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Una noce in un sacco: Il prete che ha fatto la differenza
Una noce in un sacco: Il prete che ha fatto la differenza
Una noce in un sacco: Il prete che ha fatto la differenza
E-book423 pagine5 ore

Una noce in un sacco: Il prete che ha fatto la differenza

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Info su questo ebook

Il protagonista è Giuliano Costalunga, il prete gay apparso più volte in

TV (I fatti vostri, Dritto e rovescio, Live-Non è la D'Urso e altro). È

la sua biografia, dalla nascita alla presa di coscienza del suo

orientamento sessuale, alla scelta di diventare prete, fino al suo

matrimonio gay canario, pur restando prete.

Qui sta la differenza con gli altri sacerdoti!

Quindi, lo scandalo e gli eventi riportati dalla stampa e dalla

Radio/TV.

I suoi scontri col potere costituito della Chiesa di Roma, il rifiuto di

dare le dimissioni, le lotte feroci (alcune ancora in essere) contro la

Chiesa di Roma, o meglio contro il male che imperversa in questa

Chiesa, la scomunica e la sospirata incardinazione nella Chiesa Vetero

Cattolica, dove è ancora prete.

Quanto scritto è scaturito dal racconto di Giuliano, un racconto

emozionante che ha messo a nudo i suoi sentimenti più nascosti, le sue

intimità più segrete, una storia che merita di essere conosciuta perché

il suo contenuto possa essere motivo di riflessione e di ispirazione per

chi dovesse trovarsi nelle sue condizioni.

Questo libro riporta il pensiero di Giuliano, come un messaggio aperto

all'Amore, indirizzato a tutti gli esseri viventi.
LinguaItaliano
Data di uscita15 feb 2021
ISBN9791220316361
Una noce in un sacco: Il prete che ha fatto la differenza

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    Anteprima del libro

    Una noce in un sacco - Stefano Dottori

    info@youcanprint.it

    1 FASI PRELIMINARI ALLA LETTURA DEL LIBRO

    1.1 FRASI E PENSIERI CHE PIACCIONO A GIULIANO

    FAI LA DIFFERENZA!

    storia di un prete gay sposato

    SE IL MONDO PUÒ CAMBIARE UNA PERSONA,

    PERCHÉ MAI UNA PERSONA

    NON PUÒ CAMBIARE IL MONDO?

    Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo

    (Mahatma Gandhi)

    "Le grandi menti hanno sempre incontrato

    violenta opposizione dalle menti mediocri"

    (Albert Einstein)

    Da un sms di Claudio Gaiga,

    giovane della parrocchia di Selva di Progno (Verona):

    Aprire la strada, tracciare un nuovo percorso, segnare un nuovo sentiero è difficoltoso, per alcuni pericoloso e per altri folle.

    Però, una volta raggiunta la cima, tutti capiranno che era possibile raggiungere la stessa cima con lo stesso spirito, con lo stesso scopo, solo percorrendo un sentiero diverso. Ma, in fondo, cosa c’è di diverso nell’Amore?

    (Claudio Gaiga)

    1.2 LE DEDICHE

    Questo lavoro Giuliano lo dedica:

    a Paolo ,

    amico, amante, complice e marito che ha saputo andare oltre e fare la differenza

    a zio Gino ,

    che per 76 anni ha tenuto nascosta la sua omosessualità: il coraggio che ti è mancato l’ho avuto io anche per te!

    ad una grande donna: la sua mamma Erminia.

    Tu, mamma, hai saputo accettare anche le scelte che non capivi e vivere nel silenzio doloroso pieno di rispetto e amore. Se sono l’uomo che sono – con gli attributi – lo devo anche al tuo coraggio e alla tenacia con cui ti sei battuta per ciò in cui credevi.

    Questo lavoro Stefano lo dedica:

    alla mia amata moglie Emy, che mi ha cambiato la vita in meglio ed è attenta ad ogni mia necessità anche se ha un caratteraccio;

    a mia figlia Francesca Romana, sempre la mia cucciola adorata e mia grande complice;

    a mia nipote Lucrezia Romana con l’augurio di trovare da grande un mondo migliore.

