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Trova la tua Pocapaglia - Raccolta di poesie
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E-book304 pagine2 ore

Trova la tua Pocapaglia - Raccolta di poesie

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Trova la tua Pocapaglia è una raccolta di scritti e poesie che narrano la vita e l’amore per Pocapaglia, il luogo natale dell’autore Francesco Marchino, il quale mette in luce nei suoi moniti esistenziali una realtà semplice e autentica. A Pocapaglia si rallenta… l’orologio ferma le lancette, manovrate solo dai ritmi della natura e da una vita che attraversa il tempo in modo differente rispetto alle città. È un orologio stagionale, un orologio umanitario, non asservito alla meccanica del progresso. Così, anche i protagonisti incontrati diventano attori di un romanzo appartenente a un’altra epoca. Sacerdoti, suore, amici dei bar affezionati, familiari, nonne… e volti di terre veraci come il sole in agosto, ci raccontano le scorrerie di una vita felice. 

Francesco Marchino è nato a Bra, l’1 settembre 1970, da sempre risiede a Pocapaglia. “La semplicità è la mia metà”, questo è il suo motto. L’autore ama raccontare le persone della sua quotidianità, le emozioni che ha vissuto legate a loro e immaginare un mondo dove a ogni bambino sia lasciato il diritto di giocare e sognare.
Scrive in modo semplice perché ciò che è semplice gli regala un’emozione da collezionare nelle poesie. 
Dice di sé: “Mi sono cercato nel momento più buio della vita, ho tolto quello che era di troppo, le corazze, le contaminazioni della società, della famiglia, ho depennato tutto, anche il cognome, ero alla ricerca dell’essenza. Mi sono ritrovato spoglio come un foglio di carta bianco e ho iniziato a scrivere”.
LinguaItaliano
Data di uscita8 gen 2024
ISBN9788830694866
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    Anteprima del libro

    Trova la tua Pocapaglia - Raccolta di poesie - Francesco Marchino

    Nuove Voci

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, Lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterley. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    Prefazione

    Il miracolo non è quello di camminare sulle acque, ma di camminare sulla terra verde nel momento presente e d’apprezzare la bellezza e la pace che sono disponibili ora.

    Thích Nhăt Hanh

    Il luogo di nascita declama le radici della propria esistenza, dalle quali non si può sfuggire, condizionando il modo di pensare e vedere. L’imprinting geografico diviene la visionaria presenza che spinge a cercare gli angoli nei quali l’anima ha soggiornato piacevolmente. Tanto più il senso di gradevolezza e di amore è stato alto, tanto più il ritorno alla casa è una chiamata costante come il vagito di un neonato per una madre. Nasciamo e cresciamo in ambienti culturali, politici e religiosi che mostrano valori differenti da altri posti, e, quando si confrontano possono essere messi in discussione, o, nel caso dell’autore Francesco Marchino di Trova la tua Pocapaglia, restano la sostanza della vita perché troppo vitali per essere compromessi.

    Egli descrive il suo stile così: "Scrivo senza punteggiature e senza lettere maiuscole perché la vita non concede pause e le lettere diventano medicine tutte di uguale importanza". Si può pensare da questa dichiarazione ad una espressione di ribellione da una società frenetica, condizionata da false idolatrie, ed è una constatazione della irrequietezza umana: tutto scorre senza soste, senza soffermarsi a guardare un campo di gialli girasoli in pieno sole.

    Questa raccolta di scritti e di poesie libere ha il gusto nostalgico di un luogo incantato, quello di Pocapaglia. Pocapaglia è un comune italiano di tremiladuecentottantadue abitanti della provincia di Cuneo, in Piemonte, nella zona del Roero. Lo scrittore la descrive come un innamorato, ed è la fonte delle sue ispirazioni. Codesto ameno luogo diventa la metafora esistenziale di tutta la silloge poetica. Da uno strano nome: POCA-PAGLIA viene estratto il senso della vita. Così, egli trova la civiltà nella sua culla natale, nella semplicità delle piccole, ma genuine cose, perse, invece, in vite secolarizzate nelle grandi metropoli in corsa.

    A Pocapaglia si rallenta… l’orologio ferma le lancette, manovrate solo dai ritmi della natura e da una vita che attraversa il tempo in modo differente rispetto alle città. È un orologio stagionale, un orologio umanitario, non asservito alla meccanica del progresso. Così, anche i protagonisti incontrati diventano attori di un romanzo appartenente ad un’altra epoca. Sacerdoti, suore, amici dei bar affezionati, familiari, nonne… e volti di terre veraci come il sole in agosto ci raccontano le scorrerie di una vita felice, densa ed autentica. Una vita che ancora si meraviglia delle grazie della natura, travolgendo l’anima nell’estasi e nell’incanto. Gli occhi dello scrittore Francesco Marchino sono finestre aperte sulla bellezza incontaminata, si comprende, così, il perché egli prenda le distanze dagli artifici delle società pascolanti, rifugiandosi nel suo nido solitario e nostalgico, cadendo nella rimembranza della sua infanzia e gioventù, che diventa, il posto sicuro nel quale incontrare la VERITÀ.

