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Il mistero del 2012: Cataclismi e sconvolgimenti naturali o l'alba di una nuova umanità? Predizioni, profezie e possibilità: 25 esperti ci aiutano a capire
Il mistero del 2012: Cataclismi e sconvolgimenti naturali o l'alba di una nuova umanità? Predizioni, profezie e possibilità: 25 esperti ci aiutano a capire
Il mistero del 2012: Cataclismi e sconvolgimenti naturali o l'alba di una nuova umanità? Predizioni, profezie e possibilità: 25 esperti ci aiutano a capire
E-book549 pagine6 ore

Il mistero del 2012: Cataclismi e sconvolgimenti naturali o l'alba di una nuova umanità? Predizioni, profezie e possibilità: 25 esperti ci aiutano a capire

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Info su questo ebook

Che cosa accadrà nel 2012? Siamo davvero alla fine di un ciclo cosmico? Sarà un'epoca di risveglio, un nuovo gradino nell'evoluzione umana o la fine del mondo? Da tempo gli archeologi sanno che il calendario maya indica il 2012 come la fine di un'era della Terra e oggi un numero sempre maggiore di studiosi, ricercatori spirituali e scienziati ha di fronte segni che indicano un cambiamento epocale nella storia del nostro pianeta. Per la prima volta i maggiori esperti mondiali presentano le ultime scoperte circa questa data enigmatica in un libro eccezionale, un testo prezioso che fornisce tutte le informazioni necessarie per esaminare il mistero da tutte le angolazioni - spirituale, economica, ecologica, scientifica - in modo che ciascuno di noi possa decidere se il 21 dicembre 2012 segnerà l'inizio di una meravigliosa esperienza o di un'immane tragedia. Che crediate profondamente in questo cambiamento, che siate scettici o semplicemente curiosi, Il mistero del 2012 vi offre un panorama completo e stimolante delle possibilità racchiuse in questa data fondamentale per la storia dell'umanità.
LinguaItaliano
Data di uscita17 nov 2010
ISBN9788880937531
Il mistero del 2012: Cataclismi e sconvolgimenti naturali o l'alba di una nuova umanità? Predizioni, profezie e possibilità: 25 esperti ci aiutano a capire

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    Anteprima del libro

    Il mistero del 2012 - AA. VV.

    Il mistero del

    2012

    Cataclismi e sconvolgimenti naturali

    o l’alba di una nuova umanità?

    Predizioni, profezie e possibilità

    25 esperti ci aiutano a capire

    AA. VV.

    Il mistero del 2012

    Titolo originale: The mystery of 2012

    Traduzione di Gianpaolo Fiorentini

    Compilation copyright © 2007 by Sounds True

    Copyright per l’edizione italiana © 2008 by Edizioni il Punto d’Incontro

    Prima edizione inglese pubblicata nel 2007 da Sounds True, Inc., Boulder, CO, USA

    Illustrazioni di Pam Uhlenkamp

    Le illustrazioni di 2012, l’allineamento galattico e la Grande Dea sono state ricreate da opere di John Nichols

    Prima edizione italiana pubblicata nel maggio 2008.

    Prima edizione digitale: novembre 2008.

    Edizioni il Punto d’Incontro, Via Zamenhof 685, 36100 Vicenza, Tel. 0444 239189, Fax 239266,

    www.edizionilpuntodincontro.it

    Edizione elettronica realizzata da Gag srl

    Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta in alcuna forma, senza

    l’autorizzazione scritta dell’editore, ad eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni.

