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Corso Sebastopoli 2.
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E-book277 pagine1 ora

Corso Sebastopoli 2.

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Info su questo ebook

In corso Sebastopoli 2 avevo solo una stanza, non era la mia casa, ma tanto non ne avevo mai avuta una prima di allora, non fu un problema. Ho sempre avuto un tetto sopra la testa, questo sì, ma non ho mai sentito un posto come casa. Mai. In corso Sebastopoli 2 ho sperimentato la solitudine fisica: quella intellettuale ed emotiva mi apparteneva da sempre, ma quella fisica no, da quella ero sempre fuggito per non ritrovarmi faccia a faccia con la depressione che mi camminava di fianco da una vita. In corso Sebastopoli 2 entrai a ventisette anni: tra le mani uno scatolone che conteneva comodamente i miei pochi averi, nell’anima il prepotente bisogno di scrivere. Ne sono uscito circa quattro anni dopo con tutte le poesie che ci sono dentro questo libro: perlopiù amore per le donne, convivenza con la solitudine, elogio della malinconia, ricerca della verità, passione per i piaceri viscerali dell’esistenza umana.
LinguaItaliano
Data di uscita23 lug 2020
ISBN9788831686952
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    Anteprima del libro

    Corso Sebastopoli 2. - Emanuele Piccinino

    info@youcanprint.it

    Tante intorno a lei

    o almeno le sembrava così

    cercavano l’uomo forte

    quello sicuro di sé

    quello in grado di proteggerle

    che recitasse quello stupido ruolo da maschio

    ma lei era diversa

    lei era attratta dai leoni feriti

    lei voleva maestosità e tenerezza

    lei lo desiderava timido

    schivo e introverso

    occhi spenti

    poche parole

    gli occhi lucidi

    a disagio

    continuamente a disagio

    debole e fragile

    profondamente fragile

    teneramente fragile

    bisognoso di lei

    profondamente bisognoso di lei

    teneramente bisognoso di lei.

    A lei

    darei un bacio sulla mano

    come a dirle sei un incanto

    e sulla guancia

    come a dirle ti voglio bene

    appoggiato alla fronte

    come a dirle ce la farai

    e sulla bocca

    per dirle parlami ancora

    poi sul collo

    come a dirle lasciati andare

    e sulla schiena, tra le spalle

    per dirle ti proteggo io

    e tra i seni

    come a dirle ti voglio

    poi sul ventre

    come a dirle resta a dormire

    e tra le cosce

    come a dirle sono tuo

    a lei darei un bacio

    per ogni cosa che non so dirle

    ma che vorrei sapesse.

    Ai baci più belli

    basta sfiorare la bocca

    per farti godere.

    Stasera

    solo rossi

    ogni semaforo

    tutti

    come quando ci amavamo ancora

    ma con te mi piaceva

    ti portavo a casa

    e facevo sempre la strada peggiore

    quel corso pieno di semafori

    che non hai mai capito il perché

    e mai ebbi coraggio di dirtelo

    che scattava poi il verde

    ma noi ancora ci baciavamo

    sotto mitragliate di clacson

    o cercavo carezze sul viso

    con la testa sulle tue gambe

    e ancora tempesta di clacson

    che mettevo la prima con la sinistra

    per poter lasciare l’altra sulla tua coscia

    o quanto d’estate ti chiedevo di togliere le mutande

    e ai semafori rossi ti toccavo bagnata

    se venissi ancora oggi con me

    a fare un giro in macchina

    per strade piene di semafori

    capiresti che per me nulla è cambiato

    sfiorerei ancora il freno

    cercando un rosso

    dove amarti ancora.

    Alle due di notte

    di un lunedì sul martedì

    riesco a prendere tre birre

    e berle alla goccia

    leggere Bukowski

    tra sguardi straniti

    e rendermi conto

    che poi alla fine

    non ho letto davvero

    che sono stato a fissare ogni culo

    qualsiasi bocca parlante

    purché di donna

    e i capelli che si toccavano

    e ho scritto nel mentre

    cose che i miei colleghi non pubblicherebbero mai

    porcate e volgarità

    che io invece pubblico

    tanto posso usare la solita scusa

    ero ubriaco

    e scusatemi tutti

    se ogni tanto anche io

    sono felice.

