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PRODIGI DEI SUONI - Il potere di In-Formare e di Guarire delle Vibrazioni
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PRODIGI DEI SUONI - Il potere di In-Formare e di Guarire delle Vibrazioni
E-book393 pagine4 ore

PRODIGI DEI SUONI - Il potere di In-Formare e di Guarire delle Vibrazioni

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Info su questo ebook

Nella sua natura più intima la materia, che dà forma alle cose si manifesta come energia in perenne vibrazione e le caratteristiche della vibrazione diventano informazione. L'essere umano non è soltanto un insieme di composti chimici, ma è un'entità vivente che riceve e trasmette l'informazione necessaria ai bio-sistemi, attraverso vibrazioni. Sono le tantissime molecole d'acqua del nostro corpo, quando vibrano sincronicamente, le migliori messaggere d'informazioni per tutte le cellule. Ogni vibrazioni che giunge dall'ambiente si imprime "magicamente" nell'acqua e ne possiamo vedere al microscopio l'armonia o disarmonia prodotta nelle forme cristallizzate. Corpi celesti, oggetti, organismi viventi, particelle subatomiche, ogni più piccola parte del nostro corpo, ma anche pensieri ed emozioni emettono una precisa vibrazione dominante. Queste vibrazioni influenzano tutto ciò che le circonda e ne sono esse stesse influenzate, "nutrono" i nostri corpi sottili, e quando non sono in armonia con noi, ci ammaliamo. L'energia sottile della musica, interagendo con la complessa rete di suoni che ognuno di noi emette, diventa un insospettato strumento terapeutico. I suoni agiscono come campi energetici che turbano o leniscono, calmano o dinamizzano, strutturano o disgregano, squilibrano o armonizzano. Ma è il suono della voce umana che ha una particolare potenza. Le vibrazioni delle nostre parole e dei nostri pensieri, se guidati da un intento d'amore, possono produrre cambiamenti chimico-fisici nel DNA, nelle strutture biologiche, psicologiche ed energetiche, possono guarire! Allora, tutti uniti, come gli organi di un immenso corpo, possiamo produrre la più meravigliosa delle sinfonie, quella della Vita!
LinguaItaliano
Data di uscita27 apr 2021
ISBN9791220326629
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    PRODIGI DEI SUONI - Il potere di In-Formare e di Guarire delle Vibrazioni - Roberto Spedicato

    libanese)

    Cap. I

    IL SUONO E L’ORIGINE DELL’UNIVERSO

    L’essenza o profumo del suono

    permea ogni oggetto, ogni realtà o mondo.

    Tutto riposa sul suono ed è da questo

    che la tfita trae circolazione e movimento.

    Daniel Levy

    (musicista argentino contemporaneo)

    All’origine fu il suono

    In un momento di raccoglimento, chi di noi, disteso sotto un albero guardando le fronde mosse dal vento o vedendo sfrecciare il paesaggio dal finestrino di un treno o ancora fissando le mutevoli forme delle nuvole tra le cime di monti innevati e scintillanti al sole o ammirando le stelle nella notte di San Lorenzo… chi di noi non ha mai pensato, con ammirazione, chi o cosa ha originato tutto questo?.

    A tale domanda, fin dagli albori della civiltà, hanno tentato di dare una risposta le le varie popolazioni della terra e le tradizioni esoteriche e spirituali. Tutte le civiltà hanno infatti tramandato leggende e miti della loro cosmogonia (cioè dell’origine dell’universo), attraverso strabilianti racconti¹. Secondo un modello piuttosto universale e semplificato che si può ritrovare nelle cosmogonie di molti popoli, la situazione primordiale che precede il momento della creazione dell’intero universo è inaccessibile al pensiero umano e può essere immaginata come un buio immenso in cui è immersa l'energia eterna. Poi avviene qualcosa e… ha inizio il mistero della creazione!

    Semplificando, i miti sull’origine primordiale si sviluppano secondo due tipologie: in una, l’origine è un Essere Supremo, separato dal mondo, che opera in modo magico e straordinario e crea tutte le cose. Rientrano in questa categoria le grandi religioni monoteistiche: Giudaico-Cristiana, Islamica, del culto persiano di Ahura Mazda. Nella seconda tipologia compare un Principio Primordiale dal quale si sarebbero in seguito create per sviluppo, per genealogia o per separazione, operata da un essere mitologico, le successive realtà cosmiche. Spesso la creazione ha origine da un uovo, in altri casi avviene una lotta fra potenze divine. Dopo di che, il mondo si manifesta nella realtà che ora conosciamo. In questa seconda categoria si configurano le cosmogonie greca, babilonese, degli indigeni delle Americhe e di tante altre popolazioni.

