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Sorsi del mio scrivere
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E-book158 pagine2 ore

Sorsi del mio scrivere

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Info su questo ebook

Una pioggia di emozioni in una raccolta di racconti acclamati in tutta Italia
LinguaItaliano
Data di uscita15 giu 2020
ISBN9788831680486
Sorsi del mio scrivere

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    Anteprima del libro

    Sorsi del mio scrivere - Alessia Ferrari Dream

    SORSI DEL

    MIO SCRIVERE

    ALESSIA FERRARI DREAM

    SORSI DEL MIO SCRIVERE

    SORSI DEL MIO SCRIVERE

    Alessia Ferrari Dream

    Fanpage

    Impaginazione e cura dell'opera

    Gioia Lomasti & Marcello Lombardo

    Immagine di copertina

    Alessia Ferrari

    Illustrazioni

    Eleonora Paganini

    Promozione Autori & Artisti

    www.vetrinadelleemozioni.com

    Ebook Editing: Gioia Lomasti & Marcello Lombardo

    - SINOSSI -

    SORSI DEL MIO SCRIVERE è una raccolta di miei racconti, la maggior parte dei quali premiati, che trattano vari temi attuali, anche se ciò che emerge in maniera più preponderante è il sentimento dell'amore. Alcuni di questi scritti sono basati su ricordi che mi sono stati tramandati dai miei genitori e dai miei nonni, altri mi sono stati donati dalle persone più diverse, sia negli anni in cui ho lavorato come commessa in panificio, che in mille altre occasioni, in quanto mi piace ascoltare le storie di vita; altri ancora sono frutto della mia infinita fantasia, che sgorga copiosa fin da quando ero bambina. Benvenuti nel mio Mondo.

    A cura di Alessia Ferrari Dream

    RACCONTI

    AL SUPER

    Martedì pomeriggio, con la consegna della merce solitamente sistemata in mattinata, gli scaffali del supermercato del quartiere erano ben riforniti. Gironzolava tra i corridoi distratta e svogliata, eppure bisognava fare la spesa settimanale. Ricontrollò l'elenco che aveva preparato a casa, su di un foglietto ormai sgualcito: riso...già, anche se lei lo detestava, lo preparava ogni mercoledì per accontentare suo marito. Acquistava perciò poi anche dei buoni tagli di carne, da ricavarne un ottimo brodo per un risotto così cremoso e appetitoso che tutti gli inquilini della loro scala le avevano chiesto la ricetta, perché ad un profumino del genere non si resiste, ma lui... non le aveva mai esternato alcun entusiasmo, nessuna lode, eppure, parlando di gusti in presenza di amici aveva più volte ribadito di avere una vera adorazione, per quella pietanza.

    Si sentiva a terra anche perché, poche ore prima, aveva dovuto sostituire la carta d'identità, ormai scaduta. Rivedere quella sua vecchia foto l'aveva resa triste, ma guardare quella nuova, l'aveva agghiacciata: i primi capelli grigi l'avevano portata a un taglio più pratico, ma spoglio. Le faccende quotidiane le avevano fatto mettere da parte quei vestitini che facevano voltare gli uomini per la strada, anche il reggicalze stava ammuffendo nel cassetto.

    Non è roba per donne sposate con figli le aveva soffiato nelle orecchie sua suocera.

    Aveva lo sguardo verso il basso, quindi si ritrovò a fissare i mocassini scuri; automaticamente ripensò a quella volta, tempo prima, in cui aveva ritrovato un paio di scarpe col tacco a spillo che non aveva ancora scartato per donarle, come già era accaduto per tutte le altre, alla parrocchia. Segretamente le aveva calzate, percorso il corridoio traballando, per poi crollare sul divano scrosciante di lacrime.

    Permesso...scusi, bella signora... un commesso stava arrivando con un bancale di merce da sistemare.

    Ah, mi perdoni, ero distratta...

    Non si preoccupi... sa... sono arrivati i costumi... di certo ne troverà almeno uno che le renderà giustizia...se aspetta due minuti li sistemo su questo scaffale.

    No, grazie, il costume ce l'ho, e poi...

    Ma questi hanno la vita bassa e dei colori così allegri!

    Lei non riuscì a trattenersi oltre, strabordò lacrime e singhiozzi.

    Il commesso attese si calmasse, poi le portò un caffè dalla macchinetta. Lei si scusò, lo ringraziò e proseguì l'itinerario d'acquisti.

