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Codice Anunnaki: Un’analisi chiara e sorprendente dei fatti straordinari che hanno segnato gli esordi della storia umana
Codice Anunnaki: Un’analisi chiara e sorprendente dei fatti straordinari che hanno segnato gli esordi della storia umana
Codice Anunnaki: Un’analisi chiara e sorprendente dei fatti straordinari che hanno segnato gli esordi della storia umana
E-book208 pagine2 ore

Codice Anunnaki: Un’analisi chiara e sorprendente dei fatti straordinari che hanno segnato gli esordi della storia umana

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Info su questo ebook

Tutte le religioni sono l’eco dei fatti successi ai tempi in cui la Terra fu visitata da esseri provenienti da altri pianeti con scopi diversi.

Ed è infatti attraverso le mitologie (le religioni delle civiltà scomparse) che possiamo attingere alle storie legate a questi visitatori siderali che furono scambiati per dei.

Ovviamente, La classe accademica e il clero rifiutano questa idea rivoluzionaria perché, da sola, metterebbe in discussione tutto il vecchio paradigma obbligando a riscrivere la storia vera dell’umanità.

Oggi, grazie al vasto materiale a disposizione, è possibile analizzare con mente aperta nuove ipotesi. Molte di queste ci porteranno davanti a un bivio: restare attaccati ai preconcetti e alle vecchie credenze o valutare le nuove traduzioni e/o interpretazioni della documentazione esistente.

Da anni gli studiosi investigano sul vero contenuto di questi documenti in cui gli antichi redattori intesero tramandare importanti cronache. Dai loro lavori stanno infatti emergendo molte interessanti “possibilità” tutt’altro che utopiche!

In “Codice Anunnaki”, avvincente come un romanzo di avventura, l’Autrice esamina in maniera chiara e sorprendente i fatti straordinari che hanno segnato gli esordi della storia umana, smascherando tutta una serie di menzogne archiviate nei nostri modelli mentali.

E una volta capite finalmente le dinamiche tra questi pseudo dèi e gli umani, sarà impossibile per chiunque tornare con la mente ai modelli precedenti; perché la mente, liberata dai suoi archetipi, mostra finalmente i fatti nella luce giusta…

In questo libro scoprirai:
  • La vera storia dell’umanità
  • Come le religioni hanno mistificato le narrazioni del passato
  • Chi ha creato la nostra civiltà
LinguaItaliano
Data di uscita2 nov 2021
ISBN9788833802473
Codice Anunnaki: Un’analisi chiara e sorprendente dei fatti straordinari che hanno segnato gli esordi della storia umana

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    Anteprima del libro

    Codice Anunnaki - Daniela Bortoluzzi

    Ringraziamenti

    «Mille volte al giorno ricordo a me stesso

    che la mia crescita materiale e spirituale dipende

    dalla fatica di altri uomini, viventi o morti,

    e che devo dare nella stessa misura in cui ho ricevuto

    e continuo a ricevere».

    Albert Einstein

    I miei più sinceri ringraziamenti vanno a quattro persone speciali:

    1. il compianto

    Zecharia Sitchin

    , che ho avuto il privilegio e l’onore di conoscere: un rivoluzionario, grazie al quale il vecchio e già traballante paradigma ha cominciato definitivamente a crollare, mettendo a dura prova i nervi degli accademici;

    2.

    Mauro Biglino

    , le cui traduzioni bibliche hanno fatto luce sul vero significato dei testi, scardinando moltissimi dogmi;

    3.

    Michele Manher

    , per i suoi illuminanti studi sulla Grande Piramide di Giza;

    4.

    mio marito

    , che dopo oltre cinquant’anni mi accetta ancora così come sono e sorride di tutte le mie ore davanti al

    pc

    .

    Prefazione

    di

    Enrico Baccarini

    La Storia non è una scienza esatta ma imperfetta, che vive di continue scoperte e sviluppi, rimettendo in discussione le proprie basi ogni qualvolta una nuova evidenza produca risultati differenti da quanto fino ad allora ritenuto certo.

    La ricostruzione storica del remoto passato del nostro pianeta si basa sovente su documenti lacunosi e ritrovamenti talvolta contradditori, lasciando allo studioso un arbitrio decisionale in grado di creare talvolta delle ricostruzioni storiche condizionabili da ideologie e visioni pregiudiziali.

    All’interno di questo complesso quadro ricostruttivo, soprattutto negli ultimi anni, si sono imposte alcune scoperte che hanno radicalmente scardinato lo status quo prestabilito rigettando nel grande tumulto della ricerca storica, verità fino ad allora considerate come indiscutibili.

    Da tali presupposti teorici, uniti alla volontà di comprendere integralmente e pienamente il nostro passato, sono nate nel corso degli ultimi decenni alcuni campi della ricerca storica che hanno tentato di lacerare quel velo di Maya che per troppo tempo aveva offuscato la riscoperta del nostro passato.

