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E-book924 pagine10 ore

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Info su questo ebook

Il libro propone una vasta selezione di aforismi, proverbi e pensieri, adatti quasi ad ogni circostanza, volti ad ispirare il proprio sviluppo personale. Frutto di oltre un decennio di raccolta, essi sono raggruppati in categorie tematiche, che vengono collegate tra loro secondo quattro schemi originali. All’inizio di ogni categoria sono poste, ove disponibili, appropriate citazioni tratte dalla Bibbia e da poemi cavallereschi che incorniciano ed impreziosiscono gli argomenti presentati. Il lettore troverà opinioni dei saggi di ogni tempo e luogo, a partire da Buddha, Confucio, Aristotele, Seneca, Leonardo da Vinci, fino ad Albert Einstein, il Dalai Lama, Nelson Mandela, Steve Jobs, Luciano De Crescenzo e tantissimi altri. È un libro adatto per isolarsi dal chiasso assordante della nostra epoca e riascoltare le voci di chi ci ha preceduto nel corso della storia fissando le proprie riflessioni su aspetti particolari della vita. È un invito a riflettere, ed in qualche caso anche a sorridere.
LinguaItaliano
Data di uscita29 giu 2020
ISBN9788831678544
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    Anteprima del libro

    Chi cerca trova - Alberto Di Segni

    Indice

    Prefazione

    Introduzione

    Ringraziamenti

    P A R T E P R I M A [F I L O S O F I A]

    Capitolo 1. della SENSAZIONE

    I sentimenti

    Cuore e testa

    Capitolo 2. della CONOSCENZA

    L’intelletto

    L’opinione

    Le parole

    La verità

    Il dubbio

    Le tre qualità della natura nell’induismo

    Le quattro nobili verità nel buddismo

    Le sette leggi universali nell’ermetismo

    Capitolo 3. dell’ETICA

    La volontà

    La morale

    La responsabilità

    La paura

    La decisione o scelta

    Capitolo 4. dell’ESTETICA

    L’arte

    Forma e sostanza

    Mistica

    P A R T E S E C O N D A [A N A L I S I L O G I C A]

    Capitolo 5. del SOGGETTO

    dell’Io

    di Dio

    del Mondo

    Capitolo 6. del PREDICATO NOMINALE

    La vita è …

    La vita è breve

    La vita non è giusta

    Umorismo, ma non troppo

    Miscellanea

    Capitolo 7. del PREDICATO VERBALE

    Esitare

    Osare

    Iniziare

    Fare e non fare

    Avere difficoltà

    Sbagliare

    Fallire

    Ricominciare

    Capitolo 8. dell’OGGETTO

    Il successo

    La felicità

    I sogni

    Capitolo 9. del LUOGO

    I viaggi

    Capitolo 10. del TEMPO

    Capitolo 11. della CAUSA

    Caso

    Creazione

    Destino/Fato/Fortuna/Sorte

    Capitolo 12. del FINE

    Le sei perfezioni nell’induismo

    1 - Bellezza

    2 - Ricchezza

    3 - Fama

    4 - Potere

    5 - Sapienza

    6 - Rinuncia

    Capitolo 13. del MEZZO

    Pensiero/mente

    Disciplina

    Tenacia

    Esperienza

    Abitudini

    Capitolo 14. del MODO

    Sorriso

    Ottimismo

    Gratitudine

    Pazienza

    Tolleranza

    P A R T E T E R Z A [E S I S T E N Z A]

    Capitolo 15. della FISICITÀ

    Nutrizione

    Esercizio fisico

    Riposo

    Malattia

    Vecchiaia

    Morte

    Capitolo 16. dell’APPRENDIMENTO

    Curiosità, Stupore e Meraviglia

    Insegnare

    Educare

    Imparare

    La lettera di Gargantua a Pantagruel

    Cultura

    Lingue

    Libri

    Capitolo 17. del LAVORO

    Capitolo 18. delle RELAZIONI

    I genitori

    I fratelli

    I parenti

    Gli amici

    La coppia

    I figli

    L’ambiente

    Le piante

    Gli animali

    P A R T E Q U A R T A [E Q U I L I B R I O]

    Capitolo 19. della NEGATIVITÀ

    I tre veleni nel buddismo

    1 - Desiderio

    2 - Odio

    3 - Ignoranza

    I sette vizi capitali

    1 - Superbia

    2 - Avarizia

    3 - Lussuria

    4 - Invidia

    6 - Ira

    7 - Accidia

    La tossicità

    a) Preoccuparsi

    b) Lamentarsi

    c) Giudicare

    d) Criticare

    e) Incolpare

    f) Pecore in mezzo ai lupi

    g) Perle davanti ai porci

    h) Se non ti ascolterà

    Capitolo 20. della SPIRITUALITA’

    I valori

    La religione

    L’anima

    Le sette leggi di Noè

    I dieci comandamenti di Mosè

    Le beatitudini evangeliche

    Le tre virtù teologali

    1 - Fede

    2 - Speranza

    3 - Carità

    Amore

    Misericordia

    Le quattro virtù cardinali

    1 - Prudenza/saggezza

    2 - Giustizia

    3 - Fortezza/coraggio

    4 - Temperanza/moderazione

    L’ottuplice sentiero nel buddismo

    1 - Retta visione/Buon senso

    2 - Retta intenzione/Compassione

    3 - Retta parola/Perdono

    4 - Retta azione/Distacco

    5 - Retta sussistenza/Sobrietà

    6 - Retto sforzo/Miglioramento continuo

    7 - Retta presenza mentale/Atteggiamento

    8 - Retta concentrazione/Dominio di sé

    Le tre vie nel Bahaismo

    1 - Il piacere

    2 - L’impegno

    3 - Il servizio

    Il motto della Repubblica Francese

    1 - Liberté

    2 - Égalité

    3 - Fraternité

    Pace

    Moralità/Integrità

    Onestà

    Bontà

    Capitolo 21. del MIGLIORAMENTO

    I princìpi della Termodinamica

    Il cambiamento

    Gli opposti

    Il giusto mezzo

    L’umiltà

    Essere se stessi

    L’autostima

    Un po’ di sano egoismo

    Rallentare

    Il silenzio

    La solitudine

    La meditazione

    La consapevolezza

    La pazzia

    La saggezza

    Principali risorse consultate

    Indice degli autori

    Note

    CHI CERCA, TROVA

    Vita brevis, ars longa

    Un’antologia eclettica

    Alberto Di Segni

    CHI CERCA, TROVA

    Vita brevis, ars longa

    Un’antologia eclettica

    Copyright © 2020 by Alberto Di Segni

    Prefazione di Maria Teresa Calabrò

    Copertina di Alberto Di Segni

    I edizione maggio 2020

    ISBN 978-88-31678-54-4

    Tutti i diritti riservati all'Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    In copertina: da destra a sinistra Fu, Lu e Shou, i tre astri della mitologia cinese, divinità corrispondenti ai tre attributi di una buona vita: rispettivamente felicità, prosperità e longevità.

    Alle mie figlie Silvia e Laura

    Dio doni zoia ad ogni innamorato,

    ad ogni cavalier doni vittoria,

    a’ principi e baroni onore e stato,

    e chiunque ama virtù, cresca di gloria:

    sia pace ed abundanzia in ogni lato!

