Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto
Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto
Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto
E-book318 pagine3 ore

Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Dimmi che gatto ami e ti dirò chi sei

Il gatto che scegliamo può farci scoprire qualcosa in più sulla nostra personalità?
Chi possiede un felino lo sa: il gatto, più che un animale da compagnia, è una vera e propria filosofia di vita. Le decine di milioni di gatti presenti in Europa confermano le straordinarie varietà di questo felino. Per questa ragione la scelta del gatto è tanto delicata: molto probabilmente saremo noi a doverci adattare a lui e non viceversa. Sarebbe quindi un errore sottovalutare l’importanza del carattere, dei gusti, delle preferenze del nostro baffuto amico. Per orientarsi nel meraviglioso e particolare universo felino, ecco un libro sulle razze e i comportamenti, che racconta aneddoti e curiosità, e abbina a ogni gatto un “umano compatibile”, per una convivenza appagante e felice.

Angora Turco, il gatto dei nobili e dei re • Blu di Russia, il gatto di chi ama la discrezione • Europeo, il gatto di chi ama i gatti • Manx, il gatto per chi cerca se stesso • Ragdoll, il gatto per chi ama i pelouche

…e molti altri: scoprili tutti!


Laura Rangoni
giornalista, studiosa di storia dell’alimentazione e della gastronomia, si occupa di cucina da trent’anni, con un centinaio di libri pubblicati. Dirige il settimanale di enogastronomia www.cavoloverde.it e gira l’Italia a caccia di sempre nuove specialità da assaggiare. Con la Newton Compton ha pubblicato, tra gli altri, Ammazzaciccia; La cucina piemontese; La cucina bolognese; La cucina toscana di mare; La cucina sarda di mare; La cucina milanese; Turisti per cacio; Kitchen Revolution; La cucina della salute; Il grande libro dell’orto e della cucina naturale; 1001 ricette di pizze, focacce e torte salate; 1001 ricette della nonna e 1000 ricette di carne bianca.
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788854160149
Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto

Leggi altro di Laura Rangoni

Autori correlati

Correlato a Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto

Titoli di questa serie (100)

Visualizza altri

Ebook correlati

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Gattology. Il meraviglioso mondo del gatto - Laura Rangoni

    e-manuali.jpg

    179

    Per le immagini:

    1-2; 4-25 e 27;29-43: www.shutterstock.com

    3 e 26: www.istockphoto.com

    28: copyright Fox media © Prasath (Mr.fox)

    L’Editore si dichiara disponibile a riconoscere eventuali diritti relativi

    ad immagini di cui non fosse stato possibile rintracciare gli autori.

    Prima edizione ebook: dicembre 2013

    © 2013 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-6014-9

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Il Paragrafo, www.paragrafo.it

    Laura Rangoni

    Gattology

    Il meraviglioso

    mondo del gatto

    Newton Compton editori

    OMINO.jpg

    Dedico questo libro a tutti i miei amici e amiche che hanno scelto di evolversi da umani a Umani, ospitando un gatto nella loro casa e nel loro cuore. Lo dedico alle gattare che escono con pioggia, gelo e caldo rovente per curare colonie feline, ai veterinari generosi e a tutti coloro che, leggendo queste pagine, vorranno provare la magnifica avventura di vivere con un gatto. Ovviamente lo dedico ai miei Maestri di Vita: Wallace, Bran, Tilo, Babette, Piccola e Asia. Un particolare ringraziamento alla Gatta Liz e al Gatto Kant che mi sorridono dal Ponte dell’Arcobaleno. E alla memoria dei miei genitori, Franco e Luisa, che mi hanno lasciato in eredità, nel patrimonio genetico, oltre all’amore per i gatti, anche un po’ di ironia…

    Avvertenza

    Cominciamo con qualche premessa. Questo libro è stato scritto da una gattara, non da un’allevatrice: sono una persona che ama i gatti, tutti i gatti e se, durante la mia vita, ho avuto anche gatti di razza è stato un caso, il salvataggio di uno sfortunato o un regalo. Non che sia contraria ai gatti di razza, anzi! Li ammiro moltissimo e spesso sogno, alle mostre feline o sui siti degli allevatori, di adottare un magnifico micione con il pedigree. Ma, come sempre accade, la vita mi ha portata a compiere delle scelte, scelte che mal si accordavano con le esigenze di un gatto di razza. Innanzitutto, ho deciso di vivere a contatto con la natura, in un’antica casa sui colli, circondata da vigneti, alberi da frutto e campi, certo un luogo poco adatto a gatti delicati, a pelo lungo, che richiedono molte attenzioni. E poi ho scelto di privilegiare gli sfortunati, i gatti disabili, abbandonati, feriti dalla cattiveria dell’uomo.