    Questi nuovi settori di studio sono stati spesso definiti con epiteti sprezzanti e denigratori come storia eretica o pseudo-storia, al fine di collocarne i contenuti e le ricerche all’interno di un mare magnum ideologico-metodologico che ne invalidasse alla base qualsiasi postulato e scoperta. Non vi è dubbio, come succede in tutti i settori, che all’interno di questi campi si sia talvolta, più o meno approssimativamente, viaggiato con la fantasia ma è altrettanto vero come in molti altri casi sia stato proprio grazie agli sforzi compiuti da questi ricercatori eretici che si è potuto fare luce su un passato dimenticato del nostro pianeta.

    Davanti a qualsiasi elemento, le testimonianze riguardanti il paleocontatto sono state sempre rifiutate e rigettate con scherno dalla comunità scientifica ufficiale. Le sue ipotesi vengono da sempre attaccate con argomentazioni che fanno spesso appello all’autorità accademica e alla persistente ostentazione dell’assenza di prove. Nondimeno è inquietante il sepolcrale silenzio che gli stessi esperti hanno da sempre dimostrato riguardo le evidenze di tali ipotesi, nonché i riscontri che nei decenni sono emersi a sua dimostrazione. Tale silenzio, unito ai persistenti attacchi dei detrattori e degli scettici, dimostra innegabilmente come non esista nessuna volontà di superare quella barriera dialogica volutamente originata dallo stesso accademismo.

    Gli scienziati dogmatici distruggono la credibilità stessa della Scienza reclamando esclusivamente per se stessi una certezza assoluta più di quanto siano in grado di fornire in termini di prove contro questo ambito e rifiutando parimenti di concedere all’ipotesi degli Antichi astronauti la considerazione e il valore che merita.

    Negare la possibilità per il semplice motivo di non accettare un’ipotesi così estrema è segno di arretratezza e ottusità mentale. Non dobbiamo pensare come individui, ma come specie umana. Non dobbiamo ancorarci alle nostre certezze di oggi ma a quello che ci dirà il domani e ai messaggi che ci giungono dal passato.

    È diventato ormai incontrovertibile che in altre parti dell’Universo esistano forme di vita intelligenti.

    Gli stessi detrattori dell’ipotesi in esame sono stati costretti ad ammettere questa evidenza. Tale certezza è stata raggiunta dalla Scienza attraverso la raccolta di prove indiziarie e indirette fornite dall’analisi degli elementi e dalle conoscenze fino a oggi raccolte.

    Se in questo caso l’evidenza ha portato alla certezza, perché allora escludere aprioristicamente che nel nostro passato intelligenze esterne al nostro pianeta possano averci visitato?

    Supporre diversamente ci riporterebbe a un Medioevo mentale quando cioè si credeva che la Terra fosse al centro dell’Universo e l’uomo l’unica e suprema creazione.

    Nessun argomento è riuscito in modo indiscutibile a dimostrare che un’intelligenza più evoluta non possa essere riuscita a colmare le distanze intergalattiche e realizzare ciò che noi, con i nostri pochi secoli di limitata tecnologia e teorie scientifiche, crediamo ancora oggi impossibile.

    È possibile e probabile che antichi astronauti abbiamo visitato la Terra. Questo non può essere negato a meno che non si consideri l’evoluzione su altri pianeti impossibile o che si ritenga l’evoluzione un evento unico verificatosi solo sulla Terra, o che eccetto noi non esistano altre intelligenze nell’Universo.

    Come affermava il famoso astronomo britannico Sir Martin Rees... «l’assenza della prova non è la prova dell’assenza» e non solo nel caso indiano, ma anche in molte altre civiltà del passato sono state recuperate prove che lentamente si stanno sommando e che dimostrano inderogabilmente come il nostro passato sia ben differente da quanto abbiamo creduto fino a oggi.

    Attraverso questo nuovo libro di Daniela Bortoluzzi potrete riscoprire uno dei più affascinanti misteri dell’umanità e, attraverso le sue pagine, una storia dimenticata e talvolta celata ai nostri occhi.

    Questo testo non solo porta a solcare una nuova strada nella ricerca, ma soprattutto permette di accedere a una nuova visione e comprensione del nostro passato.

    Introduzione

    «Non prendete nessun dogma o libro come infallibile».

    Buddha

    Le religioni sono l’eco dei fatti successi ai tempi in cui la Terra fu visitata da esseri provenienti da altri pianeti con scopi diversi. Ed è infatti attraverso le mitologie – cioè le religioni delle civiltà scomparse – che possiamo attingere alle storie legate a questi visitatori siderali che furono scambiati per dèi. Oggi ci troviamo davanti a un bivio: restare attaccati al vecchio paradigma o valutare nuove rivisitazioni del vasto materiale a nostra disposizione, analizzando tutta una serie di nuove ipotesi e di nuove traduzioni e interpretazioni della vasta documentazione esistente. Dal lavoro degli studiosi che da anni investigano sul vero contenuto di questi documenti in cui gli antichi redattori intesero tramandare importanti cronache, stanno infatti emergendo molte interessanti possibilità tutt’altro che utopiche!