    ...

    conceda il re del cel senza tardare

    ciò che sapriti a bocca dimandare.

    ...

    e da voi scacci ogni fortuna ria;

    ogni vostro desio conceda a pieno,

    senno beltade, robba e gagliardia,

    quanto è vostro voler, né più né meno

    sì come per bontate e cortesia

    ciascun di voi ad ascoltare è pronto

    la bella istoria che cantando io conto.

    [Matteo Boiardo - Orlando Innamorato, Libro III, c. 8, ottave 1,2]

    Prefazione

    Il libro dell’amico (ri)trovato

    Superata la boa del mezzo secolo, accade che la vita non cessi di stupirci e di elargirci nuovi doni preziosi, alcuni effimeri come l’illusione - presto destinata a svanire - di sentirsi ancora giovani, altri più autentici, che si assumono l’onere di farci compagnia e spesso sorreggerci per quel che resta del giorno.

    In quest’ultima categoria rientra l’improvvisa ed inattesa ricomparsa nella nostra vita degli amici della nostra giovinezza. Si tratta spesso di conoscenze fuggevoli dei tempi del liceo, perse di vista nella grande diaspora della vita e all’improvviso riemerse con qualche chilo in più e qualche capello in meno: professionisti brillanti ed affermati, donne e uomini dalle vite complesse ed interessanti da narrarsi reciprocamente davanti ad un bicchiere di vino. Persone con cui si riesce nuovamente a ridere come da ragazzi, perché si ritrova subito il background comune: da Carosello a Topo Gigio, dalle canzoni di Canzonissima a Sandokan con Kabir Bedi, dalla paura delle interrogazioni alla preoccupazione per l’avvenire dei figli.

    E ci si ritrova subito di nuovo amici. Spesso in maniera più autentica e vera rispetto ad allora, quando si chiedeva tanto dalla vita e da noi stessi.

    Alberto è riapparso così, in una cena di classe, in occasione del trentennale della nostra maturità, presa nel lontano 1978, tristemente destinato a restare nella storia come l’anno del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, e della rivoluzione iraniana: due eventi che hanno cambiato irreversibilmente la storia rispettivamente del nostro paese e del mondo, così come la maturità cambiava irreversibilmente le nostre vite sbalzandoci fuori dalla culla protettiva della scuola per proiettarci nella vita adulta.

    Ma non sto narrando la storia di un amore senile - desidero fugare subito qualsiasi malriposta speranza - bensì qualcosa di più prezioso e duraturo: la nascita di un’amicizia matura. Un’amicizia che è cresciuta e si è nutrita di discussioni e di scambi di libri.

    Perché, come dice uno degli aforismi raccolti da Alberto e racchiuso sotto la voce libri, "Non ci sono amicizie più rapide (e profonde, aggiungerei io) di quelle tra persone che amano gli stessi libri" (Irving Stone).

    Per anni il nostro gioco è stato far scoprire qualche libro che l’altro non aveva letto, in una sfida continua, come quando noi bambini non contaminati dai media, social e non, trascorrevamo i lunghi pomeriggi delle lunghissime vacanze estive divorando libri su libri. Ma erano i tempi in cui le vacanze estive iniziavano ai primi di giugno e terminavano il 30 settembre, consentendo a noi giovani virgulti di formare le nostre personalità in modo autonomo ed indipendente, di sperimentare e conoscere davvero la vita, complice l’esiguità e la limitatezza dei programmi televisivi. In altre parole, citando un famoso aforismo di George Bernard Shaw che non è contenuto in questo libro: "L'unico periodo in cui la mia educazione si è interrotta è stato quando andavo a scuola". Poi si è deciso che l’otium, così caro ai padri latini, fosse dannoso, di conseguenza il tempo della formazione giovanile venne riempito di impegni dissennati e le vacanze estive drasticamente accorciate. E così iniziò la barbarie.

    Ma noi, ignari del progresso, abbiamo continuato a scambiarci libri come "Il turco a Vienna o La buona terra", sempre rigorosamente in forma cartacea, divertendoci come bambini nello scoprire lo stupore negli occhi dell’altro.

    Poi un giorno Alberto si è presentato con una sorpresa autentica e mi ha stupito veramente.

    Mi ha lasciato sulla scrivania un manoscritto in cui ha raccolto la summa degli aforismi che lo hanno colpito e che ha raccolto nel corso di tutta un’esistenza: un libro sui libri.

    Non si tratta però di un’opera meramente compilativa. Alberto nel registrare frasi, detti ed aforismi, da un lato ha usato il metodo filosofico della gens che in una disperata quanto tenace e sommamente romantica ricerca di Dio ha scritto il libro dei libri, dall’altra si è avvalso della sua formazione di ingegnere ed ha organizzato la magmatica materia raggruppandola per categorie e tematiche.

    Così si spazia dalla Torah ad Harry Potter, dall’Orlando innamorato del Boiardo (di cui si capisce che lui è particolarmente appassionato, chi lo direbbe di un ingegnere!) a Steve Jobs, da Boccaccio a Don Bosco, da Mark Twain a Michelangelo Buonarroti, da John Stuart Mill al Dalai Lama, da Nelson Mandela ad Einstein, da Charles Bukowski a Luciano De Crescenzo, da Benjamin Franklin a Leonardo da Vinci, da Seneca a Marilyn Monroe, solo per citarne alcuni, seguendo un suo filo logico personale eppure pienamente condivisibile.

    Il risultato è una lettura piacevolissima, un libro che si può leggere in mille modi, o tutto d’un fiato oppure tenendolo sulla scrivania o sul comodino e sfogliandolo di tanto in tanto per cercare frasi ignote, battute ad effetto per brillare in società, forse anche risposte a qualche dubbio. Ma soprattutto per isolarsi dal chiasso assordante della nostra epoca e riascoltare le voci di mille persone diverse nel corso dei millenni che hanno per un attimo fissato una loro intuizione su un aspetto particolare della vita.

    Io mi sono molto divertita e spero che il lettore curioso faccia altrettanto. È un libro leggero e pesante al tempo stesso, che fa sorridere, talvolta ridere e quasi sempre riflettere.

    Io ve lo raccomando.

    In caso contrario, soccorre il vecchio detto popolare calabrese, non contemplato in questa raccolta, che ovviamente non ha l’intenzione di essere omnicomprensiva: "ambàtula nci frischi ’o sceccu chi non ’boli mbìviri" più noto nella sua più elegante traduzione in inglese "you can lead a horse to water, but you can’t make him drink¹".

    Buona lettura, amici cari, perché gli amici dei libri sono nostri amici.

    Maria Teresa Calabrò

    Introduzione

    Ci siamo preoccupati di offrire diletto a coloro che amano leggere, facilità a quanti intendono ritenere nella memoria, utilità a tutti gli eventuali lettori. Per noi certo, che ci siamo sobbarcati la fatica del sunteggiare, l’impresa non si presenta facile ... tuttavia per far cosa gradita a molti ci sarà dolce sopportare la fatica. [2Maccabei 2, 25-27]

    In questo lavoro non posso dichiarare alcuna pretesa di completezza, né di sistematicità, né di bilanciamento, come pure sarei stato inclinato a fare caratterialmente.