    Nel corso della discussione sulle varie razze di gatti, emergeranno – è davvero inevitabile! – le preferenze della sottoscritta. In generale, come ho accennato, la vita mi ha portato a scegliere quasi sempre gatti non di razza, ma ciò non toglie che più di una volta mi sia capitato di innamorarmi di una pallottola di pelo di razza purissima, di discutere con l’allevatore di problematiche genetiche e di trovare irresistibilmente affascinante anche un difetto o una tara genetica. Anche questo fa parte della magia del gatto: di qualunque razza sia, qualsiasi sia la sua storia, è sempre, semplicemente adorabile, un piccolo dio peloso.

    Per concludere una precisazione terminologica: ho cercato di usare meno termini tecnici possibili; in casa mia non ci sono vibrisse ma baffi, non ci sono zampe ma gommini, si usano termini gattofili e non fredda terminologia scientifica. Ma se anche voi siete gattari DOC, sono certa che capirete le motivazioni di questa decisione.

    fig02.jpg

    Introduzione

    Del sublime onore

    di essere schiavi di un gatto

    Vivere con un gatto è un’esperienza che cambia la vita. È quello che è successo a me. E non è solo un modo di dire o un possibile titolo per un libro: Tutto quello che so l’ho imparato dal mio gatto. Chi mi conosce e chi mi segue sui social network sa che i gatti per me sono molto più che semplici animali domestici, sono i miei amici, i miei confidenti, la mia famiglia, i miei ispiratori.

    Si tratta, in realtà, di una malattia ereditaria: mio padre era un gattofilo e mia madre era una gattofila, mia zia era una gattofila… Insomma, i gatti hanno segnato alcune delle giornate più belle e significative delle nostre esistenze.

    Tutta la mia vita ha sempre girato intorno ai gatti; quando vivevo in un appartamento tutto l’arredamento era a misura di gatto: niente tende con i micetti in giro, niente tappeti pregiati sui quali farsi le unghie, grandi foulard a coprire divani e poltrone, pochi soprammobili. Poi, però, i miei adorati non si divertivano abbastanza, per cui decisi di esporre l’argenteria di famiglia, di lasciargli disfare i divani, di farli divertire con i nastri delle tende.

    E anche quanto a numero non mi sono mai limitata: i gatti semplicemente arrivano nella mia vita, li trovo per la strada, abbandonati, feriti, gettati in un tombino, chiusi in un cassonetto della spazzatura, in mezzo agli attrezzi da giardino nel fienile, travolti dall’auto che mi precede, rinchiusi in buste di plastica…

    Come accennavo poco sopra, alcuni anni fa ho preso una decisione importante: mi sono trasferita in un piccolo paesino di montagna, in una grande casa in mezzo a un bosco, per poter finalmente vivere tranquilla con i miei animali; ero stanca di vedere i miei amati gatti distesi al sole su un balcone, al nono piano, completamente chiuso da una rete che li faceva (e mi faceva) sentire in gabbia.

    Dei sette gatti che allora mi hanno seguita – e che, con stupore e immensa felicità, hanno scoperto le bellezze della montagna, hanno cacciato le talpe, hanno scalato alberi, hanno inseguito farfalle, si sono fatti le unghie sui tronchi, hanno dormito di fianco alla stufa a legna – non è rimasto nessuno.

    Ma altri gatti sono arrivati, e la mia famiglia pelosa mi ha seguita sui Colli bolognesi per quello che loro sperano sarà il mio ultimo trasloco. Anche qui hanno spazio per rincorrere i grilli, alberi da scalare, una stufa a legna vicino alla quale ronfare, il loro divano, il loro letto (che ogni notte mi cedono malvolentieri), una tastiera sulla quale passeggiare mentre scrivo, cibo da rubare e prede da cacciare.