    Nel tentativo di descrivere eventi straordinari che non dovevano assolutamente andare perduti (che però non potevano essere rivelati a tutti), all’occorrenza questi antichi storiografi criptarono i loro testi mediante delle metafore, mentre altre volte (nel caso di nomi e di date, ad esempio) scrivevano per così dire in chiaro. Pur tenendo conto del problema linguistico, emerge comunque l’idea che i successivi traduttori (o anche solo i trascrittori) si fossero trovati spesso davanti a brani che descrivevano oggetti o eventi che non erano in grado di capire o si rifiutavano di credere. Questo ci porta ragionevolmente a credere che nel corso dei secoli e dei millenni gli scritti originali siano stati modificati con il presupposto di chiarire dei passi incomprensibili o assurdi. Un’esegesi, frutto di ignoranza, superstizione e ingenuità, a cui si sommano le censure e i dogmi (come nelle versioni bibliche), che stravolse inevitabilmente il contenuto dei vari testi e quindi del messaggio originale che oggi, di conseguenza, nessuno conosce.

    Negli ultimi anni, grazie soprattutto a Mauro Biglino¹ e ai suoi libri, abbiamo avuto la conferma che Zecharia Sitchin² aveva ragione: la Bibbia, lungi da essere un libro sacro, racconta la stessa genesi umana tramandata dai Sumeri diverse migliaia di anni prima. Questo dimostra, senz’ombra di dubbio, che si tratta della sua trascrizione, in cui – attraverso un’attenta lettura spregiudicata – riconosciamo i fatti, i nomi e le località.

    Non solo. Così come è dimostrabile che il Libro della Genesi ricalca alla perfezione il mito sumero della Creazione, è altrettanto dimostrabile che Yahweh non è il Creatore...

    Per quanto riguarda le lingue antiche, bisogna parlare di interpretazione, oltre che di traduzione.

    In questo libro mi sono basata sulle traduzioni-interpretazioni di Sitchin e di Biglino ogni volta che queste risuonavano nei miei accordi... il che è avvenuto molto, molto spesso.

    Nelle prossime pagine analizzeremo tutta una serie di certezze canoniche e scopriremo che la verità potrebbe essere un’altra, completamente diversa.

    Ho cercato di scrivere questo libro nel modo più semplice e meno tecnico possibile perché desidero condividere con quante più persone possibili il risultato delle mie investigazioni, nate da un percorso di ricerca, anche interiore, iniziato molti anni fa... che mi ha portato a rivedere molte delle mie certezze.

    Mi piace definirmi una ricercatrice di Verità e in questo momento credo fondamentale gettare un seme. Chi avvertirà, nel proprio sentire, il desiderio di coltivarlo e farlo crescere, potrà a sua volta procedere nel suo percorso di ricerca, che è in attesa.

    Daniela Bortoluzzi


    1 Studioso di storia delle religioni, è stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo. Da circa 30 anni si occupa dei cosiddetti testi sacri nella convinzione che solo la conoscenza e l’analisi diretta di ciò che hanno scritto gli antichi redattori possano aiutare a comprendere veramente il pensiero religioso formulato dall’umanità nella sua Storia.

    2 Famoso orientalista ebreo azero (1920-2010), esperto di religioni e di scrittura cuneiforme, che dedicò tutta la vita a interpretare decine di migliaia di tavolette sumere, diffondendo la teoria della paleo-astronautica attraverso i suoi numerosi libri.

    Capitolo 1

    «Se non sei disposto ad aspettarti l’inaspettabile,

    non conoscerai mai la verità».

    Eraclito

    La storia insegna che furono i Sumeri a inventare la scrittura, in virtù del fatto che la prima testimonianza conosciuta di scrittura consiste in decine di migliaia di tavolette in argilla cotta – incise con caratteri cuneiformi – rinvenute nel corso degli anni nei siti archeologici dell’attuale Iraq, in quella Terra tra i due fiumi che anticamente era chiamata Mesopotamia. I due fiumi sono il Tigri e l’Eufrate, che nascono dalle cime dell’Armenia e scorrono distanti uno dall’altro prima di riavvicinarsi e infine sfociare nel Golfo Persico. Nella zona alluvionale creatasi tra i due fiumi prima di sfociare, si era formata la Terra di Shumer, un’area in origine paludosa e acquitrinosa piena di canneti e stagni, dove solo gli uccelli e i pesci avrebbero potuto vivere senza prima aver messo in atto un’opera di drenaggio, bonifica e deviazione delle acque.

    I Sumeri, che presero il nome da questa terra (la bassa Mesopotamia), vi abitarono molto prima dei Babilonesi; una conferma ci viene dal Libro della Genesi (10:10-11), in cui si legge che il re Nimrod governava inizialmente su Babele, Uruk, Akkad e Kalmeh nella terra di Shin’ar³, prima di costruire Ninive:

    «Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò si dice: Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore. L’inizio del suo regno fu Babele, Uruk, Akkad e Kalmeh nel paese di Shin’ar. Da quella terra si portò ad Assur e costruì Ninive, Recobot-Ir e Kalah, la grande città».

    Questo dettaglio è molto importante, specialmente in relazione alle 25.000 tavolette rinvenute durante gli scavi archeologici di Ninive, nella biblioteca costruita da Assurbanipal, in molte delle quali lo scriba ha voluto specificare trattarsi

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