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Appunti di Mare e di Cucina
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E-book140 pagine2 ore

Appunti di Mare e di Cucina

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Info su questo ebook

Le pagine di questo diario, dal ritmo narrativo sincopato, scarno, tagliente e vibrante, richiamano inevitabilmente le storie di mare di Hemingway e di Melville e, pur non essendoci nessuna balena da inseguire, sono pervase dall'intensità della forza della natura e dei suoi elementi. Sulle motivazioni fondanti del libro ci pare adeguato quanto scrive l'Autore in una sorta di epigrafe esistenziale: "Non so se qualcuno potrà capire il messaggio che cerco di trasmettere, ma solo chi ama ed ha vissuto il mare come noi potrà comprendere" ...
LinguaItaliano
Data di uscita17 ago 2020
ISBN9788831689564
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    Anteprima del libro

    Appunti di Mare e di Cucina - Umberto Gatti

    Vagnucci

    I

    lunedì 12 agosto A.D. 1996 SAIS

    Tutto è iniziato il 28 luglio; qualcuno di noi ricevette più di una telefonata e il bollettino non era tra i migliori: il Sais (la nostra barca) era in panne: ci troviamo al Circeo ... il motore si è rotto ... e siamo senza luce.

    Non ci allarmammo più di tanto, il Sais è una barca a vela: tirate su le vele e cercate di avvicinarvi il più possibile a Nettuno, da qui ci pensiamo noi; forza ragazzi!. Il fatto era un altro: c'era bonaccia, ma così bonaccia che il vento non riusciva a far muovere un capello di Alessandro, compagno di avventura dalla folta e riccia criniera. Il resto è storia risaputa. Il buon Peppe chiama uno dei più forti meccanici della zona, il Sig. Branetti, detto Hannibal the Cannibal. Un uomo piccolino, dalla faccia simpatica, che la sa lunga. Infatti capisce subito non il guasto, ma il fatto che da questa barca solo lui poteva trarre un certo guadagno. Oltretutto di questo piccolo uomo dalla testa volutamente calva si viene a sapere che aveva rilevato dall'indimenticabile Miro — noto personaggio nettunese — il testimone di Bacco. Tutti, preoccupati, decidono di stargli un po' dietro, effettuando dei turni di guardia dalla mattina alle otto fino a mezzanotte, affinché il nostro meccanico a fine giornata riesca a bere soltanto un litro e mezzo di vino e portare a termine il lavoro. Il brutto è che più di qualche volta i nostri guardiani tornano a casa a notte inoltrata e carponi. Erano stati corrotti ed avevano ceduto, forse per stanchezza, alle voglie del meccanico. Per farlo stare buono gli regaliamo una bottiglia di ratafia: perdiamo due giorni.

    Il 12 agosto il motore rientra nella sua sede: inizia, quindi, la corsa alla cambusa. In teoria dobbiamo rimanere in barca circa dodici giorni e siamo in dodici, ma se qualcuno volesse farci compagnia non ci sono problemi. O la linea di galleggiamento quest'anno è stata dipinta 20-30 centimetri più in basso del solito, o questa volta si è veramente esagerato. Portando tutta la roba da mangiare a bordo, sembrava quasi godessimo a vedere sulla banchina la faccia stupita prima di quei signori francesi, poi di quelli tedeschi.

    Il vento ha girato a levante: non promette nulla di buono, ci si mette tutto contro. Aspettiamo. Si impreca, in silenzio ma si impreca. Intanto continuiamo a caricare la barca. Verso le 17 si presenta Viviana per le pulizie e disinfestazioni finali, è con una ragazza bionda: Renata. La ragazza sorride ma ancora per poco, lei non sa perché ma noi sì. Escono dalla barca alle 21:30, salutiamo tutti, ma Renata non risponde; chissà perché.

    Proviamo a risalire in barca, visto che per tutto il pomeriggio non ci era stato permesso; dalle credenze escono fiorellini, i cuscini sono tutti cotonati, sembra di stare in una di quelle pubblicità dove tutto profuma e risplende. Gran bel lavoro!

    Non sappiamo ancora quando partiamo ma siamo comunque tutti contenti, la mente è già nelle calette sarde, si tracciano rotte, si scherza: lo spirito c'è. Dopo anni di settimane bianche, siamo tutti molto affiatati, se questa è la prima vera crociera che facciamo insieme. Scende la notte, aspettiamo domani. Qualcuno prova a dormire in barca, qualcun altro deve ancora fare gli ultimi ritocchi.

    martedì 13 agosto 1996 SAIS

    Nessuno di noi è superstizioso, o non lo fa vedere.