    Il suggerimento che sovente ripropone come un mantra esistenzialista è quello di trovare la Poca-Paglia, il luogo-casa dentro e intorno a se stessi, per godere delle piccole cose che la vita mette a disposizione. La ripetizione diventa conferma nel subconscio di ogni essere vivente, un DNA emotivo iniettato per endovena poetica. La cura. Per se stesso e per tutti coloro che si accostano alle letture dei suoi luoghi mistici.

    Si apre una porta sul cielo dei sogni, al risveglio dell’amore, nel tempo dei miracoli, trascinando il desiderio verso il paese delle meraviglie affettive ed emotive, laddove incontrare un gatto intrufolato tra le coperte, un robot impazzito, la Masca, la strega delle Langhe, una bottiglie di vino rosso taumaturgico come il sangue di Cristo, dei ciliegi in fiore su un campo da calcio, un sacerdote spaccalegna a torso nudo, una suora dalle mille e una storie miracolose… un sogno nel sogno che egli ha vissuto e che continua a vivere…

    A cura di Rossana Marcuccilli

    A nonna Irene...

    Nota dell’autore

    Trova la tua Pocapaglia, cerca il tuo contesto, il tuo paese, il tuo quartiere, il tuo gruppo di amici. Cerca quel posto dove ti senti importante, un tuo spazio dove non esiste altro. Dove intrecci i rapporti, dove trovi quelle persone delle quali non puoi fare senza, un mondo anche fuori moda, ma unico dove vivere. Sicuramente ci sarà un campo da calcio dove potrai disputare la finale del secolo e l’emozione che proverai nello spingere la palla oltre quella linea non sarà inferiore a quelle provate da Ronaldo o da Messi. Ci sarà sicuramente un piccolo palco dove potrai dimostrare il tuo talento, vedrai mille tramonti tutti unici e diversi da dipingere, potrai scrivere la poesia più bella e incorniciare le tue emozioni per renderle per sempre. Troverai un rifugio, una carezza, una pacca sulla spalla, le persone giuste per condividere le gioie e le stesse saranno al tuo fianco nei momenti difficili. Trova la tua Pocapaglia, incrocerai personaggi unici, non convenzionali, cerca la tua Pocapaglia dove senti un abbraccio tutte le volte che passeggi, dove respiri la sua storia e tieni in vita con il ricordo chi è passato prima. Trova la tua Pocapaglia, ascolta la tua voce, solo lei conosce la strada per la tua felicità, trova il tuo luogo dove puoi sentirti libero o libera di essere, dove ti senti unico o unica, dove sei un tassello fondamentale in quel contesto.

    La mia Pocapaglia è un piccolo e meraviglioso paese situato nella provincia di Cuneo. Abbracciato dai boschi e dalle stupende rocche nella sua parte più alta, mentre nella parte più bassa la Strada Statale 231 che collega la città di Alba con quella di Bra ne delimita i confini. Pocapaglia, un paese dal nome particolare, unico come le sue leggende dove spicca quella della Masca Micillina¹. Unico come le sue storie e qui all’istante penso all’eremita che ha vissuto nelle rocche. Pocapaglia, semplice, meravigliosa, misteriosa e magica dove ho trovato il mio contesto, dove ho avuto in dono mille emozioni, dove ho pianto, dove ho toccato il cielo con un dito. Dove ho iniziato a scrivere pur conoscendo i miei limiti, ma, soprattutto, dove sono riuscito a togliere tutto il superfluo e riscoprire il vero Francesco con le sue tante fragilità che ho imparato con fatica ad amare. Si parte con questo progetto, un sogno tirato più volte fuori dal cassetto e subito riposto. La paura, questa paura che frena, che ti consiglia di rimandare, rimandare, rimandare. La paura di non essere all’altezza, ma non essendo uno scrittore ho deciso, non dovendo subire alcun confronto, l’unica gara è una sfida con la parte di me più incline ad arrendersi. Si parte, a volte serve solo un po’ di coraggio, serve capire che il momento perfetto non esiste, quindi, è sempre il momento giusto. Racconto quello che ho visto, sentito, vissuto dalla mia prospettiva e chissà quante cose mi sono passate accanto senza che me ne accorgessi. Ora si parte veramente, senza alcuna logica, scrivo

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