    Amarsi

    forse è solo riconoscersi

    e quello dell’amare

    non è un bisogno da urlare

    che tanto

    l’unico modo per sentire un’anima

    credo sia

    poggiare gli occhi

    sugli occhi.

    Hai sempre amato

    chi non sapeva amarti

    o peggio

    non voleva impararlo

    e poi

    hai sempre creduto

    di non essere abbastanza

    come se fosse tua la colpa

    come se

    fossi tu il problema

    e allora sei cambiata

    fino a non amarti più

    neanche tu.

    Alcuni amori

    non possono essere vissuti

    le distanze

    divergenti progetti

    come anime che

    ballano troppo bene insieme

    ma fanculo

    è il momento sbagliato

    suona l’anticendio

    bisogna abbandonare la sala

    e poi

    chi cazzo si rivede più

    la festa è svanita

    gli amori non vissuti

    sono strabordanti di

    se avessimo

    se fossimo

    se solo potessimo

    e altre puttanate del genere

    se lei non stesse già con lui

    se io non fossi uscito ora da una storia

    come se viversi non fosse viscerale

    come se avesse bisogno dei suoi tempi

    tipo dopo una sborrata

    che aspetti che ti torni duro ancora

    gli amori non vissuti

    ti tormentano

    nelle canzoni malinconiche

    dentro gli auricolari

    alle fermate dei pullman

    dove perdi lo sguardo nel vuoto

    che poi vuoto

    parliamone

    vuoto un cazzo

    è pieno di rimpianti

    gli amori non vissuti

    portano il freddo

    ovunque

    anche sotto le coperte

    gli amori non vissuti

    sono tatuaggi

    non vanno più via

    tatuano l’anima

    nessuno li vede

    ma ne sei sporco dentro

    gli amori non vissuti

    forse sono vissuti.

    Anche io

    che della mia solitudine

    ne ho fatta una forza

    che ho sempre lottato

    per l’esistenza dell’essere oltre la coppia

    poi nel buio mi maledico

    chiudo gli occhi

    cerco pace nel sonno

    ma non riesco a dormire

    e passano anche molte ore

    mentre rimango solo con me

    e sento un vuoto

    o meglio, un posto libero

    per un’anima che non sia la mia

    alla quale abbandonarmi

    mi sembra quasi di sentirne la voce dolce

    dice di raggiungerla a letto

    e nella sua voce

    tremano le mie stesse paure

    mi maledico

    mentre scrivo queste cose

    e mi chiedo perché

    riempio le mie giornate

    di cruda bellezza

    ma mi privo

    dell’intima complicità

    che poi non è altro che l'amarsi

    ma non illudetevi però

    non è quella roba che credete di saper fare

    non è quella cosa

    che vedete intorno a voi.

    Apparentemente

    siamo corpi vivi

    tra corpi vivi

    profondamente

    cuori sconfitti

    stupidi sognatori

    solitari appassionati

    apparentemente

    sereni

    profondamente

    dispersi.

    Era stupendo

    quel fingere di non voler essere disturbata

    quando appena sveglio

    volevo fare l'amore con te

    e mi lasciavi fare

    mi subivi

    con l’atteggiamento di chi

    ancora dormiva

    e io

    perso nell'eccitazione

    non attendevo altro che sentirti arrivare

    quel leggero ansimare

    quel filo di voce di piacere

    che ci catapultava prepotentemente

    uno dentro l'altra

    ma anche con la mente.

    Arrivi al punto

    nel quale ti sembra davvero

    di non sentire più niente

    e succede quando senti tutto

    percepisci questa vita di merda

    questo schifo di gente

    senti tutto

    sguardi

    silenzi

    giudizi svelti

    superficialità

    senti tutto

    tipo un urlo in faccia

    mentre te ne stai rannicchiato

    nell’angolo più buio di te

    senti tutto

    e non senti più niente.

    Aspetterò che piova

    e che il cielo

    ci bagni le bocche

    che gli altri

    scappino dentro i negozi

    che

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