    Tutto pronto. Il bollettino: Mare mosso, vento moderato. Che facciamo? Si parte! E perché? Perché ci avete rotto tutti le palle, so che ci rimarrete male ma non fa niente, spostatevi ad un'altra banchina e fateci una cortesia: evitate di pensarci! Vaffanculo! In fondo non vi abbiamo fatto nulla di male.

    Il pieno per favore. Si parte, CIAO!

    Belle onde, sarebbe fantastico cavalcarle con il mio catamarano, ma questo è il Sais, impetuoso le spacca senza paura. Paura ne abbiamo un po' noi, che forse vorremmo tornare indietro... non se ne parla nemmeno, dentro quel porto non ci rientro.

    Travelgum? Xamamina? Me ne dai una? Non ci pensare, mettiti sdraiato, alza le gambe, abbassa le gambe, pancia in sotto, mangia un po', senti un po', guarda un po’…

    CLASSIFICA:

    1° PAOLO Medaglia d'ORO

    2° STEFANIA Medaglia d'ARGENTO

    3° FLAVIA Medaglia di BRONZO

    Ottima rimonta di Peppe che spende le ultime energie in un rush finale, esibendosi in una collassata spettacolo. Sembra di vedere una vignetta di Davide Besana, che ha proprio ragione, dalla fase uno alla fase sei è un attimo; ragazzi, però andiamoci piano con quelle buste, servono anche per l'immondizia!!!

    Paolo si è risvegliato; ma cosa fai? Ancora? Ma ti è rimasta solo l'anima.... NOOOO! Andata. Comunque stasera non mangio carne; mitico Raz DeGan.

    La scia e l'orizzonte sono tutt'uno; sembrerebbe quasi che ci siamo abituati a questo beccheggio; qualcuno riprende le sembianze da essere umano che aveva lasciato in banchina. Si passeggia, si parla, si scambiano battute: il gruppo e la barca iniziano ad andare d'accordo, meglio così.

    Secondo i calcoli ci aspettano ancora ventotto-trenta ore di navigazione, la velocità di crociera è di tre-quattro nodi, onda formata di prua, ma non ci preoccupa più di tanto. Siamo tutti più tranquilli. Viviana a prua prende una secchiata d'acqua e finalmente scende dal Tagadà.

    In una breve pausa si è mangiato, si è riposato e qualcuno è riuscito pure a fare pipì.

    Paolo rimane sdraiato sul lato di dritta, anche se il sole adesso non abbronza più. Tutti abbiamo un debole per qualcosa: chi per la Nutella, chi per la pizza. Paolo per il lato di dritta.

    Il sole sta calando, tra un po' si immergerà nel mare per riemergere domani a levante; la giornata sta finendo. Indubbiamente oggi non abbiamo fatto molto, ma come primo giorno di vacanza non si poteva fare di più. Sotto di noi ci sono tremila, forse quattromila, metri di mare!).

    Sarebbe il caso di movimentare un po' la situazione, con un gioco a squadre: Mattozzi contro Gatti. Ad esempio, il gioco consiste in questo: il primo che vede un campanile venti punti, chi vede una mucca bianca e nera quindici, chi vede un contadino solo dieci, OK? Bocciato: a volte uno fa tanto e certe proposte non vengono prese nemmeno in considerazione: è proprio vero che non c'è più riconoscenza (e neppure le mezze stagioni).

    Si ferma il motore... niente di preoccupante, si fanno alcuni controlli. Siamo pressappoco al centro del Tirreno(!). Viviana intona delle note simpatiche: Ti voglio cullare, cullare..., c'è chi la segue, chi prende lo spunto per riprendere il pisolino. Ciò che invece fino ad adesso non si è mai fermato sono le pale di questo aeroplanino, non hanno mai smesso di girare: è ormai la nostra simpatica mascotte, qualcosa che ci distingue dagli altri, dalla massa.

    Siamo sommersi dalle stelle, sto scrivendo sdraiato nello specchio di poppa, sotto una luce fioca non riesco a vedere quasi nulla. Vorrei che questa sera non cadesse nemmeno una stella: è tutto così bello lassù. Si vede la Via Lattea, il Piccolo Carro ed il Grande Carro; peccato non sappia nulla di costellazioni.

