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Il mare è una sirena
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E-book92 pagine1 ora

Il mare è una sirena

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Info su questo ebook

Con il volume di racconti Il mare è una sirena, in cui la rievocazione di luoghi e avvenimenti, della massima parte degli anni del secolo scorso, riporta in primo piano una serie di figure mitiche, fondamentalmente legate al côté marino di Calasetta, Bruno Rombi fa rivivere un mondo che il tempo, inesorabilmente, ha tentato di cancellare.
Riemergono dall’ombra e ritornano a vivere su una pagina bianca, che acquista un senso, profili semplici e leggendari di personaggi noti alla cronaca, come Masino Manunza, o del tutto inediti, come il mitico simbolico Francesco: tutti personaggi che trasmettono qualche brivido di nostalgia e più di un rimpianto.
LinguaItaliano
EditoreCondaghes
Data di uscita9 giu 2017
ISBN9788873569206
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    Il mare è una sirena - Bruno Rombi

    Bruno Rombi

    Il mare è una sirena

    Racconti

    ISBN 978-88-7356-920-6

    Condaghes

    Indice

    Preambolo

    Nell'isola, un tempo...

    Il mare è una sirena

    Francesco

    Ricchettu

    Il colore dei pesci

    A sciabega

    A sabetta

    Una corrida sul mare

    Agostino, detto Balau

    Da Calasetta ai mari tropicali

    La coda del diavolo

    Le gnacchere e il cannone

    Da Calasetta, un inverno

    Una sirena per Francesco

    Immaginate un luogo mitico...

    L'Autore

    La collana Narrativa tascabile

    Colophon

    la pagina bianca...

    Immaginate un luogo mitico dove tutto ha

    una sola dimensione tutta bianca,

    una dimensione di pagina intonsa

    su cui si può scrivere una storia,

    o tante storie.

    la pagina, intensamente bianca...

    Nell’isola, un tempo...

    Tutte le storie hanno un senso, così come tutte le vite. Sia che si svolgano al ritmo di una musica lenta e sincopata, sia che procedano su un’andatura più vivace.

    Ora che Maurizio è anziano e vive in una città che non vuole nominare, perché non perda mai quel sapore di continua meraviglia dell’esistenza, sulla quale aveva puntato allontanandosi dal suo paese, per seguire la sua vocazione a conoscere il mondo, rievoca con un po’ di nostalgia i giorni di un tempo lontano (una cinquantina d’anni fa): il tempo dei sogni di un’avventura.

    Così su uno schermo gigante, dalle luci opalescenti, si stagliano personaggi diversi che richiamano, col paesaggio onirico in cui si muovono, il mondo delle idee che hanno avuto un loro corso, e di quelle che si sono arenate negli scogli di un mare esistenziale tempestoso.

    Atti compiuti e dimenticati, ricordi che credeva finiti nelle nebbie del tempo che muore, ritornano in primo piano e, per una sorta di magia, rivivono.

    A tratti sono schegge di paesaggio: uno scoglio nell’acqua, o un vaso di fiori a un davanzale: semplici cose che si legano, per uno strano gioco simbolico, a un volto o a una voce.

    Si manifestano così i profili delle persone che credevamo dimenticate e che invece riemergono da un rigurgito d’onda. Schiere di bambini appartenenti all’infanzia perduta, giovani compagni insieme ai quali si è vissuto il tirocinio esistenziale, uomini visti un tempo al lavoro tra i filari di un vigneto, o sulle barche da pesca oggi non più esistenti. E allora terra e mare riacquistano la valenza perduta insieme a una patina di malinconia che li rianima.

    In effetti è solo una schiera di fantasmi che resistono all’usura del tempo perché, ogni tanto, si riaccende una scintilla che li illumina momentaneamente. Poi sono riavvolti dalla nube del passato che tutto leviga e rende più opaco.

