragazzi.
LinguaItaliano
Data di uscita15 nov 2019
ISBN9788865792254
Il mondo in gioco: Giochi di strada per l’educazione all’altro

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    Anteprima del libro

    Il mondo in gioco - Paola Maniotti

    Paola Maniotti

    Il mondo in gioco

    Giochi di strada

    per l’educazione all’altro

    Due precedenti e diverse versioni de Il mondo in gioco di Paola Maniotti

    sono state pubblicate nel 1997 e nel 2007 da Ega Editore, Torino.

    Edizioni Gruppo Abele

    © 2019 Associazione Gruppo Abele Onlus

    corso Trapani 95 - 10141 Torino

    tel. 011 3859500

    www.edizionigruppoabele.it

    edizioni@gruppoabele.org

    isbn 9788865792254

    Illustrazioni di Stefano Frassetto

    Il libro

    In un contesto in cui la diversità genera diffidenza e spaventa, la necessità di formare nei bambini un atteggiamento di apertura verso l’altro da sé costituisce una priorità e forse anche un’emergenza educativa: è possibile farlo anche attraverso il gioco.

    I giochi di strada, in particolare, sono utili per sperimentare ruoli, regole, azioni e comportamenti della vita insieme.

    Una raccolta di giochi dal mondo, in una nuova e arricchita edizione, dedicata a operatori, educatori, insegnanti e a quanti lavorano nel campo dell’animazione con bambini e ragazzi.

    L’autrice

    Paola Maniotti, pedagogista, insegnante nella scuola primaria sino al 2012, dallo stesso anno è dirigente scolastica. Ha lavorato in ambito interculturale e nella didattica per studenti di origine straniera. Formatrice per educatori e insegnanti, ha pubblicato alcuni manuali per l’apprendimento in Italiano L2.

    Indice

    Introduzione

    Prima parte

    Il gioco come occasione di incontro

    I. Sette buoni motivi per fare del gioco uno strumento di educazione (interculturale)

    Seconda parte

    I percorsi possibili

    II. Percorsi, risorse e suggerimenti didattici

    1. I percorsi ludici

    2. Il gioco di ieri

    3. Giochi dell’altro mondo

    Terza parte

    Giochi da tutto il mondo... o quasi

    III. La raccolta dei giochi dal mondo

    Questa volta tocca a te

    Con una palla

    Si salvi chi può

    In cerchio

    Nascondersi

    Indovina chi

    Tesori da conquistare

    Di tutto un po’

    Il gioco del mondo

    Ringraziamenti

    Bibliografia

    Indice dei giochi

    Introduzione

    Vent’anni fa scrissi la prima edizione de Il mondo in gioco, a cui ne seguì una seconda sostanzialmente identica. Questa terza vuole avere un impianto un po’ diverso e un repertorio di giochi arricchito.

    L’idea di una raccolta di giochi dal mondo era nata da un’esperienza didattica di tipo interculturale, realizzata in una scuola primaria del Trentino e relativa alle varie declinazioni dell’esperienza ludica.

    Era un periodo in cui timidamente le riflessioni teoriche sulla pedagogia interculturale cominciavano a farsi prassi educativa, ma l’argomento gioco non rappresentava un tema molto presente nelle proposte didattiche.

    Attualmente, nonostante i numerosi testi che propongono materiali su questo argomento, rimangono non solo vive, ma anche potenziate, le due ragioni che avevano spinto alla pubblicazione delle precedenti edizioni di questo libro.

    La prima riguarda il bisogno di fornire del materiale utile a quanti lavorano per creare una mentalità aperta al diverso, al culturalmente altro, con modalità e contenuti coerenti con l’età e gli interessi dei bambini. Oggi, in un contesto in cui la differenza genera diffidenza e paura, la necessità di formare nei bambini un atteggiamento di apertura verso l’altro (chiunque esso sia) costituisce una priorità e forse anche un’emergenza educativa. Farlo utilizzando il gioco, sinonimo per eccellenza di allegria, innocenza, divertimento, può contribuire a ridurre la demonizzazione dell’altro.