    Mentre loro potrebbero vivere senza di me (magari non benissimo, ma ce la farebbero), io non potrei vivere senza di loro. Perché ogni giorno m’insegnano qualcosa: posso davvero definirli i miei maestri di vita.

    La loro più grande lezione è stata insegnarmi a recuperare la mia parte istintiva e selvaggia, coltivare un alto senso della dignità, essere un po’ egoista, difendere a qualsiasi costo la mia libertà e approfittare di ogni chiazza di sole…

    Noi Umani abbiamo perduto, o meglio, dimenticato, il fondamentale rapporto con la natura, privilegiando invece la parte culturale, lo sviluppo tecnologico, strettamente legato alla razionalità, relegando l’istinto nella scaffalatura delle cose ataviche, buone solo per i sociologi e gli psicoanalisti. Abbiamo, in buona sostanza, dimenticato che anche noi siamo animali. Evoluti, alla cima della catena alimentare, ma pur sempre animali.

    I gatti sono lì per ricordarcelo: siamo riusciti a addomesticare quasi tutti gli animali, che amiamo, appunto, definire domestici, ma non il gatto. Al limite possiamo affermare che lo abbiamo convinto che coabitare con noi Umani poteva essere comodo, utile e, a volte, divertente.

    È successo nella notte dei tempi: gli egizi avevano depositi pieni di grano e il grano, si sa, attira i topi. Così è nato il primo contratto a interessenza tra uomo e gatto. Tu cacci i topi, ti diverti e mangi, in cambio io ti proteggo. Chi ci ha guadagnato, il gatto o l’uomo? Non lo sappiamo, ma, in fondo, non ci importa; il gatto ha saputo essere così affascinante da farsi divinizzare. Quindi, sarò di parte, ma direi uno a zero per il gatto.

    Nel corso della storia, la maggior parte degli animali è stata considerata per la sua utilità, soprattutto i cani e i cavalli, i quali, beninteso, potevano anche essere amati e accuditi con amore, e non solamente sfruttati. Tuttavia, solo il gatto ha avuto il privilegio di essere scelto, coccolato, amato per il semplice fatto di essere una creatura fantastica. Che poi cacciasse qualche topo, era un particolare secondario…

    Il nostro stile di vita si è modificato molto in fretta, soprattutto da una cinquantina di anni a questa parte. Abbandonate le campagne, le persone hanno scelto di vivere in appartamenti grandi come scatolette e di lavorare fuori casa quasi tutto il giorno – anche le donne, tradizionalmente più legate al gatto (e più avanti ne vedremo il motivo). Tenere un cane in appartamento comporta molti sacrifici, non solo per gli esseri umani, ma anche per il cane, che, essendo assai legato al padrone, soffre di solitudine. Per il gatto è diverso, lui basta a se stesso. Si è così assistito a un fenomeno sociologico importante: l’aumento dei gatti da appartamento. Gatti che sono spesso la sola compagnia delle persone anziane, che fanno le veci dei figli, che animano la vita dei single. Gatti che sono assolutamente indipendenti, pensano ai fatti loro e giocano, meditano, dormono, spargono peli sui tappeti, filosofeggiano, distruggono tende e divani, guardano fuori dalle finestre quando il loro compagno umano è assente.

    Come dicevo, il gatto basta a se stesso. È un solitario per natura, e se vive con un Umano è solo alle sue condizioni. Rinunciate all’idea di addestrare un gatto, di considerarlo un essere che dipende da voi, di definirvi il suo padrone. Un gatto è un personaggio magnetico che ha scelto di condividere con voi la sua vita, ma potrebbe cambiare idea in qualsiasi momento, approfittare di una vostra distrazione, sgusciare da una porta o una finestra aperta e andarsene per il mondo a cercare un Umano più compatibile.

    State perciò molto attenti quando scegliete un cucciolo, perché dividerete un tratto di vita con una palla di pelo dal carattere indomito e forte, che vi addestrerà, con le buone o con le cattive, a portargli rispetto, a servirlo e venerarlo come il dio che è.

    A spasso fra le razze

    Gli umani amano sezionare, analizzare, classificare ed etichettare ogni cosa, e lo hanno fatto anche con i gatti.