    Dopo una mezz'ora si mise in coda per pagare. Il commesso arrivò giusto in tempo per dare il cambio alla cassiera. Lei aveva lasciato poggiate le borse di tela in fondo, dove va a parare tutta la spesa; dato che era l'ultima della fila e non c'era nessun altro dietro, lui la aiutò a riempirle.

    Il tavolo della cucina era invaso dalle sporte, la casa era in penombra. Lei si sedette, spossata moralmente. Aveva ancora una quarantina di minuti prima che dovesse scendere in strada ad aspettare lo scuolabus che riportava a casa i bambini. Nonostante l'abbondanza, l'abitazione le parve vuota, come la propria vita. Si prese la testa fra le mani, cercando una sola ragione per alzarsi e reagire, quando un rumore la scosse. Una delle borse era precipitata a terra e le scatole di conserva si erano messe a rotolare sul pavimento. Allora si chinò e si mise a raccogliere tutto, quando notò una busta di carta, tondeggiante. Non capiva, la aprì, temendo di aver involontariamente preso un articolo altrui, ma vi trovò un due pezzi rosa intenso con gli strass. C'era anche un messaggio, scritto su un volantino di promozione: Per te, sarai bellissima con questo indosso! Anzi, potresti farti una foto e poi mandarmela... seguivano un nome maschile e un numero di cellulare. Era pietrificata.

    Si era assopita, dopo. Era serena ora, rinata. Certo, da domani anche le vite dei suoi familiari sarebbero cambiate per sempre, ma lei aveva diritto a tornare felice! I bambini avrebbero sofferto molto, ne era consapevole, ma rivoleva sentire la vita scorrere nelle proprie vene...

    A proposito di scorrere, si accorse che lui aveva terminato la doccia. Lo sentì trafficare di là, poi un intervallo, infine udì la porta aprirsi e, dopo qualche istante, chiudersi. Si alzò, coprendosi con una maglietta arraffata alla svelta e si precipitò nel corridoio. Lo chiamò, ma ovviamente non ottenne risposta. Cercò di spiare dalla finestra, ma temeva che qualche vicina impicciona potesse scorgerla. Non poteva credere che l'avesse lasciata lì, sola in casa sua! Cercò di calmarsi, pensando che probabilmente fosse solo sceso a prendere qualcosa al bar o all'alimentari lì sotto e non avesse voluto svegliarla, convinto stesse ancora dormendo; sarebbe tornato in una decina di minuti, pensò. Poi vide qualcosa accanto alla borsetta: un cartoncino bianco e azzurro, con un nome al centro, cellulare subito sotto. Incollato al bordo inferiore c'era un post-it con un messaggio per lei: Tesoro, spero ti sia piaciuto. Di solito per il corteggiamento più coito completo sono euro 400, solo coito euro 290, ma la prova è comunque di regola gratis. Posso farti un bello sconto, se ne prenoti almeno 5! Per favore, quando te ne vai, chiudi la porta con la chiave nella toppa, poi getta il mazzo nel portaombrelli.