    1.3 RINGRAZIAMENTI

    Nella stesura di questo volume ho avuto la necessità, più volte, di ricorrere alla consulenza e all’aiuto, per avere informazioni corrette su quanto trattato, di diverse persone che indistintamente ringrazio, in particolare:

    • Giuliano Costalunga per avermi fornito parte del suo tempo per il suo racconto e tutto il materiale utile per la stesura di queste pagine;

    • Madre Teodora Tosatti, vicario episcopale per l’Italia della Chiesa Cristiana Vetero Cattolica – missione italo-spagnola della Progressive Catholic Church (www.mypcc.org) per le sue preziose e precise informazioni sui reali contenuti della dottrina professata e della realtà della Chiesa a cui appartiene;

    • mia moglie Emy, che pazientemente ha spesso discusso con me certe situazioni particolari riportate nel volume, dandomi degli spunti utili per un giudizio più sereno;

    • mia figlia Francesca Romana, psicoterapeuta, per i suoi profili psicologici delle varie tipologie dei personaggi che hanno trovato posto in queste pagine;

    • chiarissimo avvocato Alex Dal Cero di Verona che, con vero spirito di collaborazione, ha riletto il manoscritto apportando correzioni e fornendo utili suggerimenti.

    1.4 AVVERTENZA PER IL LETTORE

    La parte quarta contiene il paragrafo 9.2 (pag. 106 - l’astinenza sessuale), il paragrafo 9.3 (pag. 113 - Papa Francesco e il Vaticano), il paragrafo 9.4 (pag. 132 - la paura del diverso), il paragrafo 9.5 (pag. 138 - la Chiesa Vetero Cattolica) fino al paragrafo 9.5.1 compreso (fino a pag. 151), per circa 45 pagine in totale. Questi paragrafi contengono argomenti che hanno interessato il mondo esterno che Giuliano ha trovato, quindi rappresentano una descrizione dove non si parla direttamente di lui se non in modo marginale in qualche riferimento.

    Ho voluto inserire questi paragrafi subito dopo il racconto del loro matrimonio (capitolo 8) perché ho ritenuto utile presentare i luoghi e gli ambienti nei quali si è sviluppata la vicenda di Giuliano e Paolo, quel mondo nel quale loro si sono dovuti destreggiare per arrivare al coronamento del loro sogno, anche per comprendere meglio tutto quello che è seguito all’evento del matrimonio nel contesto di una realtà che circondava tutta la vicenda.

    Il lettore che volesse, più frettolosamente o, magari, in fase di prima lettura, concentrarsi soltanto sull’avventura di Giuliano e Paolo, potrà saltare questi paragrafi e, quindi, dopo aver letto tutto il capitolo 5, continuare la lettura riprendendola dal paragrafo 9.5.2 (Giuliano Costalunga: ora un protagonista vincente).

    Tuttavia, consiglio, una volta terminata la lettura svolta in questo modo, di leggere anche i paragrafi saltati per una migliore comprensione del mondo attuale per quanto riguarda la Chiesa Cattolica Romana ed i nostri rapporti sociali.

    L’altro consiglio, per chi volesse, infine, approfondire meglio le situazioni che rientrano in questo volume, è di leggere anche le appendici che ritengo utili per analizzare i vari problemi con più cognizione di causa.

    Naturalmente, non essendo un teologo, né un profondo conoscitore delle Sacre Scritture, ma essendo un semplice fisico-matematico, mi voglio scusare fin d’ora per le eventuali possibili inesattezze.

    D’altronde, questo libro vuole solo raccontare la storia di Giuliano Costalunga e, per inquadrare meglio la sua vita nel contesto di dove è cresciuto e vissuto finora, ho ritenuto utile e, a parer mio, anche necessario dilungarmi su tutti quegli argomenti che hanno in qualche modo condizionato la sua esistenza.

    Al termine dell’opera è stata riportata un’ampia bibliografia e sitografia dove sono citati tutti quei riferimenti dai quali ho potuto attingere le varie informazioni riportate in questo libro.

    2 PROLOGO DEL REV. DR. MARC MORALES CASTILLO

    Il Rev. Dr. Marc Morales Castillo, vescovo della Chiesa Cattolica Progressiva, ci ha voluto onorare di un suo scritto nel quale sollecita l’opera meritoria svolta da Giuliano Costalunga augurando un futuro operoso ed attivo di diffusione dell’Amore verso il prossimo e di accettazione di ogni persona, qualunque essa sia, secondo le indicazioni evangeliche.