    Avrei potuto raggiungere la completezza, forse, se avessi avuto la stessa illusione di quell’imperatore cinese che desiderava una carta geografica così accurata che avrebbe raggiunto le dimensioni del territorio che doveva rappresentare, ed in ogni caso, se pur completo rispetto al passato, il lavoro sarebbe rimasto carente verso il futuro. Non ho certo inteso riassumere tutto ciò che è stato già detto (come si dice che gli antichi Greci abbiano fatto), né avrei potuto scrivere più di quanto chiunque potrebbe leggere (come si attribuisce a Sant’Agostino).

    Anche la sistematicità è semplicemente opinabile, in quanto l’ordine dell’indice potrebbe essere comunque scombussolato, senza che i singoli paragrafi ne rimangano diminuiti in leggibilità; molti argomenti, come anche molte citazioni, avrebbero potuto figurare in più parti o paragrafi diversi ed in molti casi sono stato molto indeciso sul dove posizionarli (per esempio, tutti quelli che nel proprio testo contengono riferimenti a più argomenti, mi hanno fatto optare per uno dei significati principali racchiusi nell’aforisma); altrove mi sono ritrovato a suddividere lo stesso argomento principale in più parti (per es. si troverà l’amore sotto carità, coppia e compassione; oppure argomenti paragonabili sono riportati in sobrietà e temperanza, etc.); sono stato in parte guidato, in questo, dall’attribuire importanza a raggruppamenti già esistenti nella tradizione, e/o dai nomi delle materie che intitolano le quattro parti in cui ho ripartito per praticità tutta la raccolta.

    Né, infine, i gruppi di citazioni pretendono di avere un armonioso bilanciamento in quanto a numero o posizionamento: alcuni ne hanno di più e altri di meno, semplicemente per influsso delle mie preferenze personali e perché così è capitato nel corso della selezione.

    Le prime citazioni da me raccolte, risalgono a quando avevo circa 17 anni e lessi per la prima volta integralmente i Vangeli, il Decameron, l’Orlando Furioso ed i Pensieri di Pascal. Per tale motivo ho ritenuto di riservare alle citazioni dalla Bibbia² e dai poemi, font e formattazione diversi nel testo. La mia preparazione religiosa, prima che alla mia curiosità, la devo a mia madre ed ai padri Gesuiti che mi hanno influenzato innanzitutto con il loro esempio. Per le citazioni letterarie mi definirei un pentito, dato che all’epoca della scuola, all’infuori di Dante e dei poemi in rima, l’italiano era la materia che mi interessava meno. Però i valori cavallereschi di onore, coraggio, cortesia, gentilezza, difesa della donna e del debole, hanno sempre avuto su di me grandissima presa. Sul quaderno che usavo allora, ancora in mio possesso, accanto alle citazioni dotte figurano anche molti frammenti di testi di canzoni italiane e inglesi, come si conveniva ad un giovane di quell’epoca.

    La gran parte del resto degli aforismi da me messi da parte, ha avuto un vertiginoso incremento con l’avvento di Internet e da ultimo con i Social Network. L’idea di questo libro è nata dopo oltre dieci anni che ne accumulavo una notevole quantità ogni giorno. Mi è stato necessario oltre un anno per rileggerli tutti, dopodiché c’è stato il lavoro di trascriverli da immagini, di tradurli da altre lingue, di organizzarli in categorie e quello, contemporaneo, d’immaginazione dell’indice, il cui prolungato aggiornamento è stato particolarmente motivante. Mi rammarico purtroppo di non aver collezionato allo stesso modo altre innumerevoli frasi altrettanto piacevoli dalla maggior parte dei libri che ho letto.

    Era probabilmente il novembre del 1975 quando, al terzo anno del liceo, a lezione, il mio professore di filosofia dichiarò esplicitamente "gli eclettici sono da disprezzare in quanto non hanno una propria filosofia, bensì selezionano dalle altre ciò che a loro piace, scartando il resto". Io mi sentivo completamente in disaccordo al riguardo, anzi mi sembrava che non si potesse realizzare nulla di maggior buon senso; probabilmente faceva parte della mia inclinazione naturale, che è sempre stata altresì quella di trovare il modo di mettere d’accordo opinioni diverse, ma non necessariamente contrastanti. Pertanto qui si troveranno estratti da ogni modo di pensare, accomunati dal loro piacevole influsso sul sottoscritto.

    Molti citazioni, qui riferite, le ho trovate attribuite a nessuno o a più autori, e confesso di aver giudicato superiore alle mie forze il controllare la veridicità dell’attribuzione di ognuna, ma le ho riportate come da me reperite, in massima parte sul web, ritenendo che quanto espresso in esse sia valido in sé e non perché riferito da un particolare autore. Sarò grato a chi volesse segnalarmi inesattezze nei testi o nelle attribuzioni. In alcuni casi ho presentato aforismi che sembrano in controtendenza rispetto ad altri che magari condivido maggiormente, col fine di presentare un punto di vista diverso.

    L’organizzazione delle quattro parti riflette la seguente concezione: nella prima parte pongo come filo conduttore la filosofia, che è eminente in quanto consente di porre domande, preoccupandosi solo successivamente di dare risposte. Considero della massima importanza la distinzione tra la comprensione (frutto dell’intelletto) e la decisione (frutto della volontà), che è propedeutica al conseguente passaggio all’azione.

    Nella seconda parte, è l’analisi logica a guidare la lettura, in quanto permette di formarsi un ordine mentale col quale affrontare qualsiasi problema. Insieme alle sue sorelle, che non ho qui adoperato: l’analisi grammaticale e l’analisi del periodo, rappresenta il fondamento per lo studio approfondito di qualsiasi lingua. È la base del ragionamento, che poi trova un suo naturale proseguimento anche nella Meccanica Razionale in Ingegneria. I complementi riflettono la schematizzazione del pensiero curioso: chi compie o subisce l’azione, cosa ne scaturisce, dove, quando, perché, in che maniera, etc.

    Nella terza parte ho parlato dell’esistenza, che rappresenta la situazione in cui siamo immersi quotidianamente, e da cui è impossibile prescindere: rifletto qui sulla quotidianità e sullo sviluppo temporale della vita, sul periodo scolastico, quello lavorativo e sulle relazioni affettive.

    Infine nella quarta parte, mi dedico allo studio dell’equilibrio, evidenziando da un lato le negatività che possono ostacolarci; citando altrettanti esempi di spiritualità, prendendo spunto da varie religioni e filosofie; tendendo infine al miglioramento con ulteriori metodi per conseguirlo.

    Consiglio il lettore di affrontare la lettura in modo leggero, facendosi colpire dall’una o dall’altra citazione secondo i propri gusti, anche saltando da un capitolo all’altro senza un ordine prefissato. Mi auguro che queste riflessioni possano essere ad altrui della medesima, o superiore, utilità che sono state per me.

