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I nodi di Maura
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I nodi di Maura
E-book123 pagine1 ora

I nodi di Maura

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Sono diversi modi in cui creiamo legami: ci sono gli intrecci liberi, gli affetti vitali che in questa narrazione si impongono come l’emblema di una profonda amicizia, quella tra Maura e Sonia. E poi ci sono i nodi che stringono, i vincoli non voluti che soffocano il corpo e il pensiero, creando ingorghi di dolore. Sono la violenza subita, il senso di esclusione, la colpa, il cancro, le occasioni perdute. Sonia Scarpante non ha paura dei nodi e insegna attraverso la scrittura a scioglierli. Lo ha insegnato anche a Maura attraverso la scrittura curativa e ora, dopo la sua morte, si fa sua voce e parola, offrendo al lettore la storia di Maura come un dono prezioso a cui dare ascolto.

Marinella Scarpante, Sonia, è un architetto milanese con la vocazione per la scrittura. Dopo una malattia oncologica ha pubblicato il libro Lettere ad un interlocutore reale. Il mio senso, a cui hanno fatto seguito diverse prestigiose pubblicazioni. Presidente de La cura di sé collabora con numerose riviste e associazioni. Scrittrice prolifica, è una delle maggiori esponenti nazionali della scrittura curativa, attraverso i suoi master e corsi insegna il metodo Scarpante della cura di sé attraverso la narrazione.
LinguaItaliano
EditoreOdòn
Data di uscita25 giu 2021
ISBN9791220819121
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    Anteprima del libro

    I nodi di Maura - Sonia Scarpante

    Cover: I NODI DI MAURA

    esperienze

    Sonia Scarpante

    I NODI DI MAURA

    Presentazione di Alberto Ricciuti

    Invito alla lettura di Eugenio Borgna

    logo Edizioni Odòn

    © Edizioni Odon, Milano

    Prima edizione: giugno 2021

    Tutti i diritti riservati

    ISBN 978 88 9879 916 9

    Foto di copertina: S. Hermann and F. Richter, Pixabay,

    Progetto grafico: Sabrina Mossetto

    Implementazione: Sabrina Mossetto

    È vietata la riproduzione anche parziale o a uso interno o didattico e con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata. Non è altresì consentito copiare e divulgare l’e-book o sue parti o modificarlo in alcun modo.

    I lettori che desiderano essere informati sulla casa editrice o esprimere le proprie considerazioni su questo libro possono scrivere, e comunque rivolgersi a:

    EDIZIONI ODON

    Sede legale: viale Carducci, 32

    20123 Milano

    Sede amministrativa: viale Italia, 21

    21053 Castellanza (VA)

    tel. 0331 482196

    e-mail: info@odon.it

    web: www.odon.it

    Le parole non sono di questo mondo,

    sono un mondo a sé stante, sono creature viventi,

    sono prigioni sigillate dal mistero, e a ciascuno di noi

    è assegnato il compito di togliere a mano a mano questi sigilli,

    al fine di spalancarne il senso.

    Eugenio Borgna, Saggezza

    L’Autrice

    Marinella Scarpante (Sonia) è nata a Milano nel 1958.

    Architetto, nel 2003, dopo un malattia oncologica, ha pubblicato il suo primo libro, Lettere a un interlocutore reale. Il mio senso, a cui ha fatto seguito Mi sto aiutando con prefazione di U. Veronesi e Un fiore nella mia anima con prefazione di Saverio Cinieri. Presidente dell’Associazione La cura di sé (soci onorari Eugenio Borgna e Massimo Recalcati) collabora con Associazioni e con riviste di tipo sociologico e partecipa a convegni nazionali sul tema della cura e della scrittura come Cura di sé, oltre ad occuparsi di corsi di scrittura presso enti culturali diversi e di formazione anche attraverso Master con la sua metodologia registrata Metodo Scarpante sul tema della scrittura terapeutica. Tema fondamentale dei suoi percorsi è la Narrazione del sé come valore della Memoria e del percorso di riconciliazione con i nodi del vissuto. Tra le pubblicazioni vanno menzionate una raccolta di racconti con cui ha partecipato al Campiello, Aurora (2009) due raccolte di poesie, Tracce e Le dimensioni perdute (Prefazione di B. Sorge) e il saggio Non avere paura. Conoscersi per Curarsi (San Paolo, 2010). La scrittura terapeutica (2013). Parole evolute. Esperienze e Tecniche di scrittura terapeutica (2015).

    Potete seguirla sul web: www.lacuradise.it

    www.soniascarpante.it

    Presentazione

    Conobbi Maura nel giugno del 2004, invitata ad Attivecome-prima da un collega amico. Anni prima avevamo condiviso un tratto del nostro percorso formativo del mestiere di medico - come un nostro comune Maestro amava definire - e aveva così ben colto che i bisogni di Maura andavano ben oltre a ciò che la nostra Medicina individua come malattia. Pensò quindi di invitarla ad Attivecomeprima, un’associazione che dal 1973, prima in Italia, offre ai malati di cancro, ai loro figli e ai caregiver, un supporto psicologico di gruppo o individuale, un supporto di medicina generale per far fronte agli effetti collaterali delle terapie oncologiche e attività di riarmonizzazione psicocorporea condotte da specialisti.