    ISBN 978-88-8093-753-1

    Indice

    Introduzione

    Tami Simon

    Il punto di scelta del 2012

    Appuntamento con UNA finestra SU una nuova realtà

    Gregg Braden

    Una singolarità nel tempo

    Peter Russell

    PARTE PRIMA

    Il calendario maya e la visione maya del cosmo

    Le origini della rivelazione del 2012

    John Major Jenkins

    Il Fattore Maya

    Una via oltre la tecnologia

    José Argüelles

    I Nove Mondi Sotterranei

    Espandere i livelli della coscienza

    Carl Johan Calleman

    Il 2012 e il mondo maya

    Robert K. Sitler

    PARTE SECONDA

    Scienza, economia e politica nel contesto del 2012

    La nascita di un mondo nuovo

    Ervin Laszlo

    Verso il 2012

    Grandi cambiamenti ci attendono

    John L. Petersen

    Il mistero dell’anno 2012

    Karl Maret

    2012

    Economia socialmente responsabile e politica non antagonista

    Corinne Mclaughlin

    L’alchimia del tempo

    Comprendere il grande anno e i cicli dell’esistenza

    Jay Weidner

    Dolmen e stele maya

    Il 2012 nel vecchio e nel nuovo mondo

    John Lamb Lash

    PARTE TERZA

    Spiritualità, segni e simboli del 2012

    L’orologio cammina

    Arjuna Ardagh

    L’amore selvaggio ci renderà liberi

    Gill Edwards

    Il Codice Genesi

    Lawrence E. Joseph

    Un mondo che si risveglia

    Llewellyn Vaughan-Lee

    2012 - L’inizio di una nuova era

    Janosh

    Un momento memorabile

    Benvenuti al più grande spettacolo sulla terra

    Christine Page

    2012 - L’allineamento galattico e la Grande Dea

    Riflessioni su Iside e sulla scienza sacra degli Egizi

    Sharron Rose

    L’avvento del geo-neurone post-umano

    Geoff Stray

    PARTE QUARTA

    Una nuova umanità: evoluzione verso il 2012 e oltre

    Il serpente depone la pelle

    Una via tantrica alla trasformazione globale

    Daniel Pinchbeck

    Il Momento del Salto è adesso

    Jean Houston

    Una visione per l’umanità

    Barbara Marx Hubbard

    2012 - Risvegliarsi a una più grande realtà

    Meg Blackburn Losey

    E il calendario ricomincerà

    La grande svolta come bussola e come lente di ingrandimento Joanna R. Macy

    Siete nati per questo momento

    James O’Dea

    Note

    Titoli in italiano

    Fonti

    Gli autori

    Introduzione

    Tami Simon

    Ho sentito parlare per la prima volta del mistero del 2012 attorno alla metà degli anni ’80, quando intervistai per una radio, la Boulder County Public Radio, l’esperto del calendario maya José Argüelles. Argomento delle dodici puntate del programma era ‘Il cambiamento della terra’ incentrato sulla congiunzione planetaria del 16-17 agosto 1987 (un estratto della puntata è riportato nel capitolo Il Fattore Maya). Secondo José, questa congiunzione ha segnato l’inizio di un conto alla rovescia di venticinque anni che nel 2012 coinciderà con la fine del Grande Ciclo del calendario maya. José presentò il 2012 come un momento di enorme cambiamento evolutivo che coinvolgerà l’intero pianeta, un periodo che chiama ‘sincronizzazione galattica’ e in cui il pianeta Terra entrerà in una fase astronomica che lo allineerà a poderose energie di cambiamento.

    Pragmatico per natura, non mi convinsi subito, anche se devo ammettere che ero incuriosito. Ero eccitato per le possibilità di cui parlava José e avevo moltissime domande. Tutti gli esperti del calendario maya concordano sulla data finale del 2012 e sul suo significato? Il calendario maya si è già rivelato in passato una fonte affidabile di profezie? Che cos’è questo ‘enorme cambiamento evolutivo’, come verrà percepito e in che modo si manifesterà nel 2012? La terra è davvero in rapporto con energie invisibili, forze superiori che agiscono sul nostro futuro? E, forse la domanda più importante, è possibile per un mondo avido e conflittuale come il nostro fare un cambiamento così positivo e radicale in un periodo di tempo così breve?

    Non conoscevo le risposte a queste domande e, a essere sincero, non mi impegnai seriamente per trovarle. Un lavoro di trasformazione momento-per-momento mi sembrava molto più interessante delle speculazioni su qualcosa che potrebbe o non potrebbe accadere in futuro e così riportai la mia attenzione sulla pratica spirituale, il lavoro e la quotidianità.

    Poi, con il passare degli anni, le domande riguardo al 2012 continuarono a riaffiorare alla mia coscienza, sempre più pressanti. Ogni anno incontravo praticanti spirituali seri e intelligenti che avevano visto, attraverso una visione diretta, che al pianeta è stata offerta un’opportunità di evoluzione attraverso la finestra del 2012, persone convinte che il 2012 sia una ‘porta sul possibile’, un’occasione di risveglio che richiede la nostra più profonda attenzione. Inoltre, un numero sempre maggiore di esperti delle più diverse discipline (futurologi, scienziati, artisti, eco-filosofi e sociologi) scrivevano del 2012 e dei dieci anni successivi come di un momento di cambiamento planetario estremamente rapido e senza precedenti. Infine, il 2012 non è più così lontano: è quasi dietro l’angolo. Se mai ci fu un momento adatto per analizzare le potenzialità del 2012 e prepararci a questa occasione, questo momento è adesso.

    Anche volendo ignorare tutte le teorie su un futuro prevedibile e un futuro imprevedibile, il mistero del 2012 bussa alla porta chiedendo attenzione e studio approfondito. In risposta a questa chiamata, le edizioni Sounds True hanno raccolto questa serie di saggi che unisce le prospettive più diverse. Il nostro scopo è quello di creare un lettore che ricerca e che indaga attraverso un libro inteso ad aiutare le persone dalla mente aperta a esplorare a fondo il mistero del 2012 da tutte le angolazioni.

    Personalmente, rimango scettico. Mi sono sorpreso a chiedermi se non sia fuorviante riporre le nostre speranze nel 2012 come un momento di grande trasformazione collettiva, perché se interpretiamo erroneamente questa predizione come un motivo per continuare a vivere da spettatori, in attesa di una catastrofe o di un raggio cosmico proveniente da un’altra galassia che venga a risolvere i problemi del nostro pianeta, la promessa e l’opportunità del 2012 può diventare una scusa per non agire. Ma è interessante che proprio questo punto venga trattato in vari interventi di questa raccolta. In questo libro, il 2012 viene in genere descritto come un momento di scelta, un momento di accresciute possibilità e opportunità, piuttosto che come una bomba a orologeria apocalittica destinata a scoppiare alla mezzanotte del 21 dicembre 2012. Ciò che gli autori ci invitano a fare, esaminando il mistero del 2012, è essere svegli, sensibili e creativamente coinvolti nelle possibilità che si potranno presentare.