    Alberto Di Segni

    Ringraziamenti

    Ognuno di noi deve ricordare con profonda gratitudine coloro che hanno acceso in lui la scintilla di un fuoco. [Albert Schweitzer]

    Non dobbiamo a quelli che ci han dato i mezzi d’istruirci la stessa gratitudine che dobbiamo a coloro che ci han dato la vita? [Federico il Grande]

    * - * - *

    Sono grandemente debitore a tutti i miei maestri:

    prima di ogni altro, ai miei genitori Giorgio e Maria Regina, e al loro magnifico esempio;

    quindi a Suor Maria Celide, che mi ha insegnato l’analisi grammaticale e logica;

    al prof. Alfonso Caffè, che mi ha iniziato alla meraviglia del latino;

    ai libri di Emilio Salgari, per avermi introdotto al fascino dell’Oriente;

    al prof. Donato Padalino, illuminato educatore del biennio al liceo;

    a mio fratello Massimo, che mi ha fatto scoprire la bellezza del viaggiare ed ha portato in casa libri provocanti;

    al prof. Giulio Tinelli, che per primo mi fatto conoscere la filosofia;

    ai Padri Gesuiti dell’Istituto Massimo ed in particolare a P. Pietro Millefiorini S.J., che ha sempre insistito perché perseguissimo il miglioramento continuo e perché la nostra futura autorità si dedicasse al servizio degli altri;

    ai cugini canadesi che mi hanno ospitato portandomi a padroneggiare la lingua inglese;

    ai libri di Sigmund Freud, per avermi spinto alla costante autoanalisi;

    a tutti i miei professori universitari ed ai loro assistenti;

    al compagno di studi Paolo Gaudenzi, che ha creduto prima di me che avrei potuto realizzare più di quanto ipotizzavo possibile;

    al cugino acquisito Ferruccio Sonnino per le erudite e stimolanti interpretazioni;

    ai commilitoni ed agli ufficiali durante il servizio militare;

    al Dott. Melchi, dermatologo, che mi ha persuaso che mio padre aveva ragione;

    a mia moglie Stefania, che ha smussato alcune mie asperità caratteriali e mi ha aperto gli occhi sul diritto e l’economia;

    all’ing. Vincenzo Lamberti, che ha accresciuto la mia autostima;

    a Dieter Goetze, fisico tedesco e all’ ing. Luigi De Jaco, fantastici modelli di cultura scientifica e multidisciplinare;

    agli ingegneri Mike Van den Dungen, olandese; Gerry Hohner e Judd Honadel, americani; nonché all’amico Luciano Guarneri; con cui ho condiviso esperienze eccellenti;

    ai tanti operai e diplomati in grado di insegnare agli ingegneri;

    alla D.ssa Floretta Rolleri, magistrato, informatico e manager;

    a Fabrizio Bigotti; per il canto e la musica;

    a P. Pierluigi Giroli, rosminiano, per le sue prediche avvincenti;

    ad Enrico Gramolini, per avermi contagiato con la passione per i romanzi e la cucina;

    al Dr. Carlo Simonelli per la serenità e l’inguaribile ottimismo;

    al Dr. Claudio Venturato, all’ing. Salvatore Calabrese, al Dr. Edoardo Ansuini e al Dr. Glauco Bertocchi per l’esperienza e la metodologia nel lavoro;

    ai libri di Graham Hancock e Zacharia Sitchin per il pensiero alternativo in archeologia;

    a Federica Follo e Stefano Valabrega, per avermi contagiato col piacere della corsa;

    agli insegnanti delle altre lingue straniere che conosco;

    ai compagni di studio, ai colleghi ed ai datori di lavoro, ai fornitori ed ai professionisti che ho incontrato;

    a tutti i parenti ed agli amici;

    agli autori dei libri che ho letto;

    a coloro che hanno sintetizzato per me libri che non ho letto o esperienze che non ho vissuto;

    a tutti coloro da cui ho imparato qualcosa;

    a chi mi ha incoraggiato ed aiutato;

    a chi ha cercato di scoraggiarmi o rendermi la vita difficile, senza riuscirci, rendendomi invece più forte.

    Senza di loro io non sarei quello che sono, né questo libro sarebbe stato messo insieme. Tutti loro, e molti altri, sono stati i miei maestri.

    Ed essendo sempre stato l’imparare la cosa che ho preferito nella vita, li ringrazio dal profondo del cuore per ciò che ho ricevuto.

    E a mia volta provo qui a trasferire ciò che ho elaborato, in modo che altri ne possano beneficiare.

    Alberto Di Segni

    P A R T E P R I M A

    [F I L O S O F I A]

    La Filosofia

    Semplificando molto, la comune base della filosofia, etimologicamente definita come amore per il sapere, è la sensazione³ o sentimento⁴.

    Da una parte la sensazione sostiene una delle tre colonne che sostengono l’edificio della filosofia, l’estetica (che aspira al bello e si ottiene con l’arte), attraverso emozione, sensibilità, estasi, mistica.

    Da una diversa parte la sensazione sostiene la colonna della conoscenza o gnoseologia (che aspira alla verità e si raggiunge con la ragione tramite l’intelletto), attraverso impressione, percezione, comprensione, opinione, convinzione, sapienza, saggezza.

    Nell’etica o morale (l’ultima colonna, che aspira al sommo bene e che si attua con una scelta tramite la volontà) si distingue il buono dal giusto: per esempio, secondo il Talmud, Dio (pensato in genere come la causa di ogni cosa, ed anche il suo fine) non può essere completamente giusto (altrimenti nessuno si salverebbe) e nemmeno completamente buono (altrimenti tutti se ne approfitterebbero).

    Nei modi verbali italiani, l’indicativo corrisponde alla conoscenza, l’imperativo all’etica.

    Per passare dalla conoscenza all’etica, un primo modo è quello "greco": conosco il bene, dunque farò il bene [es. so che fumare fa male, dunque non fumerò].

    Chi reputa che una cosa sia giusta deve anche farla. [Hermann Hesse]

    Quello stato supremo, a cui accedono coloro che seguono lo yoga teorico della conoscenza, è quello stesso stato che ottengono i seguaci dello yoga pratico dell’agire. Chi vede queste due vie come una cosa sola vede nel modo giusto. [Bhagavad Gita, Mahabharata)]

    Un secondo modo per passare dalla conoscenza alla morale è quello "cristiano", con l’introduzione del libero arbitrio: conosco la differenza tra il bene ed il male, posso scegliere l’uno o l’altro [es. so che fumare fa male, però posso decidere di continuare a fumare].

    Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. [Siracide 15, 17]

    Ma quando poi ti parlerò, ti aprirò la bocca e tu riferirai loro: Dice il Signore Dio: chi vuole ascoltare ascolti e chi non vuole non ascolti. [Ezechiele 3, 27]

    Dunque Malgigi e gli altri nigromanti

    ci posson cogli spiriti tentare,

    ma non poteva uccidere i giganti

    per arte, o il fuoco i demòni appiccare;

    potea ben fare apparir lor davanti

    il bosco, e lor vi potevano entrare

    e non entrar: ch’a nessuno è negato

    libero arbitrio che da Dio c’è dato.

    [Luigi Pulci - Morgante, cantare ventesimoquarto, 111]

    Si può ironicamente pensare ad un terzo tipo di comportamento, detto "italiano".

    L’italiano che ha raggiunto la conoscenza tramite l’intelletto pone in essere generalmente le seguenti azioni:

    dichiara di non aver capito e richiede un supplemento di informazioni;

    una volta ottenutele, dichiara di aver bisogno di tempo e rimanda la decisione;

    in seguito non prende alcuna decisione (tuttavia anche il non voler decidere è già una decisione);

    quindi si lamenta se qualcuno prende la decisione al suo posto;

    infine trova il modo di incolpare della propria inazione chi ha preso la decisione.