    Sapeva bene infatti che quando una persona si ammala di cancro, ciò che va in pezzi è la sua vita. Il bisogno di ripercorrerla per rinnovarne il senso diviene urgente. E a Maura, come si legge nelle intense pagine di questo libro, stava accadendo tutto questo.

    La diagnosi di cancro, specie quando viene consegnata al malato nella freddezza tecnica del linguaggio medico, è vissuta come una sentenza, pronunciata da un professionista esperto che, in un istante che mai più scorderai, ti proietta in una dimensione angosciante di incertezza che spegne l’immaginario del tuo futuro. Nonostante le possibilità di guarigione o di cronicizzazione della malattia, come oggi si usa dire, siano da tempo in costante aumento (l’Italia è il Paese europeo col più alto tasso di guarigioni), la diagnosi di cancro conserva sempre i connotati di un evento traumatico che spesso manda in pezzi perfino l’identità personale. Io non so più chi sono, cosa sarà di me e dei miei cari e perché la vita mi ha trascinato fin qui. Riemergono così, nella drammaticità dell’emergenza, vecchi nodi irrisolti, sensi di colpa, situazioni nelle quali avremmo potuto agire diversamente ma non l’abbiamo fatto, torti subiti ai quali non abbiamo avuto la forza o il coraggio di rispondere adeguatamente; quei pesi, quei nodi insomma che ognuno si porta dentro e che ora premono per essere sciolti e ricondotti a quella dimensione di senso che dà corpo e identità alla persona che noi siamo.

    E tutto questo prezioso materiale biografico, se esplorato e portato a consapevolezza attraverso una narrazione rigenerante, può influire non poco e non solo sulla cosiddetta qualità di vita della persona e di chi le sta accanto, ma anche sul percorso di cura e, talora, perfino sul buon esito delle stesse terapie. La struttura della nostra identità nasce da un magico intreccio tra la memoria del nostro passato e l’immaginario del nostro futuro; ma ciò che nel presente le dà corpo, dando così senso e spessore alla nostra vita, è il suo riconoscimento da parte degli altri. Abbiamo bisogno di testimoni. Abbiamo bisogno di sentire la comprensione e l’amore di chi cammina al nostro fianco e di chi, in varie forme, si prende cura di noi.

    E quando ci ammaliamo di cancro, come è successo a Maura, tali bisogni bussano prepotentemente alla porta. Abbiamo bisogno di condividere, anche e soprattutto, i tratti più intimi e sofferti della nostra storia con chi sta vivendo sulla sua pelle la stessa esperienza di malattia e di vita e può comprendere il nostro sentire perfino al di là delle parole che fatichiamo a pronunciare, per illuminare di un senso nuovo i tratti più bui della nostra esistenza e ritrovare la pace per poter vivere in modo nuovo il tempo che ci è concesso. Questo è stato il cammino di Maura, così come emerge dall’intenso racconto di Sonia, sua amorevole amica e testimone, alla ricerca di quel senso di compimento della propria vita che ti consente di accettare l’idea di poter morire e di riuscire perfino a sopportare la consapevolezza che stai compiendo davvero gli ultimi passi…

    Questo bisogno di essere riconosciuti, accolti e rispettati come individuo, come singolarità, è anche ciò a cui si trova di fronte il medico quando è al cospetto di una persona malata che a lui si affida per essere presa in cura. Il fatto che i malati di cancro, o comunque coloro che stanno affrontando problemi di salute, siano particolarmente disturbati dal trovare spesso ad ogni visita un medico diverso in ospedale, ha a che fare proprio col bisogno di un professionista della cura che non sia solo un prescrittore di accertamenti diagnostici e terapie conformi ai protocolli, ma di un professionista che mi riconosce non solo come corpo biologico ma come corpo biografico, un corpo che scrive la sua storia dandole corpo, appunto, giorno dopo giorno; un professionista che ho bisogno di poter sentire al mio fianco come prezioso alleato e - per quanto compete al suo ruolo - anch’egli testimone di questo irripetibile frammento della mia vita.

    Se da un lato, come Sonia Scarpante magistralmente evidenzia in questo libro, la scrittura può essere una potente risorsa curativa e rigenerante per sciogliere quei nodi esistenziali che costituiscono la trama della sofferenza e per rinnovare così il senso della vita, dall’altro la narrazione - declinata con gli opportuni toni e contenuti - è anche l’ossatura portante della relazione medico-paziente. È ciò che permette al medico di contestualizzare i dati clinici e di laboratorio, cioè di dargli un senso per giungere così a una diagnosi e a un percorso terapeutico personalizzati da proporre al malato.

    E qui vale la pena di spendere qualche parola su un’altra narrazione; quella che il medico restituisce al paziente intorno alle sue condizioni di salute e alle possibilità di cura.

    Dietro a una narrazione, infatti, c’è sempre un pensiero che costruisce e comunica, esplicitamente o implicitamente, una visione del mondo. Dato l’orientamento prettamente tecnico del sapere medico e, più in generale, di tutta la cultura del nostro tempo, la narrazione intorno alle questioni di salute e malattia e al cancro in particolare, è oggi spesso una narrazione prevalentemente tecnica intorno alla malattia. Una categoria del nostro sapere indispensabile per organizzare la conoscenza e condividerla, ma pur sempre una mappa interpretativa in gran parte oscura al malato nei suoi dettagli e nel suo linguaggio specialistico.

    La visione che sottende tale narrazione è quella proposta condivisa oggi sui mezzi

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