    Il mio consiglio è quello di intraprendere il viaggio in queste pagine con un senso di curiosità. Personalmente ho scoperto che i materiali che riguardano questa data possono contribuire ad ampliare la mente. Per quanto mi riguarda, mi hanno aiutato ad allargare la mia visione da una dimensione di cambiamento esclusivamente storica e umana a una visione più ampia, piena di invisibili dimensioni energetiche che possono infondere nei nostri sforzi umani energie sinora sconosciute. Aprirsi alle possibilità del 2012 significa aprirsi al mistero e ai poteri del cosmo al di là dell’umano. Sono convinto che questi poteri possano ispirarci e guidare le nostre azioni.

    Nel suo intervento, Daniel Pinchbeck parla del 2012 come del ritorno di Quetzacoatl, il mitico serpente piumato mesoamericano che simboleggia l’unione di un serpente e un uccello, della terra e del cielo. È appunto questa unione di cui abbiamo bisogno. Solo con i piedi saldamente radicati nella realtà della nostra condizione possiamo raggiungere e allinearci con la saggezza e il potere che la trascendono. Il mio augurio è che questa raccolta di saggi ispiri in voi questa stessa ricerca di unione, mentre viviamo collettivamente il mistero del 2012.

    TAMI SIMON

    EDITORE, SOUNDS TRUE

    Il punto di scelta del 2012

    Appuntamento con UNA finestra SU una nuova realtà

    Gregg Braden

    Molti si chiedono se le previsioni sul 2012 abbiano un fondamento scientifico. Gregg Braden esamina la possibilità che il 2012 coincida con un’inversione dei poli magnetici e gli effetti di questa inversione sulla popolazione più numerosa che il pianeta abbia mai conosciuto, trovando nelle predizioni del calendario maya la prova scientifica dell’inversione del campo magnetico del pianeta annunciata dal fenomeno delle macchie e delle tempeste solari. Basandosi sulla fisica, sulla teoria dei quanti e sui ricorsi storici, Braden esamina la possibilità di una distruzione totale o dell’emersione di una nuova realtà nell’anno 2012. Dopo avere valutato le prove, la scelta, conclude Braden, è sempre nostra.

    L’antico calendario maya contiene davvero il segreto di un evento epocale destinato a coinvolgere l’attuale umanità? Se è così, questo evento sarà la chiave del nostro futuro o addirittura della nostra sopravvivenza? Un numero sempre più ampio di prove suggerisce che la risposta a questa domande è sì. La domanda successiva è: perché?

    Perché una civiltà così sviluppata, apparsa all’improvviso oltre 1.500 anni fa, che utilizzava il più sofisticato orologio cosmico mai conosciuto e che creò una cultura fortemente incentrata sui cicli cosmici, è scomparsa? Perché il suo calendario, che coincide con i 5.000 anni della storia documentata, termina in una data precisa, una data per noi così attuale? Qual è il significato del solstizio d’inverno del 21 dicembre 2012?

    Per rispondere a queste domande dobbiamo superare i tradizionali confini che separano la scienza, la religione, la spiritualità e la storia, e unificare queste fonti di conoscenza in una nuova saggezza unitaria. In questo modo inizia ad apparire qualcosa di molto interessante.

    IL MISTERO DEI MAYA

    La civiltà maya è un’anomalia nella visione tradizionale della storia e della cultura. Le testimonianze archeologiche indicano che i primi Maya apparvero ‘all’improvviso’ circa un millennio e mezzo fa in remote aree della penisola dello Yucatán, nell’attuale Messico, in Guatemala e in alcune regioni degli attuali Honduras e Belize. Ciò che distingue i Maya da altre civiltà contemporanee è che sembrano essere apparsi con una tecnologia già evoluta, invece di avere sviluppato la loro tecnologia nel corso del tempo com’è normale aspettarsi. Nonostante le diverse teorie, nessuna ha mai risolto definitivamente quello che viene chiamato l’‘enigma maya’.

    Nei suoi studi su questo popolo misterioso, Charles Gallenkamp riassume così questo enigma: Nessuno è mai riuscito a stabilire in modo soddisfacente dove o quando la civiltà maya ebbe origine, né come abbia potuto evolversi in un ambiente tanto ostile alla presenza umana. Passando a descrivere quanto poco sappiamo di questa antica civiltà, fa notare che le cause che portarono all’improvviso abbandono delle loro grandi città durante il IX secolo d.C., uno dei misteri più sconcertanti della storia, sono ancora avvolte nelle congetture.¹

    Se gli studiosi non sono d’accordo sul perché una civiltà così potente sia scomparsa, non possono discordare sulle meraviglie che ha lasciato dietro di sé. Inoltre, qualunque studio sugli splendori di questa civiltà è costretto a riconoscere la sua creazione più sofisticata: un calcolo del tempo e dei cicli cosmici tuttora insuperato. Molto prima della nostra epoca, il calendario maya è stato il metodo più preciso di calcolo delle ere cosmiche. Ancora oggi, per calcolare il tempo locale e quello cosmico, gli attuali Maya usano un sistema che, come sottolinea, Michael D. Coe non ha saltato un giorno in oltre 25 secoli.²

    Oltre a calcolare l’anno solare e i cicli lunari, questo calendario antico di 5.000 anni indica qualcosa di davvero sorprendente: l’allineamento del nostro sistema solare (il Sole e i suoi pianeti) con il centro della nostra galassia, evento che non si verificherà più per altri 26.000 anni.