    Nonostante alcune indiscutibili differenze, tuttavia, molti popoli, anche tra loro lontani, hanno nelle loro dottrine religiose e nei miti sull’origine dell’universo un elemento comune che si ritrova, per esempio, nell'Ebraismo, nell'Induismo, nel Cristianesimo, nei miti degli antichi egizi, dei nativi americani, degli aborigeni australiani, degli indigeni delle isole Marshall, dei Celti e in altri ancora. Tutti questi miti raccontano che l’universo ebbe origine da un suono, da una vibrazione primordiale emanata da un essere Creatore.

    Gli Egizi avevano elaborato diversi miti sulla creazione del mondo che coesistevano nelle varie zone del regno. Secondo la cosmogonia di Memphis, si racconta che il dio creatore Ptah vagava nel Nun (l'oceano primordiale che oggi si identifica spesso con il caos). Da quest’oceano era emersa una collinetta di sabbia. Un giorno Ptah si ferma sulla collinetta e pensa con il cuore (per gli egizi il cuore era la sede della conoscenza). Semplicemente pronunciando il nome di ciò che aveva pensato, Ptah crea dapprima il dio Atum, poi gli altri dei, le regioni, le città e gli esseri viventi. Questa versione è incisa su una stele del re Chabaka, della XXV dinastia, conservata al British Museum.

    In un secondo mito egizio, Kneph (l’Eterno Dio Non-Rivelato) è rappresentato dal Serpente dell’Eternità (Fig. I.1) che cinge un’urna d’acqua (le Acque immobili dello Spazio). La sua testa ondeggia sopra l’Acqua e la feconda emettendo un soffio, un sibilo, un suono.

    Fig. I.1 - Il sibilo generatore

    Secondo un’altra tradizione egizia, quella di Ermopoli, all’inizio dei tempi il dio Thoth aveva lanciato nel nulla un suono primordiale per dare origine al tutto. A seguito del suo grido, o meglio, della sua risata articolata su sette note musicali crescenti, sarebbero nate varie realtà divinizzate come la Terra, il giorno, la notte e così via.

    I tre miti fanno riferimento all’emissione di un suono creatore.

    Per i Polinesiani si narra che in principio vi era solo Po, il caos, senza luce, senza calore, senza suono, senza movimento. Poi si mosse e fece un gemito nell'oscurità; cominciò l'alba, apparve la luce e venne il pieno giorno. Il calore si mescolò con l'umidità e si formarono degli elementi e delle forme sempre più distinte, fino a che nacquero la solida terra e la volta celeste, che divennero la madre Terra e il padre Cielo. Questi generarono poi tutte le altre creature e gli dei.

    Anche qui, all’origine, oltre al movimento c’è un gemito, un suono.

    Per gli indigeni delle Isole Marshall in principio tutto era mare, finché la divinità disse: «Ecco uno scoglio!», poi: «Ecco la sabbia, ecco le piante, gli uccelli…», e così via. Dal suono della sua voce si manifestava il creato.

    Il mito degli indiani Hopi narra invece che la Donna Ragno intonò la canzone della creazione, dando così vita alle forme inanimate della terra.

    Un altro mito della creazione relativo al potere del suono è quello degli Aborigeni australiani che riprende l’evento del suono primordiale attraverso il mito del rombo sonoro, tradotto col termine anglosassone di bullroarer. Nella mitologia aborigena del Dreamtime, il Tempo del Sogno, viene detto che dal suono del rombo primordiale scaturì tutta la vita dell’universo. Dal suo suono metallico, stridulo e sibilante si sviluppò un processo evolutivo in sillabe sonore e note musicali ben determinate. Le prime materializzazioni di questi suoni furono gli astri e le costellazioni zodiacali, poi gli esseri umani.

    Fig. I.2 – Bullroarer australiano.