    Iniziano i turni di guardia: io vado a dormire, mi sveglieranno tra un po'.

    mercoledì 14 agosto 1996 SAIS

    Sta albeggiando, le stelle una ad una sono andate via. La notte è stata abbastanza tranquilla; abbiamo incrociato un po' di barche; una volta Claudio e Andrea hanno dovuto disinserire il pilota automatico perché si rischiava la collisione con una barca ferma che mostrava mure a sinistra. Sono le sette. Ci siamo ancora tutti, per fortuna. Si vede la Sardegna: la sensazione è la stessa che si prova quando a Natale si scartano i regali. Forse è il viaggio, forse è l'iperattività causata dall'avvistamento, forse è l'euforia, fatto sta che ora tutti hanno fame. Si fa una colazione decisamente imbarazzante. Si accende la radio, il dito sintonizza una stazione che fa rivivere i momenti più belli della giovinezza dei nostri genitori: è Radio Arzaghena(!), la radio dei successi indimenticabili. Ale non vuole salire più in coperta: lui, superstite la settimana scorsa di uno dei più acidi after-hours progressivi non tollera tali suoni e, inorridito, scappa.

    Di fronte a Porto Rotondo ci fermiamo in una caletta presso l'isola di Mortorio; l'acqua è bellissima, praticamente come quella di Torre Astura il sabato perché 1a domenica diventa torbida. Si gonfia il materassino dei Power Rangers (finalmente!): Billy, Kimberly, Jason sono con noi.

    Claudio ha pescato un po' di ricci, circa 5 kg e li sta mangiando come un ladro, solo, sul tender facendo finta di niente, sicuro di non dare nell'occhio. Rischia un selvaggio cazziatone. Si è ormai fatta ora di pranzare, ragion per cui si sguainano delle potenti melanzane alla parmigiana e del vino Cacchione: buon appetito. Il pomeriggio scorre mentre noi, presso Mortorio, godiamo mollemente dei piaceri del mare.

    Inizia ad essere un po' tardi, è giunta l'ora di cercare un attracco sicuro per la nottata. Canale 9: Sais a Marina di Porto Rotondo, Sais a Marina di Porto Rotondo, vorremmo attraccare nel vostro porto, è disponibile un posto per una barca a vela di sedici metri, passo?. Sais? La conosciamo, non ci interessa, chiudo. Forse sanno che stasera non avremmo consumato nulla presso i loro ristoranti.

    Fallito il primo tentativo ci spostiamo verso Portisco, una marina molto carina di fronte a Porto Rotondo, canale VHF abbastanza semplice da ricordare: 69. Tranquillo, buon fondale, meno esoso del cugino, lontano dalla confusione, pochi vip, anzi nessuno. I servizi però sono di distanza a sei chilometri, che se appena appena hai lo stimolo anche se inizi a correre hai buone possibilità di non farcela.

    Cena a lume di candela, a tavola diamo il meglio di noi stessi. Si conclude con bottiglia di rattafia, bevanda liquorosa a base di visciole, vino locale e zucchero lasciata macerare almeno 4 giorni e ciambelline al forno della mamma di Stefy; voto da uno a dieci: 23!

    Notte tranquilla, a parte un tentativo di scuffia di Alessandro sull'amaca.

    giovedì 15 agosto 1996 SAIS

    Buon Ferragosto!

    Di prima mattina ci scambiamo gli auguri e decidiamo di esibirci in una colazione da Hotel Villa Eden. Non credo sia stato saggio lasciare a Nettuno una cassetta di latte, visto che ne consumiamo circa cinque litri al giorno. Claudio, reduce da una notte insonne, causa un feroce dubbio che lo attanagliava, prende il coraggio a due mani e intraprende una conversazione con il signore della barca accanto: costui è nientemeno che il signor Massimo Silvestri, un ragazzotto che quaranta anni fa, e dico poco, bazzicava la spiaggia di Nettuno presso lo stabilimento balneare da Giovannino, e di tanto in tanto sconfinava fino a le Sirene. Il resto fatevelo narrare dai nostri avi.

    Chiama Capitan Cibati (buon pesce, tanto gusto, niente spine), che ci comunica che a Nettuno è molto nuvoloso; Anche qui non è da meno, è brutto tempo e oltretutto fa pure abbastanza freddo, anzi domani nevica.... Decidiamo che la giornata sarà dedicata interamente alla vela, il vento rinforza e non sappiamo se terzarolare o meno. Ci prepariamo a terzarolare la randa e ad issare la trinchetta.

    Tuttavia non prevale il buonsenso e

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