    En nombre del obispo presidente Edmund Cass, y como obispo metropolitano para Italia y España de la Iglesia Católica Progresiva (PCC), ha sido un honor y un privilegio ayudar en la incardinación del P. Costalunga a la Iglesia Católica Progresiva a través de Nuestra Vicaria General Reverenda Madre Teodora Tosatti.

    No podríamos ser más felices siendo la Iglesia y la Diócesis que, según la tradición católica-antigua, puede ordenar hombres y mujeres, clérigos valientes y de distintas procedencias, independientemente de su orientación, que tengan el llamado a servir a Dios, y ¡puedan continuar a hacerlo!

    Nos honró acoger al p. Costalunga, que ahora puede continuar su ministerio en Italia, en España y en todo el mundo también a través de la red social. Somos felices nos haya elegido y de que nuestras misiones se hayan cruzado.

    El PCC da la bienvenida a todos a la Eucaristía, ya que la consideramos alimento para el viaje en la vida. El p. Costalunga y todo nuestro clero tienen instrucciones de seguir lo que Cristo dijo a sus apóstoles en Juan 13:34: Un nuevo mandamiento que les doy, que se amen unos a otros: así como yo los he amado, vosotros también debid amaros unos a otros.

    El p. Costalunga da vida a ese mandamiento y espero que continúe extendiendo su amor al evangelio mientras sigua su viaje como sacerdote, como marido con su esposo Paolo, y su amor para todas las personas, sin importar quiénes sean en la vida.

    Rev. Dr. Marc Morales Castillo

    Obispo metropolitano del PCC en Italia y España

    3 PREFAZIONE DI GIULIANO COSTALUNGA

    In questi ultimi anni più di qualche volta mi sono trovato al centro dell’interesse mediatico locale, italiano ed internazionale a causa delle mie scelte controcorrente.

    Si sa: un prete vive sempre sotto una campana di vetro che permette agli altri di vedere, valutare e giudicare. Per cui ogni comportamento, ogni presa di posizione ed anche ogni silenzio sono da taluni applauditi e condivisi e da tal altri messi alla berlina e fatti oggetto di critiche, talvolta impietose, e di giudizi gratuiti e, perché no, interessati che fanno soffrire.

    Tant’è: ho sempre saputo questo e l’ho accettato pagando di persona senza mai nascondere la faccia, anche perché ho sempre creduto che se il mondo può cambiare una persona, allora anche una sola persona può cambiare il mondo.

    Da uomo di fede, inoltre, ho la ferma e comprovata certezza che lo Spirito Santo lavori in terreni dove nessuno lavorerebbe e, quindi, che la Potenza Amorevole del Buon Dio lavori anche su di un terreno arido, sconnesso e povero di risorse come il mio.

    Ho visto radunarsi accanto a me in questi cinquant’anni di vita moltissime persone, affascinate dal mio modo di essere uomo e prete e da come annuncio la Parola che salva e si fa Carne; ma con la velocità con cui si ponevano accanto, così anche le ho viste abbandonarmi e fuggire perché chiamate a testimoniare una esperienza di fede scarnificante e gratificante allo stesso tempo o a compromettersi in prima persona per il solo essermi amiche.

    Sono stato lasciato solo e ho pianto molto, salvo poi asciugarmi rapidamente le lacrime e tornare ad avere un volto sorridente (ma con un cuore che restava lacerato) per rispondere a quella chiamata venutami dall’alto ad essere Suo testimone di letizia nel soddisfare il bisogno di ogni singola persona di incontrare un Dio di Pace e Serenità, di Amore e Misericordia.

    Nel corso di questi ultimi anni molte cose sono cambiate e ho stravolto la mia, di vita, e quella delle persone a cui tengo di più: mi sono dichiarato omosessuale, mi sono unito in matrimonio con quello che definisco il mio angelo custode (l’unica persona al mondo - escluso, ovviamente, il Buon Dio - che davvero conosce le alture e le bassezze della mia anima e che sigue amandome), la chiesa che ho servito per 23 anni mi ha scomunicato, una nuova ed accogliente realtà ecclesiale mi ha aperto le braccia e stiamo aprendo una Parrocchia che chiameremo Veritas nos liberabit (la Verità ci renderà liberi) sulla meravigliosa isola di Gran Canaria che ha accolto con rispetto, intelligenza e, perché no, curiosità questa coppia di omosessuali nella quale uno è anche prete.

    Sì, perché così amo definirmi: un prete-gay-sposato.