    Diogene e Alessandro. Un giorno Alessandro Magno, per prendere in giro il filosofo Diogene, detto il cinico per i suoi comportamenti da cane, gli inviò in regalo un vassoio pieno di ossi. Diogene li accettò senza scomporsi e, nel congedare colui che gli avevo portato il regalo, disse di riferire al sovrano che: "Il cibo è degno di un cane, ma il regalo non è degno di un re!"

    Alessandro Magno in persona andò da Diogene e lo trovò che stava disteso al sole. Al giungere di tanti uomini, egli si levò un poco a sedere e guardò fisso Alessandro. Questi lo salutò e gli rivolse la parola chiedendogli se aveva bisogno di qualcosa; e quello: "Scòstati un poco dal sole! A tale frase si dice che Alessandro fu così colpito e talmente ammirò la grandezza d’animo di quell’uomo, che pure lo disprezzava, che mentre i compagni che erano con lui, al ritorno, deridevano il filosofo e lo schernivano, disse: Se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene".

    Cos’è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia. [Umberto Eco]

    Lo studio della filosofia ci spinge a capire non tanto cosa pensano gli altri, ma cosa pensiamo noi stessi.

    Quando qualcuno chiede a cosa serve la filosofia, la risposta deve essere aggressiva, poiché la domanda è ironica e pungente. La filosofia non serve né allo Stato né alla Chiesa, che hanno altre preoccupazioni. Non serve a nessun potere stabilito. La filosofia serve a turbare. Una filosofia che non turba nessuno e non fa arrabbiare nessuno non è una filosofia. Essa serve a nuocere alla stupidità, fa della stupidità qualcosa di vergognoso. Non ha altro uso che questo: denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme. [Gilles Deleuze - F. Nietzsche e la filosofia]

    Victor Cousin ritiene che tutta la filosofia possa ridursi a quattro sistemi fondamentali che si succedono ordinatamente nella storia: sensismo, idealismo, scetticismo, misticismo; ognuno di questi contiene una parte della verità che il filosofo eclettico deve conservare e completare. La ruota della fortuna gira come si alternano le stagioni dell’anno; il motto latino "Regnabo, Regno, Regnavi, Sum sine regno⁵" esprime chiaramente l’alternarsi del fato. Ci sono nella ruota quattro fasi principali: un movimento ascendente, che dalla miseria porta alla ricchezza, il culmine della gloria, di solito raffigurato da un re seduto sul trono, la decadenza ed infine la caduta. Simile alla ruota solare con l’Alba, il Mezzogiorno, il Tramonto e la Notte.

    Se qualcuno dovesse chiedere a me, come filosofa, che cosa si dovrebbe imparare al liceo, risponderei: "Prima di tutto, solo cose inutili: greco antico, latino, matematica pura e filosofia. Tutto quello che è inutile nella vita". Il bello è che così, all’età di 18 anni, si ha un bagaglio di sapere inutile con cui si può fare tutto, mentre col sapere utile si possono fare solo piccole cose. [Ágnes Heller]

    Gli assiomi della filosofia non sono assiomi finché non li abbiamo provati sulla nostra pelle: leggiamo belle cose, ma non possiamo sentirle fino in fondo finché non abbiamo ripercorso gli stessi passi dell’autore. [John Keats]

    Quelli che si sono occupati delle scienze sono stati o empiristi o razionalisti. Gli empiristi, come le formiche, organizzano solo magazzini e li usano; i razionalisti, come i ragni, preparano ragnatele dall’interno di se stessi; ma l’ape prende una via intermedia, raccogliendo la sua materia dai fiori del campo e del giardino, digerendola e preparandola con i suoi poteri innati. Similmente, quello è il vero ufficio e lavoro della filosofia, che non fidandosi troppo delle facoltà della mente, non organizza la materia offerta dalla storia naturale e dall’esperienza meccanica, intera o fuori moda, nella memoria, ma ne fa tesoro, dopo averla prima elaborata e digerita nella comprensione. [Francis Bacon]

    Capitolo 1. della SENSAZIONE

    I sentimenti

    Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. [2Corinzi 13, 11]

    Ogni nostra cognizione principia dai sentimenti. [Leonardo da Vinci]

    Si chiamano sentimenti perché non vanno spiegati, altrimenti diventerebbero ragionamenti.

    Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per esso. [John Galsworthy].

    L’entusiasmo fra tutti i sentimenti è il più bello perché è il più generoso. L’entusiasmo è un moto dell’animo, contagioso, che crea gioia e non chiede niente. Chi riesce ad entusiasmarsi anche in tempi di crisi, ha un passaporto per il futuro che lo porterà ovunque.

    Cuore e testa

    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. [Mt. 5, 8]

    Se non hai mai perso la testa, non hai mai seguito il tuo cuore.

    La parola comunica il pensiero, il tono le emozioni. [Ezra Pound]

    La mente ti dirà la cosa più intelligente da fare, il cuore ti dirà ciò che farai comunque.

    Segui sempre il tuo cuore, ma porta con te il cervello.

    La mente si arricchisce di quel che riceve, il cuore di quel che dà. [Victor Hugo]

    Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile. [Nelson Mandela]

    La testa. C’è chi l’abbassa, chi la nasconde e chi la perde. Io preferisco chi la usa. [Rita Levi Montalcini]

    Finirai veramente deluso se pensi che gli altri facciano per te come tu fai per loro. Non tutti hanno il tuo cuore.

    Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. [Antoine de Saint-Exupéry]

    Pensieri positivi non sono abbastanza, ci devono essere sentimenti positivi e azioni positive.

    La più utile qualità di una persona non è una testa piena di conoscenza, ma un cuore pieno d’amore, con orecchie aperte all’ascolto e mani desiderose di aiutare.

    Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino, e la sola prova che vale è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando, senza fiato. [Carlos Castaneda]

    Quando il cuore soffre, significa che stai raggiungendo profondità sempre maggiori del tuo essere. Il cuore non è mai falso, la mente vive nelle bugie, si nutre di menzogne e vive immersa in ogni genere di falsità. Il cuore, invece, è autentico, sincero. È semplice: non usa mai l’astuzia. È immensamente intelligente, ma mai scaltro: riflette semplicemente ciò che è. La sua bellezza e la sua verità consistono precisamente in questo! Non si può conoscere il divino con la testa. È impossibile conoscere qualcosa che abbia un valore attraverso la mente: l’amore, la bellezza, il divino si conoscono tutti con il cuore! Il cuore è una porta spalancata sulla realtà. [Osho]

    I grandi pensieri vengono dal cuore.

    Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi. [Rita Levi Montalcini]

    Se avessimo sempre il cuore aperto e pronto a godere il bene che Dio ogni giorno ci concede, avremmo poi forza sufficiente per sopportare il male quando viene. [J.W.v. Goethe]

    Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è logica, in quelli del cuore ci sono le emozioni. [Rita Levi Montalcini]

    Non ascoltare quelli che ti dicono cosa fare. Ascolta quelli che ti incoraggiano a fare quello che tu sai nel tuo cuore essere giusto.

    Io non vado dove mi porta il cuore, ma porto il cuore ovunque vado.

    La vera gioia sarà di chi potrà specchiarsi nel proprio cuore senza alcuna ripugnanza.

