Fantastici Orizzonti

Di Francesco Palumbo

Associandomi al vasto coro dell'universo, in queste rime

ho voluto cantare l'armonia del creato, le meraviglie delle stelle, il

profumo dei fiori, l'abbaglio del sole e del mare, lo stupore delle albe

e dei tramonti, il chiarore lunare in un atmosfera ricca di passione.

In questo spettacolo entusiasmante, metto in luce

attraverso semplici espressioni di pensiero, i valori più nobili

dell'uomo : l'amore, la libertà, l'uguaglianza, la solidarietà, la

parità dei diritti, il senso della giustizia.

• Lingua: Italiano
• Editore: Youcanprint
• Data di uscita: 21 ott 2021
• ISBN: 9791220361194

Anteprima del libro

Tremore

Sognavo beato quel campo di grano

che tanto ammiravo,

i biondi filari cullati dal vento

cantavano insieme canzoni d’amore,

l’aria frizzante del fresco mattino

brillava di luce la verde collina.

Noi correvamo vestiti di fango, felici

nei lunghi sentieri tra sassi tra rovi

a cogliere more.

Il cielo turchino copriva contento

quel quadro d’autore di un giorno

di sole.

Quel sogno lontano così bello e sereno

fu presto distrutto da un forte rumore,

un grande boato invase la casa,

mobili a terra, travi cadute vetri in frantumi.

Mi trovai sotto un lungo divano rinchiuso

tra mura per grande fortuna.

Tramortito, agghiacciato ero lì che tremavo,

ma la voce mancava,

un gran terremoto demoliva la casa

bruciando i ricordi sconvolse la vita.

Ero lì faccia a terra bloccato, pien di ciottoli

e fango non potevo reagire, respiravo a fatica.

E la mente volava al mio sogno lontano,

i campi di grano, le corse affannate,

il sorriso di Rosa che donava la vita,

il sussurro del fiume che parlava al mio cuore,

il fragore del vento che narrava novelle,

lo sguardo di mamma che donava ogni cosa,

ora è lì che mi attende per donarmi il sorriso

e mi dice vien quì ove c’è la speranza,

la sapienza e l’ amore, il calore del sole.

Scarpe

Le ho trovate lì, nel vecchio scaffale, nere grigie,

stanche, ancora bagnate di sudore, le scarpe di mio padre.

Ai piedi le ho calzate, che gioia, stessa misura.

Ho camminato nei tuoi passi lassù nella polvere,

nel fango, nel ghiaccio, ove impavido passavi la vita papà !

Ho percorso le orme dei tuoi pensieri,

quando la notte al freddo stanco, affrettavi il lavoro

per la carezza di uno sguardo, il calore di un abbraccio,

quando felice gustavi la gioia dei nostri sorrisi.

Quando attardato correvi disperato per rispettare l’orario,

quando lusingato aspettavi la paga che mai arrivava.

Ho cercato nel fango il tuo ultimo sguardo,

ho trovato solo scarpe che mai più toglierò.

Cibo amaro

Stremati, , abbandonati, assiderati

tra mura squarciate, laggiù nel fondo

di antri oscuri eravamo.

Affamati sfiancati da un cibo malsano,

ogni boccone era un dolore, si deglutiva

con repulsione, che cibo…..che sapore….

sembrava aglio o cipolla, che disperazione,

ma si ingoiava il boccone amaro……

s’aspettava il domani.

E la mente volava su pei monti più chiari

ove nasce il bel sole, ove il cielo è sereno,

nelle case dei ricchi ove è il cibo e il buon vino,

ove è pace e allegria.

Qui è giunto il veleno che uccide pian piano.

Uomo sereno

Caro e cortese

doni vita ai presenti

il tuo stile è armonia

porti ti sempre allegria