    Ancora adesso, durante gli incontri rituali, il rombo sonoro viene prodotto dai partecipanti che fanno roteare una tavoletta attaccata a una cordicella (Fig. I.2). Secondo la lunghezza della corda, la velocità di rotazione, la grandezza della tavoletta si potevano ottenere tanti suoni (il muggito del toro, il sibilo del vento, il rombo del tuono, ecc.). I suoni venivano associati alla voce degli Dei che avevano creato l’universo.

    Oltre che dagli aborigeni australiani, il bullroarer, realizzato con varie forme e decorazioni, era anticamente usato in riti sacri in tutti i continenti da varie popolazioni e alcune di esse lo utilizzano ancora. Nelle antiche Scuole di Conoscenza, attraverso un linguaggio simbolico, venivano spiegati i segreti dell’universo. Nell’antica Grecia, gli iniziati ai Misteri di Eleusi, facevano l’esperienza di sentire il rombo. Il pitagorico Archita di Taranto descrive il rombo esattamente come il bullroarer degli aborigeni australiani e ne documenta l’uso durante i Misteri.

    Per i Cristiani, nel libro della Genesi, la Bibbia racconta il momento in cui Dio crea l’universo attraverso il potere del suo Verbo, in questi termini:

    «Iddio disse: 'Sia la luce' e la luce fu. Vide Iddio che la luce era buona e separò la luce dalle tenebre; e nominò la luce 'giorno', e le tenebre 'notte'. Così fu sera e fu mattina: primo giorno…». Poi Dio continua nei giorni successivi la sua opera di creazione per mezzo del Verbo, dell’emanazione delle sue Vibrazioni.

    Il concetto della creazione viene ripreso nel prologo del Vangelo di San Giovanni (1, 1-3): «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste…».

    Con questi versetti San Giovanni introduce il tema del Logos come principio primordiale del mondo. Ogni cosa è stata creata per mezzo del Logos, il quale non è da interpretare come parola. Piuttosto va considerato come suono o vibrazione sonica, la quale diventa forza che crea, struttura, dà forma, mette ordine nei componenti del Creato. La Parola di Dio diviene cioè sostanza, la vibrazione divina crea la vita sulla Terra, esattamente come narrano i miti di altre culture.

    Anche nella mistica musulmana il concetto di vibrazione è elemento sostanziale della creazione e delle manifestazioni della natura. Questo aspetto è sviluppato dal grande musicista indiano Hazrat Inayat Khan², poi divenuto un importante esponente della filosofia sufi, che scrive:

    «La Vita assoluta, da cui è scaturito tutto ciò che viene percepito, visto e udito, e in cui tutto verrà nuovamente assorbito nel tempo, è una vita silenziosa, immobile ed eterna che tra i sufi viene chiamata Zàt. Ogni movimento che deriva da questa vita silenziosa è una vibrazione, artefice di vibrazioni. […] I regni minerale, vegetale, animale e umano sono cambiamenti graduali delle vibrazioni e le vibrazioni di ogni piano sono diverse tra di loro per peso, ampiezza, lunghezza, colore, effetto, suono e ritmo».

    In questo passo, oltre a comprendere che tutto origina dalle vibrazioni, si può scorgere una somiglianza con la teoria delle superstringhe, di cui si parlerà dopo.

    Nei millenari testi vedici dell’India si parla del Nada Brahaman, la vibrazione del suono. Nella mitologia Indù la manifestazione è regolata da leggi che ne guidano l'evoluzione e la continua mutazione in un processo ciclico che dura Eoni di tempo e che nei Veda viene definito Respiro di Brahma. Alla fine del ciclo, l'intero universo viene riassorbito nell'Immanifestato e Inconoscibile. Tra una manifestazione e l'altra tutta la materiaenergia diviene congelata, non vi sono vibrazioni e non vi è moto; tale fase nell'Induismo è definita Pralaya. In uno dei testi sacri³ si racconta che al principio non esisteva nulla di ciò che adesso è: né il cielo, né la terra, né lo spazio fra i due. Allora il Non-Essere, avendo deciso di Essere, divenne Spirito e disse: «Possa Io Essere!». Riscaldò sé stesso e da questo calore nacque il Fuoco. Si scaldò ancora di più e dal calore nacque la Luce.

    Anche qui la creazione avviene dalla manifestazione sonora di un pensiero!