    A chi mi dice che avrei potuto agire come tanti miei confratelli hanno agito, lasciando il ministero e intraprendendo una vita laicale il più possibile dimessa e silenziosa, io rispondo sempre che, se avessi agito così, non sarei stato onesto con me stesso, con la mia coscienza e con la chiamata che Cristo mi ha fatto.

    C’è un detto che più volte Anna, mia suocera, mi esterna: Una noce in un sacco non suona, non fa rumore, aggiungendo che avrei potuto vivere la mia vita con Paolo senza pretendere di voler cambiare le cose.

    Ho sempre trovato questa affermazione una tristissima realtà per molti, ma non certo per me.

    Ho la consapevolezza di essere un prete-gay-sposato sui generis, ma sono anche pervaso da un rapporto così forte con il Signore (sapeste quante volte ci litigo e mi incazzo con Lui) e da una libertà spirituale che mi spinge a dire al mondo che sì, sarò pure una noce in un sacco, ma mi impegnerò a far rumore, a raccontare che esiste un modo nuovo ed avvincente di vivere la fede che non esclude, ma accoglie, che non giudica, ma abbraccia.

    In fondo, se un Mahatma Ghandi, o un Martin Luther King o anche un certo Gesù di Nazareth avessero rinunciato ad essere una voce fuori dal coro non avremmo mai assimilato il concetto di ribellione pacifica, di uguaglianza tra razze o di una esperienza di relazione con il Divino che diventa Uomo.

    Lungi da me pretendere di arrivare a quelle soglie di grandezza, ma non voglio certo chiudere gli occhi su questo mondo con la consapevolezza, se non addirittura la certezza, di essere stato un vigliacco nell’aver rinunciato, nel mio piccolo, a cambiare il mondo.

    Costerà lacrime e sangue tutto ciò?

    Sì, certo. Già sto pagando un prezzo altissimo per essere fedele a questo.

    E lo sta pagando anche Paolo, purtroppo.

    A lui lasciate che torni a dire il mio grazie pieno d’amore; il suo incontro, il suo farsi vicino, il suo amarmi sempre e nonostante tutto mi hanno reso quello che sono e mi danno ancora oggi la forza di essere una semplice noce in un sacco.

    Al Signore, invece, torno ad elevare la preghiera che recito quotidianamente come un mantra:

    "Prendi, Signore, il poco che offro,

    il nulla che sono;

    donami il molto che spero,

    il Tutto che Sei".

    4 PREFAZIONE DI STEFANO DOTTORI

    Molto è stato scritto sul male che imperversa nella Chiesa Cattolica Romana, dalle corruzioni, alle lotte interne, alle lobby malcelate, ormai smascherate dalle varie fughe di notizie e denunce. Ormai un male così vasto e così diffuso che nasconderlo e far finta di non considerarlo è diventata un’impresa impossibile perché in gioco c’è proprio l’esistenza della Chiesa Cattolica Romana.

    Questo volume non vuole essere una ripetizione di quanto è già stato scritto e raccontato, tra l’altro in modo preciso ed ampiamente esauriente, anche se a volte si è voluto esagerare, ma è un semplice racconto della vita di un uomo gay, della sua crescita, del suo prendere coscienza di sé, delle lotte feroci, ancora in essere, che ha dovuto affrontare e che sta ancora affrontando, contro una parte, molto estesa, della Chiesa Cattolica Romana, o meglio contro il male che imperversa in questa Chiesa.

    Questo libro è scaturito dal racconto di Giuliano Costalunga, un racconto emozionante che ha messo a nudo i suoi sentimenti più nascosti, le sue intimità più segrete, una storia che, comunque la si voglia giudicare, merita di essere conosciuta perché il suo contenuto, sommato a tutte le altre vicende che vedono come protagonista, sempre, la Chiesa Cattolica Romana, possa essere motivo di profonda riflessione e di giuste iniziative che dovranno necessariamente essere prese per ridare fiducia a chi, oggi, comincia a nutrire seri dubbio su quella Verità tanto promulgata a gran voce dalla Chiesa di Roma.

    La domanda che viene spontanea è come il male può parlare del Bene, senza che vi siano dei secondi fini nascosti per una impossibile sua vittoria?

    L’epoca che stiamo vivendo è un momento storico di grande interesse, stanno avvenendo fatti che, sotto certi aspetti, non si erano mai verificati nella storia evolutiva dell’uomo e, pertanto, siamo chiamati tutti , secondo le proprie capacità e le proprie coscienze, ad agire per realizzare quel salto di qualità che possa rendere il genere umano più meritevole e maggiormente consapevole del ruolo che sta esercitando qui, su questo pianeta.