    Questo manuale, che è a uso e consumo esclusivamente umano, vi permetterà di scoprire le razze più o meno note, fino a trovare il compagno ideale. Infatti, se è vero che un amico si sceglie con il cuore, è pur vero che bisogna tenere conto delle caratteristiche, del carattere, dei bisogni, dei pregi e dei difetti (ammesso e non concesso che i gatti abbiano difetti) del nostro futuro compagno. Ecco, questo manuale vuole aiutarvi proprio in questa scelta, attraverso due sezioni – gatti a pelo lungo e semilungo e gatti a pelo corto – e quarantatré schede strutturate sempre nello stesso modo. Dopo una breve descrizione fisica con qualche nota sugli standard di razza (cioè le caratteristiche precise che le federazioni feline hanno stabilito come criteri distintivi: insomma, per intenderci, un Persiano che non ha il pelo lungo e il nasino schiacciato non può essere considerato davvero un Persiano) e qualche cenno sulla storia e sui miti che circondano la razza in esame, indico un tipo psicologico compatibile, l’Umano ideale, quello che fra tutti i tipi umani meglio si accorda con quel gatto in particolare; quindi fornisco un decalogo – prezioso, ve lo assicuro – e infine una piccola digressione sullo sport e il cibo preferito, perché la vita del nostro amico sia all’insegna del benessere e del piacere. Infine, troverete una sezione speciale, da veri cat lovers, Aggiungi un posto a tavola. A cena con…, nella quale vi propongo un’esperienza speciale: come trovare un punto d’incontro fra l’alimentazione umana e quella felina, preparando dei piatti che vadano bene per entrambi, per condividere il piacere del cibo, oltre a quello estetico della tavola, e strizzando l’occhio alle origini del vostro compagno. Tuttavia, come ho già accennato, non sono né un’allevatrice né un veterinario, tutto ciò che so l’ho derivato da una lunghissima esperienza supportata da infinite letture e approfondimenti: dunque, considerate le ricette fornite in questo libro come semplici ispirazioni, indicazioni di massima, spesso più ironiche che realistiche, che vanno sempre discusse e vagliate con il proprio veterinario di fiducia, per assicurarsi che il vostro micio non abbia problemi di salute pregressi che renderebbero dannosi i manicaretti da voi preparati con tanto amore.

    Infine un chiarimento. Troverete talvolta Umano scritto con la maiuscola. No, non è un errore dell’autrice… piuttosto una delle sue follie da gattara! Con Umano, infatti, intendo tutte quelle donne e quegli uomini che hanno la fortuna di dividere una cospicua parte della loro vita con un gatto, di qualsiasi razza esso sia; umano, di conseguenza, è il nome che riservo a chi ancora non ha goduto di tale immenso, stupefacente, meraviglioso privilegio.

    Il mio augurio, perciò, è che questo libro vi trasformi da umani in Umani!

    fig09.jpg

    Razze

    a pelo lungo

    e semilungo

    parte01.jpg

    American Curl, il gatto

    per chi ama le coccole

    (foto)

    La prima volta che ho visto questo strano gatto, molti anni fa, in un’esposizione felina, ho creduto di sognare. Sembrava quasi che qualcuno gli avesse arricciato le orecchie con un ferro per boccoli… A ben vedere, erano solo le orecchie a essere strane, il resto del corpo era del tutto simile a quello dei comuni gatti domestici che da sempre gironzolano in casa mia, quelli che mia madre chiamava i bastardi dei tetti. E, in effetti, l’American Curl è un normale gatto domestico¹ con una malformazione genetica che determina l’arricciamento delle orecchie. E siccome noi Umani andiamo pazzi per le cose strane e gli animali eccentrici, i cuccioli portatori di tale anomalia sono stati selezionati, fino a diventare una vera e propria razza.

    In Italia questa razza è stata riconosciuta solamente nel 1993 e comprende esemplari sia a pelo lungo che a pelo corto.