    Capitolo 2. della CONOSCENZA

    Il Signore Dio disse allora: «Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!». [Genesi 3, 22]

    Considerate la vostra semenza:

    fatti non foste a viver come bruti,

    ma per seguir virtute e canoscenza.

    [Dante - Divina Commedia, Inferno, XXVI, 118-120]

    Conosci te stesso e adattati alle nuove regole. [Eschilo]

    L’ambizione senza la conoscenza è come una nave sulla terraferma. [dal film Karate Kid]

    Nessuna conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi darà gioia se la apprenderò per me solo. Se mi si concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla, la rifiuterei. [Seneca]

    Tutti desiderano possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il prezzo. [Lucrezio]

    L’avanzare della conoscenza è una progressione infinita verso una mèta che sempre si allontana. [James Frazer]

    Io considero ogni giorno nel quale non ho fatto una nuova conoscenza come un giorno perso. [Samuel Johnson]

    Invece di comprare ai tuoi figli le cose materiali che tu non hai mai avuto, dovresti insegnare loro tutte le cose che non ti hanno mai insegnato. Le cose materiali finiscono, la conoscenza no. [Bruce Lee]

    La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri. [B. Spinoza]

    Si possono spiegare all’uomo meno intelligente le cose più astratte, s’egli non ne ha ancora alcuna nozione; ma non si può spiegare la cosa più semplice all’uomo più intelligente, s’egli è fermamente convinto di sapere benissimo ciò che si vuole insegnargli. [Lev Tolstoj]

    In ognuno di noi c’è un altro che non conosciamo. [C.G. Jung]

    Colui che conosce solo il suo lato della questione, ne conosce ben poco. [John Stuart Mill]

    Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza. [Stephen Hawking]

    Dai guida solo a quelli che hanno riconosciuto la propria ignoranza e cercano la conoscenza. [Confucio]

    Arriva un momento in cui la mente sale ad un piano più alto di conoscenza, ma non può mai dimostrare come ci sia arrivata. [A. Einstein]

    Si dimostra tutto quel che si vuole e la vera difficoltà è sapere che cosa si vuole dimostrare. [Alain]

    Facciamo crescere la nostra conoscenza al massimo, quando trasformiamo il nostro pensiero in modo da poter integrare una conoscenza esterna che all’inizio non si adatta.

    Ancora non sappiamo un millesimo dell’uno per cento di quello che la Natura ci ha rivelato. [A. Einstein]

    Non so che cosa non va nella gente: non imparano usando l’intelligenza, ma solo meccanicamente o giù di lì. Il loro sapere è così fragile. [Richard Feynman]

    Piuttosto che pensare: "Ho ragione. Ho iniziato a chiedermi: Come faccio a sapere che ho ragione?"

    Non occorre molto ingegno per vedere quello che si ha sotto il naso, ma ce ne vuole parecchio per sapere in che direzione puntarlo.

    Una cosa però l’ho imparata: per conoscere bene la gente bisogna averci litigato seriamente almeno una volta. Solo allora puoi giudicarne il carattere. [Anna Frank]

    In realtà, nella letteratura occulta si trovano a questo riguardo molte cose superflue e inesatte. Tanto vale dimenticarle. Tutte le sue ricerche in questo campo sono state una buona ginnastica per la mente; questo è il solo e unico motivo per cui le sono state utili. Non le hanno certo dato la Conoscenza, come lei stesso sarà costretto ad ammettere. […] È impossibile dare a un uomo qualcosa che diventi sua inalienabile proprietà, senza un suo Lavoro diretto. Una iniziazione del genere non esiste, ma molto spesso ce l’immaginiamo proprio così. Esiste solo l’auto iniziazione. È possibile dare indicazioni e guidare, ma non iniziare. Ciò che lei ha potuto trovare a questo proposito nella letteratura occulta è opera di persone che cercano di trasmettere delle conoscenze in base a cose lette o sentite senza una verifica diretta e personale, perché di quelle conoscenze hanno perso la chiave. Ogni medaglia ha il suo rovescio. Lo studio dell’occultismo può essere utile come allenamento della mente, ma troppa gente, disgraziatamente, intossicata dal veleno del mistero e avida di risultati pratici, procura a se stessa dei danni irreparabili, non possedendo la conoscenza integrale di ciò che bisogna fare, e di come lo si deve fare. […] Lei ha detto che la Conoscenza è nascosta: non è esatto. Non è nascosta, ma la gente non è in grado di riceverla. Se lei parla di matematica superiore a una persona che di matematica non capisce niente, a cosa serve? Molto semplicemente, non la comprenderà. […] Per questo motivo, ciò che lei ha definito nascondere accuratamente non è altro che impossibilità di dare. Altrimenti, tutto sarebbe diverso. Parlare nonostante l’impossibilità di essere compresi, per coloro che sanno, è semplicemente una perdita di tempo e di energia. [G.I. Gurdjieff]

    Poco importa sapere dove l’altro sbaglia, perché lì non possiamo far molto. È interessante sapere dove sbagliamo noi stessi, perché lì si può fare qualcosa . [C.G. Jung]

    Pensare di conoscere tutto di una persona è come credere che il mare finisca all’orizzonte. [proverbio cinese]

    Un approccio olistico alla leadership richiede conoscenza, cioè intelligenza, nelle aree fisica, intellettuale, emotiva e spirituale. Esse sono interconnesse in quanto ciascuna costruisce sulle altre mano a mano che il livello intellettuale aumenta nel tempo attraverso le normali esperienze di vita, i risultati accademici e la competenza professionale nei campi scelti.

    È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa. [B. Pascal].

    Che tu sia un re o un primo ministro, che tu sia un falco predatore o un timido passero, che tu sia pieno di amore mistico o un pio eremita, finché non avrai conosciuto te stesso sarai solo un presuntuoso. [proverbio cinese]

    Più c’è conoscenza, meno c’è l’ego; minore la conoscenza, maggiore l’ego. [A. Einstein]

    Non conosceremo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non sarà asciutto.

    Qualunque matto può conoscere, il punto è capire. [A. Einstein]

    Forse devi conoscere l’oscurità prima di poter apprezzare la luce. [Madeleine L’Engle]

    Se si conoscessero i guai degli altri, ognuno si riprenderebbe i propri.

    Chi non conosce bene regole e avversari, prima di giocare guardi e impari.

    Chi non conosce il proprio obiettivo, non troverà la sua strada.

    Il consiglio è ciò che chiediamo quando conosciamo già la risposta, ma desidereremmo non conoscerla. [Erica Jong]

    Puoi condurre un essere umano alla conoscenza, ma non puoi costringerlo a pensare.

    L’intelletto

    Dammi intelligenza, perché io osservi la tua legge e la custodisca con tutto il cuore. [Salmi 118, 34]

    Così dice il Signore: «Non si vanti il saggio della sua saggezza e non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco delle sue ricchezze. Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo, di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che agisce con misericordia, con diritto e con giustizia sulla terra; di queste cose mi compiaccio». Parola del Signore. [Geremia 9, 22-23]

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno. [Alessandro Bergonzoni]

    La forza dell’ingegno cresce con la grandezza dei compiti. [Tacito]

    Chi disputa allegando l’autorità, non adopra lo ‘ngegno, ma più tosto la memoria. [Leonardo da Vinci]

    Il segno dell’intelligenza è che ti stai costantemente facendo domande. Gli sciocchi sono sempre sicurissimi su ogni cosa che stanno facendo nella loro vita. [Jaggi Vasudev, alias Sadhguru]

    L’intelletto è la nostra arma migliore. [Shimon Peres]

    Il grande vantaggio di essere intelligente è che si può fare anche l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile.