    I cari amici, Demetrio e Adriana,⁴ così sintetizzano il loro pensiero:

    «Tutte le cose, quindi, sono una condensazione della vibrazione del suono, tutto è permeato ed esiste per mezzo di questa vibrazione. Anche nelle religioni orientali si ritrova questo principio: l’Om per gli indù, la Hum per i tibetani, l’Amin per i musulmani, l’Amen per i cristiani, contengono il primo principio cosmico, l’origine del tutto, il passato, il presente, il futuro».

    La cosmogonia norvegese⁵ narra la manifestazione dell’universo attraverso il 'Suono di Thor, in questi termini:

    «…allora la vacca Audhumla, simbolo della fertilità, leccando il sale dai blocchi di ghiaccio, scopre la testa di Buri, il primo principio divino. Da questa infinita e primordiale sorgente è emanato Bur, i cui figli sono la trinità creatrice: il Divino Padre di Tutto, la Volontà e la Santità (Odino, Vile e Vi). Questo potere trino 'uccide' il gigante di ghiaccio trasformandolo nel Primo Suono (Orgalmer), o nota chiave, i cui ipertoni vibrano attraverso i piani dello spazio dormiente, raggruppando la sostanza primordiale latente nelle molteplici forme che saranno usate da tutti 'gli esseri santi' come veicoli per ottenere l’esperienza nei mondi della materia».

    Secondo i racconti dei druidi, cioè i sacerdoti dei popoli Celtici⁶ di Gallia, Britannia e Irlanda, la creazione dell’universo è attribuita alla figura simbolica di un drago di fuoco, apparso all’improvviso da una voragine che si era aperta sull’abisso primordiale. Il drago si rannicchiò su sé stesso chiudendosi come un uovo generatore per poi ergersi in tutta la sua statura spalancando le sue vigorose ali. A questo punto il drago lanciò il suo possente urlo verso il grande vuoto che lo circondava, tanto forte da risvegliare la vita che esso celava. Il suo urlo rappresentava il primo suono della natura, la vibrazione archetipale che avrebbe creato le forme e gli esseri umani. Il Suono quindi è inteso come il riflesso della Causa Prima, la quale si esprime nella vibrazione che scuote ciò che esiste sin dall’inizio dei tempi portandolo allo stato di manifestazione.

    La tradizione celtica riporta anche che all’origine dell’universo si era manifestata una condizione di esistenza, un campo di energia capace di creare, definito con il termine Baktà. Secondo gli antichi testi, all’inizio il Baktà primordiale si richiuse su sé stesso divenendo incandescente e piccolo quanto non avrebbe potuto essere altrimenti producendo al suo interno una insofferenza di cui si liberò con una immane eruzione di energia. Questa enorme esplosione produsse un fenomeno ondulatorio di colossale potenza che si propagò in ogni direzione, creando tutte le cose.

    Sembra quasi la descrizione del Big Bang teorizzato dagli attuali astrofisici!

    Quale che sia il tempo, il luogo, il popolo che lo ha elaborato, ogni Mito della Creazione ha in se la costante della vibrazione. Gli antichi druidi, in particolare, ritenevano che l’intero universo e ogni forma di vita non fossero altro che l’effetto del Suono Primordiale che si esprimeva nella sua vibrazione cosmica. Una vibrazione inafferrabile dalla capacità percettiva ordinaria dell’individuo. Un suono, come quello di una corda vibrante di uno strumento, che propaga le note e le melodie nello spazio infinito, creando i mondi e l’uomo stesso.

    Parte del Baktà nella sua manifestazione vibratoria aveva preso forma nella materia e nell’uomo. Tuttavia, la matrice che costituiva l’essenza del campo energetico del Baktà continuava a esistere. Non c’era differenza tra gli individui e il resto del creato. Tutto era legato a questa stessa matrice vibrazionale. Tutto aveva avuto origine dal Suono Primordiale.

    Moderne teorie della fisica quantistica sembrano supportare la cosmogonia del mito celtico. Alcune di esse prospettano il fenomeno dell’entanglement, secondo cui tutto l’universo non è altro che un campo quantico dove tutti i fenomeni coesistono contemporaneamente e sono correlati istantaneamente tra di loro. Anche gli esseri umani e ogni altra forma diversamente vivente di questo universo sono intimamente connessi tra di loro e lo scambio di informazioni tra gli oggetti sarebbe globale e immediato.