    Si dovrebbe valorizzare e rinforzare il senso del rispetto e del diritto di vivere del prossimo, indipendentemente dal colore della propria pelle, dalla fede abbracciata, dal proprio orientamento sessuale, dalla propria cultura, dal ceto sociale al quale si appartiene. Il fatto di esistere significa semplicemente che noi tutti siamo il frutto dell’evoluzione della Natura, siamo una sua espressione e la Scienza ci insegna che essa, per come è stata concepita, procede sempre verso la migliore soluzione, anche se, talvolta, non riusciamo a comprendere certi avvenimenti.

    In difetto, però, siamo noi, non la Natura.

    In questo libro riporto i pensieri espressi da Giuliano ed io faccio solo la parte di colui che riferisce le sue considerazioni delle quali mi ha fatto partecipe nei diversi e lunghi colloqui intercorsi tra noi.

    Le modalità con le quali riporto i suoi pensieri e la sua esperienza sono due: una è quella che descrive quanto è stato appreso dal suo racconto, l’altra consiste nel riportare fedelmente le sue parole, eventualmente con un commento e/o una riflessione conclusiva (il corsivo sta sempre ad indicare le parole di Giuliano).

    Non solo, però, in alcuni punti come quelli in cui racconto le varie vicende accadute a Giuliano ho voluto anche io aggiungere le mie valutazioni: per certe questioni il silenzio non mi si addice e ho sentito la necessità di parlare. Da tenere presente che anche se non in veste di prete, ho vissuto per trentatre anni in un ambiente cattolico (romano), come studente prima e come docente poi in una prestigiosa scuola pontifica romana.

    Laddove non ho potuto tacere ed ho voluto fare le mie considerazioni è dove si parla a difesa della cattolicità (romana), additando Giuliano come il male e usando parole e metodi che nulla hanno a che vedere con la carità cristiana, con l’accoglienza e l’amore per il prossimo.

    Questo libro, comunque, rispecchia tutte le idee ed il volere di Giuliano Costalunga ed io, come suo interprete, ho cercato, spero con successo, di informare il lettore come il suo pensiero sia un messaggio aperto all’Amore, indirizzato a tutti gli esseri viventi.

    Un Amore con la A maiuscola.

    D’altra parte, il fatto che Giuliano abbia determinato e richiamato una certa curiosità per il rumore che la notizia ha dato è dovuto alla differenza di atteggiamentoche lui ha voluto coscientemente adottare scegliendo di non volere mai lasciare il sacerdozio, perché essere prete, per lui, è stato ed è ancora una sua necessità primaria, lo scopo della sua vita e, quindi, non ha mai dato le dimissioni per essere ridotto allo stato laicale.

    In questo è la differenza con gli altri sacerdoti che hanno lasciato il ministero ecclesiale per seguire la loro indole umana. Ecco perché Giuliano ha fatto la differenza, continua ad essere prete ed a celebrare tutte le funzioni religiose ed è spostato con il suo amato Paolo.

    Naturalmente in un’altra Chiesa Cristiana Cattolica Apostolica (non più in quella Romana).

    Infine, l’aver voluto lasciare anche una mia impronta con le mie personalissime riflessioni (come diceva il buon Victor Hugo) è dovuto soprattutto al volere della mia coscienza che, dinanzi alle scempiaggini umane che degradano il valore della nostra stessa essenza, si ribella e mi costringe a parlare e dare sfogo al mio senso di giustizia, fratellanza e carità.

    Il libro è diviso in cinque sezioni.

    La prima parte è completamente biografica e racconto la vita di Giuliano Costalunga, dalla sua travagliata nascita, alla sua crescita, dal suo essere bambino all’adolescenza costellata dai suoi primi tormenti legati al suo sviluppo e alla scoperta e poi all’affermarsi del suo istinto omosessuale, il rifugio nella preghiera, la sua adorata mamma, i fratelli, lo zio Gino, ma soprattutto la preghiera è quella che ha lasciato vivere Giuliano e gli ha fornito una forza ed energia insospettabili, accompagnandolo sempre in ogni istante della sua vita.

    La seconda parte vede un Giuliano più grande, negli anni della scuola media inferiore dove a tutte quelle domande e dubbi riesce, pian piano a dare delle risposte.

