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Gocce d’amore
Gocce d’amore
Gocce d’amore
E-book42 pagine28 minuti

Gocce d’amore

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Info su questo ebook

Questo libro è per tutti gli assetati d'amore, che sapranno gustarne appieno anche solo le..... "Gocce" perchè sapranno gustarne appieno anche solo le…Gocce…
LinguaItaliano
Data di uscita5 feb 2015
ISBN9788891174741
Gocce d’amore

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    Anteprima del libro

    Gocce d’amore - Mandorlina

    633/1941.

    I TUOI OCCHI

    I tuoi occhi, li ricordo ancora, li ricordo del colore dell'oro, come due stelle troppo lucenti, abbaglianti ed io sopra di te, accarezzavo piano piano le tue palpebre per costringerti a chiuderli, per non vedere più tutta quella brillantezza, quella luce che avrei voluto solo per me e che non mi apparteneva.

    RICORDI.....DENSI

    E’ un anno, sì oggi è un anno esatto che ti ho lasciato alla stazione, che ho accarezzato per l’ultima volta il tuo sguardo mentre il treno si allontanava e tu mi facevi un cenno distratto con la mano. Era un addio e io non lo sapevo ancora. Ora darei la vita per vedere come sei, solo per un istante, non ti chiederei niente, non piangerei e non ti implorerei. Mi basterebbe averti vicino per guardarti negli occhi e farmi tenere le mani strette fra le tue. Non ti toccherei, non mi farei toccare, non ti bacerei, non mi farei baciare, avrei bisogno solo di un attimo ancora della tua presenza, della tua vita….

    E invece…. sto dimenticando il tuo volto, il tuo sorriso, la tua voce…

    Resta solo una fragile sequenza di bagliori di intimità a cui mi aggrappo, a volte terrorizzata al pensiero che possano svanire. Ricordo che quando mi lasciavi, ti desideravo così tanto fino a provarne quasi dolore. Il mio era il male della mancanza, della paura, dell’insicurezza. Ma tu eri un uomo capace di darti, hai dato e hai preso tutto di me, senza togliermi nulla, senza chiedere nulla. Ed era la prima volta che mi succedeva qualcosa del genere. Diventare un oggetto, anche di poco valore, fra le tue mani, mi faceva ritrovare il senso della mia femminilità più negata e primordiale. Ti amavo così tanto da sentirmi appagata anche nell’essere solo un corpo che tu stavi usando e trovavo proprio in quel discendere agli Inferi la vetta del mio essere.

    Più tu mi frugavi, a volte anche con violenza, e più io, con il cuore in gola, sentivo qualcosa dentro che finalmente poteva liberarsi con te, era l’estasi di stare fra le tue mani, di essere tua e di non dovere, di non potere far più nulla per salvarmi. Servirti ed ubbidirti mi faceva respirare, ne ero inebriata. E in

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