    La seconda ragione, legata alla constatazione del sempre minor spazio che occupa il gioco, e soprattutto il gioco di movimento, nella vita dei bambini, trova ulteriori motivazioni nei problemi di progressiva riduzione dell’attività fisica e dello stare con gli altri che caratterizza le nuove generazioni, assorbite, talvolta in maniera patologica, dai giochi elettronici che, anche quando prevedono la sfida verso i coetanei, sono tali da escludere la relazione umana con l’avversario.

    Scopo di questo lavoro continua, quindi, a essere quello di fornire a coloro che a vario titolo si occupano dell’educazione dei ragazzi un supporto per la realizzazione di momenti di gioco, attraverso i quali riscoprire il piacere di questo modo di stare insieme e, al tempo stesso, affinare la capacità di dialogo con persone di culture diverse dalla propria. È perciò un testo che si rivolge a insegnanti, ludotecari, educatori, animatori del tempo libero, delle colonie estive, dei campeggi, a quanti altri si occupano di ragazzi fra i 6 e i 12 anni e non hanno perduto il piacere di giocare.

    Sotto la parola gioco si raccolgono innumerevoli attività, dai giochi di scacchiera a quelli di movimento, dai giochi di squadra organizzati ai giochi con le parole… Quelli riportati in questo libro fanno parte prevalentemente della categoria dei giochi di strada. Si tratta di giochi collettivi, di squadra o del tipo individuo-gruppo, da svolgere su una piazza o in un cortile, su una spiaggia o in un prato, in un giardino… e forse anche in palestra.

    Focalizzarsi sui giochi di strada non significa peraltro sottovalutare la pluralità delle forme ludiche esistenti o esistite, nelle quali si può continuamente sconfinare per proporre un discorso globale sul gioco. È per questo che, nella parte relativa ai possibili percorsi ludici (p. 17), trovano posto alcune digressioni sui giochi di scacchiera, sulla riscoperta di giochi del passato e sulle conte.

    Nelle precedenti edizioni erano presenti, nei capitoli iniziali, molte citazioni per avvalorare le tesi sopra esposte. Era una scelta forse troppo didascalica: chi si occupa di educazione non ha bisogno di tante disquisizioni, ha chiaro il perché di quello che fa e ha solo bisogno di qualche come. Ci limiteremo quindi a richiamare brevemente le ragioni teoriche di questa raccolta (Prima parte), per dare invece più spazio ai suggerimenti didattici (Seconda parte) e al repertorio dei giochi (Terza parte).

    Prima parte

    IL GIOCO COME OCCASIONE DI INCONTRO

    I. Sette buoni motivi per fare del gioco

    uno strumento di educazione (interculturale)

    In un passato recente e in un presente non ancora concluso, in sede di riflessione pedagogica abbiamo moltiplicato le educazioni: educazione ai rapporti, educazione allo sviluppo, educazione interculturale, educazione alla pace, educazione alla sostenibilità… come se si trattasse di visioni diverse del processo educativo.

    Questo stesso libro aveva nelle precedenti edizioni come sottotitolo Percorsi ludici e repertorio di gioco per l’educazione interculturale.

    Bisogna forse ribaltare l’ottica e sottolineare che l’educazione tout court, per essere all’altezza della società liquida di cui parla Bauman, deve focalizzarsi sullo sviluppo del pensiero flessibile, della capacità di relativizzare le proprie certezze, della costante disponibilità a mettersi dal punto di vista dell’altro, del rispetto delle altrui posizioni e pensieri. E questo non solo per un discorso etico o di pacifica convivenza civile, ma anche più pragmaticamente per disporre degli strumenti che ci rendono capaci di cambiare con il mondo che cambia.

    In estrema sintesi, potremmo dire che tutte queste educazioni apparentemente separate confluiscono in un’unica auspicata competenza, rappresentano tante sfumature diverse di percorsi tesi allo sviluppo di una fra le otto competenze-chiave per l’apprendimento permanente previste dall’Unione Europea: quella relativa alla dimensione sociale e civica, che include «competenze personali, interpersonali, interculturali» che riguardano «tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa e in particolare alla vita in società sempre più diversificate, come anche a risolvere conflitti ove sia necessario» (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio 2006/962/CE).

    Proviamo quindi a considerare le ragioni per le quali un percorso sul

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