    In tutti questi anni fino alla terza media, vediamo lo sviluppo di Giuliano che, una volta individuato il suo stato, cerca di capire il perché della sua esistenza, quali sono le cose che vuole realizzare e l’importantissimo fatto che ad ogni suo pensiero, maturato nel tormento, sempre seguiva la preghiera dove riusciva a trovare la serenità ed il giusto rapporto con il mondo che lo circondava.

    Successivamente il seminario e tutte le vicissitudini che ha dovuto attraversare, ma che alla fine sono finalmente sfociate nella realizzazione del suo sogno: quello di diventare prete.

    La terza parte è quella che riguarda il suo tormento interiore che, ormai uomo, non riesce più a trattenere se non con le sue fughe vietate ed i conseguenti sensi di colpa e poi la grave malattia che lo ha portato quasi alla fine della sua vita e le sue massicce cure fino al dono più grande, dopo tanto dolore: l’arrivo di Paolo e lo sbocciare di un grande amore che viene coronato dal matrimonio nell’isola di Gran Canaria (28 aprile 2018).

    Molto probabilmente, proprio a Paolo si deve la guarigione di Giuliano per la volontà di guarire che gli ha saputo infondere e per il coraggio e la gioia di vivere insieme che è riuscito a tirare fuori dal suo animo. Un Giuliano rinnovato, più vigoroso, più consapevole, che è riuscito a risalire la brutta china che aveva iniziato a percorrere e che è riuscito ad uscire dall’ospedale con le proprie gambe.

    La quarta parte è quella dove racconto l’assurdo atteggiamento della Chiesa Cattolica Romana che in un primo tempo ha tentato di far passare tutta la questione nel silenzio, io lo chiamo il tunnel del dimenticatoio, ma poi, quando ormai era stato fatto un rumore così deflagrante da non poter far finta di non averlo sentito, ha cambiato completamente condotta estraendo tutta la sua violenza arrivando fino alla scomunica (ottobre 2019) e, in conseguenza a questa reazione scellerata, è seguita l’individuazione di una diversa realtà, quella di un rifugio sicuro in una Chiesa aperta, dolce, cristiana, cattolica, apostolica, ma non romana: la Chiesa Cristiana Vetero Cattolica (missione della Chiesa Cattolica Progressiva).

    Il rumore mediatico che Giuliano è riuscito a generare con questa sua storia è riportato dagli articoli su vari giornali, dai diversi programmi televisivi ai quali ha partecipato, dove abbiamo anche ascoltato dichiarazioni apertamente contro la Chiesa Romana.

    La quinta parte riguarda la testimonianza, le confessioni di alcuni sacerdoti, ma non tanto per raccontare le loro storie, ma soprattutto per evidenziare la differenza dell’atteggiamento di Giuliano rispetto agli altri.

    I sacerdoti che si sono trovati nella sua stessa situazione sono in numero enorme, ma loro non hanno avuto il coraggio di ribellarsi all’assurda prigione generata dalla scempiaggine dell’ignoranza e dell’egoismo scaturiti da certe norme discutibilissime che costituiscono, ancora oggi, parte dell’ossatura di una Chiesa in piena crisi che ha la terribile paura di perdere quel primato temporale che essa stessa si è arrogata il diritto di possedere, arrivando a mantenere così uno stato dei fatti statico, che rifiuta il sapere e l’evoluzione dei tempi, che rinuncia alla dinamicità con la quale si sta muovendo oggi tutta l’umanità.

    Nella conclusione del volume, ho voluto raccontare quello che rappresenta il sogno di Giuliano per il quale questo libro è stato voluto: lo scopo è quello di aiutare tutti coloro che si sono trovati in situazioni come la sua e non solo, ma sempre nella scoraggiante difficoltà ad inserirsi in questa contorta e complessa società, specialmente quando la Chiesa Cattolica Romana decide di annullare la tua vita vissuta fino ad allora al suo servizio e prepotentemente ti fa trovare nel nulla, senza riferimenti, con un totale abbandono.

    Questo sì che è Amore, vero? Questa è la Carità Cristiana tanto raccomandata dal Papa e dai vari prelati che parlano tanto dell’Amore cristiano? Questo è il senso dell’accoglienza, del perdono, ...?