    Impara a guardare. Comprendi che ogni cosa connette ogni altra cosa – diceva Leonardo Da Vinci.

    La materia e la teoria delle superstringhe

    Nel tentativo di definire l’architettura dell’universo, la moderna fisica ha sviluppato la teoria delle Stringhe, che unifica Meccanica Quantistica e teoria della Relatività e che va a supportare la cosmologia vibrazionale. La teoria delle stringhe ha una solida ed elegante base matematica, anche se non è ancora confermata da verifiche sperimentali. Una sua variante più completa (che oltre ai bosoni, include anche i fermioni e la supersimmetria), ha così dato origine alla teoria delle Stringhe Supersimmetriche o Superstringhe.

    Secondo il paradigma del Modello Standard, adottato dalla maggior parte dei fisici per descrivere l’architettura dell’universo, la materia è composta da varie particelle considerate come corpuscoli puntiformi indivisibili, come i quark, che si combinano in vari modi per formare protoni, neutroni e l’ampia gamma di particelle che costituiscono l’universo.

    La moderna teoria delle superstringhe non nega il ruolo essenziale di queste particelle, ritiene però che esse non siano puntiformi, ma risultino costituite da una minuscola corda vibrante, un sottile filamento di energia delle dimensioni di Planck (1,616 x 10-35 metri), miliardi di miliardi di volte più piccolo di un nucleo atomico!

    Così come una corda di violino può vibrare in modi diversi producendo differenti note musicali, anche i filamenti delle superstringhe possono vibrare in più modi producendo, a seconda della loro intensità e frequenza, tutte le particelle subatomiche, con massa e proprietà diverse tra di loro. Le particelle subatomiche sarebbero come delle note musicali e la Natura diventerebbe una grande partitura.

    Il suono del Big Bang

    All’inizio del XX secolo l’opinione comune degli scienziati era che l’universo fosse statico e immutabile, che non avesse avuto un principio e non fosse prevedibile una fine. Solo a partire dal 1916, Albert Einstein, con la sua teoria della Relatività, prospetta i primi elementi della teoria del Big Bang, la grande esplosione che avrebbe generato il cosmo intero e che evoca inevitabilmente un suono primigenio di formidabile potenza. È pur vero che sull’origine dell’universo sono state proposte negli anni differenti teorie e interpretazioni, tutte in attesa di prove sperimentali inoppugnabili. La teoria del Big Bang è però il modello attualmente predominante nella comunità scientifica, poiché ha avuto alcune conferme basate su prove e osservazioni astronomiche. Una di queste è stata la scoperta della radiazione cosmica di fondo. Per i cosmologi, se c’era stata una grande esplosione iniziale, allora si potevano osservare ancora le tracce della vibrazione generata circa 13,8 miliardi di anni fa. Questa eco, ipotetica testimonianza di una straordinaria esplosione lontana nel tempo, venne scoperta nel 1964 dagli astronomi statunitensi Arno Penzias e Robert W. Wilson, ai quali venne assegnato il Premio Nobel per la fisica nel 1978. Nonostante le criticità ancora irrisolte, secondo il Modello Standard, il tempo, lo spazio, l’energia e la materia erano concentrati in un singolo punto di densità e temperatura estreme. A un certo momento, dalla formidabile esplosione di quel punto e da quel caos primigenio dominato da una temperatura elevatissima e da una luce di intensità inimmaginabile, avrebbe avuto inizio l’evoluzione cosmica. Quel singolo punto avrebbe avviato un’espansione che si è estesa per un diametro di 93 miliardi di anni luce (che è l’universo osservabile).

    Il nostro universo si espande allo stesso modo in cui si gonfia in un forno un panettone con i canditi e l’uvetta, in uno spazio che creerebbe da sé, e continuerebbe tuttora a espandersi in modo inarrestabile! Lo spazio formatosi, da una stima del 2016, potrebbe contenere circa 70.000 miliardi di miliardi di stelle, organizzate in circa 2.000 miliardi galassie agglomerate in gruppi, ammassi e superammassi.