    La chiave di questo ‘calcolatore cosmico’ maya era un periodo di 260 giorni, chiamato tzolkin o ‘calendario sacro’, sovrapposto a un altro calendario di 365 giorni chiamato ‘anno vago’. I Maya rappresentavano questi due cicli temporali mediante due ruote dentate: la più piccola girava attorno alla più grande fino al raro momento in cui un giorno del calendario sacro corrispondeva allo stesso giorno dell’anno vago. Questo raro e potente momento segna la fine di un ciclo di 52 anni che fa parte di un ciclo temporale più ampio chiamato il ‘Grande Ciclo’. Secondo questo meccanismo, e secondo la tradizione degli stessi sacerdoti maya, l’ultimo Grande Ciclo è iniziato nell’agosto del 3114 avanti Cristo (epoca corrispondente ai primi geroglifici egizi) e terminerà tra breve, nel 2012 dopo Cristo. Più precisamente il 21 dicembre 2012, quando il Sole sarà allineato all’equatore della Via Lattea.

    L’astronomia conosce questo allineamento galattico indicato dal calendario maya, ma la domanda è: che significato può avere? Alcuni sminuiscono l’importanza di questo fenomeno considerandolo semplicemente un’interessante peculiarità a cui abbiamo la fortuna di assistere durante la nostra vita. Altri ritengono che la fine del Grande Ciclo indichi la convergenza di rari eventi cosmici, con implicazione che vanno dall’estremamente positivo al terrificante.

    José Argüelles, studioso di cosmologia maya, suggerisce che i primi anni del nuovo millennio facciano parte di un sotto-ciclo iniziato nel 1992 con l’emersione di quelle che chiama tecnologie non-materialistiche ed ecologicamente armoniche... complementari alla nuova società mediarchica dell’informazione decentralizzata.³

    Rifacendosi a questo stesso evento galattico, altri ritengono che potrà essere causa di profonde, se non tragiche, conseguenze per la vita sulla terra come noi la conosciamo. Per esempio, un articolo del 1 marzo 2005 di una rivista on-line indiana descrive lo scenario elaborato dallo Hyderabad Computer Model sulla coincidenza tra la fine del calendario e l’inversione dei poli magnetici. L’agghiacciante titolo dice: Modelli informatici prevedono inversione dei poli magnetici della Terra e la possibilità che il Sole metta fine all’umanità nel 2012. L’articolo continua descrivendo lo scenario apocalittico di un pianeta privo di campo magnetico.

    Benché le opinioni su quello che possiamo attenderci dalla fine del calendario maya divergano, il sentimento generale è che qualcosa accadrà. La domanda è: che cosa? Che cosa volevano dirci i calcolatori maya del tempo riguardo a una data che nessuno di loro avrebbe visto? Dato che mancano pochissimi anni al 2012, e di fronte agli evidenti cambiamenti che stanno avvenendo sul nostro pianeta, sempre più ricercatori ritengono che sia interesse comune capire che cosa volevano dirci i Maya. Forse, il modo migliore per scoprire ciò che non sappiamo è considerare ciò che sappiamo.

    IL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE: UNA CERTEZZA?

    Pensando alle cose che sappiamo con certezza, tendiamo ad annoverare tra queste anche il campo magnetico terrestre. Chiunque viva in questo momento sulla terra sa che, ogni volta che guardiamo l’ago della bussola, la direzione indicata è sempre la stessa: il polo nord magnetico. Tendiamo a pensare al polo nord e al polo sud magnetici come a realtà immutabili, ma in realtà il magnetismo terrestre è un fenomeno tutt’altro che costante.

    Sappiamo infatti che ogni tanto avviene qualcosa di sbalorditivo, di quasi incredibile. Per cause che non sono state ancora pienamente comprese, i due poli si scambiano e il campo magnetico della terra fa una capriola completa. Benché l’inversione dei poli magnetici sia un fatto estremamente raro nella storia umana, la geologia ha dimostrato che si verifica periodicamente. Negli ultimi 76 milioni di anni, questo fenomeno è accaduto 171 volte, di cui 14 solo negli ultimi 4.5 milioni di anni.

    Nonostante il suo carattere ciclico, il momento di questa inversione varia ed è difficile stabilire con certezza la data della prossima inversione del campo. Ciò nonostante, l’inversione è preceduta da sintomi precisi, tra cui improvvisi cambiamenti atmosferici e un rapido indebolimento del campo magnetico terrestre, fenomeni che si stanno attualmente verificando. È la presenza di questi sintomi, e il fatto che l’inversione dei poli è ‘in ritardo’ sul periodo previsto, che fanno pensare agli scienziati che ci troviamo già nei primi stadi dell’inversione.

