Nevicò presto quell'inverno
()
Info su questo ebook
Correlato a Nevicò presto quell'inverno
Ebook correlati
Tre racconti per ricordare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mia scalata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMariani e le ferite del passato Valutazione: 3 su 5 stelle3/5L'ultima primavera del secolo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Medaglione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniForse una sera: Storie di un'italiana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMio nonno era fascista Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFiori d'inverno. Battiti Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUn posto nel mondo: La luce in fondo al tunnel Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCosa accadde a Giorgio Scerbanenco? Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAll'ombra del nocciolo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa casa con il tetto di pietra Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAndrà tutto bene Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLettera ai miei figli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'inadeguata Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDial for G Garfagnana in Giallo 2017: I racconti di Barga Noir Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'eredità dei tre autori Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl maggiordomo napoletano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Mondo-di-Sotto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUlisse: (e i sogni del bosco) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniHeartbreaker Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Ragazzo di Predda Niedda Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe donne che fecero l’Impresa – Piemonte: Nessun pensiero è mai troppo grande Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI miei ricordi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTra i vicoli della mia infanzia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniScurpiddu Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLanghe inquiete: Appunti per un romanzo. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCinque Fratelli. I Bruni Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome uccidere mia moglie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVita di Arnaldo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Categorie correlate
Recensioni su Nevicò presto quell'inverno
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Nevicò presto quell'inverno - Nuccia Resegotti
633/1941.
PRESENTAZIONE
Quando le persone che oggi sono nonni e nonne erano dei ragazzini e delle ragazzine, accadevano storie come questa. C’era la guerra, quella che fu chiamata la Seconda Guerra Mondiale. Incominciò nel 1940 e l’Italia entrò nel conflitto come alleata della Germania. Entrambi i paesi erano governati da un regime dittatoriale: in Germania c’erano i nazisti al comando di Hitler e in Italia i fascisti al comando di Mussolini che aveva preso il nome di Duce, cioè condottiero
, dal latino Dux
. Per imporre l’idea nazista nel mondo Hitler invase le libere nazioni europee e scatenò la persecuzione contro le popolazioni di razza non ariana, soprattutto contro gli ebrei.
Dopo tre anni di guerra, nel 1943 in Italia ci si ribellò al fascismo e il paese fu diviso da una lotta civile. Coloro che restarono fascisti rimasero fedeli all’alleato tedesco, gli altri si chiamarono partigiani e fecero parte di un movimento detto la Resistenza
. I partigiani si allearono con gli inglesi e gli americani, le cosiddette Forze Alleate. Nei primi tempi si nascondevano soprattutto in montagna e scendevano in pianura a compiere azioni di guerra.
La guerra terminò il 25 aprile 1945 quando Mussolini fu catturato dai partigiani. Nel primo periodo di pace, come sempre accade, ci furono coloro che cercarono vendette o rivalse personali. Presto però il paese cercò in tutti i modi di risollevarsi moralmente ed economicamente dalle difficoltà passate. Incominciò quella che fu chiamata la Ricostruzione.
ANCH’IO HO QUALCOSA DA PRESENTARE
Il mio nome è Ambrogio e sono un orologio. Sono un pezzo di mobilia nobile
, cioè ho imparato a comunicare con altri oggetti come me e … qualche volta, in parte, in un certo modo … a trasmettere qualcosa
agli umani più vicini. In questa saletta al primo piano della casa, dove mi hanno collocato molto tempo fa, siamo in tre dotati di questa caratteristica. Io, Ambrogio l’orologio, poi Zita, la credenza di biondo legno di ciliegio, che ha la parte superiore chiusa con vetri ricoperto da eleganti tendine gialle, e Putifarre, lo stipo che diventa scrittoio quando il suo piano a ribalta è abbassato. Io sono un orologio a torre, un pendolo contenuto dentro una lunga e stretta cassa di legno che appoggia sul pavimento. Sul davanti la cassa è chiusa da un vetro attraverso cui, ai bei tempi, si vedeva oscillare la mia gamba di ottone. In alto ho il quadrante con le lancette, adesso immobili. Se voglio, con sforzo, riesco a far suonare il carillon anche senza la mano dell’uomo, ma la credenza Zita e lo stipo Putifarre dicono che sono diventato un orologio mogio: il suono non è più argentino com’era un tempo. Perché? Nel fondo della mia torre, sotto la gamba di ottone, è stato costruito uno scomparto segreto. Questo ha alterato la sonorità della mia cassa. Lo scomparto è pieno di carte e tra di esse c’è un quaderno molto spesso. Ha la copertina di stoffa, piccoli gigli blu sul fondo color panna, le pagine dal taglio dorato.
Su questa pagine Erika ha scritto la storia narrata in questo libro.
Ho qualcosa da aggiungerci io? Sì, tutto quello che in questo diario non c’è. Tutto quello che noi tre pezzi di legno, nobilitati dal fatto di aver imparato a comunicare, abbiamo visto e udito pur restando fermi in questa stanza.
1.
DAL DIARIO DI ERIKA
14 novembre 1944
Stiamo aspettando nonno Mario da un momento all’altro. Mamma mi sta preparando la valigia che non deve essere troppo pesante perché non sarà un viaggio comodo. Il nonno ha ancora l’automobile da qualche parte in Torino, ma la poca benzina che c’è in giro + riservata agli usi militari. Lui verrà a prendermi col treno e col treno mi porterà a casa sua, in Valsesia.
È stata una decisione improvvisa. L’altro giorno mio fratello Giuliano, che ha quasi sedici anni, è stato fermato per via da due militari della Decima Mas¹ che ha un distaccamento qui a Ivrea. Erano dei ragazzi come lui ma, forse perché in divisa e armati, si comportavano in modo arrogante e antipatico.
- Dove vai?
- A scuola.
- Non è tempo di scuola, questo. Quanti anni hai?
- Quattordici- ha risposto Giuliano, ben istruito da mamma per casi come questo.
- Non è vero! Ne hai sedici e devi arruolarti come noi.
- Non ti vergogni di andare a scuola quando la patria ha bisogno?
- Devi prendere il posto di tuo padre.
Papà è prigioniero in Germania. È stato preso con il suo battaglione in Francia, poco dopo l’8 settembre dell’anno scorso, quando i tedeschi da nostri alleati sono diventati nostri nemici. Tre anni fa, quando è cominciata la guerra, i nostri nemici erano gli Anglo-Americani. Adesso con i tedeschi ci stanno soltanto i fascisti e papà non ha voluto entrare nei loro reparti, così è stato mandato in un campo di concentramento.
Quando sono cominciati i bombardamenti su Torino, mamma, Giuliano