    Ciò che renderebbe ammirevole e credibile la Chiesa Romana sarebbe un atteggiamento totalmente diverso, aperto anche alle soluzioni più difficili da digerire dove si possa sentire l’accoglienza del Pastore che aiuta, condivide con chi ha bisogno e accetta i problemi del prossimo.

    Infine, farò un accenno alla Speranza, ho necessità di sperare che la Chiesa Romana possa tornare quella originaria di una volta, quella degli apostoli, quella che voleva Gesù per noi, fra noi, suoi fratelli.

    Ecco perché ho finito con una piccola preghiera che è venuta così, da sola, non l’ho neanche pensata nella mia mente, le dita sono scivolate velocemente sulla tastiera del computer e si è scritta da sola, questo mentre stavo scrivendo queste pagine.

    Infine le appendici rappresentano un approfondimento di alcuni argomenti trattati che per la loro complessità e natura si allontanavano dal discorso inerente il caso di Giuliano. Ho voluto, comunque, riportare queste spiegazioni a favore del lettore più curioso che desidera conoscere di più.

    5 UN APPUNTAMENTO

    Quella mattina di primavera mi ero alzato di buon’ora. Mi sentivo particolarmente eccitato per l’appuntamento telefonico che avevo preso con Giuliano Costalunga, che avevo avuto modo di conoscere in una riunione per discutere circa la possibilità di fondare un periodico per gli italiani qui, sull’isola di Gran Canaria: progetto che fu quasi subito bloccato per mancanza di fondi e di persone che potessero dedicarsi alla realizzazione dell’iniziativa.

    Avevo scritto qualche articolo¹ sulla storia di Giuliano e sui progressi della sua vicenda ed ora, con un messaggio al telefonino portatile, aveva espresso il desiderio di incontrarmi perché aveva delle idee che voleva realizzare e per le quali chiedeva la mia collaborazione.

    L’aria della mattina, anche se qui siamo su un’isola sub-tropicale, era fresca, il vento moderato e temperato trasmetteva un sottile piacere che veniva completato dal mio fondamentale primo caffè della giornata.

    Arrivai al bar dove era stato fissato l’appuntamento, non era ancora arrivato, ma dopo qualche minuto eccolo sorridente e pimpante con tutta la sua straordinaria energia che sprizzava da tutti i pori. Il suo era un sorriso sincero, non voluto per l’occasione, era un sorriso di felicità che esprimeva chiaramente il suo stato d’animo.

    La sua idea era quella di scrivere un libro sulla sua storia e non solo, anche portare testimonianze, anche indicare i limiti della Chiesa Cattolica Romana, ma non soltanto critica, anche proposte per migliorare e modernizzare la vita ecclesiale di tutti coloro che partecipano, in qualche modo, alla diffusione del Verbo, della Parola del Nostro Creatore.

    La mia parte doveva essere quella di raccogliere quanto lui diceva, ordinarlo, scriverlo e farne un volume decente che testimoniasse tutta la serie di incongruenze ed errori della Chiesa Cattolica Romana che vanno a generare una forma di discriminazione tra i cosiddetti normali e gli altri.

    Le società di ogni Paese hanno sulla propria coscienza le tragedie di uomini e donne di grande valore, ma che erano diversi, ma questi delitti non sono mai stati puniti. Perché? Perché è permesso all’autorità costituita di poter giudicare e perseguitare impunemente chi non è in riga con le regole rigide stabilite da chi detiene il potere? E se dovesse sbagliare? In quel caso, la questione viene archiviata, come se non facesse più parte della propria storia², perché questa forma di palese ingiustizia?

    Accolsi l’invito di Giuliano con una certa apprensione, sia per la mole di lavoro che per la posizione che avrei dovuto assumere nei confronti della Chiesa Cattolica Romana, dato che sono un credente e l’aver vissuto per tanti anni in quell’ambiente in qualche maniera mi creava un certo imbarazzo. La cosa mi lasciò un po’ perplesso, ma per pochissimo tempo perché già sentivo affiorare in me un certo entusiasmo, d’altronde avevo visto anche da vicino delle verità vergognose e quella che da ragazzo era una mia illusione sulla Chiesa si è, man mano, trasformata in una cocente delusione. Come quasi tutti, anch’io, pur sapendo, non facevo nulla per modificare ciò che non andava.

    Ora, con questo episodio, mi si presentava una ghiotta opportunità per dire anch’io la mia idea. Una goccia nell’oceano, ma chissà se potrà essere utile a qualche

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