    Nel luglio del 2004, il New York Times dedicò un’intera sezione dell’inserto scientifico all’inversione dei poli magnetici e ai suoi possibili effetti. Nell’articolo si legge: Il collasso del campo magnetico terrestre, che da un lato protegge il pianeta e dall’altro serve da bussola a molte sue forme di vita, sembra essere iniziato circa 150 anni fa.

    Non c’è il minimo dubbio, almeno secondo alcuni scienziati, che questo fenomeno sia già realmente in atto.

    I rilevamenti geologici mostrano infatti che la forza del campo magnetico, la cui massima intensità è collocabile attorno a 2.000 anni fa, diminuisce costantemente e si è ormai ridotta del 38 per cento. Le prime misurazioni dell’indebolimento del campo magnetico terrestre risalgono alla metà del 1800 e quelle condotte successivamente hanno evidenziato un indebolimento del 7 per cento negli ultimi 100 anni.

    Nonostante la presenza dei segni di un’inversione magnetica, non è facile rilevarla, a causa di svariati fattori tra cui il problema che l’inversione magnetica è un processo lungo e lento, che segue un ritmo graduale.

    Gli ultimi studi su questo fenomeno rivelano che sta accadendo anche qualcos’altro, ovvero che più il campo magnetico si indebolisce e più il suo indebolimento accelera. Se questo è vero, le inversioni magnetiche verificatesi nel passato possono essere accadute a velocità molto maggiore di quella che stimiamo attualmente. Per esempio, alle più estreme latitudini settentrionali della Siberia, i mammut, che si vennero appunto a trovare nel mezzo di un’inversione magnetica durante l’ultima glaciazione, si sono congelati con tanta rapidità da conservare ancora in bocca il loro ultimo pasto: prova che i cambiamenti climatici che accompagnano questo fenomeno possono essere incredibilmente rapidi!

    Nel 1993, uno studio apparso su Science News sosteneva che trovare le prove precise dell’inversione magnetica è estremamente difficile perché, quando si inverte, il campo magnetico si indebolisce enormemente, esattamente ciò che sta accadendo oggi.

    Ma rimane ancora la domanda: quanto si indebolisce il campo magnetico prima della sua inversione? Anche se non sappiamo ancora rispondere, sappiamo però che questo evento epocale non accade da solo e che probabilmente i suoi effetti si estendono ai nostri vicini celesti e forse all’intera galassia.

    IL NOSTRO SOLE: LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA

    Da quando il telescopio di Galileo ha permesso agli uomini di osservare il cielo, i primi astronomi europei hanno visto che il nostro Sole attraversa cicli regolari di tempeste magnetiche (le macchie solari) seguiti da periodi calcolabili di quiete. Questi cicli sono stati regolarmente osservati a partire dal 1610. Da allora si sono prodotti 23 cicli di attività solare, della durata media di 11 anni ognuno, l’ultimo dei quali è iniziato nel maggio del 1996. Non era possibile valutarne la durata esatta finché, nella primavera del 2006, la NASA diede l’annuncio di quello che tutti gli astronomi stavano aspettando. Il 10 marzo di quell’anno le macchie e i brillamenti solari cessarono di colpo e il Sole divenne ‘tranquillo’, segnalando così la fine del suo ultimo periodo di attività.

    Ma è una quiete relativa, perché la fine di un ciclo indica che si sta preparando un nuovo ciclo e quindi nuove tempeste magnetiche. Quello che rende il prossimo ciclo molto diverso dai precedenti è che la grandezza delle macchie solari osservate tra il 1986 e il 2006 suggerisce che il prossimo ciclo sarà uno dei più intensi finora registrati. Il prossimo ciclo di attività solare sarà maggiore del 30-50 per cento del precedente, afferma Mausumi Dikpati del National Center for Atmospheric Research (NCAR) di Boulder, Colorado.

    David Hathaway, del National Space Science and Technology Center, concorda e prevede che le macchie solari osservate nell’ultimo ciclo riappariranno molto più grandi nel prossimo. Se sarà così, l’intensità delle tempeste magnetiche sarà seconda solo a quella registrata nel 1958, quando le aurore boreali illuminarono i cieli a latitudini meridionali come quelle del Messico. A quel tempo non esisteva ancora l’attuale tecnologia delle comunicazioni e non c’erano in orbita satelliti che le tempeste magnetiche potessero mettere fuori uso. L’intensità del prossimo ciclo di attività solare è già preoccupante di per sé, ma lo diventa ancora di più se consideriamo la data della massima intensità di attività solare prevista. Basandosi sul ciclo del 1986-1996, Dikpati colloca la data di massima attività nel 2012, la stessa dell’allineamento galattico indicata dal calendario maya. Dato che questo fenomeno non si è mai verificato nelle condizioni demografiche e tecnologiche attuali, non siamo in grado di prevedere gli effetti delle prossime tempeste magnetiche sul nostro futuro.

    CHE COSA SIGNIFICA TUTTO CIÒ?