    L’intelletto non è una grandezza estensiva bensì intensiva: perciò un solo individuo può tranquillamente opporsi a diecimila, e un’assemblea di mille imbecilli non fa una persona intelligente. [A. Schopenhauer]

    Non cercare il favore della moltitudine: raramente esso si ottiene con mezzi leciti e onesti. Cerca piuttosto l’approvazione dei pochi; ma non contare le voci, soppesale. [I. Kant]

    Ci sono due porte attraverso le quali le opinioni sono ricevute nell’anima: intelletto e volontà. La via più naturale è quella dell’intelletto, ma la più comune, benché contro natura, è quella della volontà. Quando parliamo delle cose umane, diciamo che occorre conoscerle prima di amarle; i santi invece dicono parlando delle cose divine che bisogna amarle per conoscerle, e che s’entra nella verità solo attraverso la carità; di qui deriva la difficoltà di accettare le verità della religione cristiana, del tutto opposta ai nostri piaceri. [B. Pascal - Opuscoli e lettere]

    Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare e non contare. [Cicerone]

    L’applauso della folla è la prova dell’empietà di una causa. [Seneca]

    Ogni volta che ti trovi dal lato della maggioranza, è ora di fermarsi a riflettere. [Mark Twain]

    Più usi il cervello, più cervello avrai da usare.

    Più debole l’intelletto, più cocciuta la testa.

    Contentiamoci di far riflettere, non cerchiamo di convincere. [Georges Braque]

    Non è sufficiente essere dotati di un buon ingegno, l’importante è saperlo applicare bene. [Cartesio]

    L’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono. [Enrico Mattei]

    L’opinione

    Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. [Tobia 4, 18]

    Ascolta, figlio, e accetta il mio parere; non rigettare il mio consiglio. [Siracide 6, 23]

    Ogni cosa che ascoltiamo è un’opinione, non un fatto. Ogni cosa che vediamo è una prospettiva, non la verità. [Marco Aurelio]

    Le interpretazioni non determinano il significato. [Ludwig Wittgenstein]

    Presta l’orecchio a tutti, ma a pochi la tua voce. Senti il parere di tutti, ma pensa a modo tuo. [W. Shakespeare]

    Apprezzo la tua opinione, ma non dirmi ciò che non posso fare. [Dean Graziosi]

    Le nostre opinioni diventano incrollabili nel momento in cui smettiamo di pensare.

    Il parere di diecimila uomini non ha alcun valore se nessuno di loro sa niente sull’argomento. [Marco Aurelio]

    Tutto ciò che sappiamo è una nostra impressione, e tutto quello che siamo è una impressione altrui. [Fernando Pessoa]

    Il fatto che un’opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Infatti, a causa della stupidità della maggioranza degli uomini, è molto più probabile che un giudizio diffuso sia sciocco piuttosto che ragionevole. [Bertrand Russell]

    L’opinione degli altri non vale il sacrificio di uno solo dei nostri desideri. [Anatole France]

    Essere tanti, essere giovani e dire tutti la stessa cosa non equivale ad avere ragione. [Vittorio Bachelet]

    L’effetto Halo è un pregiudizio cognitivo che ci fa fidare del consiglio di una persona in un ambito della vita semplicemente perché è un esperto in un altro settore; una tendenza a fare inferenze su tratti specifici sulla base di un’impressione generale.

    Il pregiudizio confermativo è la nostra tendenza a cercare e credere solo informazioni che supportino ciò che già pensiamo e a respingere le prove in senso contrario. Quando siamo esposti a qualcosa che non si adatta al nostro modello del mondo, inconsciamente lo ignoriamo, lo minimizziamo o lo attacchiamo. Impariamo di più dimostrando che sbagliamo, non dimostrando di aver ragione.

    L’essere indipendenti dalla pubblica opinione è la prima condizione formale per ottenere qualcosa di grande. [G.W.F. Hegel]

    Delle cose che non si conoscono si ha sempre un’opinione migliore. [G.W.v. Leibniz]

    Un uomo è intelligente quando manifesta una certa indipendenza dalle comuni aspettative. [Paul Valéry]

    Interèssati di ciò che la gente pensa, e sarai sempre loro prigioniero.

    Stai lontano dalle convinzioni, sono le sbarre della tua gabbia.

    Troppo spesso godiamo del conforto dell’opinione senza il disagio del pensiero. [J.F. Kennedy]

    Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di battersi per esse.

    Coloro che non cambiano mai le proprie opinioni si amano più di quanto amano la verità. [Joseph Joubert]

    Pochi uomini sanno pensare, ma tutti ci tengono ad avere un’opinione. [George Berkeley]

    Spesso contraddiciamo un’opinione solo perché non sopportiamo il tono con cui è stata espressa.

    I complimenti non fanno che confermare l’opinione che abbiamo di noi stessi.

    Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell’azione umana sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse visioni del giusto, dell’ingiusto, e così via. Nell’idea dell’armonia e del consenso universale, c’è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali. Alla fine questa è un’idea mortale, perché se davvero ci fosse armonia e consenso, che bisogno ci sarebbe di tante persone sulla terra? Ne basterebbe una: lui o lei avrebbe tutta la saggezza, tutto ciò che è necessario, il bello, il buono, il saggio, la verità. Penso che si debba essere sia realisti sia morali. Probabilmente dobbiamo riconsiderare come incurabile la diversità del modo di essere umani. [Zygmunt Bauman]

    Il Ribelle è il singolo, l’uomo concreto che agisce nel caso concreto. Per sapere che cosa sia giusto, non gli servono teorie, né leggi escogitate da qualche giurista di partito. Il Ribelle attinge alle fonti della moralità ancora non disperse nei canali delle istituzioni. Qui, purché in lui sopravviva qualche purezza, tutto diventa semplice. [Ernst Jünger]

    Non parlatemi male degli altri, ché cambio opinione su di voi, non su di loro.

    Quello che gli altri pensano di te non ti riguarda.

    Le persone originali danno sempre fastidio alla società. Non sono così facili da manipolare, rimangono se stesse. Cercheranno di vivere la propria vita non secondo uno schema ma secondo la loro visione. Quella è intelligenza, perché solo quando vivi la tua vita secondo la tua luce, secondo la tua visione, secondo la tua voce interiore otterrai la beatitudine, l’appagamento [Osho]

    È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. [A. Einstein]

    Siate padroni di voi stessi e non schiavi degli altri. In un gregge di pecore tutte uguali dove tutte seguono la prima, voi siate diversi, distinguetevi dalla massa, non diventate clone degli altri, ricordatevi che voi siete unici e inimitabili. [Bruce Lee]

    Chiunque voglia essere un uomo, dev’essere un non-conformista. [Ralph Waldo Emerson]

