Il soffio sull’anima
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Info su questo ebook
Valerio Terebinto è nato a Roma nel 1992.
Diplomato nel 2010 in Informatica, ha perseguito poi la sua passione lavorando per una multinazionale spagnola. Nel 2013 è stato colpito dal linfoma di Hodgkin. L’esperienza e la vittoria della battaglia contro la malattia hanno risvegliato in lui la voglia di riscoprire se stesso e la bellezza della vita. È con questo spirito che ha intrapreso il cammino di Santiago insieme a suo padre, fonte d’ispirazione per questo libro.
Questa avventura lo ha spinto ad affrontare in seguito la via Francigena e, recentemente, a seguire le orme di Sant’Olaf attraverso la Norvegia, camminando per più di ottocento chilometri. L’amore per i viaggi lo ha portato così a girare diverse regioni del paese e del mondo, contando ad oggi 26 nazioni visitate.
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Anteprima del libro
Il soffio sull’anima - Valerio Terebinto
Valerio Terebinto
Il soffio sull’anima
Albatros
Nuove Voci
Ebook
© 2020 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma
www.gruppoalbatros.com
ISBN 978-88-306-2183-1
I edizione elettronica aprile 2020
Chi apprezza il senso delle cose
capisce il significato della vita.
A mio fratello Luca
Nuove Voci. Prefazione di Barbara Alberti
Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.
È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.
Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi
Non esiste un vascello come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che s’impenna.
Questa traversata la può fare anche un povero,
tanto è frugale il carro dell’anima
(trad. Ginevra Bompiani).
A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.
Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.
Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov
.
Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.
Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.
Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.
Introduzione
Affrontando le avversità impariamo a crescere, condividendo emozioni oltre limiti e confini impariamo a conoscerci, quando troviamo persone con cui vivere esperienze e ridere delle proprie avventure impariamo il senso dello stare insieme. Tutte le strade dipinte sotto al ciel, lontane quanto basta dal mare, scendono e poi risalgono per formare la via, il sentiero della nostra vita che serve a renderci migliori, per non commettere più errori. Perché, si sa, in fondo quando si sbaglia si impara, e piano piano si cresce, lasciandoci dietro le ombre e avanzando verso l’orizzonte.
Si dice che quando si supera una prova molto difficile tutto quello che viene dopo è la ricompensa del grande gesto effettuato. Parto per scoprire a fondo me stesso e per capire gli altri, per condividere insieme un’esperienza che va oltre il concetto di avventura. È quello che per me significa percorrere il sentiero della propria vita. Sono vicini quegli odori dimenticati, vengono fuori dalle stanze della mente, per ricordarci stagioni, o meglio ancora, ricordi andati. Come se non ci fosse un tempo per ricordare, ma solo per vivere. Questa è la prima regola del pellegrino: rispetta la vita, il mondo, il modo che hanno gli altri di condividere qualcosa, e allora saprai come è bello vedere e vivere questa piccola parentesi chiamata esistenza. Questo viaggio è delimitato solo da linee immaginarie, da punti di arrivo e inizio, come la marea. Non ha un volto fisso in una notte in barca passata a veleggiare, se non la visione delle stelle, che gli indicano il percorso: esse non gli diranno da dove è partito o dove deve arrivare, gli mostreranno soltanto la rotta in base a dove si trova.
Dalle balenanti altalene che dondolano nel vento, riconoscere la via in un palmo di mano che stringe, tra le sue pieghe, granelli di soffice polvere.
La tormenta
È una fredda mattina del giorno più caldo di novembre. Le foglie sono in fiore e si può vedere appena la fioca luce delle campane del grande campanile che riesce a riflettere, facendo spazio a un piccolo scorcio di mattino, un raggio di sole, che entra indisturbato nella finestra del mio appartamento. È una giornata di quelle che si può andare in giro pensando alla vita, che si può cantare come i cormorani che solcano le onde del mare, che tanto, prima o dopo, si può andare o tornare. Tra i rostri e i rami di spino, si stagna una piccola pozzanghera, che, come dicono, è il prodotto di tutta l’acqua portata dalle piogge del giorno precedente. Essa contiene un solo miliardesimo della pioggia sull’asfalto in seguito a un acquazzone.
Per le strade del quartiere si respira aria di gioia e i passanti sorridono spensierati, camminando e portando