    Sappiamo che il Sole si sta preparando a un nuovo periodo di attività e che la Terra sembra trovarsi nelle prime fasi di un’inversione del campo magnetico. In che modo si conciliano questi fenomeni con il calendario maya? Che cosa significa tutto ciò? Sono domande importanti, perché sappiamo con certezza che la vita sulla terra viene fortemente influenzata dai fenomeni magnetici. Svariati studi rivelano che molte specie animali, dalle balene ai delfini, dai colibrì alle gru, si affidano ad ‘autostrade’ magnetiche per trovare i luoghi del nutrimento e dell’accoppiamento. E, anche se gli esseri umani non sembrano usare queste ‘autostrade’ nello stesso modo, non facciamo eccezione rispetto alle altre specie animali.

    Nel 1993, una commissione internazionale creata per studiare la magneto-recettività, ovvero la capacità del nostro cervello di rilevare i cambiamenti nel campo magnetico, ha pubblicato una scoperta che rende il 2012, fine del calendario maya, e il campo magnetico terrestre molto più importanti di quanto si pensasse. Il risultato dello studio fu che il cervello umano contiene milioni di minuscole particelle magnetiche che ci collegano, esattamente come le specie animali, al campo magnetico terrestre in termini molto precisi e diretti.

    Le implicazioni di questo collegamento sono molto significative e indicano che, se nel 2012 il campo magnetico terrestre subirà dei cambiamenti, anche noi ne subiremo gli effetti.

    Sappiamo, per esempio, che i campi magnetici influenzano profondamente il sistema nervoso, il sistema immunitario, la percezione del tempo e dello spazio, i sogni e la stessa realtà. Inoltre, anche se è possibile fornire una misurazione generale del campo magnetico del pianeta, è altrettanto vero che i suoi valori cambiano a seconda del luogo geografico. Risalgono agli inizi del XX secolo le prime mappe descrittive delle correnti magnetiche che avvolgono la terra.¹⁰

    Queste mappe illustrano visivamente le direzioni delle correnti magnetiche che circondano il pianeta, determinando i punti geografici dove gli effetti dei campi magnetici sono più forti e più deboli. Per capire l’importanza di questo fatto per il ciclo del 2012, dobbiamo prendere in considerazione la coscienza.

    Pur ignorando molte cose della nostra coscienza, una cosa sappiamo per certo: la coscienza è composta di energia, e l’energia include l’elettricità e il magnetismo. Anche se la natura elettromagnetica della coscienza è ancora oggetto di studio, sembra che il magnetismo terrestre svolga un ruolo fondamentale nel modo in cui accogliamo nuove idee e nuovi cambiamenti nella nostra vita. Se pensiamo ai campi magnetici come a una sorta di ‘colla’ energetica, possiamo utilizzare questa immagine per capire perché alcune aree del mondo sono più lente ad accogliere i cambiamenti, mentre altre sono più pronte ad afferrare le occasioni di sperimentare le innovazioni.

    Il nostro modello della ‘colla magnetica’ indicherebbe che le aree in cui il campo magnetico è più forte (più colla) sono più radicate nella tradizione, nelle idee e nelle credenze esistenti. Nelle aree in cui il campo magnetico è più debole accadrebbe l’esatto contrario e le loro popolazioni sembrano quasi spinte al cambiamento. Nonostante la predisposizione di un’area geografica alle innovazioni, sta alla sua popolazione esprimerle e metterle in atto. Attenendoci a questa immagine, uno sguardo alla mappa delle correnti magnetiche terrestri può farci capire perché determinate aree sembrano essere imprigionate in un perenne conflitto e perché molti cambiamenti e innovazioni avvengono in determinate aree geografiche per poi estendersi alle altre.

    Da questa osservazione, un modello salta immediatamente agli occhi. La linea di minore intensità magnetica, o ‘campo nullo’ (gauss zero magnetico), che dal canale di Suez attraversa Israele, è quella che offre le maggiori opportunità di cambiamento. A volte il cambiamento può esprimersi come una lenta transizione da un’idea a un’altra e altre volte può assumere la forma di un vero e proprio conflitto. Possiamo infatti vedere come in Medio Oriente sia in atto una lotta per preservare antiche tradizioni in un’area favorevole invece al cambiamento. Una bassa intensità del campo magnetico non significa che i cambiamenti debbano necessariamente prodursi attraverso il conflitto, ma offre semplicemente le condizioni per un nuovo modo di vedere le cose. Come sempre, sta alle popolazioni di queste aree scegliere come esprimere i cambiamenti che la bassa carica magnetica favorisce.

    Un’altra linea di contorno magnetico zero corre lungo la costa occidentale degli Stati Uniti. È in questa parte del mondo che nascono le nuove idee dell’epoca contemporanea, ma in modo nettamente diverso da quello espresso in Medio Oriente. Questa fascia di debole campo magnetico che corre dalla California meridionale allo stato di Washington è la culla delle nuove idee e delle innovazioni nei campi della scienza, della tecnologia, della musica, dell’arte e dello stile di vita.

    All’opposto dello spettro ci sono le aree a più elevata carica magnetica in cui i cambiamenti avvengono molto lentamente e spesso attraverso il conflitto. In Russia, dove i valori del campo magnetico sono massimi (oltre 150 gauss), la riorganizzazione politica seguita agli anni della guerra fredda è un magnifico esempio di come aree ad alta densità magnetica tendono a rimanere aggrappate alla tradizione, con cambiamenti lunghi e faticosi. Ma, una volta avviato in queste aree, il cambiamento ha una forza cinetica che non è possibile ignorare.