    Salve, mi presento, sono l’American Curl

    L’American Curl è un gatto dalle singolari orecchie arricciate all’indietro. Il nome deriva dal fatto che è stato selezionato in America, e dalla parola curl, che significa esattamente ricciolo. E infatti sono proprio le orecchie che decretano la bellezza di questo gatto. Gli americani, si sa, non scherzano quanto a pignoleria, quindi hanno fissato lo standard della razza in base ai gradi di piegatura delle orecchie: se sono piegate a 180° sono da esposizione, se lo sono solo a 90° possono essere usati come riproduttori, se l’angolazione è ancora inferiore sono solo simpatici. I gattini nascono con delle orecchie normali che assumo in seguito – dal primo al quarto mese di vita – la forma definitiva. Su una cucciolata, non tutti i gattini svilupperanno le orecchie arricciate. Non so dirvi se i gattini senza orecchie speciali si sentano inferiori, vi posso però assicurare che anche i cosiddetti scarti di allevamento, con standard non conformi, sono creature meravigliose, che riempiono la vita di chi ha la fortuna di ospitarli nella propria casa.

    Essendo la progenitrice una gatta randagia, probabilmente un po’ del suo carattere è rimasto nei geni della razza: si tratta, infatti, di un gatto con un carattere abbastanza indipendente, buon esploratore, gran giocherellone, molto socievole, con un atavico bisogno di coccole – riceverle, naturalmente, ma soprattutto farle.

    Coda, artigli e fusa. Come è fatto

    L’American Curl è del tutto uguale ai cosiddetti gatti comuni (American, British Shorthair o Europei che vogliate chiamarli), di corporatura media muscolosa e compatta. Il maschio può arrivare a pesare 5-7 kg e la femmina circa la metà e per giunta tendono a ingrassare. Sono ben proporzionati e le zampotte sono rotonde e dotate di gommini tutti da sbaciucchiare (ma questo non è uno standard di razza…). Il pelo può essere lungo o semilungo, o anche corto, a seconda degli incroci effettuati dagli allevatori. Gli American Curl a pelo corto sono abbastanza rari e decisamente costosi. Quelli a pelo lungo e semilungo, che evidentemente sono stati preferiti dai selezionatori, forse anche perché maggiormente di moda, hanno una pelliccia non troppo folta e neppure eccessivamente puffosa – cioè resta piuttosto aderente al corpo – e non presentano sottopelo. Anche il colore varia molto, dal monocolore al grigio nelle varie sfumature ai tartaruga e ai marmorizzati. La coda è solitamente abbastanza lunga, quasi quanto il corpo, un po’ tozza all’attaccatura e affusolata verso l’estremità. Non sono ammessi Curl con code mozze o frutto di incroci con altre razze, come ad esempio i Japanese Bobtail, che, come scoprirete proseguendo nella lettura, hanno una codina che sembra tagliata. Gli occhi sono grandi, tondi o appena appena a mandorla, e possono essere di tutti i colori, persino azzurri; sono molto espressivi, forse perché spiccano sul musetto, a causa degli strani padiglioni auricolari, che fanno sembrare tutti i Curl dei gufetti. La testolina è rotonda, lievemente allungata, con un bel nasino dritto, alla francese.

    Le meravigliose orecchie ricciolute dell’American Curl sono più delicate di quelle appuntite degli altri gatti, quindi necessitano di cure particolari. Infatti, all’interno del padiglione auricolare si forma una sostanza scura e gommosa, che, seppure in misura minore, è presente in tutti i gatti. Questa sostanza serve per proteggere la parte esposta dell’orecchio, che necessita di essere pulita almeno una volta alla settimana. Esistono prodotti appositi, che potrete trovare nei negozi per animali o rivolgendovi al vostro veterinario di fiducia. A parte questo, sono gatti robusti che non presentano quasi mai patologie ereditarie.

    C’era una volta l’American Curl… Un po’ di storia

    Un giorno del 19…, a Lakewood, in California, una coppia amante dei gatti, John e Grace Ruga, trovò una micetta nera, randagia, a pelo semilungo. Essendo persone di buon cuore, l’adottarono e la portarono a casa, dandole il nome di Shulamit. Questa bella ragattina aveva delle strane orecchie arricciate, che le conferivano un’espressione buffa, e un bel carattere socievole. Un anno dopo Shulamit si accoppiò, probabilmente con un comune gatto di strada, e diede alla luce quattro bei micetti, due dei quali avevano le stesse orecchie arricciate della madre. I Ruga ipotizzarono così che si trattasse

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1