    Ogni fatto scientifico era un tempo osteggiato. Ogni invenzione è stata considerata impossibile. Ogni scoperta è stata uno shock per qualche ortodossia. Ogni innovazione artistica è stata denunciata come frode e follia. L’intera rete di cultura e progresso, tutto ciò che sulla terra è fatto dall’uomo e non ci è dato dalla natura, è la manifestazione concreta del rifiuto di alcuni uomini di inchinarsi all’Autorità. Non ne avremmo, non ne sapremmo, e non saremmo altro che i primi ominidi simili a scimmie se non fosse per i ribelli, i recalcitranti e gli intransigenti. Come diceva in verità Oscar Wilde, "La disobbedienza è stata la virtù originale dell’uomo". [Robert Anton Wilson]

    La maggioranza dei consensi non è una prova che valga per stabilire verità piuttosto ardue a scoprire, perché in tal caso è di gran lunga più probabile che sia stato un solo uomo a scoprirle che non un intero popolo. [Cartesio]

    Ogni volta che una teoria ti appare come l’unica possibile, prendi questo come un segnale che non hai capito né la teoria né il problema che intendeva risolvere. [Karl Popper]

    Se un anziano e illustre scienziato dice che una cosa è possibile ha quasi certamente ragione; ma se dice che è impossibile ha molto probabilmente torto. [A. C. Clarke]

    Preferisco avere all’incirca ragione, che precisamente torto. [John Maynard Keynes]

    La normalità è un’illusione. Ciò che è normale per il ragno è un caos per la mosca. [Morticia Addams]

    La normalità è una strada asfaltata: è comoda per camminare, ma non ci crescono fiori. [Vincent Van Gogh]

    Senza deviazione dalla norma, il progresso non è possibile. [Frank Zappa]

    Le parole

    Con un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore ed egli non abbia a portar via il tuo bene. [Siracide 8, 19]

    Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. [Mt. 24, 35]

    Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». [Mc. 8, 38]

    E lascia pur grattar dov’è la rogna:

    Ché se la voce tua sarà molesta

    Nel primo gusto, vital nodrimento

    Lasserà poi, quando sarà digesta.

    [Dante, Divina Commedia, Paradiso, XVII, 129-132]

    La parola è per metà di colui che parla, per metà di colui che l’ascolta. [Michel de Montaigne]

    La parola che tieni dentro di te è tua schiava, mentre quella che ti sfugge è la tua padrona.

    Tra quello che penso, quello che voglio dire, quello che credo di dire, quello che dico, quello che vuoi sentire, quello che senti, quello che credi di capire, quello che vuoi capire, quello che capisci, esistono nove possibilità di non capirsi.

    Le parole sono come un capitale che, se usato bene, si rivaluta nel tempo.

    Alza le parole, non la voce. È la pioggia che fa crescere i fiori, non i tuoni. [Gialal al-Din Rumi]

    Ciò che stai per fare, non dirlo [Pittaco]

    Non raccontare alla gente i tuoi piani, mostra loro i tuoi risultati.

    Ci sono 2 regole per il successo nella vita: 1) mai dire tutto quello che sai. [Roger H. Lincoln]

    Non dire tutto ciò che sai; non credere a tutto ciò che ascolti; non fare tutto ciò che puoi; non spendere tutto ciò che hai; mantieni dentro di te un giardino segreto. [Alejandro Jodorowsky]

    Cercate di non mentire perché è disonesto, ma anche di non dire tutta la verità perché non è affatto necessario.

    Non è necessario dire tutto quello che si pensa, quello che è necessario è pensare tutto quello che si dice.

    Parla poco. Le parole sono come perle preziose il cui valore aumenta in proporzione della rarità. [proverbio cinese]

    Tacere a volte è bene.

    Il più grande problema della comunicazione è che non ascoltiamo per capire, ascoltiamo per rispondere.

    Le false parole non sono solo cattive in se stesse, ma infettano l’anima con il male. [Socrate]

    Più sono vuote le teste, più sono lunghe le lingue. [Bruce Lee]

    Il pettegolezzo muore quando entra nelle orecchie del saggio.

    Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno. [Oscar Wilde]

    Gli uomini che ragionano sempre non fanno la storia. [Giovanni Gentile]

    Gli antichi non si lasciavano sfuggire le parole, perché si sarebbero vergognati di non raggiungerle con le azioni. [Confucio]

    La ripercussione di una parola lasciata cadere disgrega ciò che stava insieme. [Victor Hugo]

    Quante più volte udirai la parola di Dio, e più si netterà la mente tua. [San Bernardino da Siena - Racconti ed episodi morali]

    Dove cominceresti se dovessi governare il popolo? "Migliorerei l’uso del linguaggio, rispose il maestro. Gli ascoltatori rimasero sorpresi: Ma non c’entra con la nostra domanda - dissero - che significa migliorare l’uso del linguaggio? E il maestro rispose: Se il linguaggio non è preciso, ciò che si dice non è ciò che si pensa; e se ciò che si dice non è ciò che si pensa, le opere non si realizzano; ma se non si realizzano le opere, non progredirà né morale né arte; e se arte e morale non progrediscono, la giustizia non sarà giusta, la nazione non conoscerà il fondamento su cui si fonda e il fine a cui tende. Perciò non si tolleri alcun arbitrio nelle parole. Ecco il problema primo e fondamentale." [Confucio]

    Chi non ti vuol sentire, non ti sente, nemmeno se urli. Chi ti vuol capire ti capisce, anche se non parli.

    La semplicità è la gloria dell’espressione. [Walt Whitman]

    Tutti sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso: la chiarezza e la semplicità sono scomode. Non solo perché richiedono più sforzo e più talento, ma perché quando si è costretti a essere chiari non si può barare. [Piero Angela]

    Non sempre muto come un pesce devi stare, qualche volta ti conviene di parlare.

    Chi predica ai sordi spreca il sermone.

    Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

    Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera. [J.L. Borges]

    Ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull’arco della prima porta dovrebbe esserci scritto: È vera? Sulla seconda, campeggiare la domanda: È necessaria? Sulla terza, essere scolpita l’ultima richiesta: È gentile? Una parola giusta può superare le tre barriere e raggiungere il destinatario con il suo significato piccolo o grande. [Romano Battaglia]

    Prima pensa, poi parla, perché parole poco pensate possono portare penosi pregiudizi.

    È proprio povero chi non ha parole per confortare.

    Gli insulti esacerbano senza correggere.

    Dove servono i fatti, le parole non bastano.

    La virgola è la porta girevole del pensiero. Se l’uomo sapesse il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca. Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola donna; se sei uomo, la metteresti dopo la parola ha. [Julio Cortazar]

    Non accontentatevi delle parole, date l’esempio voi stessi. [Dalai Lama]

    La bontà non si dimostra con le parole.

    Chi alla mèta arrivar vuole, porti fatti e non parole.

    Dei cinque sensi, la spiritualità ebraica mette al primo posto l’udito. Non la vista. Le immagini, la bellezza esteriore, e i ricordi ad essa legati, con il tempo svaniscono. L’ascolto delle parole rimane in noi, e le trasmettiamo integre anche dopo anni. Si arricchiscono di sfumature e di significati e non si sgretolano. Per questo la nostra preghiera quotidiana è Shemà. Ascolta.

    L’unica cosa peggiore di essere argomento di chiacchiere è il non essere argomento di chiacchiere. [Oscar Wilde]

    L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ’O fesso parla sempre. [Totò]

    Chi ha da dire qualcosa di nuovo e di importante ci tiene a farsi capire. Farà perciò tutto il possibile per scrivere in modo semplice e comprensibile.

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