    Anche senza questi esempi, sappiamo intuitivamente che le linee magnetiche terrestri esercitano un influsso su di noi. Qualunque professionista della salute, e qualunque agente di polizia, sa che la luna piena favorisce comportamenti strani e insoliti. Un improvviso cambiamento magnetico cambia anche il nostro modo di sentire e, se non sappiamo che cosa sta accadendo, potremmo sentirci disorientati. Per chi al contrario ne è consapevole, questi momenti possono rappresentare un dono prezioso, l’opportunità di abbandonare modelli comportamentali e di pensiero che provocano dolore (compresi i conflitti familiari e le malattie fisiche) per abbracciare nuovi modelli favorevoli alla vita. Scrittori, pittori e musicisti conoscono questo fenomeno e spesso attendono la luna piena sapendo che coincide con un momento di grande creatività. Questi esempi di un collegamento tra la coscienza e il magnetismo possono farci capire in che modo un rilevante cambiamento futuro nel campo magnetico potrà influire su di noi, cambiamento che alcuni attendono per il 2012.

    RISCRIVERE IL CODICE DELLA REALTÀ

    Mutando la nostra percezione del cambiamento e dei suoi effetti sulla nostra vita possiamo trasformare realmente il nostro modo di percepire le cose, comprese le più spaventose predizioni riguardo al 2012? Stiamo facendo sempre nuove scoperte sul modo in cui la coscienza influisce direttamente sul nostro mondo e su come le nostre credenze determinano la realtà.

    Già nel 1990 un fisico inglese, Geoffrey Ingram Taylor, ideò un famoso esperimento, chiamato Double Slit, che diede inizio a una rivoluzione della visione di noi stessi nell’universo. Il fulcro dell’esperimento era che la semplice presenza della coscienza (le persone presenti all’esperimento) influisce sul comportamento delle particelle subatomiche (i ‘mattoni costitutivi’ del nostro mondo).

    Il 26 febbraio 1998, l’esperimento di Taylor venne ripetuto allo Israel’s Weizemann Institute of Science e non solo confermò che il nostro mondo risente della nostra osservazione, ma dimostrò che maggiore è l’osservazione, maggiore è l’influsso dell’osservatore su ciò che avviene.¹¹

    In altre parole, più le persone presenti erano concentrate sull’esperimento, maggiori erano gli effetti della loro concentrazione sui risultati dell’esperimento. Qui sta appunto la chiave per capire ciò che il calendario maya e la fisica quantistica ci comunicano sul nostro potere sull’universo.

    Il nostro mondo, il nostro corpo e la nostra vita sono il prodotto del ‘linguaggio quantico’ delle nostre credenze e dei nostri giudizi, delle nostre paure e dei nostri desideri. Le teorie che sostengono che la nostra realtà è influenzata dalle nostre credenze suggeriscono che, se vogliamo cambiare la realtà, dobbiamo cambiare la nostra visione di noi stessi. Nel 1957, il fisico Hugh Everett III, dell’università di Princeton, condusse queste idee un gradino più oltre, proponendo la teoria secondo la quale è il nostro modello di coscienza che crea la realtà.

    In un testo fondamentale in cui espone la sua teoria della molteplicità dei mondi, Everett parla di momenti temporali in cui è possibile ‘saltare’ da una realtà a un’altra creando un ponte quantico tra due possibilità già esistenti.¹²

    Chiamò queste finestre ‘punti di scelta’ e le descrisse come istanti temporali in cui le condizioni rendono possibile iniziare a percorrere una linea di esperienza per poi cambiare i risultati dell’esperienza cambiando il focus della coscienza, ovvero le nostre credenze.

    Da questa prospettiva, la data del 2012 come fine di un ciclo potrebbe rappresentare un importante punto di scelta cosmico, l’istante del dinamismo cosmico in cui tutti i parametri si dispongono in modo da consentire la creazione di una nuova visione di noi stessi nell’universo e quindi di un nuovo modo di essere.

    IL PUNTO DI SCELTA DEL 2012: L’UNIFICAZIONE GLOBALE

    Ora possediamo le informazioni e il linguaggio necessari per rispondere alle domande sul significato del 21 dicembre 2012. Dai Veda hindu antichi di 8.000 anni al calendario ebraico di 5.000 e alle profezie delle popolazioni asiatiche e native americane, tutte queste antiche tradizioni parlano di un evento fondamentale che accadrà nella storia dell’attuale umanità. È importante sottolineare che niente in queste antiche profezie indica con chiarezza che il mondo finirà in quella data. Ciò che invece affermano è che il mondo che conosciamo entrerà in un momento di cambiamento. Il modo in cui risponderemo al cambiamento determinerà la nostra vita e la nostra esperienza nella prossima epoca della nostra esistenza.