    Ora sono terreni attraversati da filari di vigna, oppure barche dondolanti in quel lontano piccolo e vecchio porticciolo dalle sponde cariche d’alga, ammucchiata sulla riva da sbuffi di maestrale, o di tramontana.

    Ed è così che il paesaggio, cancellato dalla realtà quotidiana di anni lunghissimi, si rianima nella memoria, e la carica di dolcezza, che si avverte per le cose che non hanno più cittadinanza, si riaccende con forza.

    La nostalgia nasce da questi confronti: tra ciò che è ancora e ciò che si è perduto. Anche perché molto spesso crediamo che ciò che si è perduto fosse più bello di ciò che abbiamo salvato nella pratica, o nella memoria.

    Se poi il paese ove siamo nati si estende su un’isola, la terra e il mare si contendono la nostra scelta interiore, e l’atto del ricordare comporta in qualche modo anche delle rinunce: volgere lo sguardo alla campagna, ai vigneti, ai campi seminati, agli alberi e ai fiori, oppure a ciò che viene dal mare, perché all’abisso azzurro appartiene?

    Per Maurizio, nato su quell’isola non più oasi, il primo atto cosciente fu quello di scindere la metà d’anima contadina da quell’altra identica parte che sentiva tutta intrisa nel sale, e pertanto, anziché assumere, ogni volta, quell’atteggiamento strabico che consente di distinguere le due facce del tuo paese e guardarle, una per volta, senza sovrapporle, per evitare la peggiore forma di nostalgia, ha scelto di riportare alla memoria la vita marinara d’un tempo, trascurando ciò che appartiene all’ambiente campestre.

    Per poter fare ciò si è proposto una rievocazione tutta attinente al volto fluido di quel mondo che gli ruotava intorno negli anni della sua infanzia e della sua giovinezza.

    E il mare di Calasetta, così diverso e così vario, gli offre occasioni molteplici per rivivere un’epoca ormai finita sotto le macerie di un sempre più caotico mutamento della realtà in generale e, in particolare, di quella del paese natio.

    Sicché Maurizio rievoca tempi lontani, o lontanissimi, con parsimonia, avendo posto una sorta di filtro sensoriale tra le diverse categorie della memoria, al fine di non affastellarle e confonderle.

    Forse è proprio per quella sua scelta d’allora che oggi emergono in primo piano, squarciando una strana nuvola, le pagine della vita marinara di Calasetta e, con i volti dei molti personaggi che tale esistenza hanno vissuto, quel mondo si rianima, come in una favola.

    Il MARE è una sirena

    Francesco

    In primo piano emerge il profilo di Francesco, attratto dal mare sin da bambino, già prima di diventare marinaio. Tutti ne parlano, ancora oggi, come di un personaggio che ha vissuto la sua esistenza per una unica passione: la distesa marina con la quale, sin dalla nascita, aveva avuto una strana confidenza. Di quella sua passione se ne fa anche oggi un bel dire, essendo stata, la sua, una figura alquanto leggendaria, non riuscendo gli altri a definire, con certezza, ciò che sia stato, del suo vivere, realtà, e ciò che poi è diventato mito.

    Forse l’alone di mistero, che ancora oggi lo avvolge, nasce dalle oscure comuni origini liguri di tutti i membri della sua famiglia, o dalle antiche tradizioni paesane lentamente in estinzione? I suoi antenati venivano dalla Liguria o dai mari dell’Africa appartenuti un tempo alla nobile famiglia genovese dei Lomellini?

    Ora il gioco della fantasia diventa frenetico e, sullo schermo della memoria, si proiettano le giornate di un’infanzia che aveva il sapore di una favola e il coraggioso senso dell’avventura esistenziale.

    Ciò che risulta assodato per tutti è il fatto che Francesco è stato un uomo, o meglio un personaggio, nato per vivere come un essere marino.

    La sua esistenza, infatti, è sempre stata un tuffo nell’inconscio, un cadere in una pozza chiusa dalla quale cercar di

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