    CARA ALE

    ...Non sai cosa darei per essere lì, in questo preciso istante, per godermi la tua espressione, mentre apri la mia lettera. So difatti che tu ne hai scritte parecchie, ma nessuno dei ragazzi ai quali hai dedicato le tue parole, ti ha mai contraccambiata. Tu non mi conosci, ma a me è bastata un'occhiata, per capire che desideravo sapere tutto su di te. Ti osservo da molto tempo, da lontano, oppure da molto vicino, se le circostanze me lo permettono. Mi sono dedicato a scoprire tutto ciò che potevo senza mai disturbare la tua esistenza, con una ricerca attenta, minuta, ed in punta di piedi. So che sei nata a Santa Margherita Ligure, quindi ho iniziato il mio percorso esattamente da lì: ho passeggiato un po' tra quelle vie, immaginando di udire i tuoi vagiti. Poi, sono andato a guardare la casetta dove hai vissuto per circa quattro anni: ora è completamente ristrutturata, ma ti ho immaginata in quel giardinetto, tra le piante, che allora dovevano sembrarti una vera foresta. Dal primo momento, ti ho amata con una forza che non riesco a descrivere, quindi, non solo ho provato un enorme bisogno di vederti di persona, ogni giorno, pur di sfuggita, ma anche di frequentare i posti dove tu sei rimasta più a lungo, perché le tue vibrazioni sono sicuramente ancora presenti, e le voglio cogliere, come se io fossi una radio, mentre quello che hai lasciato tu nell'aria, le onde. Così, ogni mattina mi reco a fare colazione nel bar del palazzo dove abitavi, quando vivevi in città con la tua famiglia; mi siedo ad un tavolino, per riuscire ad avere la tua stessa visuale da bimba, quando tua madre ti concedeva un cappuccino con il bombolone alla crema. Ho visto il juke-box, e sono certo che dovesse piacerti moltissimo; quindi, ho insistito col figlio del vecchio proprietario, affinché lo mettesse in funzione, e tra uno sbuffo e l'altro, sono riuscito a far suonare tre canzoni in voga, in quegli anni. Alla fine, il barista, mi ha guardato sorridendo: Se ci fosse mio padre, brontolerebbe a non finire! - ha esclamato. Chissà dunque quante volte hai dovuto subire i suoi rimbrotti! Ma, col carattere che hai, son sicuro che tu riuscissi sempre ad avere la meglio: la dolcezza sgorga incessante dalla fonte naturale del tuo animo, calda e generosa, perseverante come la tua tenacia di non mollare mai, per una miscela che può modellare persino i graniti più freddi. Intrufolandomi nel condominio, ho incontrato sia persone che abitano lì da una vita, sia nuovi inquilini, compresa la attuale affittuaria del vostro appartamento, secondo piano, interno sei. Le ho detto che vivevo lì da bambino, e lei, presa dalla voglia di stare in compagnia, mi ha fatto entrare in casa; appena ho visto la sala, ho capito perché tu abbia una mente così zeppa di sogni, tanto da parer il cilindro di un mago: tutto il pomeriggio chiusa in quel poco spazio, che sicuramente dividevi con tuo fratello, e coi tuoi genitori, devi aver viaggiato con la mente, immaginando mille avventure. Amore, vorrei tanto prendere le sembianze del cavaliere che hai sempre sognato: posso riuscirvi egregiamente, perché sono convinto che tu non lo abbia immaginato in modo banale, prevedibile; la tua generazione ha visto in Cenerentola un modello, ma io mi sento di dire di conoscerti a sufficienza, per affermare che sicuramente tu miri più in alto, e che la tua fiaba preferita sia La Bella Addormentata. Lascia che venga, dunque, Ale, da te. Non temo gli alti rovi delle tue sofferenze passate: li abbatterò. Ti sveglierò dal tuo mondo di soli sogni, ti prenderò in braccio, e ti porterò con me. Ti proteggerò sempre, perché io non mi lascio ingannare dal tuo modo di vestire particolare: tu lo usi per distinguerti, ma bada che io ho scorto la luce dei tuoi occhi, ed essa è un richiamo affettivo. Io voglio poter rispondere a quel muto alfabeto, a quella richiesta; è silenziosa perché non è per tutti, ma solo per chi la sa cogliere. Anch'io mi reputo una creatura rara, perché riesco a vederti per quel che sei: la più spumosa ed odorosa tra innumerevoli onde, la più bionda tra messi di spighe. Sono convinto che, nonostante tutta l'apparenza, tu non creda sufficientemente in te stessa: sei tale ad una fragolina di bosco, che non è consapevole di quanto e quale piacere possa indurre; resta lì, timida, tra l'erba. Lasciati cogliere da me, non ne resterai delusa: esalterò al massimo la tua persona, il mio amore ti renderà fulgida, come la luce del Sole fa con la Luna.

    CARNEVALE!

    La festa a casa di Paul sarebbe stata favolosa: figlio unico di una coppia di imprenditori, aveva messo a disposizione la loro villa in collina. Certo, a Febbraio sicuramente non avrebbero utilizzato la piscina, ma comunque il salone era davvero enorme e, soprattutto, le cantine fornitissime. Inoltre Paul aveva promesso tre cose: un po' d'erba, qualche pasticca colorata, e... tante ragazze. Difatti il problema delle festicciole della compagnia di David riguardava proprio quest'ultimo aspetto: non sapevano mai trovare espedienti per invitare delle coetanee, così finiva sempre che all'alba della domenica si risvegliavano biascicanti e con l'emicrania, senza aver battuto chiodo. Stavolta perciò l'euforia regnava sovrana: con tante femmine, musica, alcool, qualche droga e una casa così grande, sicuro non sarebbero andati di nuovo in bianco. Paul aveva posto un'unica clausola: tutti dovevano essere in maschera. David la trovava una cosa ridicola, specie alla loro età, ma sapeva che Paul

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