    Ciò che differenzia la profezia maya da quelle delle altre culture è l’indicazione di una data precisa e il fatto che si colloca nell’epoca attuale. L’ultimo ciclo dell’astratto calendario maya corrisponde a una serie di eventi tangibili, alcuni dei quali si stanno già verificando. Questo è ciò che sappiamo con certezza:

    • La fine del Grande Ciclo maya corrisponde al rarissimo allineamento del nostro sistema solare con il centro della galassia, fenomeno che si verificherà di nuovo solo tra 26.000 anni.

    • Il 10 marzo 2006 è terminato un ciclo di tempeste solari ed è iniziato il ciclo successivo. Il suo culmine è previsto per il 2012, con un’intensità maggiore del 30-50 per cento rispetto ai cicli precedenti.

    • La scienza concorda nel ritenere che il campo magnetico terrestre si sta indebolendo rapidamente e secondo alcuni siamo già entrati nelle prime fasi del fenomeno di inversione dei poli magnetici.

    • Le relazioni tra il campo magnetico terrestre e la percezione umana suggeriscono che una condizione di magnetismo indebolito è la più adatta ad accettare il cambiamento e ad accogliere nuove idee.

    • La fisica quantistica dimostra sempre meglio che il nostro modo di percepire il mondo (le nostre credenze e la nostra valutazione delle esperienze) influenza fortemente la nostra realtà fisica.

    Se teniamo a mente questi fatti, il solstizio del 21 dicembre 2012 si rivela una grande finestra cosmica di opportunità. Tale opportunità potrebbe consistere nel fare tesoro delle nostre esperienze individuali e collettive degli ultimi 5.000 anni, abbandonando le credenze distruttive che hanno prodotto le malattie fisiche, hanno ridotto la durata della vita e generato le differenze che ci hanno separato, giustificando le grandi guerre della storia e la distruzione di parti del nostro mondo. Questa possibilità si manifesta solo quando i parametri necessari per un cambiamento di questa portata convergono in un’unica finestra temporale, che potrebbe appunto aprirsi nel 2012.

    Se (1) l’indebolimento del campo magnetico ci consentirà di accogliere il cambiamento e nuove esperienze, se (2) l’indebolimento dello scudo magnetico terrestre consentirà alle energie cosmiche, solitamente deviate da questo scudo, di favorire il cambiamento, e se (3) entrambe le cose avverranno durante il prossimo allineamento galattico, che si produce una volta ogni 26.000 anni, è come se il cosmo collaborasse nella sua totalità per inviarci l’energia di quello che José Argüelles chiama ‘raggio sincronizzante’ cosmico. Che rara e magnifica opportunità! Ma come risponderemo a questa opportunità sta a noi deciderlo.

    Nel 2005, la rivista Scientific American ha pubblicato un numero speciale intitolato Crossroads for Planet Earth esaminando vari scenari che, se non corriamo ai ripari, rischiano di mettere fine alla vita sulla terra come noi la conosciamo. La notizia drammatica è che tutti questi scenari catastrofici stanno già accadendo. È evidente che le guerre, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse, il genocidio, il cattivo uso delle tecnologie e il ricorso a carburanti fossili non sono più sostenibili per un altro millennio. Per cambiare il nostro modo di vivere dobbiamo cambiare il modo di pensare e questo cambiamento può venire solo da una nuova e forte visione olistica della nostra partecipazione all’universo. Tra le altre cose, la finestra offerta dal 2012 potrebbe rappresentare esattamente questa occasione.

    Ci stiamo avviando verso una catastrofe, verso un nuovo millennio di pace o verso entrambe le cose? Nessuno lo sa. Benché intense tempeste solari e inversioni dei poli magnetici si siano già verificate molte volte nella storia del nostro pianeta, non sono mai avvenute in concomitanza con una popolazione di 6.5 miliardi di persone e soprattutto in una situazione in cui la maggior parte degli abitanti del pianeta dipende dall’attuale sviluppo tecnologico: reti di linee elettriche e di altre fonti energetiche, reti di comunicazione e informatiche, e reti satellitari. Così come l’incertezza accompagna qualunque nascita, non sappiamo che cosa la nascita a un’esperienza tanto diversa potrà significare per la nostra vita, per la nostra tecnologia, per le nostre emozioni e per i nostri corpi.

    Sappiamo però che antiche civiltà hanno attraversato situazioni simili, anche se probabilmente meno intense, alcune delle quali risalgono agli ultimi 10.000 anni. La Bibbia e molte tradizioni orali ci hanno tramandato momenti che non erano certo di ‘ordinaria amministrazione’, ma il fatto che siano documentati ci dice anche che l’umanità è sopravvissuta.¹³

    Le recenti scoperte sulla ‘fisica delle credenze’ rivelano che la nostra percezione dell’esperienza influisce direttamente sulla nostra esperienza. Riguardo alla data del 2012 questo fatto suggerisce che, se ci focalizziamo solo sugli aspetti negativi di cui abbiamo paura, perderemo la visione positiva capace di impedire il prodursi di questi eventi negativi.

    Se oggi chiedete ai discendenti degli antichi Maya che cos’è accaduto ai loro antenati, vi diranno che un giorno quei conoscitori del tempo abbandonarono semplicemente i loro templi, le loro piramidi e i loro osservatori e se ne andarono nella foresta, ‘svanendo’ e ritornando al luogo

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