    Il termine stupendamente evocativo di Bing Bang, cioè grande botto, fu utilizzato per la prima volta dall’astrofisico Fred Hoyle (1915 – 2001) nel 1950, durante un programma radiofonico alla BBC. Il termine era stato coniato con intento apertamente ironico, poiché Hoyle era fermamente contrario a questa teoria cosmologica. Ciò nonostante, Hoyle aveva ideato un termine appropriato per indicare l’evento eccezionale da cui ha, forse, avuto inizio l’universo. In realtà abbiamo già visto che la metafora di un suono primordiale creatore di tutte le cose è comune nel pensiero umano sin dai tempi più remoti.

    Parlando di Suono, Veda e Bramanesimo, il ricercatore argentino, Livio J. Vinardi, che mi onoro di aver frequentato per anni e al quale ho dato il mio contribuito per la pubblicazione di molti dei suoi libri, con un pizzico di poesia, così si esprime:

    «Era insegnamento vedico che il Suono fosse vita e il Silenzio l’Assoluto Essere. L’esistenza si compone di essere e non-essere, di intervalli di silenzio e suono. La realizzazione dell’Universo è lo Yoga di entrambi, l’unione del tempo nello spazio. La musica fu personificata nella divina vergine creatrice di tutto, chiamata 'Vâch'.

    La fisica dei nostri giorni segnala l’importanza delle onde del Suono (Cosmico) nell’atomo, tanto nel suo nucleo, quanto nell’emissione dei suoi elettroni (spettro).

    […] L’Universo delle forme è una grande ed eccelsa sinfonia, poiché la musica realizza nella materia primordiale quello che la Mente Cosmica stabilisce nei suoi matematici Archetipi. È per essa ciò che le mani [sono] per il cervello.

    La musica è la realizzazione matematica dell’energia. Sostituendo le quantità delle equazioni basilari con le note, un teorema si trasforma in una composizione musicale. La musica delle Sfere è l’equilibrio delle forme. L’Universo delle Energie sta all’Universo delle Forme, come l’Universo delle Cause sta a quello degli Effetti. Entrambi sono Uno, poiché tutti gli apparenti, illusori opposti sono Uno, nella sfera della Forma.

    La natura musicale dell’Anima, l’uomo come Risuonatore del Cosmo, e che le grandi sinfonie umane siano lontani riflessi e risonanze del Canto dei Deva, furono insegnamento dei Veda. Insegnarono anche che tutte le forze e le materie sono vibrazioni […]. Oggi la fisica conferma questo insegnamento…»

    Ricordiamo che i Veda rappresentano i testi di saggezza più antichi del pianeta nei quali è stata espressa la conoscenza fisica e metafisica, anche se le chiavi di decodifica rimangono da sempre accessibili a pochissimi. L'UNESCO ha inserito i manoscritti Veda nella lista del Patrimonio Culturale dell'Umanità, quale tesoro da preservare per la posterità.

    Se poi qualche studioso o curioso volesse approfondire il processo cosmogonico, intimamente connesso al fenomeno delle vibrazioni, dovrebbe senza indugio esaminare l’argomento sul trattato La Dottrina Segreta, di Helena P. Blavatsky, su Numero-Suono-Colore-Forma, di Vincenzo Pisciuneri e su due piccoli libri di Livio Vinardi, pubblicati nel maggio 2018, unici al mondo per il loro contenuto:

    Los Siete Cosmos – La Mecanicidad Universal (I Sette Cosmi – La Meccanicità Universale). Questo testo rivela uno schema inedito del Raggio di Creazione. Inoltre, riporta nozioni cosmiche arcaiche basate su una concezione universale dell’arte e della musica, il cui ambito è costituito da tutte le vibrazioni dei cosmi. La cosmologia musicale esposta, fa affiorare affascinanti e significative corrispondenze.

    Budhismo Esoterico. Qui si argomenta su: l’Assoluto considerato nei suoi quattro aspetti (Spazio, Eternità, pre-Materia Cosmica Atomica e pre-Energia Atomica); Avalokitesvara; Fohat; gli Spiriti Planetari; i Choan; il mistero di Budda e altro ancora.

    I temi trattati, resi di dominio pubblico solo adesso, sono riferibili a un particolare insegnamento chiamato Sistema Isoterico Universale. Purtroppo i testi sono ancora in lingua spagnola e ci vorrà non meno di un anno prima che siano tradotti in italiano.

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